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Eventi

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: 136 vite, 136 fili per un unico arazzo a tema The Witcher

Due anni. Sono quasi due gli anni che io ed altri 135 irriducibili abbiamo – pazientemente – atteso per giocare NOVIGRAD – Lo Spettro della Guerra: il secondo capitolo di un LARP edito da Terre Spezzate e ambientato nel mondo ideato da Andrzej Sapkowski, e che fa da sfondo alle avventure di Geralt di Rivia, il noto witcher protagonista della pluripremiata trilogia di videogiochi targata CD Projekt RED e interpretato nella fortunata serie Netflix da Henry Cavill. Premesse fondamentali, queste, per farvi comprendere fin da subito il tenore dell’evento a cui – infine – siam tutti noi riusciti a partecipare.

Incastonato nella splendida cornice del Castello di Gorzone, nel pieno della Valcamonica e a due passi dal Lago di Iseo, al cospetto delle Alpi, per un paesaggio mozzafiato, centotrentasei persone giungono da tutta Italia (e non solo) per vestire i ruoli di una povera comunità colpita dal gelo dell’Inverno e dai morsi della Fame.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: La Fame
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

Perché vi sto dicendo questo? Per iniziare ad introdurvi ai drammi vissuti da quegli uomini e quelle donne che, riparatisi all’ombra della Cittadella – luogo designato a fare il punto della situazione sotto il caldo mantello di una Tregua che sospende le ostilità tra le truppe Nilfgaardiane e quelle della Libera Città di Novigrad – si concedono respiro, immersi in ciò che resta d’un Nord devastato dalla guerra.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: Il Conflitto
Foto di Irene De Magistris Ritorto

Ora, fate come me: prendete un bel sottofondo musicale – io sto usando questo – e proseguite nella lettura. Io, di mio, cercherò d’immergervi quanto più possibile in questo mondo reso tangibile dalla potenza del gioco di ruolo e reso vivo da tutti coloro che vi hanno preso parte, fossero loro semplici giocatori o dediti membri dello staff. Nessuno escluso.

Perché oggi non ho alcuna intenzione di dirvi quanto sia riuscito o non riuscito questo evento, quanto sia stato ben organizzato o mal organizzato, quanto sia stato facile o difficile portarlo in scena o di quanto l’attesa possa essere stata alta. Questo evento doveva svolgersi ad inizio 2020, proprio a ridosso del primo lockdown di Marzo; siamo ad ottobre 2021. Giusto per farvi capire.
Insomma, questa volta non son qui per parlarvi di tecnica e di design ma bensì di emozioni. Tornando cosi alla radice del mio impegno con Player.it. Bene? Cominciamo!

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: La Paura
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

Immaginatevi nel Nord d’un continente popolato da incubi e mostri. Un luogo dove il male che nasce nel cuore degli uomini genera tangibili abomini. Mali incarnati. Oscure entità. Tutte affamate della vostra carne – quando va male, e di ben altro che le vostre membra – quando va peggio. Un luogo dove il dolore, la fame, la carestia e la morte, la fanno da padroni. Un mondo sporco dove non v’è spazio per la bontà se non per individui soli e solitari, spesso vittima del proprio buon cuore. Un luogo lugubre, dove chi pensa a sé vive meglio. Un mondo orrido dove aggirarsi e trasportare le proprie membra, nel pesante e incessante calpestio della vita e con compagno solo la flebile speranza d’arrivare a domani.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: L’Impero
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

Ed ora immaginatevi: voi, circondati da tutto questo e presi dai vostri affari, venite scaraventati nel bel mezzo del più grande conflitto di cui il continente abbia memoria. Una guerra senza precedenti dove, volente o nolente, sarete chiamati ad assumere una posizione. O perire nel mezzo.
Parteggiare per le nere truppe d’invasione Nilfgaardiane, l’Impero che non conosce tramonto? O spalleggiare la Fiamma Imperitura, il rosso vessillo sotto cui ora i soldati della Libera Città di Novigrad si muovono nel processo di assimilazione di tutto il Nord? Stare con un invasore straniero, babele di comunità e linguaggi e troppo vasto e imponente per sperare di continuare a sopravvivere senza l’impeto della conquista, o supportare chi accende roghi inquisitori ed ormai è incapace di distinguere il bene dal male perché ebbro di fanatismo?

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: Il Popolo
Foto di Irene De Magistris Ritorto

Ed in ultimo, la neve. La candida dama bianca che giunge con il suo gelido corteo e costringe all’immobilismo tutto ciò che esiste. Un freddo e candido manto che obbliga chiunque a cessare qualunque attività che non sia un atto di sopravvivenza.
Gli eserciti si fermano, gli scontri cessano, le comunità si estinguono. E i profughi e sventurati figli della guerra cercano riparo presso l’unica cosa che sembra ancora dar speranza di sconfiggere il gelido inverno.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: Il Focolare
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

Così inizia il secondo capitolo di quella che si prospetta essere la più interessante trilogia concettuale (solo?) Fantasy del palcoscenico LARP Italiano. Questi i mattoni di cui è composto lo sfondo in cui io ed altri Centotrentasei ci siamo mossi. Questo il minimo comune denominatore tra noi.

