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Esports

Overwatch: Kaplan difende il team da accuse di cattiva gestione

I videogiocatori in questi ultimi anni sono diventati molto più critici o, forse, lo sono sempre stati, ma Internet amplifica tutto e rende possibile a chiunque di lasciare un feedback. Chi spende i propri soldi ha il diritto di criticare un prodotto che non lo soddisfa o che presenta delle lacune. Nel caso dei videogiochi, però, a volte si esagera e non ci si rende conto che i team di sviluppo sono alle prese con il loro lavoro 24 ore su 24 per offrire la migliore esperienza di gioco possibile. Gli errori possono capitare, ma l’impegno degli sviluppatori non è da mettere in dubbio.

Chi minaccia gli sviluppatori non avrebbe il coraggio di farlo di fronte a lui.

Su questa questione è intervenuto Jeff Kaplan, game director di Overwatch. Perché proprio lui? Perché sul forum ufficiale del gioco, un utente ha criticato il numero di membri del team di sviluppo di Overwatch (per lui troppo esiguo e, quindi, non in grado di rispondere alle esigenze del pubblico) e, soprattutto, si è lamentato della “cattiva gestione” e della “gestione lenta” dello sparatutto. Jeff Kaplan ha voluto rispondergli proprio sul forum con un post molto lungo che pubblichiamo.

Overwatch cattura il nostro interesse 24/7 e 365 giorni l’anno. Overwatch non si ferma perché sono le cinque del venerdì sera. Overwatch non si ferma perché è il compleanno di nostro figlio..

Comincia così la difesa di Kaplan al proprio team. Il game director poi continua parlando del fatto che il numero di membri del team (100) non è importante per fare un gioco di qualità.

Noi ci riteniamo come artisti e artigiani e ci piace quella sensazione di essere ingranaggi in una grande macchina. Ci piace il fatto che Overwatch sia di tutti, siamo squadra unita con una visione condivisa e collettiva. Non esiste una persona che detta ciò che facciamo. Non siamo delle pedine di qualche visionario, che ci impone il suo modo di vedere – e non siamo certamente succubi di poteri aziendali che ci dicono cosa possiamo o non possiamo fare. Siamo 100 sviluppatori che assolutamente amano giocare e sviluppare Overwatch.

Zarya non è molto contenta di queste critiche

Kaplan aggiunge che la scrittura su un forum non fa parte del lavoro, ma gli sviluppatori di Overwatch lo fanno perché amano il gioco e vogliono avere una relazione aperta con i fan. Kaplan vuole che la playerbase sappia che il team di sviluppo ascolta tutte le critiche, costruttive e non. Kaplan dice che leggere ciò che viene pubblicato a volte può essere spaventoso. La maggior parte della community è fatta di persone splendide, ma ce ne sono altre che non sempre apprezzano il lavoro svolto.

Siamo aperti alle discussioni e non ci nascondiamo dietro all’anonimato (come alcuni di voi hanno il lusso di fare), spesso veniamo attaccati o minacciati. La maggior parte dei grandi sviluppatori che conosco amano più primeggiare piuttosto che fare o giocare ai videogiochi. Una parte di pubblico che posta sui forum è davvero spaventosa e intimidatoria.

Kaplan e il team di Overwatch sanno che ci sono degli errori da limare:

I 100 membri del team di Overwatch sono molto più critici rispetto alla maggior parte di voi sul gioco (anche se siamo un po’ più professionali quando esprimiamo la nostra critica). Non incontrerete mai uno di noi che dice di aver fatto il gioco perfetto. Non abbiamo nessuna scarsità di idee su come rendere meglio la nostra opera e siamo sempre pronti a incontrarci per lavorare ogni giorno e cercare di far sì che ciò che vogliamo per il gioco accada davvero.

Kaplan vuole continuare a ricevere feedback dalla comunità, però solo in modi costruttivi.

Noi amiamo essere una parte della comunità e non vorremmo mai separarci da voi o uscire da essa.

Un lungo sfogo quello di Kaplan a difesa del lavoro dei suoi collaboratori e di tutti coloro che amano questo mestiere. Una difesa, però, anche della community stessa che è formata in gran parte da persone serie e pronte a collaborare.

This post was published on 30 Settembre 2017 12:40

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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