Notizie di questo tipo vanno prese sempre con le pinze, sia che i dati siano negativi sia quando i dati danno ragione ai videogiochi. Uno studio, come quello su cui stiamo per informarvi, analizza un campione per arrivare a una conclusione che non è per forza di cose inattaccabile.
Conclusioni del genere, però, ci fanno comunque piacere perché ogni giorno discutiamo con chi non vede di buon occhio la nostra passione e quando possiamo spiattellargli davanti la verità, cioè che i videogiochi non solo non fanno male, ma incentivano le nostre doti intellettive, la cosa non può che raccogliere il nostro consenso.
Uno studio inglese ha dimostrato che chi gioca a League of Legends potrebbe avere un QI più alto della media. Ma vediamo nel dettaglio il test.
Uno studio condotto dall’Università di York, in Inghilterra, ha portato alcuni ricercatori alla conclusione secondo la quale chi gioca a League of Legends ha buone probabilità di avere un quoziente intellettivo più alto della media.
Lo studio confronta i giochi che richiedono una strategia attiva, come League of Legends e Dota 2, ai tradizionali giochi di strategia come gli scacchi. L’abilità negli scacchi ha da tempo una correlazione diretta con l’intelligenza, e questo studio è stato progettato per testare la teoria che vuole questa correlazione estesa anche ad alcuni videogiochi.
Athanasios Kokkinakis, autore principale dello studio ha affermato:
A differenza dei giochi sparatutto in prima persona (FPS) in cui la velocità e la precisione del bersaglio sono una priorità, le arene di combattimento multiplayer online si basano maggiormente sulla memoria e sulla capacità di prendere decisioni strategiche tenendo conto di molteplici fattori. È forse per queste ragioni che abbiamo trovato una forte correlazione tra abilità nei MOBA e intelligenza.
LoL è stato il gioco principale utilizzato nei test e il team di ricerca ha utilizzato il sito di statistiche OP.gg per monitorare e registrare le cronologie delle partite e le prestazioni dei soggetti dei test. League of Legends, secondo lo studio, è “complesso, socialmente interattivo e intellettualmente esigente” e le prestazioni nel gioco possono essere utilizzate per misurare l’intelligenza di una persona.
Il test usato per misurare l’intelligenza dei soggetti è chiamato WASI II Matrix Reasoning Subtest, e, secondo il gruppo di ricerca, c’è un rapporto molto stretto tra i rank più alti nel gioco e i risultati migliori nel test. Il WASI II è un test ampiamente accettato per misurare il QI degli adulti.
League of Legends è complesso, socialmente interattivo e intellettualmente esigente.
Avere un rank platino, master o challenger può influenzare positivamente i risultati del test. Avere un alto rank potrebbe significare avere anche maggiori capacità intellettive dei giocatori dello stesso MOBA e di altre tipologie di videogiochi.
Secondo lo studio, ci sono anche notevoli differenze in base all’età. I test hanno mostrato che i giocatori in genere raggiungono il massimo delle prestazioni dai 20 ai 25 anni e in seguito vedono un costante declino, che è la stessa traiettoria seguita dai punteggi del QI.
Come abbiamo accennato nell’introduzione, questi studi vanno presi con le dovute cautele. Chi non ha mai toccato un MOBA in tutta la sua vita non deve certo sentirsi stupido o inferiore intellettualmente. Sicuramente, in seguito a uno studio sugli sparatutto uscirebbero risultati lusinghieri su tante altre abilità, sia cognitive che fisiche, così come accadrebbe per ogni singolo genere.
Va rimarcato, infatti, che il test è stato effettuato in due fasi. L’articolo mostra i risultati della fase inerente a League of Legends. Per avere una panoramica più esaustiva vi invitiamo a visitare i seguenti link:
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371%2Fjournal.pone.0186621
https://www.york.ac.uk/news-and-events/news/2017/research/multiplayer-video-games/
This post was published on 17 Novembre 2017 13:31
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