L’evoluzione tecnologica avanza veloce e nessuno sa bene quale sarà la situazione da qui a qualche anno. Basti pensare a come tutto si è evoluto velocemente nell’ultima ventina d’anni: lato comunicazione ad esempio, tutto è diventato molto più veloce ed immediato grazie alla diffusione capillare d’internet e all’avvento dei social media, mezzi potentissimi utilizzabili da chiunque. Ma forse, una certezza alcuni ce l’hanno e anche una data: il 2038. Di che si tratta?
Immaginate che, da un giorno all’altro, tutta la tecnologia che sta intorno a voi, smetta di funzionare. Di punto in bianco, qualunque tipo di computer, cellulare, dispositivi mobili o fissi, diventino inutili pezzi di plastica senza alcuno scopo. Questa era la paura che afflisse il mondo all’inizio del XXI Secolo.
Molti ricorderanno sicuramente il famoso evento conosciuto come Millenium Bug, o per comodità Y2K Bug. Si è trattato di un difetto informatico su scala globale che, a detta degli esperti, avrebbe portato diversi problemi con software di elaborazione dati. Il problema nasceva dal fatto che i primi sistemi informatici, nascevano con una quantità esigua di byte di memoria e quindi gli sviluppatori, per risparmiare spazio, disposero la registrazione delle date soltanto con due cifre decimali.
Data la possibilità d’inserire date con due sole cifre decimali, con valori compresi tra “00” (corrispondente al 1900) e “99” (corrispondente al 1999), sarebbe stato imprevedibile il comportamento dei software con l’avvento dell’anno 2000. Tutto si rivelò, per fortuna, un problema di lieve entità, che non suscitò grossi disordini e che venne corretto con degli aggiornamenti all’alba del 1° gennaio 2000.
A quanto pare però, è ormai notizia annunciata che tra qualche anno, potremmo ritrovarci a soffrire di ansia informatica, a causa di un malfunzionamento, un bug, che potrebbe colpire alcune tipologie di dispositivi. L’anno è il 2038.
Ma cerchiamo di capire perché proprio nel 2038, chi potrebbe essere afflitto da tali problemi e, soprattutto, che problemi darà questo nuovo “Millenium bug“.
Prima di immergerci nel problema, bisogna spiegare come funziona il mondo informatico in cui ci muoviamo tutti i giorni. I sistemi operativi che usiamo tutti i giorni, possono essere di due tipi: a 32-bit o a 64-bit. Ognuno dei due sistemi ha le sue caratteristiche, ma ciò che interessa in questa sede riguarda il modo in cui questi sistemi calcolano il tempo.
Ogni tipologia di sistema ha una soglia per il calcolo del tempo. Mentre per i sistemi a 64-bit si parla di un limite quasi infinito, di qualche miliardo di anni, per quelli a 32-bit, data la minor capacità d’immagazzinamento, il limite è molto più vicino di quanto si pensi.
I sistemi a 32-bit hanno un’autonomia di calcolo di 2.147.483.647 secondi e iniziano il loro conteggio dal 1° gennaio 1970. Facendo due calcoli, l’istante più lontano calcolabile dalle macchine con sistema operativo a 32-bit, corrisponde alle ore 03.14 (UTC) del 19 gennaio 2038.
Potrebbe non sembrare una cosa troppo allarmante, se non fosse che sono diversi i sistemi che utilizzano un sistema operativo a 32-bit. Basti pensare a Unix, uno dei sistemi operativi che hanno fatto la storia dell’informatica e che ha dato i natali a sistemi operativi come quello di Apple MacOS o Android Mobile. Più in generale, Unix è stato utilizzato per sviluppare molti protocolli di rete che permettono, ad esempio, agli smartphone di comunicare tra loro.
Sarà quindi premura delle varie case produttrici, trovare una soluzione a quello che potrebbe essere un problema che rischia di creare parecchi disordini, nel campo delle comunicazioni o, più in generale, nel modo in cui normalmente ci approcciamo ad internet giorno dopo giorno.
Tuttavia, nonostante le preoccupazioni siano tante, al punto che la stessa pagina Facebook ufficiale di Wikipedia ha rilanciato la notizia come memento, nessuno sa effettivamente cosa potrà succedere. La possibilità che si concluda tutto in un nulla di fatto come successe col “Millenium Bug” c’è. E sicuramente, da qui al 2038, c’è tanto tempo per risolvere la questione.
Dormite sonni tranquilli, ne riparliamo tra 15 anni.
This post was published on 24 Gennaio 2023 15:30
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