Recentemente le autorità di regolamentazione irlandesi hanno inflitto alla società madre di Facebook, Meta, una multa di 265 milioni di euro: l’ultima punizione inflitta all’azienda di Mark Zuckerberg per aver violato le severe norme sulla privacy dell’Unione Europea.
La Commissione per la protezione dei dati ha dichiarato che Meta ha violato le norme UE, note come Regolamento generale sulla protezione dei dati, che richiedono misure tecniche e organizzative volte a proteggere i dati degli utenti.
Meta è sotto indagine
Con sede a Menlo Park, in California, l’azienda dell’inventore di Facebook ha il suo quartier generale europeo a Dublino, rendendo la giurisdizione irlandese responsabile del trattamento dei dati ai sensi del regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE.
L’anno scorso, l’ente di vigilanza sulla sicurezza ha avviato un’indagine e il rapporto ha portato alla luce un fatto piuttosto grave: i dati di oltre 533 milioni di utenti Meta sono stati scaricati online.
Zuckerberg corre ai ripari
Meta dichiara di aver “collaborato pienamente” con l’ente di controllo irlandese e che i dati fuoriusciti sono stati ricavati da Facebook, utilizzando ingegnosamente le funzioni adibite ad aiutare gli utenti a trovare i propri amici attraverso il numero di telefono, come le varie funzioni di ricerca e d’importazione dei contatti. L’ente di controllo ha dichiarato di aver indagato sullo “scraping” avvenuto precisamente tra Maggio 2018 e Settembre 2019.
“Abbiamo apportato modifiche ai nostri sistemi durante il periodo in questione, tra cui l’eliminazione della possibilità di effettuare lo scraping delle nostre funzionalità sfruttando i numeri di telefono“, ha dichiarato Meta in un comunicato. Oltre alla multa, la commissione ha imposto all’azienda anche delle “misure correttive” non specificate, l’ultima di una serie di sanzioni che l’ente di vigilanza irlandese ha inflitto a Meta negli ultimi due anni.
Meta perde il pelo ma non il vizio
Per avere una situazione più chiara, ricordiamo alcune amare vicissitudini che hanno colpito l’azienda di Zuckerberg nell’ultimo anno. A Settembre le autorità di regolamentazione irlandesi hanno inflitto una multa di 405 milioni di euro a Instagram, altro social gigantesco in mano a Meta, dopo aver scoperto che la piattaforma stava gestendo con scorrettezza le informazioni personali degli utenti adolescenti. A Marzo, invece, Meta è stata multata per 17 milioni di euro per la gestione scorretta di una dozzina di segnalazioni per violazione dati.
Per quanto riguarda l’anno scorso, l’autorità di vigilanza aveva già inflitto una multa di 225 milioni di euro a un’altra importantissima azienda di Meta: WhatsApp, la piattaforma verde di chat istantanea sanzionata per aver violato le regole sulla condivisione dei dati degli utenti con altre società di Meta.