Le nuove truffe, passano molto spesso per i nuovi mezzi di comunicazione, sfruttando ogni metodo per cercare di raggirare il prossimo. Ma cosa succederebbe se dei truffatori, iniziassero a utilizzare un metodo vecchio ma studiato estremamente bene, tanto da sembrare reale?
Uno dei metodi, che pare stia prendendo maggiormente piede tra i truffatori, ultimamente, è quello delle lettere. Si tratta di lettere che riportano come mittenti, aziende o enti pubblici conosciuti e teoricamente “sicuri”, che intimano i cittadini al pagamento di una determinata somma di denaro, dovuta a seguito di vari accertamenti fiscali.
Uno degli enti che più spesso viene tirato in ballo per queste truffe, è il Ministero dello Sviluppo Economico – Ufficio Italiano Marchi e Brevetti. La truffa è estremamente credibile, dato che l’aspetto della comunicazione è decisamente simile a quelle ufficiali, con tanto di carta intestata e firma del funzionario che si fa carico della sollecitazione.
Il tutto condito da dati personali delle vittime, scadenze per il pagamento, cifra da pagare e un riferimento fittizio che indica il periodo che quel pagamento va a coprire. Per poter riconoscere una truffa del genere, si può osservare i dati bancari di pagamento a cui viene chiesto di effettuare il versamento. Molto spesso infatti, si tratta di un IBAN polacco.
Un altro ente, noto a tutti, che viene spesso tirato in ballo per cercare di ingannare le malcapitate vittime, è l’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale). Che lo si voglia o meno, chiunque ha a che fare prima o poi con l’INPS, data la vastità dei servizi che l’ente si trova a regolare e che riguardano la vita di tutti.
Tramite l’INPS infatti, passano servizi come l’erogazione delle pensioni, l’assegno unico per i figli, i vari bonus erogati dai vari Governi, agevolazioni fiscali e tanto altro. Tuttavia, all’INPS i cittadini si ritrovano spesso a dare più che a ricevere, basti pensare ai contributi obbligatori che i datori di lavoro devono versare, a fronte delle prestazioni lavorative.
Non è così strano dunque ricevere una comunicazione dall’INPS, dati i tantissimi rapporti che legano l’ente ai cittadini, sia che si tratti di dare che di ricevere. Capita spesso infatti che, a causa di qualche errore nei conteggi, l’INPS si trovi a effettuare degli accertamenti che portano il cittadino, a dover pagare una certa cifra, non pagata in precedenza.
Ma cosa succede se la lettera ricevuta, sembra in tutto e per tutto inviata dall’INPS, ma è soltanto una copia perfettamente credibile?
Negli ultimi giorni infatti, ha iniziato a diffondersi una lettera elettronica, inviata via mail, da parte dell’INPS (almeno all’apparenza). Il contenuto della lettera, si riferisce al pagamento delle tasse del 2022, precisando di come vi sia stato un errore. Ma l’errore, non è quello che pensate voi.
L’errore infatti, non si riferisce a un’erogazione minore del dovuto, ma a un errore dell’INPS nella richiesta della somma da pagare. In altre parole, è come se l’INPS, nel 2022, vi abbia chiesto più di quanto dovuto. Per via di un errore dei sistemi automatici, il cittadino si sarebbe ritrovato a pagare 400, 500, 600, 700 euro in più.
E quindi, la finta INPS, ravvedutasi dall’errore, si mostrerà pronta a restituire il maltolto. Ma purtroppo, nonostante abbiano già provato a erogare automaticamente la somma sul conto del cittadino, per via di un errore dei sistemi informatici, non è stato possibile completare la procedura.
L’errore nello specifico, riguarderebbe i dati bancari forniti e, per rimediare, basterà cliccare sul tasto “continua sulla pagina dedicata”, inserendo i dati corretti nella pagina che si aprirà. Ovviamente, immettendo i dati, truffatori avrebbero libero accesso al conto corrente del cittadino, che si troverà totalmente svuotato.
La mail è estremamente ben congegnata, rischiando di ingannare anche i più attenti osservatori. Perfino il logo dell’INPS verrà apposto su di essa e il sito a cui si verrà reindirizzati, cliccando sul link, sarà molto simile alla pagina stessa dell’INPS.
Bisogna sempre cercare nuovi metodi, per stare dietro a tutti i tentativi di truffa perpetrati. Sebbene in questo specifico caso, non sia molto semplice come processo, è comunque possibile riuscire a sventare il pericolo.
Nel momento in cui riceverete la mail, verificate come prima cosa l’indirizzo mail. L’indirizzo ufficiale dell’INPS, deve sempre terminare con @inps.it mentre gli indirizzi falsi, dato che non possono utilizzare lo stesso indirizzo, tendono ad aggiungere lettere o simboli dopo la @. Spesso, i simboli aggiunti sono simili alle lettere che compongono la parola “inps”, così che a uno sguardo veloce non si riesca a distinguere bene l’inganno.
La cosa più importante da sapere però, che potrebbe aiutarvi con questa truffa ma anche con altre, è che enti come l’INPS, le Poste, le banche, non richiedono mai di inserire i dati bancari via mail. E soprattutto, l’accesso ai siti ufficiali degli enti, deve sempre avvenire dalla loro home page e tramite un metodo identificativo riconosciuto, come lo SPID.
Nel caso non riconosciate tutti questi fattori ma abbiate comunque il dubbio, vi consigliamo di verificare la veridicità della comunicazione. Potrete faro, contattando direttamente l’ente in questione o rivolgendovi alla Polizia Postale.
This post was published on 7 Maggio 2023 14:30
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