L‘Alzheimer è una forma di demenza progressiva che colpisce il cervello e può causare un declino significativo delle capacità cognitive, come la memoria, il pensiero e il ragionamento. Inizialmente, i sintomi possono essere lievi e possono includere difficoltà a ricordare recenti conversazioni o appuntamenti, o a fare i conti in modo semplice.
Con il progredire della malattia, i sintomi possono diventare più gravi e possono includere la perdita di memoria a lungo termine, difficoltà nel parlare o nel camminare, e cambiamenti nella personalità e nella comprensione.
L’Alzheimer può essere un problema non solo per il paziente, ma anche per i familiari e gli amici che si prendono cura di lui o di lei. Potrebbero essere necessarie cure a lungo termine e l’assistenza continua, il che può essere fisicamente e emotivamente impegnativo. Inoltre, i familiari potrebbero sentirsi sopraffatti dalle responsabilità e dall’incertezza del futuro, e potrebbero avere difficoltà a gestire le emozioni negative associate alla malattia di una persona cara.
È importante ricordare che ci sono risorse disponibili per aiutare i familiari a gestire l’Alzheimer e a prendersi cura delle loro necessità. Ad esempio, ci sono gruppi di supporto per i familiari, servizi di assistenza a domicilio e centri diurni che possono fornire una pausa temporanea per chi si prende cura della persona affetta da Alzheimer. Inoltre, è importante parlare con il medico e con altri professionisti della salute per capire quali opzioni sono disponibili e come gestire al meglio la malattia.
Attualmente, non esiste una cura definitiva per l’Alzheimer. Tuttavia, ci sono trattamenti disponibili che possono rallentare i sintomi della malattia e migliorare la qualità della vita del paziente.
Uno dei trattamenti più comunemente usati per l’Alzheimer è la terapia farmacologica, che include farmaci che agiscono sui sintomi della malattia e possono aiutare a rallentare il declino cognitivo. Ad esempio, alcuni farmaci agiscono aumentando i livelli di alcune sostanze chimiche nel cervello che sono coinvolti nella trasmissione di informazioni. Altri farmaci possono aiutare a ridurre l’infiammazione nel cervello e a proteggere le cellule nervose dal danno.
Oltre alla terapia farmacologica, ci sono altri trattamenti che possono essere utili per i pazienti con Alzheimer. Ad esempio, la terapia occupazionale e la riabilitazione cognitiva possono aiutare a mantenere le abilità cognitive e a gestire le attività quotidiane. La terapia fisica e la riabilitazione possono aiutare a mantenere la mobilità e a prevenire lesioni. Inoltre, la terapia psicologica può aiutare a gestire le emozioni e a migliorare la qualità della vita.
È importante notare che ogni paziente con Alzheimer è unico e che il trattamento più efficace dipenderà dalle esigenze individuali del paziente. È importante parlare con il medico per capire quali opzioni sono disponibili e come gestire al meglio la malattia.
Gli scienziati hanno sviluppato un esame del sangue per diagnosticare la malattia di Alzheimer senza dover ricorrere a costose immagini cerebrali o a una dolorosa puntura lombare, in cui viene prelevato un campione di liquido cerebrospinale (CSF) dalla parte inferiore della schiena. Se convalidato, il test potrebbe consentire una diagnosi più rapida della malattia, il che significa che le terapie potrebbero essere avviate prima.
L’Alzheimer è la forma più comune di demenza, ma la diagnosi rimane difficile, soprattutto nelle prime fasi della malattia. Il Prof. Thomas Karikari dell’Università di Pittsburgh, in Pennsylvania (USA), che ha partecipato allo studio, ha dichiarato:
Molti pazienti, anche negli Stati Uniti, non hanno accesso agli scanner per la risonanza magnetica e la PET. L’accessibilità è un problema importante.
Lo sviluppo di un esame del sangue affidabile sarebbe un importante passo avanti.
Un esame del sangue è più economico, più sicuro e più facile da somministrare, e può migliorare l’efficienza clinica nella diagnosi di Alzheimer e nella selezione dei partecipanti agli studi clinici e al monitoraggio della malattia.
Sebbene gli attuali esami del sangue siano in grado di rilevare con precisione le anomalie delle proteine amiloide e tau, è stato più difficile individuare i marcatori del danno alle cellule nervose specifici del cervello. Karikari e i suoi colleghi di tutto il mondo si sono concentrati sullo sviluppo di un esame del sangue basato su anticorpi in grado di rilevare una particolare forma di proteina tau, chiamata tau derivata dal cervello, specifica della malattia di Alzheimer.
L’hanno testato su 600 pazienti in varie fasi dell’Alzheimer e hanno scoperto che i livelli della proteina si correlavano bene con i livelli di tau e potevano distinguere in modo affidabile l’Alzheimer da altre malattie neurodegenerative.
Il prossimo passo sarà quello di convalidare il test in una gamma più ampia di pazienti, compresi quelli di diversa provenienza razziale ed etnica e quelli che soffrono di diversi stadi di perdita di memoria o di altri potenziali sintomi di demenza.
Karikari spera anche che il monitoraggio dei livelli di tau di derivazione cerebrale nel sangue possa migliorare la progettazione degli studi clinici per i trattamenti dell’Alzheimer.
This post was published on 29 Dicembre 2022 21:30
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