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Fuorigioco

Allarme per i genitori | C’è un gioco da cui non ci si riesce a staccare

Nonostante non sia un’informazione di cui tutti sono a conoscenza e che spesso viene ignorata volutamente, serve sempre ricordare una caratteristica che i videogiochi hanno e la cui conoscenza, potrebbe portare a molti meno problemi con chi è diffidente verso il mondo dell’intrattenimento videoludico.

Ogni videogioco infatti, oltre ad essere classificato come genere, cosa che permette di indirizzare subito i giocatori esperti verso ciò che gli aggrada, ha una classificazione d’età. Esiste infatti il cosiddetto Pan European Game Information o, più semplicemente, PEGI.

Il PEGI è un sistema di classificazione che usa il parametro di riferimento dell’età. Questo strumento ha validità su quasi tutto il territorio europeo. Fa eccezione il Portogallo, la cui legislazione vigente va in conflitto con le norme europee. La Finlandia aveva un problema simile ma, grazie ad un intervento normativo, nel 2007 ha adottato lo stesso regime di tutto il resto d’Europa.

Quella del PEGI comunque è un’indicazione che non tutti rispettano: quante volte si assiste a lamentele che potrebbero essere evitate se solo si facesse attenzione a questo parametro visibile e chiaro sulla copertina di ogni gioco acquistato? Sarà capitato a tutti, da giovani, di giocare a videogiochi inadatti alla propria età e, magari, proprio per quello, divertirsi di più.

Basti pensare a GTA, una delle saghe più famose del mondo videoludico: classificato 18+, pieno zeppo di violenza sia fisica che psicologica, armi, droga, prostituzione eppure, nonostante tutto questo, la quantità di minorenni che l’ha giocato è incredibile. Secondo un dato riportato da SNC, il 70% di bambini americani ha giocato almeno un titolo della saga.

Come funziona il PEGI

Simbolo del PEGI

Il sistema PEGI usa 5 tipi di classificazione, basandosi su diversi parametri di valutazione, in modo da orientare genitori e figli verso un acquisto consapevole. Le 5 classificazioni sono:

  • 3: indica materiale specifico consigliato a qualunque fascia d’età. I personaggi all’interno nel gioco saranno perlopiù cartooneschi e irreali. Potrebbero essere più realistici in certi contesti come la riproduzione più fedele possibile di atleti per simulatori sportivi come FIFA. La violenza è spesso assente o, se presente, lo è in maniera molto edulcorata.
  • 7: vale quasi in toto il discorso fatto per la prima categoria ma iniziano ad esserci delle restrizioni visto che, i giochi con questa classificazione possono contenere suoni o immagini cartoonistiche o fantasy che possono indurre una sensazione di paura nel giocatore. Occasionalmente vi si trovano nudità parziale e linguaggio scurrile. Un esempio di PEGI 7 è Crash Bandicoot o alcuni titoli della saga di The Legend of Zelda.
  • 12: indica perlopiù giochi fantasy o meno, più maturi come tematiche e immagini. I personaggi sono più vicini a umani reali e sono presenti nudità parziale e turpiloquio, seppure in maniera ridotta. Non mancano le allusioni e le battute a sfondo sessuale. Tra questi troviamo giochi come Fortnite o Tekken.
  • 16: giochi adatti perlopiù ad adolescenti. Presentano personaggi reali e sono ambientati in contesti fantasy o normali. La violenza è più realistica e presentano molte meno limitazioni in quanto a nudità e linguaggio scurrile. Tra questi, ricordiamo giochi come Final Fantasy o Horizon: Zero Dawn.
  • 18: giochi adatti solo alla maggiore età con scene di violenza molto realistica e dettagliata, immagini e rumori in grado di alterare lo stato psicologico della persona provocando paura o angoscia. Tra questi ricordiamo proprio Grand Theft Auto (GTA) o God Of War.

Fornite e i minorenni

Parental control

Fortnite è uno dei videogiochi più conosciuti e amati degli ultimi anni. Tra le sue fila di giocatori si conta gente di qualsiasi età, cosa che ha portato il titolo a diventare un fenomeno globale come raramente è successo in precedenza ad altri titoli.

Il team di Fortnite, dopo aver ricevuto parecchie lamentele per il fatto che fin troppi minorenni giocassero senza limitazioni, ha preso una decisione molto importante e, per certi versi, altamente impopolare.

Il team del famoso gioco di Epic Games ha infatti deciso di bloccare fuori dai propri account i giocatori che non proveranno di avere più di 18 anni. I giocatori dovranno infatti rispondere ad una domanda una-tantum riguardo la loro età e, nel caso siano minorenni, verranno bloccati.

I modi per continuare a giocare esistono. Una volta dichiarato di essere minorenne, bisognerà fornire a Fortnite una mail appartenente ad un genitore o a un tutore legale, così che possano essere a dare il permesso di giocare. Oltre a questo, bisognerà abilitare il parental control in gioco.

Inoltre, se si è minori di 18 anni, le impostazioni di default della chat vocale saranno settate su “Nessuno” e i dettagli del proprio profilo saranno automaticamente nascosti agli occhi di tutti. Oltre a questo, il filtro per il linguaggio maturo risulterà attivo.

E non sarà nemmeno facile fare i furbi: nel caso uno qualsiasi di questi parametri venga cambiato, il team di Epic invierà una mail ai genitori o al tutore designato, per avvisare del cambio avvenuto.


Per ultimo, vi lasciamo un invito da giocatori a futuri giocatori: Giocate responsabilmente e lasciate giocare i vostri figli responsabilmente.

This post was published on 9 Gennaio 2023 21:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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