E3 2017: Ed eccoci con le pagelle ed il recap dell’evento più atteso dell’anno a cura della redazione di player.it.
Come ogni anno Giugno è il mese preferito dei videogiocatori e dai fan delle più grandi case videoludiche, scopriamo insieme le novità e i titoli in arrivo!
Grazie a Sebastiano, Jonathan e Claudio per la stesura di questo editoriale.
LE PAGELLE E IL RECAP DELL’E3 2017:
La conferenza Bethesda ha avuto luogo alle 6 di mattina (ora italiana) lo scorso 12 giugno e hypato dalle potenziali uscite rumoreggiate nei giorni precedenti ho messo anche la sveglia.
Molte sono state le voci che si sono susseguite nei giorni precedenti all’evento losangelino, di cui molti delle quali si sono confermate essere reali.
Starfield, purtroppo, è rimasto un sogno nel cassetto. Sarebbe stato un bel colpo per Bethesda lanciare un RPG Sci-fi nel contesto dell’amaro in bocca lasciato da Mass Effect: Andromeda.
The Evil Within 2 e Wolfenstein 2: The New Colossus sono stati in qualche modo leakati e ciò, oltre ad aver stemperato un po’ l’hype della conferenza, l’ha fatta percepire nel modo sbagliato facendo passare i suddetti come annunci ordinari.
La rete, infatti, è stata poco gentile con Bethesda che, sebbene abbia attirato un po’ di malcontenti con l’ennesima versione di Skyrim, un nuovo sistema di “paid mods” e non abbia presentato nessuna nuova IP, è stata in verità molto concreta annunciando titoli di imminente uscita e lanciando una sfida agli utenti VR con Doom VFR e Fallout 4 VR.
Questi ultimi, ed in particolare il secondo, hanno la carica giusta per spingere la periferica ad un livello successivo e di spingere il grande pubblico a cominciare a pensare ad un acquisto.
Tornando al duo di sequel presentato da Bethesda, registriamo un grande passo avanti per The Evil Within 2 dal punto di vista tecnico che, plausibilmente si rispecchierà anche sul piano delle meccaniche. Il primo capitolo era un prodotto ottimo ma anche acerbo, ora i ragazzi di Tango Gameswork hanno la chance per migliorarsi.
Anche per Wolfenstein prevedo un miglioramento della formula e di sicuro qualche novità nel gameplay. L’atmosfera, poi, è sempre impagabile e vedere il ritorno di Blazkowicz, al netto del finale di The New Order, fa la sua porca figura.
A chiudere il pacchetto troviamo un’espansione per l’ottimo card game e La Morte dell’Esterno, promettente DLC di Dishonored 2 con protagonista Billie Lurke e l’inserimento di Quake Champions in un corposo circuito e-sports.
Annunci imminenti e poca fuffa fumosa. Complimenti per Bethesda, a cui mi sento in parte di perdonare i peccati veniali riguardanti il “milking” su alcuni brand, in virtù della ottima concretezza su altri campi. La scarsa qualità comunicativa della conferenza però gli fa perdere mezzo punticino.
Ubisoft si presenta ancora una volta in grado di spaziare tra tutte le piattaforme e capace di accontentare tutte le utenze.
La conferenza si è aperta con un ampio spazio dedicato al nuovo titolo targato Ubisoft Milano, ovvero Mario + Rabbids: Kingdom Battle. Non solo abbiamo avuto la rivelazione definitiva di un titolo ottimo ma abbiamo avuto anche uno dei momenti più belli, emotivamente parlando, di tutto l’E3 2017. Vedere la commozione di Davide Soliani ai più sinceri e genuini complimenti di Miyamoto per il suo titolo è stata una sensazione davvero bella.
Un altro bellissimo momento, che, pur trattandosi di un qualcosa ad uno stato embrionale, è stato capace di emozionarmi particolarmente, è stato il trailer in CGI di Beyond Good and Evil 2 che mi ha fatto fare magicamente un salto indietro di quasi quindici anni. La commozione di Michel Ancel, in combo con l’evento di cui sopra, mi ha tirato addosso un vagone carico di feels.
Nel mezzo della conferenza ci siamo goduti il trittico di AAA che, tramite un marketing molto social, erano stati già rivelati da Ubisoft qualche tempo prima.
The Crew 2, Assassin’s Creed: Origins e Far Cry 5 sono il tridente d’attacco della squadra targata Ubisoft.
Quello che più mi ha incuriosito è stato Assassin’s Creed, il quale, tramite un titolo all’apparenza fresco e rinnovato nelle meccaniche, potrebbe convincermi a riacquistare un titolo della saga (mi son fermato a Revelations). Il sistema di combattimento mi è sembrato molto convincente e l’innesto di meccaniche RPG potrebbe giovare davvero ad uno dei franchise più longevi di Ubisoft.
