Secondo molti utenti, vari gestori di telefonia mobile in Italia, hanno messo in atto delle pratiche non proprio limpide nella gestione degli abbonamenti, e dei conseguenti pagamenti. A pensarla così, a quanto apre, è anche l’ente preposto al rispetto delle regole e quattro delle più importanti società di telefonia mobile, non se la vedranno bene.
La notizia, giunta ieri, ha destabilizzato tutti.
Molti utenti, da anni, lamentano apparenti pratiche scorrette, messe in atto dalle più famose compagnie di telefonia mobile, nonché fornitori di rete fissa e internet.
Le lamentele vanno da prezzi maggiorati senza alcun preavviso, rispetto a quanto stabilito alla sottoscrizione del contratto, fino ad addebiti illeciti. Quelle che sembravano però, solo impressioni degli utenti, hanno finalmente assunto una forma concreta e a permetterlo è stato l’Antitrust.
L’Antitrust o Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) è un ente italiano, che ha il compito di garantire correttezza nello svolgimento delle pratiche di mercato e delle interazioni tra operatori economici e consumatori, nonché garantire il libero accesso al mercato a tutti gli operatori economici, evitando la nascita di monopoli spontanei.
L’Antitrust, dopo aver raccolto le lamentele degli utenti e dopo aver verificato i dati delle varie compagnie, è giunto ad una conclusione: pratiche scorrette erano state messe in atto.
L’ente ha quindi proceduto ad erogare una sanzione complessiva di 1 milione di Euro, divisi tra quattro grandi compagnie italiane di telefonia mobile e fissa. Nello specifico:
Le istruttorie hanno permesso di ravvisare i comportamenti scorretti messi in atto dalle quattro compagnie, al fine di erogare le varie sanzioni in base alla reiterazione del comportamento scorretto e del danno arrecato.
Il motivo della sanzione riguarda le cosiddette pratiche “post-recesso”, ovvero quelle pratiche che vengono messe in atto quando un utente decide di rescindere il contratto che lo lega ad una compagnia telefonica, anche in ottica di trasferimento ad una compagnia concorrente.
Secondo quanto appurato dall’Antitrust, sono emerse discrepanze nelle pratiche post-recesso che, a partire più o meno da gennaio 2020, hanno generato situazioni in cui la compagnia, nonostante il contratto con l’utente fosse rescisso, continuava a pretendere pagamenti secondo i termini contrattuali, ormai non più validi.
All’utente veniva dunque intimato di saldare le fatture sia del nuovo che del vecchio operatore, nonostante usufruisse ovviamente solo di uno dei due servizi.
Il problema, secondo l’Antitrust comunque, non è di natura umana ma informatica. In una dichiarazione, viene infatti affermato che:
la illegittima prosecuzione della fatturazione è riconducibile ad anomalie e a disallineamenti tecnici tra i sistemi di gestione informatici del processo interno di ciascuna società, rispetto ai quali le stesse, anche se in misura diversa, non hanno adottato efficaci meccanismi di controllo e di intervento tempestivo
Ad aver quindi innescato la sanzione dell’Antitrust, oltre alle sole pratiche scorrette, è stata anche la reiterazione delle stesse.
Le varie compagnie telefoniche infatti, dovranno cessare immediatamente tali pratiche e avranno a disposizione un periodo di 90 giorni, per comunicare all’AGCM le misure adottate in tal senso.
This post was published on 4 Aprile 2023 9:00
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