Nell’era di internet, a molti pare assurdo pagare per fruire di contenuti online. Esistono infatti tantissime realtà online, in grado di offrire una vasta gamma di servizi, dai film alle serie TV, fino agli spettacoli sportivi, che non necessitano di alcun abbonamento, né di spese una tantum. Si parla del cosiddetto “pezzotto”. Ma gli utenti, potrebbero avere una sorpresa sgradita.
La diffusione di internet ha portato tantissimi vantaggi, su tanti livelli. Prendiamo ad esempio, la possibilità di fruire di una mole di contenuti, impensabili fino a poco tempo fa. Internet ha infatti permesso il proliferare di servizi di streaming a pagamento, in grado di fornire delle offerte che potessero soddisfare le necessità e le tasche di tutti gli utenti.
Tuttavia, internet è anche diventato il più grande mezzo di diffusione di prodotti “piratati” cioè diffusi illegalmente. Diffondere illegalmente un prodotto infatti è una pratica già sanzionata dal nostro ordinamento giuridico.
Nello specifico, è sancito che la diffusione di opere protette da copyright, è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni e alla multa da 2.582 a 15.493 euro. Nonostante esiste una sanzione a tale comportamento, rimane molto complicato inquadrare le varie situazioni di reato e agire di conseguenza.
La Guardia di Finanza, negli ultimi anni, ha optato per oscurare sistematicamente i siti più di tendenza in fatto di pirateria. Tuttavia, non sembra che la lotta alla pirateria non stia dando i risultati sperati. E intanto, si trovano nuove alternative.
Il “pezzotto” è ormai il mezzo che in tantissimi utilizzano per fruire di trasmissioni sportive, partite di Campionato e quant’altro. Si tratta di una sorta di decoder, un set box solitamente dotato di sistema operativo Android, che permette la visione di servizi come Sky, Dazn o Netflix. E tutti questi servizi saranno disponibili ad un costo quasi forfettario, di pochissimi euro.
Nonostante la tecnologia che stia dietro al “pezzotto” sia di per sé legale, l’utilizzo che se ne fa è ormai sinonimo di illegalità. La diffusione di questo metodo è stata sicuramente favorita dalla diffusione capillare di reti internet sempre più veloci e performanti.
Con la situazione ormai fuori controllo, la palla è passata agli organi politici che nella giornata di ieri, hanno preso una decisione proprio per contrastare la pirateria online.
Nella giornata di ieri, il 22 marzo, una discussione alla Camera dei Deputati ha portato alla votazione all’unanimità, con 256 favorevoli, di una proposta di legge per contrastare la pirateria online. La proposta, presentata da Lega e Fratelli d’Italia sul finire della scorsa legislatura, non ha avuto particolari contrasti in questa prima sessione di voto alla camera, trovando il favore di tutte le parti politiche.
Ma cosa prevede la nuova proposta?
Il fulcro della proposta è quello di ampliare la gamma di poteri in mano all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), che avrà adesso la possibilità di bloccare direttamente i siti che diffondo eventi live streaming, in maniera illegale.
AGCOM infatti, dopo aver ricevuto una segnalazione dai titolari dei diritti televisivi per la diffusione illecita di una trasmissione, potrà procedere ad oscurare immediatamente il sito, procedendo con discrezionalità e considerando la situazione soggetta a “gravità e urgenza”. In circa 30 minuti dalla segnalazione infatti, il sito che diffonde illegalmente il contenuto, dovrebbe apparire oscurato.
Non è ancora chiaro però, come l’AGCOM riuscirà nell’impresa. Da quanto discusso, AGCOM stessa, coadiuvata da ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale) dovrà occuparsi dello sviluppo di una piattaforma di controllo che permetterà di bloccare il traffico internet verso i siti web illegali, dopo aver ricevuto la segnalazione.
L’AGCOM potrà agire quindi o inibendo totalmente il traffico verso un determinato sito, comunicando direttamente coi provider dei servizi internet o bloccando direttamente l’indirizzamento agli indirizzi IP dei siti illegali.
La proposta di legge, prevede inoltre l’innalzamento delle sanzioni, sia per chi verrà beccato a diffondere tali contenuti, sia per chi semplicemente si troverà a fruirne. Per gli utenti del servizio infatti, si parla di una sanzione pecuniaria fino a 5000 euro mentre per chi diffonde i contenuti, si parla di una pena detentiva fino a 3 anni di carcere.
È doveroso segnalare infine che, tale blocco attuato dall’AGCOM verrà effettuato “senza contraddittorio”. Basterà quindi la sola segnalazione del titolare del diritto affinché l’AGCOM proceda al blocco, senza bisogno di consultare i titolari del sito bloccato.
Tuttavia, sono previste delle modalità di reclamo nel caso dei blocchi vengano ritenuti “illeciti”.
Ci teniamo a chiarire che al momento, questo è soltanto una proposta di legge, che dovrà passare attraverso altre procedure prima di essere convertita in legge. Al momento dunque, per quanto concerne copyright e diffusione di contenuti illeciti, restano in vigore le attuali norme.
This post was published on 24 Marzo 2023 5:30
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