E poi?
Poi ognuno per la sua strada!

Questo il punto di partenza da cui si dipanano Centotrentasei storie, ognuna diversa dall’altra. Tutte storie, e vite, che valgono la pena d’esser vissute. Non fosse altro che per ritrovarsi lungo la medesima strada, vittime tutti dei medesimi tragici eventi che ci hanno condotto lungo l’irto filo del nostro destino.

Ed è così che tutto inizia, con un intreccio che non vede e dà alcuno spazio a protagonisti o co-protagonisti. Non prevede e non vuole personaggi principali e personaggi secondari. Perché ogni individuo presente alla Cittadella, focolare degli uomini che trovano riparo e ristoro dagli incubi che infestano le notti, ha qualcosa da fare, da dire, da pensare. Da ricordare. Da amare. E perché no: anche da odiare.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: La Giustizia
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

Personalmente, non ho mai visto un evento corale cosi ben intessuto, infarcito e annodato da risultarmi cosi “tangibile” e “reale”; quale fosse un enorme arazzo in cui oltre Centotrentasei tessitori imbastiscono, all’unisono, il filo della propria vita e puntualmente lo intrecciano con quello degli altri. Generando così un qualcosa di unico e magnifico. E medesimo per tutti. Ma vissuto in un modo assolutamente intimo e personale.

Centotrentasei storie, Centotrentasei vite, Centotrentasei fili. Un solo, unico arazzo.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: Il Lavoro
Foto di Irene De Magistris Ritorto

Per anni serberò il ricordo di questo evento e delle emozioni che mi ha suscitato.
Per lungo tempo ricorderò la storia di Pawel Dabrowska, nato povero taverniere dei bassifondi ed ora uomo libero e viaggiatore per i diversi Regni del Nord, in cerca della sua strada. Racconterò della vita di Damien di Lyria, il vecchio Witcher che appesa la spada al chiodo troverà l’amore e si sposerà, ma non prima d’esser vittima d’un inganno che lo tramuterà nuovamente in essere umano. Non dimenticherò lo sguardo di mio fratello Alberich, vittima dell’Onorata Società, ammazzato in una topaia da loschi figuri che agirono nelle tenebre. Racconterò le leggende dell’Omino che vive nella farina e di come questi ci chiese a suo modo aiuto sottraendoci il grano, nel tentativo di attirare attenzione e farci comprendere con quel dispetto che quell’inverno innaturale stava uccidendo la natura di cui era parte. Condannerò a morte ancora, ancora e ancora, Olaf, Cappellano della Fiamma Imperitura smarritosi nella retorica del fanatismo e della relatività morale, vittima dello stesso male che aveva giurato di sconfiggere. Mi perderò ancora una volta negli occhi grandi e luminosi di Althea Godfrei che da giovane e timida scrivana ambisce a divenire un ingegnere di fama pari a quella di quel genio che fu Leonardo, progettando macchine di morte per una guerra pronta a ripartire al primo tepore.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: La Speranza
Foto di Irene De Magistris Ritorto

Proteggerò ancora, ancora e ancora Alexander Rozewicz che, col suo atto dettato dalla volontà di salvare tutti noi suonando il Corno dell’Inverno e così porre fine alla guerra, ci ha invece condannato alla morte, costringendo a cibarmi di carne umana pur di sopravvivere. Resterò per sempre disgustato dalle azioni di Jakob Isenbrand che non s’è fatto remora a gettare il suo figlio neonato ancora in fasce fra le braccia d’una Megera, per salvarsi la vita. Inorridirò alla luce della fiamma che brucia perdendomi nel ricordo d’una presunta strega che arde, sotto cori festanti d’un popolo ebbro di calore e potere e ormai vittima di sé stesso e della propria lucida follia.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: La Fiamma Imperitura
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

E ancora, e ancora, e ancora potrei raccontarne a migliaia di aneddoti cosi. Perché questo è stato NOVIGRAD – Lo Spettro della Guerra: un unicum, nato dall’unione di innumerevoli storie non solo giocate ma letteralmente vissute. Un ricco mosaico d’infiniti colori e sfumature dove il Nero dell’Impero si mescola al Rosso di Novigrad, generando così un orrido Marrone: colore perfetto per lo squallore e la bassezza della razza umana dipinta da Sapkowski.

Ma dal letame nascono fiori e allora anche il sole può tornare a splendere su tali orridi esseri. Alla fine, la vita trova sempre una via per manifestarsi e il caldo focolare d’una antica divinità, dimenticata quasi per sempre, può esser angolo di ristoro per coloro che hanno avuto la forza di rifocillare il loro cuore e trovare la forza di sfidare l’impossibile.

