Il tasso di suicidi sembra diminuito drasticamente in tutto il mondo: i motivi non sono così semplici da comprendere
Nella Gran Bretagna del secondo dopoguerra, i registri nazionali iniziarono a rivelare una tendenza preoccupante. I decessi per suicidio erano in aumento nella nazione distrutta dalla guerra, un aumento che sarebbe continuato dalla fine della guerra fino ai primi anni Sessanta. Poi, nel 1963, la tendenza si invertì misteriosamente. I grafici cominciarono a traballare verso il basso. Gli esperti si interrogarono sulle ragioni di questo calo del tasso di suicidi.
La verità è solo che in quel preciso anno furono introdotti sistemi di riscaldamento differenti dalle stufe al monossido di carbonio e, quindi, fu più difficile per gli aspiranti suicidi trovare un modo veloce e domestico per morire. Oggi chiamiamo questo fenomeno “restrizione dei mezzi”: ridurre l’accesso ai metodi che le persone usano per togliersi la vita.
Ancora oggi funziona
In tutto il mondo, la restrizione dei mezzi ha avuto un impatto enorme. Negli ultimi tre decenni, i tassi di suicidio sono diminuiti lentamente e costantemente; tra il 2000 e il 2016, il tasso di mortalità globale per suicidio è diminuito di circa il 33%. Quindi, anche se può sembrare che il mondo si stia sgretolando, possiamo trarre conforto dal fatto che siamo diventati più bravi a prevenire i suicidi.
Vale la pena notare che tutti i numeri dei suicidi devono essere presi con le pinze. Molti Paesi dichiarano in modo insufficiente le morti per suicidio, a causa di ritardi nei dati e di ragioni legate allo stigma e alla religione. In alcuni Paesi il suicidio è ancora illegale. Ciononostante, vale la pena di osservare la tendenza alla diminuzione per vedere quali insegnamenti può dare.
Una buona parte di questa diminuzione può essere attribuita al calo dei suicidi nei due Paesi più popolosi del mondo. Tra il 1990 e il 2016, i tassi di suicidio sono diminuiti del 15% in India e di oltre il 60% in Cina. La rapida crescita dell’economia cinese ha fatto sì che un numero molto maggiore di persone si spostasse dalle campagne alle aree urbane. Ciò significa che, oltre a una maggiore stabilità economica, hanno ridotto l’accesso ai pesticidi, un mezzo di suicidio comune nei Paesi a basso reddito, soprattutto tra le giovani donne delle aree rurali.
Basta davvero non vendere pesticidi?
La restrizione dei mezzi funziona in parte perché il suicidio è spesso un atto non pianificato. Il tempo che intercorre tra l’insorgere di un impulso suicida e l’azione della persona che lo mette in atto può essere anche di soli cinque minuti.
Una persona che muore per suicidio è stata tradizionalmente rappresentata come una persona alla fine di una lunga e tormentata battaglia contro la depressione, ma in genere non è così. Sebbene la presenza di una malattia mentale sia un forte fattore predittivo del rischio di suicidio, la maggior parte delle persone affette da malattie mentali non tenterà mai il suicidio.
Ridurre l’accesso ai mezzi permette di far passare l’impulso e la persona potrebbe non volerci riprovare. Uno studio ha rilevato che solo il 7% circa delle persone che hanno tentato il suicidio si è poi tolto la vita nei cinque anni successivi.
Non è solo questione di reddito
Gli stati che subiscono più casi di suicidio sono generalmente a basso o medio reddito, o addirittura del Terzo Mondo. Inevitabilmente in questi contesti è la miseria il movente principale di così tante tragedie. Ma non sempre è così…
Un Paese ad alto reddito rappresenta una particolare eccezione alla tendenza alla diminuzione: gli Stati Uniti. Sebbene i tassi nel Paese siano diminuiti per tutti gli anni ’90, all’inizio del secolo hanno ricominciato a salire. Tra il 2000 e il 2018, il tasso di suicidi è aumentato del 35%. Il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani americani di età compresa tra 10 e 14 anni e tra 20 e 35 anni.
Potreste gridare: La risposta sono le armi! E avreste in gran parte ragione. Negli Stati Uniti, oltre la metà delle morti per arma da fuoco sono suicidi. Solo nel 2021, oltre 26.000 persone sono morte per suicidio utilizzando un’arma da fuoco, su un totale di poco più di 48.000 morti per suicidio. In un Paese dove quasi ogni famiglia ha armi in casa si tratta di un dato che fa riflettere (o almeno dovrebbe).
E in Italia?
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si registrano in media circa 4.000 suicidi all’anno, con il 78,8% compiuto da uomini, soprattutto nelle regioni settentrionali, come il Nord Est. Anche nel nostro Paese si manifesta lo stesso calo del tasso di mortalità, ma rimane l’allerta per giovani e giovanissimi sempre più fragili.
In tutta Europa nell’ultimo decennio si sono adottate misure per abbassare il tasso di suicidi, dall’abolizione di pesticidi al contrasto alle armi, quindi rientrando sempre nell’ottica della “restrizione dei mezzi”. Tuttavia, eventi critici come la pandemia e la guerra in Ucraina potrebbero aver influito su un nuovo innalzamento del numero di suicidi.
Lasciamo qui il numero verde di Samaritans, associazione che da oltre 50 anni si preoccupa di prevenzione di suicidi in tutto il mondo; se voi o un vostro amico / amica o chiunque conosciate sentirà il bisogno, chiamate gratuitamente questo numero, può salvare letteralmente una vita: 06 77208977