C’è stata anche tanta concretezza sul versante South Park. Fractured But Whole ha finalmente una data definitiva. Il franchise addirittura si allarga, dato l’arrivo di un titolo mobile dello stesso brand.
Si espande poi anche Steep, che offrirà contenuti per le olimpiadi invernali.
Abbiamo avuto anche una nuova IP, ovvero Skull & Bones.
Il titolo è la trasposizione, in veste migliorata ed ampliata, del sistema di battaglie navali di AC: Black Flag. Tra questo e Sea of Thieves, per gli amanti dei pirati c’è tanta carne al fuoco.
Bei titoli, una buona verve e momenti feels hanno confezionato un’ottima conferenza per Ubisoft.
La PC Gaming Show Conference è una strana bestia da trattare.
Contenutisticamente parlando è stata capace di offrire molti spunti interessanti ma, peccando su un piano comunicativo scendendo quasi a livelli soporiferi, è stato un evento “televisivamente” poco seguibile.
Il polpettone di quasi 2 ore si è aperto con l’ambizioso, enorme e bellissimo XCOM 2: War of The Chosen. Un’espansione così grossa da poter essere quasi definita come un nuovo titolo della fiorente serie targata Firaxis Games.
L’altro ottimo titolo, in grado di rapire l’attenzione dei PC Gamers è stato BattleTech un gioco strategico a turni ambientato nell’universo di MechWarrior.
Tante info su gameplay e un bel focus sulla campagna single player hanno complessivamente dato un’ottima impressione.
Le sorprese nell’ambito degli strategici non si esauriscono qui perché abbiamo avuto modo di dare un’occhiata ad una missione (The Battle of the Fallen Gates) per Total War: Warhammer 2. Il titolo che vanterà quattro fazioni, si prepara ad emozionare ancora una volta i fan di questi due franchise.
L’annuncio che però mi ha sorpreso e che farà felicissimi i giocatori di vecchia data è stata la sontuosa Definitive Edition (disponibile anche in 4K) del primo, storico, Age of Empires.
Tanti indie hanno svettato solitari durante la conferenza e c’è stato spazio anche per hardware e discussioni riguardanti la scottante e importante tematica degli e-sports e della sua cruciale e nuova partnership con Intel.
A chiudere questa piccola analisi sulla conferenza PC, è doveroso citare Mount & Blade II: Bannerlord che, mostratosi in un corposo gameplay, potrebbe essere il Best of E3 2017 per i PC Gamer.
Sebbene sia stata una conferenza fatta di un’informazione completa e corretta e di interviste agli sviluppatori, i ritmi e le strategie comunicative sono state completamente sbagliate. Tanta roba e anche tanta noia.
La conferenza EA ha avuto l’arduo compito di inaugurare l’E3 2017, e lo ha fatto disponendo tutta la sua “potenza di fuoco“. Parole d’ordine: multiplayer ed esports. Ospiti d’onore non potevano che essere i tre franchise sportivi di punta: Fifa 18, NBA Live 18 e Madden NFL 18. Tutti e tre curatissimi, tutti comprensivi di una “modalità carriera” single player. Tutti orientati nella direzione esports, campo in cui EA vuole letteralmente imporsi.
Il piatto forte dello showcase non poteva che essere Star Wars Battlefront 2. EA ha detto di aver tenuto conto dei feedback e di aver migliorato ogni difetto del primo capitolo. Il nuovo capitolo sarà quasi 3 volte più grande del precedente, con tanti contenuti aggiuntivi, molti dei quali gratuiti. Sarà possibile giocare in tutte e tre le “ere” di Guerre Stellari, con i loro personaggi più importanti. Da segnalare anche la presenza di Battlefield 1, con il suo DLC intitolato “In the name of the Tsar“. Sul versante racing game, non poteva mancare Need for Speed Payback, che riporta tutte le caratteristiche che hanno reso NFS uno dei franchise di punta nel settore.
In conclusione, questo primo showcase si mostra quasi del tutto proteso al multiplayer online. Tanti giochi ben confezionati, forti di un comparto grafico quasi sempre da urlo, e con una forte componente competitiva. L’unica eccezione a questo mantra è costituito da A Way Out, l’unico, tra i giochi mostrati, ad avere una forte componente narrativa. La piccola gemma indie, creata dalle stesse menti di Brothers: A Tale of Two Sons, è forse il solo titolo, insieme ad Anthem, a spezzare la monotonia del multiplayer. Ma ormai questa è la strada intrapresa da EA, piaccia o non piaccia, questo E3 2017 ne è la prova.
