I data center, sempre più diffusi, producono una grande quantità di calore in eccesso, generato dai chip dei computer costantemente al lavoro. Questo “spreco” ha portato ad una maggiore pressione da parte dei funzionari europei, sempre più interessati a incanalare il calore dei data center nelle reti di riscaldamento comunali.
Dopo anni di discussioni sul riciclo del calore residuo dei data center, un numero sempre maggiore di progetti di questo tipo sta diventando realtà.
Con la crisi energetica che sta colpendo l’Europa, dovuta alla decisione della Russia di interrompere le forniture di gas naturale in seguito all’invasione dell’Ucraina, i governi stanno cercando nuove fonti di energie e metodi che possano permettere una maggiore indipendenza energetica. Uno delle strategie più considerate riguarda proprio il calore generato dai data center, che potrebbe essere riciclato per riscaldare case e uffici.
I data center sono spazi all’interno di un edificio o un gruppo di edifici utilizzato per ospitare sistemi informatici e componenti, come i sistemi di telecomunicazione e di archiviazione. A volte questi spazi possono anche essere degli interi edifici adibiti a data center, soprattutto quest’ultimi generano parecchio calore inutilizzato.
I data center contengono una serie di router e switch che permettono il traffico tra i server e verso il mondo esterno, collegati secondo l’architettura di rete del data center. Alcuni dei server del data center sono utilizzati per gestire i servizi Internet e intranet necessari agli utenti: ad esempio server di posta elettronica, server proxy e server DNS.
Di solito vengono implementati anche elementi di sicurezza della rete: firewall, gateway VPN, sistemi di rilevamento delle intrusioni e così via. In queste strutture sono comuni anche i sistemi di monitoraggio della rete e i sistemi di monitoraggio off-site, utili in caso di interruzione delle comunicazioni all’interno del data center.
Nell’ultimo anno, Amazon.com Inc., Apple Inc. e Microsoft Corp. hanno cominciato ad organizzarsi per collegare alcuni dei loro principali data center ai sistemi di teleriscaldamento sparsi in Irlanda, Danimarca e Finlandia. Anche Google di Alphabet Inc. ha dichiarato che sta valutando le varie opportunità per recuperare il calore residuo dai suoi centri dati in Europa.
Il teleriscaldamento è un sistema di distribuzione del calore generato da un luogo centralizzato attraverso un sistema di tubi isolati, soddisfando le esigenze di riscaldamento residenziale e commerciale, come il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua. Il calore è spesso ottenuto da un impianto di cogenerazione che brucia combustibili fossili o biomassa, ma vengono sfruttate anche altre strutture che per diverse funzioni possono generare calore in eccesso: proprio come i data center.
Tra le aziende che sfruttano già quest’opportunità troviamo Meta Platforms Inc., che recupera il calore in eccesso dal suo data center di Odense, in Danimarca, dal 2020. La società madre di Facebook sta attualmente ampliando tale base, con l’intenzione di fornire calore in eccesso sufficiente a riscaldare ben 11.000 abitazioni a partire dal 2023.
Altri operatori di data center stanno fornendo calore alle reti, in particolare nel Nord Europa, tra cui Equinix Inc. che sta espandendo il suo progetto di teleriscaldamento anche a Helsinki e si sta organizzando per estendere l’opportunità anche alle strutture di altri paesi come la Germania. Nei Paesi Bassi, sono presenti ben 10 data center che forniscono quotidianamente calore, inoltre altri 15 progetti sono in fase di costruzione o progettazione.
L’aumento dei prezzi dell’energia ha aumentato l’incentivo finanziario per le aziende tecnologiche a investire nei sistemi necessari a vendere il calore in eccesso, secondo i funzionari del settore energetico e tecnologico come Stijn Grove, direttore generale della Dutch Data Center Association: “All’improvviso, il business case per una rete di calore alimentata dal calore residuo è molto più interessante rispetto a un paio di anni fa”.
“L’idea di base è buona e si sta diffondendo“, lo ha dichiarato anche Timo Piispa, vicepresidente del settore riscaldamento e raffreddamento di Fortum Oyj, azienda energetica finlandese, in parte statale, coinvolta in un progetto di raccolta del calore di scarto di un data center di Amazon a Dublino. L’azienda sta collaborando anche con Microsoft per riciclare il calore residuo generato dai due grandi data center che saranno costruiti in Finlandia.
This post was published on 3 Gennaio 2023 18:00
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