Uno dei rischi più seri a seguito di un trapianto riguarda il rigetto, ovvero il rifiuto del sistema immunitario nei confronti del nuovo organo. È possibile scongiurarlo senza utilizzare alcun tipo di farmaco? Una nuova ricerca sembra aver trovato la risposta.
Il rigetto di un organo dopo un trapianto è un fenomeno in cui il sistema immunitario del ricevente riconosce l’organo trapiantato come un “invadente” straniero e cerca di eliminarlo. Questo accade perché ogni individuo ha un insieme unico di marcatori genetici sulla superficie delle proprie cellule, chiamati antigeni di istocompatibilità o HLA, che sono utilizzati dal sistema immunitario per distinguere tra organi “originali” e non.
Quando viene trapiantato un organo da un donatore a un ricevente, l’organo trapiantato ha marcatori HLA che possono non corrispondere esattamente a quelli del ricevente. Il sistema immunitario del ricevente può quindi riconoscere l’organo trapiantato come non proprio e attivare una risposta immunitaria contro di esso, causando il rigetto dell’organo trapiantato.
Esistono diversi tipi di rigetto di un organo dopo un trapianto. Il rigetto iperacuto si verifica immediatamente dopo il trapianto e può portare alla perdita dell’organo in poche ore. Il rigetto acuto si verifica nei primi mesi dopo il trapianto e può essere gestito con farmaci immunosoppressori. Il rigetto cronico si verifica a lungo termine e può portare alla perdita dell’organo trapiantato.
Per prevenire il rigetto di un organo trapiantato, i pazienti ricevono farmaci immunosoppressori che sopprimono la risposta immunitaria del corpo. Tuttavia, questi farmaci possono avere effetti collaterali e aumentare il rischio di infezioni e tumori.
Una nuova tecnica per il trapianto di cuore potrebbe un giorno permettere ai bambini di vivere senza farmaci anti-rigetto. Questo potrà essere possibile grazie al trapianto di timo, da eseguire insieme a quello del cuore.
Il trapianto di timo può essere utilizzato come terapia adiuvante per prevenire il rigetto di un organo trapiantato. Il timo è un organo responsabile della produzione di linfociti T, che svolgono un ruolo chiave nella risposta immunitaria del corpo. Il trapianto di timo può essere utilizzato per stimolare la produzione di linfociti T immaturi, che sono meno propensi a riconoscere l’organo trapiantato come “esterno” e quindi a innescare una risposta immunitaria contro di esso.
Sebbene la terapia di trapianto di timo abbia mostrato risultati promettenti in studi su animali e in alcuni casi clinici umani, la sua efficacia e sicurezza a lungo termine devono ancora essere completamente valutate.
La tecnica è stata sperimentata per la prima volta negli Satti Uniti. Lo staff della Duke University, con sede in Carolina del Nord (USA), guidato da Joseph Turek, primario di cardiochirurgia pediatrica, ha eseguito una procedura unica nel suo genere su Easton Sinnamon, un bambino di 6 mesi, nell’estate del 2021. Easton è nato con gravi problemi cardiaci che hanno reso necessario un trapianto, ma era anche affetto da un problema al timo, una ghiandola fondamentale per il funzionamento del sistema immunitario.
Turek e i suoi colleghi ritenevano che la situazione di Easton fornisse un’opportunità unica per verificare una teoria che avevano in mente da anni. Una delle funzioni principali del timo è quella di aiutare le cellule T a distinguere gli amici dai nemici. I ricercatori hanno quindi pensato che, donando a una persona un cuore e un timo nuovi provenienti dallo stesso donatore, il sistema immunitario del ricevente avrebbe potuto riconoscere il cuore come proprio, riducendo in modo sostanziale o eliminando del tutto la necessità di farmaci anti-rigetto.
La procedura sperimentale, appositamente approvata dalla Food and Drug Administration, è stata un successo clamoroso. Easton, che oggi ha 2 anni, sta ancora bene e raggiunge puntualmente tutte le tappe dello sviluppo. Gli esami non hanno mostrato segni di rigetto acuto, anche se i medici hanno ridotto costantemente la quantità di farmaci immunosoppressori che sta assumendo. Il regime tipico per un paziente sottoposto a trapianto di cuore prevede l’assunzione di due farmaci, ma attualmente Easton assume solo una mezza dose di un singolo farmaco.
Fonte: Gizmodo Science Fair
This post was published on 3 Marzo 2023 8:00
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