Diciamocela tutta: oramai l’E3, da qualche anno a questa parte, è il terreno di scontro tra Microsoft e Sony. Ad ogni edizione si rinnova il confronto tra chi, tra le due aziende, riuscirà ad imporsi agli occhi di pubblico e critica. Sony arriva all’E3 2017 forte di una posizione di assoluto dominio, con una base installata numericamente irraggiungibile e con un parco esclusive di primissimo valore. Se, a tutto questo, aggiungiamo una comunicazione zoppicante e balbettante dei concorrenti, possiamo comprendere la completa assenza di pressioni con cui Sony ha condotto la sua conferenza.
Lo showcase Sony dell’E3 2017, della durata di appena un’ora, ha ospitato diversi annunci e alcuni “ritorni”. Se Uncharted: The Lost Legacy è il giusto antipasto, ad aprire le danze è God of War. Il ritorno di Kratos, questa volta nel “profondo nord”, ha entusiasmato tutti sin dal primo trailer visto lo scorso anno, generando un hype difficile da controllare. Altri titoli su cui Sony punta tantissimo sono Days Gone, presentatosi con un nuovo gameplay, ed Detroit Become Human, dal tratto sempre più asimoviano. Tra i graditi ritorni non possiamo non annoverare Monster Hunter World e Shadow of the Colossus. Tra le nuove esclusive, invece, troviamo Granturismo Sport e Spiderman, apparso decisamente in forma, che ha letteralmente rubato il palcoscenico a quasi tutti i titoli presentati prima di lui.
Se, a tutto questo, aggiungiamo nuovi giochi per il PS VR, un DLC di Horizon Zero Dawn, multipiattaforma come Destiny 2 e Call of Duty, potremmo quasi dire di aver assistito ad una conferenza perfetta. Purtroppo non è esattamente così. Nonostante la carne al fuoco sia decisamente tanta, non c’è niente di nuovo sotto il sole. Quasi nessuno dei titoli presentati è una novità, molti dei giochi, infatti, sono stati già svelati all’E3 2016 o nel corso dell’anno. Se allo scorso E3 avevamo assistito ad una vittoria schiacciante di Sony, capace di mettere in piedi una conferenza “spaccamascella”, quest’anno le cose sono andate diversamente.
Come detto in apertura, il colosso nipponico è sicuro di se e della sua supremazia, e non ha alcuna fretta. Date orientative, quasi nessun nuovo annuncio, una durata tutto sommato stringata, da tutto questo si deduce la volontà di voler spalmare gli annunci nel corso del tempo, con buona pace di chi aspettava notizie di Death Stranding. Ciò nonostante, Sony sa fare dannatamente bene il suo mestiere. Quindi, pur limitandosi a “fare il compitino”, riesce nel suo intento; ma ci saremmo aspettati decisamente qualcosa in più.
Ultimo giorno di conferenze: è il turno di Nintendo in questo E3 2017.
La grande N arriva da un anno estremamente positivo: le vendite di Switch sono state positive, complice l’uscita in contemporanea della console di The Legend of Zelda: Breath of the Wild e il grandissimo successo di Pokemon Go ha contribuito a portare serenità all’interno dell’azienda giapponese. Lo spettro del disastro di marketing rappresentato dalla Wii U, tuttavia, aleggia ancora nell’aria. Avrà Nintendo imparato dai suoi errori quest’anno?
Uno dei problemi maggiori che ha decretato il fallimento di Wii U è stata la mancanza di killer apps che giustificassero l’acquisto di una nuova console. Nintendo ha finalmente ricordato il valore che i propri IP hanno per il proprio business: protagonisti della conferenza sono stati, finalmente, i giochi.
Mario Odyssey è realtà e mostra che, esattamente come accaduto con Zelda, è possibile rivitalizzare un franchise che pareva essere chiuso nelle proprie logiche e incapace ormai di innovarsi. Mario Odyssey rappresenta il più grande cambiamento dall’epoca del primo Mario Galaxy: benché il substrato sia comunque un platform 3D, l’idea è stata ampliata e adattata alle logiche di un open-world più moderno, senza dimenticare tuttavia la magia che ha reso unici i Mario 3D più esplorativi.
Questo pare essere un anno magico per Nintendo: anche il crossover con i Rabbids di Ubisoft in Mario + Rabbids Kingdom Battle, una unione che ha fatto storcere il naso ai fan più radicali, potrebbe rivelarsi una delle sorprese di quest’anno. Chissà se Nintendo riuscirà a succedere anche nel genere degli strategici.
