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Fuorigioco

Apre il Museo sulla morte dell’uomo | Ci mostra come saremo nel futuro

Un museo appena inaugurato mostra le estreme conseguenze di un mondo che si affida sempre di più alle Intelligenze Artificiali

Con l’affermarsi delle Intelligenze Artificiali sempre più sofisticate ed in grado di emulare in tutto e per tutto gli esseri umani una domanda sorge spontanea: possiamo stare tranquilli? Troppi film di fantascienza ci hanno mostrato macchine evolute che acquistano consapevolezza ribellandosi ai loro creatori.

Una mostra che guarda nel futuro

Il Misalignment Museum, mostra temporanea a San Francisco realizzata da Audrey Kim, immagina un futuro in cui l’intelligenza artificiale inizia a percorrere la strada tracciata da innumerevoli film di fantascienza: diventa autocosciente e si accinge a uccidere l’umanità. Fortunatamente, nella visione di Kim gli algoritmi si autocorreggono e si fermano prima di uccidere tutte le persone. Il suo museo, ricco di allegorie artistiche sull’IA e di arte realizzata con l’assistenza proprio dell’IA, è presentato come un memoriale della futura estinzione dell’umanità.

Il progetto è iniziato cinque mesi fa, poco prima che ChatGPT scatenasse nell’industria tecnologica e non solo, l’aspettativa che siamo sulla cresta di un’ondata di sconvolgimenti dell’intelligenza artificiale e in qualche modo più vicini al nebuloso concetto di intelligenza artificiale generale, o AGI. Non c’è consenso sulla definizione di AGI, ma il museo la definisce la capacità di comprendere o apprendere qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può svolgere.

Il bene ed il male dell’IA

Il museo ha lo scopo di sollevare conversazioni sulle implicazioni destabilizzanti di una tecnologia presumibilmente intelligente. La collezione è suddivisa su due piani, con visioni più ottimistiche della nostra intelligenza artificiale al piano superiore e distopiche al piano inferiore.

Al piano superiore c’è musica per pianoforte composta con i batteri, un gioco interattivo sulla “Creazione di Adamo” di Michelangelo dalla Cappella Sistina e presto un’installazione che utilizza la computer vision di Google per descrivere le persone e gli oggetti che appaiono davanti a una telecamera.

Al piano inferiore c’è l’arte di Matrix: Resurrections (una scenografa del film, Barbara Munch Cameron, ha contribuito a progettare l’allestimento del museo), una conversazione infinita generata dall’intelligenza artificiale tra Slavoj Žižek e Werner Herzog e un braccio robotico che tiene in mano una penna e scrive appunti dal punto di vista di un’intelligenza artificiale che vede gli esseri umani come una minaccia.

Il museo ospita anche un deepfake di Arnold Schwarzenegger che parla da un copione generato da ChatGPT, una statua di due persone che si abbracciano fatta da 15.000 graffette che vuole essere un’allegoria sulla sicurezza dell’IA, e robot arrivati da Vienna fatti di scatole di Spam con piccole braccia che digitano.

Questo tipo di tecnologia può generare così tanta bontà, così tanta sofferenza che può prevenire, e poi c’è l’aspetto di quanta distruzione può causare e quanto può andare perso in questo processo. Non credo che abbiamo tutte le risposte. Dobbiamo solo essere molto favorevoli all’uomo e dare alle persone gli strumenti critici per pensare a questa tecnologia

Spiega Kim, che è stata uno dei primi dipendenti di Google e ha lavorato anche alle Nazioni Unite e come assistente di Paul Graham, cofondatore dell’incubatore di startup Y Combinator.

Tanti riferimenti e citazioni

La mostra temporanea è finanziata fino a maggio da un donatore anonimo, ma lo spazio mostra l’influenza di numerosi fondatori e pensatori del settore tecnologico, da un tweet incorniciato sull’IA e l’altruismo effettivo del cofondatore di Facebook Dustin Moskovitz alla vasca da bagno piena di pasta vicino all’ingresso della mostra.

Quest’ultima è un riferimento alle idee di Holden Karnofsky, cofondatore con Moskovitz di Open Philanthropy, che ha finanziato OpenAI e altre attività che si occupano del percorso futuro dell’IA. Karnofsky ha sostenuto che stiamo vivendo in quello che potrebbe essere il secolo più importante della storia dell’umanità, prima del potenziale arrivo dell’IA trasformativa che lui chiama Process for Automating Scientific and Technological Advancement, o PASTA.

Oltre a esporre opere d’arte sull’IA, il Misalignment Museum prevede di ospitare proiezioni di film che esplorano il potenziale oscuro di questa tecnologia, come The Terminator, Ex Machina, Her e Theater of Thought, un documentario del 2022 sulle neuroscienze e l’IA diretto da Herzog.

Kim afferma che è improbabile che l’IA uccida la maggior parte dell’umanità, nonostante il tema della mostra, ma che le persone dovrebbero pensare agli impatti dell’IA che si stanno già manifestando, come gli educatori e gli editori letterari che cercano di analizzare la differenza tra i testi generati dall’uomo e quelli generati dall’IA, o le discussioni di WIRED su come l’IA generativa potrebbe o dovrebbe aiutare i giornalisti.

L’IA avrà un impatto su tutti noi, quindi per me si tratta di capire come fare in modo che il maggior numero di persone inizi a pensarci e a formarsi una propria opinione

Spiega Kim

This post was published on 6 Marzo 2023 10:00

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