I contratti di telefonia stanno per subire delle rimodulazioni e a deciderlo è l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, o AGCOM. Queste rimodulazioni però. serviranno a favorire i cittadini o a guadagnarci saranno le aziende di telefonia?
La crisi economica e finanziaria a cui è sottoposta l’Italia, da diverso tempo a questa parte, colpisce ogni settore indiscriminatamente. Ci sono settori a cui non si pensa quando si parla di aumenti, che sicuramente non vengono visti di buon occhio. Uno di questi è il settore degli operatori telefonici, quelli che ci permettono di restare in contatto giornalmente, fornendo offerte per telefonare e utilizzare internet.
In questi giorni, l’AGCOM, l‘Autorità Garante nelle Comunicazioni, ha reso pubblico lo schema di delibera, sottoposto a consultazione pubblica, il cui scopo sarà diversificare la regolamentazione dei contratti telefonici, tenendo conto proprio dell’avanzare dell’inflazione e delle conseguenti oscillazioni del mercato.
Secondo le nuove regole infatti, gli operatori telefonici, dovranno avere la possibilità di variare i prezzi degli abbonamenti mensili. Il tutto però, in maniera sensata e motivata dall’incorrere dell’inflazione, nel momento in cui questa rischi di rendere insostenibili i costi di mantenimento delle società telefoniche.
L’inizio della consultazione pubblica da parte dell’AGCOM, era stata annunciato già lo scorso 11 aprile tramite un comunicato stampa. La causale della consultazione pubblica era una rimodulazione del Regolamento per la fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche.
Attenzione particolare, in questo procedimento, è stata data alla telefonia, focalizzandosi sui contratti tra operatori di telefonia e utenti. Al momento, questa specifica materia, è regolamentata dalla Delibera 519/15/CONS.
E dunque, detto fatto: il 28 aprile, circa due settimane dopo l’apertura della consultazione pubblica, l’AGCOM ha pubblicato la Delibera 89/23/CONS. La dicitura per la richiesta della consultazione pubblica, datata 4 aprile 2023, recitava: “Avvio del procedimento e della consultazione pubblica inerente alla modifica del regolamento recante disposizioni a tutela degli utenti in materia di contratti relativi alla fornitura di servizi di comunicazioni elettroniche”.
Per concludere l’intero procedimento, l’AGCOM avrebbe un limite massimo di 120 giorni, di cui 45 da destinare alla consultazione pubblica. La decorrenza del termine, inizia dalla pubblicazione della Delibera sul sito ufficiale dell’ente.
Al momento, tutto ciò su cui è possibile mettere le mani, è una semplice bozza del nuovo regolamento, in cui però vengono toccati alcuni punti che aiutano a delineare un quadro preliminare di quello che sarà il regolamento finale. In questo primo documento, ci si rivolge a consumatori, micro imprese, piccole imprese e organizzazioni senza scopo di lucro.
Nell‘Allegato B del documento, si parla di “utenti finali” e dei comportamenti che le compagnie di telefonia devono tenere in relazione a questi, soprattutto riguardo la tutela della libertà di scelta del singolo e degli obblighi informativi in capo proprio alle compagnie, così da portare l’utente a una scelta sana e informata, senza alcun tipo di forzatura.
Nell’Allegato C invece, vengono riportate le proposte nate in sede di consultazione pubblica da parte degli operatori, in una forma sintetizzata.
Ciò a cui punta l’AGCOM è un aggiornamento in vari aspetti, del Codice delle Comunicazioni Elettroniche. Riassumendo i punti salienti dell’intervento di AGCOM, potremmo dire che il nuovo documento verte su questi temi:
Agli operatori telefonici sarà inoltre richiesta maggior precisione nell’apposizione di termini contrattuali, in relazione all’inizio dell’erogazione di voce e internet. Dovrà inoltre essere presente una voce riguardo gli indennizzi spettanti ai clienti, in caso di mancato rispetto degli obblighi in materia di migrazioni e portabilità del numero.
L’articolo 8-quater della nuova Delibera, è denominato “Contratti con previsione di adeguamento all’indice dei prezzi”. Si parla quindi, come già accennato nella bozza, di regole sull’adeguamento del canone dei contratti sulla base dell’indice dei prezzi al consumo, o banalmente, all’inflazione.
Il fine di questo articolo è di regolamentare le clausole che negli ultimi mesi, diversi operatori telefonici hanno già introdotto.
L’AGCOM ha infatti deciso di affrontare il problema in maniera sistematica, sia nel procedimento che nel regolamento. Il tema è quello dei contratti con indicizzazione a parametri che tengono conto dell’andamento dell’inflazione.
L’approccio adottato, è stato ritenuto “maggiormente efficace ed efficiente”, poiché diventa uno strumento utile al mercato, riuscendo a fornire indicazioni economiche che partono dalla stessa base, arrivando ad adottare delle misure che “contemperino tutte le esigenze in gioco”.
This post was published on 17 Maggio 2023 5:30
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