Gli annunci non si fermano qui: vengono mostrate immagine di un nuovo Kirby e un nuovo Yoshi, per la gioia dei fan. Forse di questi due giochi N. avrebbe potuto mostrare più gameplay, ma comunque non si tratta di annunci a vuoto con date di uscita in un futuro lontano ma di giochi in sviluppo che vedranno la luce quanto prima.
Non sono mancati nemmeno gli annunci bomba: quasi in sordina, viene annunciato che il franchise Pokémon si staccherà dagli handheld Nintendo e si sposterà definitivamente su Switch. Possiamo recriminare a Nintendo il non essersi soffermati su questo fatto, come se la sensazione fosse di aver paura di un eventuale giudizio dei fan. La seconda cosa capace di far palpitare più di un fan è stato l’annuncio di Metroid Prime 4, a 10 anni dall’uscita del suo predecessore. Niente più di una immagine che è bastata a far saltare dalla sedia.
In conclusione di questo E3 2017, Nintendo ha imparato dai suoi errori passati. Ha compreso che la propria forza sta nei giochi, e si è concentrata unicamente su quello. Niente più gimmicks come ai tempi di Wii: il successo di Switch sarà deciso dal software, e Nintendo pare essere in grande forma.
Questo E3 2017 doveva essere l’evento che sanciva la rinascita del marchio Xbox e un nuovo anno zero per il progetto One. Microsoft è riuscita nel suo intento? Mediaticamente non tanto, concretamente probabilmente sì.
La conferenza che ha visto il reveal di Xbox One, nel 2013, è diventata emblematica per il suo focus, sbagliato, sul concetto di intrattenimento casalingo a 360 gradi e, soprattutto, sul concetto di TV TV TV.
Durante questo E3 la parola chiave, abusata e in alcuni casi un po’ ingannevole, è stata “Exclusive”.
Quello che i giocatori hanno chiesto a gran voce erano delle esclusive AAA capaci di rivaleggiare con la concorrenza.
Durante questo E3 2017 Microsoft, invece, ha presentato un quantitativo spropositato di titoli, tra cui Black Desert Online e il recentissimo Player Unknown’s Battleground, entrambi presenti su PC.
Il lato negativo è che, sebbene non si conosca la durata degli accordi, si tratta quasi di tutte esclusive temporali.
Lo showcase di indie è stato ricchissimo e ci sono stati dei titoli ottimi come Ashen e The Last Night che hanno tenuto scena quasi al pari di titoli molto più carrozzati visivamente parlando.
La forza bruta della console, l’impronunciabile Xbox One X, è stata messa in mostra su titoli come Assassin’s Creed: Origins, Metro: Exodus e Anthem, nuova promettente IP di Bioware.
La console è dotata di una potenza notevole e si propone come nuovo punto di riferimento dei multipiattaforma della gen.
Forza Motorsport 7, ennesimo capitolo della serie di guida, è stato una gioia per gli occhi in 4K nativi e 60 fps.
Molti sono stati “traumatizzati” dal costo, io, personalmente, lo reputo un prezzo giusto e personalmente è la scusa giusta per non dover rifare da capo il mio PC, ormai quasi vetusto.
Le esclusive hanno ricevuto un trattamento doveroso con un focus molto interessante.
Il momento più epico e trash è stata la scoperta di Terry Crews come testimonial ufficiale e personaggio giocabile di Crackdown 3.
Al fianco di titoli visivamente molto belli abbiamo avuto la presentazione di Ori and the Will of the Wisps, sequel del meraviglioso primo capitolo e di Super Lucky’s Tale, un platform 3D esclusivo per i giocatori Xbox e Windows 10.
Sebbene tutti si aspettassero il lancio di bombe e di nuove, grosse, IP (anche il sottoscritto, che sperava in un JRPG) Microsoft in questo E3 2017 ha risposto proponendo l’impalcatura di un progetto a lungo termine.
C’è pertanto da dire che, la mancanza di nuove esclusive AAA e un prezzo superiore alla concorrenza, non sono esattamente il massimo per i nuovi acquirenti.
Io credo, però, che tutta la situazione vada vista sotto un’altra ottica. Ad un primo impatto potrebbe sembrare che Microsoft abbia “fallito” , ma, personalmente, penso che abbia lanciato invece un progetto davvero grosso e ambizioso che darà i suoi grossi frutti già nel prossimo anno.
Un progetto fatto di giochi molto giocati ed apprezzati anche su PC, piattaforma Mixer, offerta di esclusive molto diversificata e che strizza l’occhio al multigiocatore, ottimi servizi digitali, retrocompatibilità totale e titoli multipiattaforma portati ai massimi livello potrebbero essere gli ingredienti per la giusta ricetta.
