Chi si avvicina al mondo degli eSports lo fa per una grande passione per i videogiochi competitivi, lo fa per mettersi alla prova con altri giocatori professionisti e per partecipare a grandi eventi, ma lo fa anche con la speranza di fare degli sport elettronici il proprio lavoro.
E cosa rende un’attività un lavoro vero e proprio? Il compenso. A nessuno piace fare qualcosa senza che gli venga corrisposto ciò che gli spetta. La cosa è molto fastidiosa quando si parla di contratti e, dunque, di stipendi, ma lo è anche quando i soldi devono esserti erogati dall’organizzazione di un torneo che hai vinto.
Va bene la gloria, ma se un pro player ha diritto al prize pool messo in palio gli deve essere concesso. Un giocatore professionista di Counter Strike: Global Offensive ha denunciato proprio il mancato pagamento di un premio in denaro.
Un prize pool fantasma
Quello che stiamo per raccontare non è il primo caso e non sarà l’ultimo. Nel mondo degli eSports esiste questo fenomeno di pagamenti non erogati al momento giusto o che sono letteralmente evaporati.
Il caso denunciato in queste ore è quello di Snappi, giocatore professionista di Counter Strike: Global Offensive, membro di Heroic, team danese di cui è anche capitano. Il suo vero nome è Marco Pfeiffer e ha pubblicato tramite Twitter uno stato in cui afferma che né lui né la sua squadra hanno ricevuto i 10.000 dollari che avevano vinto per essere arrivati al 10° posto al Northern Arena Montreal che si è tenuto un anno fa.
Today it is 1 year since we participated @NorthernArena Montreal. We still havent’t received any prizemoney, but they still do events? Time to pay the teams?
— Marco Pfeiffer (@SnappiCSGO) 10 novembre 2017
Uno dei dirigenti dell’evento, Marissa Roberto, ha risposto al giocatore assicurandogli che lui e la sua squadra sono stati pagati, per poi ammettere di non saperne molto dei pagamenti visto che il suo ruolo è quello di responsabile della gestione dei social del marchio e di non controllare se i pagamenti vengano effettuati.
Insomma, una risposta di convenienza ma arrivata da chi in realtà non ha ben presente come stiano le cose. Speriamo che la situazione si sblocchi sia per Snappi sia per la credibilità dell’organizzazione dell’evento. Se un errore c’è stato è bene che tutto rientri nella normalità: chi vince ha diritto al proprio premio, qualunque esso sia.