Gli investimenti in campo informatico, diventano sempre più importanti in ambito di innovazione e semplificazione negli enti pubblici. Proprio in quest’ottica, i fondi del PNRR si propongono come metodo per incentivare alcune iniziative, utili nel processo di innovazione tecnologica.
Fondi del PNRR
Da un po’ di tempo, si sente sempre più parlare dei fondi del cosiddetto PNRR.
Il PNRR è il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza. Nel concreto si tratta di sussidi inviati dall’Europa, promessi sin dal governo Conte II, per far fronte a tutti i disagi causati dalla pandemia di Covid.
L’ammontare totale della cifra spettante all’Italia si aggira sui 209 miliardi di Euro, cifra astronomica, che permette a chiunque di sognare in grande su quelle che potrebbero essere delle innovazioni per il nostro paese, come ad esempio la corsa all’informatizzazione degli enti e delle infrastrutture.
Proprio in questo senso, si muove una misura che mira a sostituire le banche dati fisiche con i cosiddetti “cloud” digitali, degli spazi virtuali di raccolta dati.
Comuni, ASL e Scuole verso il digitale
Da qualche settimana, si fa un gran parlare della piattaforma “PA digitale 2026”.
Questa piattaforma infatti, dovrebbe rappresentare quella su cui vari enti migreranno il loro afflusso di dati.
Secondo gli ultimi dati, sono state ben 14 mila le amministrazioni locali italiane ad aderire agli Avvisi Pubblici, per agevolare la transizione su cloud digitale, promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si tratta di comuni, scuole, ASL (Azienda Sanitaria Locale) e AO (Azienda Ospedaliera).
Nello specifico, queste ultime due figure (ASL e AO), hanno ricevuto il via libera per effettuare la richiesta per la migrazione digitale, ai sensi della Misura 1.1 “Infrastrutture digitali” e della Misura 1.2 “Abilitazione al cloud per le PA locali”, tramite l’avviso pubblicato sulla piattaforma “PA Digitale 2026”. ASL e AO potranno avere accesso a 200 milioni di euro, divisi in egual misura tra tutti i richiedenti (fino a esaurimento perlomeno).
L’iniziativa, ha avuto un riscontro positivo sul paese e sulle PA e, a rimarcarlo, è il Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti che ha dichiarato:
Siamo molto soddisfatti. Non solo perché abbiamo raggiunto l’obiettivo rispettando le scadenze europee, ma anche perché siamo riusciti ad ottenere un risultato persino superiore a quanto stabilito dal Pnrr. È stato possibile grazie ad un grande lavoro di squadra che ci ha visto collaborare ad ogni livello istituzionale, al fianco di Dirigenti scolastici, Sindaci, Responsabili della Transizione Digitale in tutta Italia. Sono oltre l’80% le amministrazioni locali che nel nostro Paese hanno detto sì al cloud, presentando un piano di migrazione. Si tratta di un passo avanti fondamentale che permetterà di offrire servizi digitali ancora più moderni e affidabili, migliorando la vita di cittadini e imprese
Strategia Cloud Italia
Ma cos’è, nello specifico la Strategia Cloud Italia?
Si tratta di una misura, portata avanti dal Dipartimento per la trasformazione digitale, coadiuvato dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), che dovrebbe aiutare a tracciare un giusto percorso per le amministrazioni locali.
L’obiettivo è sempre quello: la digitalizzazione e la migrazione dei dati in cloud. Si mira ad ottimizzare i servizi, in modo che possano diventare più efficienti e semplici da fruire, snellendo la burocrazia.
Secondo quanto previsto dal PNRR, si dovrebbe arrivare ad una situazione che vede almeno il 75% delle Pubbliche Amministrazioni italiane, completare la migrazione digitale entro e non oltre il 2026. Alla luce dei dati appena riportati, ovvero l’80% di Comuni che hanno avanzato la richiesta, nonché il 90% degli istituti scolastici, gli obiettivi del PNRR sono stati più che rispettati.
Ora bisognerà attendere, per vedere effettivamente in quanto avverrà la migrazione completa e come sarà approcciarsi a delle Pubbliche Amministrazioni totalmente digitalizzate.