Ma allora vi starete chiedendo, cosa è stato NOVIGRAD?
E’ stato tutto questo. E’ stata l’esposizione del più sordido buio che alberga nell’animo umano. E’ stato il vivere come fossimo nella saga di videogiochi che abbiamo imparato ad amare. E’ stato come essere dentro quella serie televisiva che ci ha inchiodato al televisore. E’ stato come vederci vivere da protagonisti nei romanzi che abbiamo letto e riletto per lunghi anni.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: Il Folklore
Foto di Irene De Magistris Ritorto

Ma con una differenza: se in questi vi è sempre, solo e soltanto un protagonista – Geralt – qui NO: qui ognuno è IL protagonista. Qui ognuno ha LA SUA storia da raccontare e far raccontare agli altri. Qui non esistono “spalle” o assistenti alla regia; non esiste copione; non esiste sceneggiatura; non esiste libro; non esiste piano sequenza, tantomeno “RIFACCIAMOLA”. Qui esiste solo l’ora e l’adesso, qui esiste solo l’istinto, qui esiste solo lo spazio che si sceglie di avere. Qui esiste solo la mente che detta una linea alimentata da un cuore che pompa costantemente emozioni. E il risultato può che essere soltanto uno: il successo personale.

Il successo di una vita ben vissuta; il successo di un aver dato gioia o dolore al proprio astante; il successo d’aver perso tutto e d’aver risalito la china; il successo d’aver sconfitto i propri demoni o d’esserci andati a letto.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: L’Unione
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

E poi esiste l’emozione. La pace dei sensi. La soddisfazione d’un lavoro ben compiuto e la consapevolezza d’esser stato ANCHE lo sfondo narrativo vivo, e lo scenario attivo, della storia di qualcun altro.
L’intreccio, appunto. Il trionfo del coro.

Ed io, ne “Lo Spettro della Guerra” ho sentito tutto questo. Centotrentasei storie che si formano all’unisono, contemporaneamente, ed assurgono a dipinto. Ognuno conscio d’esser un colore ben preciso e di comporre con la propria sola esistenza quella magnificenza che è impressa nei ricordi di noi tutti Centotrentasei. E, se me lo concedete, io mi figurerò nel Rosso quale colore e mi riserverò di vedere il Nero a chi mi ha accompagnato in questo turbinio d’emozioni.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: L’Amore
Foto di Irene De Magistris Ritorto

Voi invece, prendetevi tutti gli altri colori, pervinca compreso. E godiamoci insieme l’estasi del momento e la consapevolezza di trovarci davanti ad un risultato frutto delle nostre azioni. Centotrentasei storie, tutte degne d’esser vissute. Ognuna con la sua chiave di lettura. Un affresco, un arazzo, un mosaico multi-sfaccettato dove, se io colgo il primo fiore della primavera per farne dono alla mia amata, qualcun’altro vede un pericoloso individuo che strappa da terra una vita risorta dopo tanto dolore e fatica.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: La Primavera
Foto di Chiara Santaterra Photograpy

Per ogni azione, esiste una reazione. Questo è il punto!
Se una cosa l’ho capita giocando NOVIGRAD – Lo Spettro della Guerra, è che ognuno è protagonista della propria storia. Non fermatevi mai a pensare a chi sia il più figo, il più bello, il più bravo, il più importante di turno. Nella vostra storia nessuno sarà mai più importante di voi: voi e soltanto voi siete il protagonista della vostra storia.

Diffidate di chi vi dice il contrario: sempre!
Noi siamo NOVIGRAD. Ma voi siete i Protagonisti.

Novigrad – Lo Spettro della Guerra: La Felicità
Foto di Irene De Magistris Ritorto

Le spade saranno pure di gomma, ma le emozioni sono vere.

Ci vediamo al terzo capitolo. E con un po’ di fortuna, anche Aleksander coronerà il mio sogno di pace e amore.

In ultimo, ringrazio Chiara Santaterra e Irene De Magistris Ritorto per le foto realizzate durante l’evento di Novigrad – Lo Spettro della Guerra, un LARP di Terre Spezzate.

This post was published on 30 Ottobre 2021 15:09

Andrea De Bellis

Appassionato da sempre di gioco di ruolo, intervallo per anni la mia vita tra questi, lo studio e il lavoro. Dopo un periodo da giornalista professionista decido di laurearmi in storia, mia altra grande passione. Da qui il passo alla scrittura è breve. Comprendendo come l'intrattenimento non possa essere in alcun modo scisso dal provare emozioni, mi propongo quale recensore emozionale per Player.it, ideando e curando nel frattempo le rubriche "Italy&Videogames", "Interviste Impossibili", "LARP: A Night With...", "Autori di Ruolo: D12 domande a..." e "Spade di Gomma", scrivendo il romanzo "Il diario del dott. Flammini" e ideando e lanciando le rubriche "Venerdì Oldies" e "Recensioni Emozionali", sostenendo sempre quanto sia più interessante parlare di "cosa suscita un titolo quando lo si gioca" piuttosto che l'evergreen "cosa è e come come funziona questo gioco". Il gioco è intrattenimento, l'intrattenimento è emozione, l'emozione è vita.

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