Salvatore Aranzulla, leggenda della divulgazione sul web, ha attaccato duramente l’app Deliveroo dopo una disavventura con un ordine
I rider sono la categoria di lavoratori più discussa degli ultimi anni. Le app che garantiscono la consegna a domicilio di pizze, panini, spese hanno raggiunto il loro picco in pieno lockdown, quando ordinare prodotti a domicilio era l’unico modo per variare un po’ rispetto alla normale cucina casalinga. Da allora la popolarità non è mai scesa.
Eppure, i rider non godono di questo incremento del servizio, anzi: spesso si tratta di orari di lavoro assurdi, con paghe da miseria e, generalmente, faticosi. Ad esempio, fare il rider in una grande città significa generalmente passare l’intero turno a fare avanti e indietro per km, senza alcuna pausa tra una consegna e l’altra.
Pochi mesi fa fece scalpore il post di un assessore veneto, che si dichiarava pentito di aver ordinato su una nota app dopo aver visto le condizioni del rider: un uomo sulla cinquantina che aveva dovuto percorrere oltre 50 Km in bici, in pieno gennaio, tra strade campestri, solo per portargli un paio di panini.
L’anno scorso, il film “E noi come str… rimanemmo a guardare” (Con Fabio De Luigi e Pif), disponibile su Prime Video, ha raccontato, attraverso una commedia ambientata in un futuro distopico particolarmente vicino alla nostra realtà, le condizioni assurde in cui è costretto a vivere un uomo che, dopo esser stato licenziato da un algoritmo, decide di diventare rider.
Negli ultimi giorni, anche un volto noto del web ha attaccato la politica di queste app.
L’imprenditore e divulgatore informatico Salvatore Aranzulla ha espresso la sua frustrazione sulla app di consegna cibo Deliveroo, dopo aver ricevuto un ordine che era stato effettuato da un ristorante dall’altra parte di Milano. Aranzulla ha commentato che l’ordine era stato consegnato in meno di mezz’ora, ma era stato consegnato da una persona che aveva dovuto pedalare dall’altra parte della città per consegnare la pizza.
Faccio un ordine su Deliveroo per ordinare una pizza da un ristorante vicinissimo a casa: l’app, per non so quale motivo, mi fa fare l’ordine da un punto vendita dalla parte opposta di Milano.Quando me ne accorgo, provo a sentire l’assistenza: sono disposto a pagare per l’ordine e la consegna, ma non a riceverlo perché non ha senso fare pedalare una persona dall’altra parte di Milano. Risposta: non è possibile e ti chiudono la chat.
Insomma, hanno fatto pedalare per mezza Milano una persona per consegnare una pizza che è immangiabile. Ma andatevene a quel paese!
Scrive Aranzulla in un post su Facebook
Il blogger, come si evince dal post, ha provato a contattare l’assistenza della app di Deliveroo per modificare l’ordine, offrendosi di pagare sia per l’ordine che per la consegna, ma la chat di assistenza si è rifiutata di modificare l’ordine e ha chiuso bruscamente la conversazione.
In risposta alla critica di Aranzulla, Deliveroo ha replicato che il tempo di consegna dell’ordine era nella media della maggior parte degli ordini effettuati sulla loro piattaforma.
This post was published on 12 Marzo 2023 6:00
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