Gamer come atleti. Ne abbiamo parlato su Player.it riportando ieri la notizia sulla possibilità di vedere gli eSports alle Olimpiadi 2024 a Parigi. Le opinioni sono contrastanti, tra gli stessi gamer, per giunta. Arriva oggi però un’altra notizia che chiarisce ancor di più la situazione che si sta venendo a formare. Il governo finlandese, infatti, ha deciso di considerare i giocatori professionisti come atleti.
Gli eSports ottengono così un riconoscimento ufficiale da parte del governo finlandese poiché i giocatori pro sono ora considerati a tutti gli effetti come atleti di qualsiasi altra disciplina agonistica. La diatriba non è di facile risoluzione, anche se i riconoscimenti che nel tempo gli eSports stanno ottenendo non fanno altro che confermare lo status di disciplina sportiva da parte dei videogiochi competitivi. D’altronde è sì importante il pensiero dell’individuo comune, ma è ancor più fondamentale sentire ciò che hanno da dire le istituzioni e le personalità che alla fine le decisioni le prendono. In Finlandia hanno le idee chiare.
Secondo un articolo sul Nordic Business Insider, il Consiglio Fiscale finlandese ha recentemente annunciato di aver preso la decisione di considerare i giocatori di eSports come atleti a fini fiscali. La dichiarazione giustifica la mossa descrivendo lo sport in questo modo: “sport può anche significare gioco mentale di abilità, dove il successo è principalmente basato su qualcosa di diverso dalla prestazione fisica”.
La notizia arriva appena una settimana dopo il riconoscimento ufficiale che è stato dato agli eSports nelle Filippine. Il paese asiatico ha fatto sapere che darà tutto il suo supporto al settore.
Questa decisione significa ora che i salari e le vincite ottenute nei tornei saranno catalogati ora come “profitti per attività sportive professionali”. Di conseguenza, una parte di tale reddito può essere collocata in un fondo di investimento che dà diritto a un’esenzione dal pagamento della tassa. Lo scopo del fondo è quello di aiutare gli atleti a passare la transizione quando le loro carriere sportive si concluderanno – una mossa azzeccatissima visto che spesso le carriere di giocatori professionisti si concludono abbastanza presto, verso i trent’anni.
All’inizio di quest’anno un’indagine ha scoperto che la Finlandia è diventata ormai un gigante nell’industria dei videogames, infatti, oltre un miliardo di persone in tutto il mondo gioca con videogiochi che hanno origine sul suolo finlandese. Basti pensare che i creatori di titoli come Max Payne, Alan Wake (Remedy) e Angry Birds (Rovio) sono proprio finlandesi. Inoltre, quello scandinavo è uno degli stati che prevede nei propri atenei corsi di laurea sui videogiochi.
fonte: esportsinsider
This post was published on 10 Agosto 2017 14:30
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