La settimana lavorativa breve, in cui si lavora solo quattro giorni a settimana, è una pratica che sta diventando sempre più diffusa in molti paesi del mondo. Ci sono molti studi che rivelano come lavorare di meno faccia bene alla produttività e alla salute.
In alcuni paesi nordici come la Svezia, la Finlandia e l’Islanda, la settimana lavorativa di 4 giorni è stata introdotta in molti settori, soprattutto nella pubblica amministrazione e in alcune aziende private.
Ci sono diverse ragioni per cui questa pratica sta diventando sempre più popolare. Innanzitutto, i sostenitori della settimana lavorativa breve sostengono che lavorare meno giorni alla settimana può aumentare la produttività dei lavoratori e migliorare la loro qualità della vita. Inoltre, questa pratica può anche ridurre lo stress e migliorare la salute mentale dei lavoratori, aumentando la loro motivazione e la soddisfazione sul lavoro.
Inoltre, la settimana lavorativa breve può anche avere benefici per l’ambiente, in quanto riduce i viaggi casa-lavoro dei dipendenti e quindi anche l’inquinamento atmosferico. D’altro canto, non tutte le aziende e tutti i paesi sono pronti a introdurre la settimana lavorativa breve, in quanto potrebbe essere difficile da adottare in alcuni settori o potrebbe essere costosa per le aziende stesse. Inoltre, questa pratica potrebbe anche avere implicazioni sulle prestazioni economiche, che sarebbero inferiori.
Lavorare di meno fa bene alla salute
La settimana lavorativa breve è stata oggetto di diverse ricerche che hanno evidenziato i benefici che può apportare sulla salute dei lavoratori. Lavorare di meno può risultare benefico sia sulla salute fisica sia, se non soprattutto, su quella mentale.
Uno studio condotto dai ricercatori della University of Cambridge ha dimostrato che una settimana lavorativa di soli 30 ore può ridurre lo stress e migliorare la salute mentale dei lavoratori. L’indagine ha coinvolto 5.000 dipendenti di un’azienda svedese e ha evidenziato che il tempo libero extra ha permesso ai lavoratori di dedicarsi a hobby, attività fisica e relazioni familiari, migliorando la loro qualità della vita.
L’American Heart Association ha condotto una ricerca su 6.000 dipendenti di una compagnia di telefonia che, per quattro giorni alla settimana, lavorava solo sei ore al giorno invece di otto. I risultati hanno mostrato un aumento della produttività del 40%, con una riduzione del 30% delle assenze per malattia.
Un’altra interessante ricerca della British Medical Journal ha analizzato i dati relativi a oltre 600.000 persone e ha dimostrato che il rischio di malattia cardiaca è inferiore tra i lavoratori con settimana lavorativa più breve. Inoltre, un rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha evidenziato che una settimana lavorativa più breve può migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei lavoratori, riducendo stress e aumentando la soddisfazione lavorativa.
Lavorare di meno può anche migliorare la vita sociale sociale: uno studio dell’Università di Gothenburg in Svezia, infatti, ha dimostrato che una settimana lavorativa di 30 ore aumenta la partecipazione sociale dei lavoratori, poiché hanno più tempo libero per dedicarsi a hobby, volontariato e attività culturali.
La settimana lavorativa breve arriverà mai in Italia?
Attualmente non ci sono piani ufficiali per introdurre una settimana lavorativa più breve in Italia. Tuttavia, alcuni politici e sindacati hanno espresso il loro sostegno per l’idea, suggerendo che potrebbe migliorare la qualità della vita dei lavoratori e ridurre la disoccupazione.
Alcune aziende e organizzazioni stanno già sperimentando orari di lavoro più flessibili, ma al momento non esiste un dibattito serio su una riduzione generale dell’orario di lavoro. Inoltre, ci sono anche preoccupazioni riguardo all’impatto economico di una settimana lavorativa più breve, in particolare per le piccole e medie imprese.
Per ora, qui in Italia dobbiamo accontentarci dei nostri turni di lavoro che appaiono anacronistici, ma necessari per la sussistenza del paese.