Una nuova e discussa proposta del governo Meloni vuole mettere al bando le parole straniere: il risultato sarebbe molto buffo
La lingua italiana – come la maggior parte delle altre lingue europee – ha adottato molti termini inglesi negli ultimi anni, in parte perché si trattava di termini che indicavano cose “nuove”, che non appartenevano alla tradizione italiana (computer, social media, smart working), in parte perché la lingua inglese spesso offre una versione più concisa e veloce di termini che in italiano richiederebbero un modo piuttosto ridondante per essere espressi.
Il governo guidato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha presentato una nuova proposta di legge che punisce l’uso dell’inglese e di altre parole straniere nelle comunicazioni ufficiali, con multe tra i 5.000 e i 100.000 euro. L’obiettivo della legge è “difendere e promuovere la lingua italiana” e proteggere l’identità nazionale, secondo quanto dichiarato dal partito di Meloni.
La nuova proposta è stata presentata da Fabio Rampelli, membro della Camera dei deputati. La legge ha ricevuto ampie critiche nel Paese anche da parte dei più rinomati studiosi di linguistica e filologia italiana, la prestigiosa Accademia della Crusca.
Proviamo, adesso, a immaginare come sarebbe il nostro modo di comunicare se abolissimo di colpo tutti i termini inglesi entrati ormai nel linguaggio comune. Ad esempio, proprio la proposta di legge suggerisce che al posto del termine “dispenser”, per indicare le ormai ben note postazioni di gel disinfettante, potremmo usare il comodo “erogatore di igienizzante”.
Cerchiamo, però, di entrare nella vita di tutti i giorni.
Partiamo dal presupposto che il deputato Rampelli ha promosso la legge su Tweet, che da adesso chiameremo “cinguettio”, come la legge desidera. Dunque, l’onorevole è tornato a casa ed ha acceso il suo telefono-intelligente (smartphone) o il suo calcolatore (computer). Ha necessitato di una connessione alla rete telematica internazionale (Internet), meglio nota come Ragnatela (Web).
Quindi ha aperto il suo profilo di Cinguettio (Twitter) ed ha scritto un’affissione (post) per annunciare alla comunità (community) della rete telematica sociale (Social Network) le sue intenzioni. Si può notare come anche solo uno dei promotori di questa idea abbia sicuramente dovuto utilizzare una mezza dozzina di parole bandite.
Ora immaginiamo la nostra vita sulle reti telematiche sociali. Potremmo fare chiacchiere leggere (chattare) con persone su Cosa accade? (WhatsApp), su FacciaLibro (Facebook) o su Telegramma (Telegram). Addirittura possiamo cercare un incontro romantico su Miccia (Tinder) o pubblicare un autoscatto su Telegramma di Fotocamera Istantanea (Instagram) guadagnando un bel mucchio di reazioni (Reaction). Sulla stessa applicazione possiamo fare anche una bobina (reel) per condividere i migliori filmati.
Alcuni lavori saranno realmente impronunciabili, mentre per tutti gli altri sarà un problema stabilire orari e disponibilità. Del resto, c’è chi lavora a tempo parziale (part-time) o chi lavora in modo intelligente (smart-working), come tutti durante i mesi bui del confinamento (lockdown).
In qualunque modo si lavori, l’importante è terminare e godersi un aperitivo con amici e colleghi. Si potrebbe tutti ordinare uno Spruzzo (Spritz)? Beh, proprio ciò che ci vuole. Poi tornare a casa, lasciare l’automobile nella scatola (Box), magari riposarsi un po’ nella propria stanza per vivere (living-room) e pensare a cosa cenare.
Una semplice Carne di Amburgo (Hamburger), in alcune regioni nota anche come Svizzerina, o qualche salsicciotto teutonico (non esiste alcun modo per tradurre wurstel, con buona pace dell’italico idioma). Certo, quest’ultimo sarebbe ideale con un bel panino soffice per fare un buon cane-caldo (hot-dog), magari con gustosa salsa all’uovo (Maionese) o al pomodoro (Ketchup).
Dopo cena non c’è cosa migliore che stendersi sul divano, accendere il televisore-intelligente (Smart-TV) e guardare una pellicola su una piattaforma di trasmissione ininterrotta di dati (Streaming). Per un film particolarmente emozionante sarebbe proprio il caso di preparare del granturco scoppiante (pop-corn) di modo da sentirsi proprio dentro ad un caro vecchio cinematografo.
Ecco, abbiamo fatto solo alcuni semplicissimi esempi. Ora pensate a tutti i termini che utilizzate nel corso della vostra vita e cercate di italianizzare quelli stranieri. Il risultato sarà grottesco. Le lingue sono nate per evolversi: non parliamo la lingua di Dante, come Dante non parlava latino, come Cicerone non parlava greco antico.
Le parole che usiamo, i termini, non sono studiati a tavolino per una forma di conflitto linguistico, ma si evolvono nell’uso quotidiano, nella frequenza con cui vengono espressi e nella facilità con cui possono trasferire il messaggio desiderato.
This post was published on 8 Aprile 2023 5:30
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