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Fuorigioco

WhatsApp? No! Arriva l’app per i messaggi made in Italy

I modi di comunicare, col tempo, hanno subito delle evoluzioni enormi, sia in termini di velocità che economici. Pensare a quanto sia diversa la comunicazione interpersonale oggi rispetto anche soltanto ad un decennio fa, fa capire quanto si sia investito nel settore delle comunicazioni e rende palese quali siano stati i fattori che hanno permesso questo sviluppo. Pensiamo ad esempio a WhatsApp.

WhatsApp e Telegram

WhatsApp o Telegram?

Fino a non troppo tempo fa, comunicare con amici e parenti non era certamente immediato come lo è oggi. Un’attività comunicativa continua, risultava essere parecchio dispendiosa in termini economici, riducendo le comunicazioni ad auguri di compleanno e a feste comandate. Si doveva sottostare ai costi che le varie compagnie di telefonia mobile imponevano.

Poi arrivò internet e con esso, la situazione cambiò. La comunicazione inizio a diventare man mano più semplice, veloce ma soprattutto economica. Per restare in contatto coi nostri affetti, adesso bastava un cellulare e una connessione ad internet e il gioco era fatto.

La diffusione dei social media è stato sicuramente un passo importante nel nuovo concetto di comunicazione. Grazie a Facebook ad esempio, ci si rese conto delle potenzialità di certi mezzi e molti cercarono di sfruttarli al meglio, così da creare nuovi modi di mettere in contatto persone da ogni parte del mondo.

Nel 2009 arriva la grande svolta. Nasce infatti WhatsApp, grazie all’idea di due ex dipendenti della società informatica Yahoo e da subito si capisce l’intento dietro al servizio: rappresentare un’alternativa agli SMS ed MMS. WhatsApp inizia così a costruirsi delle basi solide che lo porteranno, di lì a qualche anno, a diventare uno dei più importanti ed utilizzati servizi di messaggistica istantanea.

Nonostante nascesse come alternativa, soprattutto per i messaggi testuali, le ambizioni del team di WhatsApp erano quelle di fornire uno strumento completo per chiunque avesse bisogno di comunicare, sia che la comunicazione fosse fatta ad un amico o parente, sia che si trattasse di comunicazioni di lavoro. Vengono introdotte così diverse funzioni come ad esempio le chiamate vocali o le video chiamate.

Tali funzioni, ampliate con l’ultimo aggiornamento che ha permesso la partecipazione fino ad un massimo di 32 persone in contemporanea, permette di creare vere e proprie riunioni virtuali, rendendo WhatsApp uno strumento utile anche per l’organizzazione del lavoro oltre che per lo svago interpersonale.

E Telegram? Telegram è la risposta a WhatsApp.
Nato nel 2013 da un’idea di Pavel Durov, Telegram inizia a prendere piede, proponendosi come un’applicazione di messaggistica istantanea, come WhatsApp, con delle funzioni inedite per gli utilizzatori del servizio verde, Introduce i cosiddetti “canali”, delle chat in cui nessuno può scrivere se non il creatore della chat stessa, cosa utilissima per mettere in contatto personaggi famosi con la propria fan base tramite la creazione di sondaggi ad esempio.

Le funzioni diverse da WhatsApp iniziano a farsi sempre di più, tanto da rendere Telegram non una semplice alterativa ma un modo totalmente diverso di intendere la comunicazione.

E invece in Italia che succede? Sappiamo fare meglio degli americani e dei russi?

Yeppik, il WhatsApp vicentino

E Yeppik cos’è?

L’Italia pare non essere rimasta a guardare e alcune persone hanno deciso di intromettersi nella dicotomia del mercato costituita da WhatsApp e Telegram. Nello specifico, le novità arrivano da un punto preciso dell’Italia ovvero Vicenza. Ma vediamo meglio cos’è che ha da proporre al grande pubblico la società vicentina Social Media Emotions.

La Social Media Emotions è una Pmi costituita nel 2015 da Filippo Nigro e Nicola Del Bosco, il primo di professione medico ma da sempre appassionato di tecnologia, il secondo informatico con esperienza internazionale. Il loro intento era molto preciso: competere con i colossi della comunicazione come ad esempio WhatsApp.

Come? Con Yeppik.

Yeppik è un nuovo servizio di messaggistica istantanea totalmente pensato, progettato e sviluppato in quel di Vicenza. Yeppik si propone sì come un’alternativa commerciale al grande colosso americano, ma con un pizzico di italianità, tanto da risultare allo stesso tempo funzionale ma empatica, utile e personalizzata.

Una scelta certamente coraggiosa quella del tema che ha deciso di restare in Italia per sviluppare il progetto e, a proposito di ciò, Nigro ci tiene a precisare:

Potevamo sviluppare Yeppik dovunque, ma abbiamo scelto di restare qui, per dare un’opportunità al nostro territorio, ai giovani, per dare vita ad un bacino informatico e digitale in grado di attrarre potenziali investimenti

Yeppik si propone come un’applicazione in grado di identificare l’evoluzione della comunicazione e dei metodi comunicativi, come la cosiddetta comunicazione para verbale.

Perché cambierà completamente il modo di comunicare, siamo riusciti ad integrare nel testo tutto ciò che compone la comunicazione para verbale e dunque mimica, tono della voce, espressività

La prima grande introduzione è quella di emoji personalizzate.
Yeppik introduce infatti la possibilità, grazie ad una tecnologia brevettata, di «ampliare con infinite combinazioni grafiche, i dataset delle moji e aggiungerle ai baloon che contengono i messaggi di testo».

Di fatto, permette dunque di inserire emoji personalizzate, che riescono a rappresentare il nostro stato d’animo nel momento in cui scriviamo, direttamente nei baloon testuali. Ciò, a detta degli sviluppatori, aiuterà a renderà più empatica la comunicazione e prescinderà dagli aggiornamenti che l’applicazione subirà, visto che verrà proposta come tecnologia alla base del servizio.

Yeppik è inoltre un’ottima occasione anche per content creator, aziende ed artisti poiché mette a disposizione un nuovo tipo di mercato: quello delle emoji personalizzate. Vi potrebbe quindi essere lo scorno tra le varie figure per creare nuove emoji, che portanno essere acquistate e condivise direttamente nei messaggi di testo.

Yeppik al momento è disponibile in versione beta sia su PlayStore che su AppStore anche se, al momento in cui scriviamo, risulta aver raggiunto il massimo di accessi di utenti in prova. Bisognerà quindi aspettare per saperne di più, ma la curiosità è tanta e noi di Player.it continueremo a seguire le vicende di questa interessante applicazione totalmente made in italy.

In Vicenza, per essere precisi.

This post was published on 28 Febbraio 2023 14:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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