La “grande abbuffata” dell’E3 2017 è finita e, come ogni anno, gli annunci sono stati tanti, tantissimi. Tra Xbox One X (nome ufficiale di Project Scorpio), nuovi dettagli sulle esclusive Sony e lo showcase di chiusura di Nintendo, ogni gamer può dirsi soddisfatto. Come di consueto, ogni E3 vede un “vincitore”, qualcuno che, con la propria conferenza, piazza uno o più colpi da novanta, capaci di catturare l’attenzione del pubblico e generare l’hype più alto possibile.
Quando Devolver Digital ha reso noto che avrebbe tenuto una conferenza ufficiale all’E3 2017, è stata una sorpresa per tutti. Devolver, un publisher paladino dell’indie, promotrice di giochi come Hotline Miami e Mother Russia Bleed, anti mainstream fino al midollo, da un momento all’altro annuncia al mondo dei videogiochi di volersi guadagnare un posto tra i big, Sony, Microsoft, Bethesda, Ubisoft e Nintendo, combattendo sul loro stesso piano: quello ufficiale.
La verità non poteva essere niente di più lontano. Niente dirette, niente annunci in grande stile, niente pomposità, ma solo quindici minuti di filmato registrato di pura follia.
La conferenza, o meglio, non conferenza, di Devolver, si presuppone come una critica costruita ad hoc prima di tutto al modus operandi della convention, basata più sul fomentare la massa di videogiocatori cercando di creare una hype fittizia nei confronti dei loro prodotti; in secondo luogo, Devolver esplicita la propria insoddisfazione per l’andamento generale dell’industria videoludica, dove il guadagno pare anteposto ad ogni volontà di creare un prodotto valido e, soprattutto, finito.
Nell’E3 2017 le conferenze di Sony & company sono condotte da una regia minuziosa, Devolver sfrutta cambi di inquadrature repentini e senza un filo di continuità, con continui tagli su un “pubblico”, che altro non è che lo stesso filmato ripetuto più volte, condito di risate registrate assolutamente fuori luogo. Il teatrino sul palco è inframmezzato da filmati provenienti da giochi più disparati, senza alcun collegamento logico fra le due cose.
A questo si unisce una critica efferata nei confronti delle pratiche attuali dei distributori di videogiochi. La glorificazione dei DLC e di nuovi sistemi per spremere il proprio pubblico viene paragonato letteralmente a lanciare banconote addosso ad uno schermo, che, nella finzione del teatrino, le ingurgita avidamente e finisce per staccare un braccio all’ignaro videogiocatore, sottolineando ancora una volta l’ingordigia dei publisher.
Non si ferma qui l’inno di protesta. Devolver presenta l’Earliest Access, risolvendo così anche il problema dei giochi incompleti venduti a caro prezzo. Non appena una idea sboccia nella testa di uno sviluppatore, puff, diventa automaticamente disponibile e finanziabile dagli ingenui videogiocatori. Se ci fermiamo un attimo a riflettere, la proposta di Devolver è così campata per aria: la vendita di idee già avviene su piattaforme come IndieGoGo e Kickstarter, confezionate a modo secondo argute tecniche di marketing per poterla vendere al pubblico. A questo si unisce la più che condivisibile critica a tutti quegli sviluppatori che mantengono il proprio gioco in early access solo come giustificazione per non correggere eventuali bug e sfruttare risorse ed energie per migliorarlo.
L’efferatezza delle critiche va di pari passo con l’estrema graficità della conferenza. Spettacolo è la parola chiave: in una spirale verso la follia, partendo da pistole a salve per zittire il pubblico, arti mozzati che riempiono il palco e gli attori di litri di sangue, per finire in un tripudio di teste esplose, Devolver dimostra di essere maestra dell’eccesso.
Forse, tuttavia, come nel caso di produzioni come Mother Russia Bleed, è proprio questo eccesso che rischia di far passare in sordina una serie di messaggi assolutamente condivisibili ma che possono essere messi in secondo piano alla spettacolarizzazione stessa della non conferenza di questo E3 2017.
Le premesse dell’E3 2017 sono sempre esaltanti e riempiono i cuori di noi gamer pieni di speranza.
Purtroppo, come sappiamo anche dalle esperienze passate, non tutti sono stati in grado di mantenere le promesse fatte.
Riusciranno le major a mantenere le ottime premesse per questa grande fiera?
Vedremo nel 2018, ci saremo per raccontarvelo.
La redazione di Player.it
This post was published on 18 Giugno 2017 16:04
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