Gli enormi disagi vissuti in questi giorni dagli utenti di Libero e Virgilio sono forse ad un punto di svolta.
Non sono giornate semplici per chi detiene un account di posta elettronica fornita da Libero e Virgilio. L’infrastruttura informatica che gestisce entrambi i sistemi di messaggistica, di proprietà della società Italionline, si sono inspiegabilmente guastati quattro giorni fa, rendendo impossibile inviare e ricevere posta elettronica. Ne hanno subito il danno tutti i 9 milioni di utenti iscritti a tali servizi.
Ora però è apparsa all’orizzonte una speranza e, auspicabilmente, le cose dovrebbero andare verso un lento ma costante miglioramento.
Ormai siamo talmente abituati a leggere, scrivere e spedire e-mail che non ci facciamo neanche più caso. Che sia per lavoro, per informazione o per acquisti, la posta elettronica è uno strumento indispensabile nella vita di tutti i giorni per la maggior parte delle persone. Ci sembra quasi inconcepibile che possa, da un momento all’altro, non poter funzionare: appuntamenti di lavoro saltati, impossibilità di coordinamento e organizzazione di attività, attesa di un allegato importantissimo che non arriva mai… un incubo ad occhi aperti!
Eppure è proprio ciò che stanno vivendo da giorni gli utenti di Libero Mail e Virgilio, impossibilitati ad usufruire del servizio a cui si sono iscritti, magari anche a pagamento. Le cause del blocco del sistema rimangono all’oggi sconosciute, o comunque non sono state divulgate da Italionline, che si è limitata a comunicare di essere al per risolvere un problema che si è verificato per la prima volta oggi, dopo 25 anni di attività dell’azienda.
Sia come sia, agli utenti la spiegazione sui “perché” interessa fino ad un certo punto: la priorità è il ripristino del sistema, che permetterebbe di tornare alla vita di tutti i giorni. Tuttavia la questione non è semplice, sebbene si inizi ad intravedere la luce in fondo al tunnel. In questi giorni infatti si è accumulata una impressionante coda di e-mail, per un potenziale di traffico dati in grado di far collassare all’istante qualunque server, nel momento in cui fosse riavviato di botto. Dunque che fare?
In mattinata sono arrivate le prime segnalazioni positive da parte di utenti che sono finalmente riusciti ad accedere al proprio account e ricevere posta. Si tratta di pochi casi isolati, ma è una notizia incoraggiante. Il punto è che probabilmente la situazione non migliorerà tanto presto, bensì continuerà probabilmente ad evolversi col contagocce. Il motivo è la coda di invio dei provider che minaccia seriamente la stabilità del sistema.
Quando inviamo una e-mail, il nostro provider tenta di mettersi in contatto con quello del destinatario, e ci prova per un po’ di tempo prima di rinunciare e notificarci del mancato invio. La quantità di tempo necessario affinché il provider rinunci al tentativo dipende da caso a caso: alcuni server ci provano per 24 o 48 ore, altri per una settimana o più. Non sapendo quale sia il tempo settato dai server di Libero e Virgilio, non c’è modo di sapere se e quali e-mail giungeranno a destinazione e quali invece non saranno nemmeno inviate. In ogni caso, alla riaccensione dei server la maggior parte riuscirà ad essere consegnata, ma proprio qui sta il problema: nessuno è in grado di prevedere quante saranno!
L’incognita delle dimensioni della coda di invio è il principale ostacolo alla rapida ripartenza del servizio: riaccendere tutti i server in una volta equivarrebbe probabilmente a farli istantaneamente andare in crash per l’eccessiva mole di dati che riceverebbero istantaneamente dalle code di e-mail accumulate in questi giorni: si tratta di un numero difficilmente calcolabile ma che senz’altro è nell’ordine dei milioni.
Dunque da parte di Italionline non c’è alternativa alla riapertura lenta, un ripristino del servizio graduale e scaglionato nel tempo, che costringerà gli utenti a soffrire ancora per un po’, alcuni probabilmente ancora per diversi giorni. Un disagio davvero estenuante, che purtroppo è al momento inevitabile per poter tornare pian piano alla normalità.
This post was published on 28 Gennaio 2023 14:00
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