Tu che sei un fan incallito dei giochi del Professor Layton e stai leggendo questo titolo indignato sarai già pronto a difendere a spada tratta la serie che coi suoi splendidi scenari steampunk e gli intriganti puzzle ti accompagna dal lontano 2007 ad oggi; tuttavia, anche se ogni enigma ha una soluzione, non tutte le trame hanno una buona risoluzione.
Sedetevi comodi e preparatevi a un lungo excursus pieno zeppo di spoiler dell’intera saga, dedicato a chi, come me, è rimasto con l’amaro in bocca a causa delle ultime mosse avanzate da Level 5.
Informazione di servizio per coloro che stanno ancora cercando Layton dopo aver giocato a Katrielle e il Complotto dei Milionari: le risposte a tutte le vostre domande sono nella serie animata giapponese. Trovate il video sottotitolato in inglese qui. Se non sapevate della sua esistenza, recuperatelo prima della lettura di questo articolo, grazie.
ATTENZIONE SPOILER
La prima trilogia
C’è poco da dire su Il Professor Layton e il Paese dei Misteri, un capolavoro senza precedenti e una rivoluzione per Nintendo DS. Questo titolo sfruttava il touch screen della console in maniera egregia, utilizzandolo per la risoluzione di enigmi di ogni genere e per l’esplorazione del villaggio di Saint-Mystère, una cittadina sperduta sovrastata da un’inquietante torre sbilenca, un paese abitato da pochi strambi abitanti, ma ricco di innumerevoli segreti.
Hershell Layton, l’archeologo e gentiluomo con un grande intelletto, vi si recherà con il suo giovane assistente Luke per un caso di eredità: Lady Dahlia, bella vedova del defunto Barone Reinhold, ha convocato il Professore per risolvere l’Enigma della Mela d’Oro, la chiave per ottenere l’eredità del marito. Non ci dilungheremo troppo sui dettagli della trama dei singoli giochi, perché non è di questo che dobbiamo trattare in questa sede, ma il primo capitolo è fondamentale per costruire i personaggi principali.
Il commissario Chelmey di Scotland Yard, Flora, l’amata figlia del Barone imprigionata nella torre di Saint-Mystère, Don Pablo, trasformista e canonica nemesi di Layton, compariranno ancora nella serie e scopriremo sempre di più sui loro retroscena. Il Paese dei Misteri, dunque, piazza le fondamenta per una serie longeva e ricca di tantissime possibili risoluzioni o aggiunte: così si prosegue con Lo Scrigno di Pandora, ambientato nella desolata Folsense tormentata da un “vampiro”, e con Il Futuro Perduto, in cui viene svelato il mistero della “Londra del Futuro” nonché capitolo fondamentale per capire il personaggio di Layton, il cui struggente passato verrà svelato proprio in questo intricato titolo. Con Il Futuro Perduto, la prima trilogia si conclude, così come l’era del Nintendo DS, e la serie raggiunge a mio parere il suo apice.
La trilogia prequel
I seguenti tre titoli della serie sono cronologicamente posizionati qualche anno prima del Paese dei Misteri, una trovata molto sensata per dare ai giocatori qualche informazione in più sulla spalla destra di Layton, l’assistente Luke Triton, e sul perché un ragazzino così giovane accompagni in giro per il mondo un trentenne a lui non imparentato per risolvere puzzle e casi criminali che metteranno più volte a rischio la sua vita.
Layton è sempre stato un tutore per Luke, come un “professore di vita”, colui che gli insegnerà tutto sulla risoluzione dei misteri e sul comportamento di un vero gentiluomo, ma il loro legame era celato. Il Richiamo dello Spettro narra proprio del primo incontro tra i due e di come Luke è entrato a far parte del team insieme a Emmy.
La quota rosa del trio era l’assistente del Professore da poco prima dell’incontro con Luke e accompagnerà i due per tutti e tre i prequel. Il suo carattere frizzante e le sue abilità nelle arti marziali sono un chiaro segno di un cambio di indirizzo della serie che appare più incentrata sull’azione e su misteri di dimensioni sempre più mastodontiche.
Anche qui non manca la ricostruzione del passato di Layton, dalla sua vita universitaria all’infanzia e ai legami familiari, ma si nota chiaramente che probabilmente nulla di ciò che è presente in questi titoli era stato pensato durante la creazione della trilogia originale.
A supporto di questa teoria vi è la lettera conclusiva de Il Futuro Perduto, spedita da Luke a Layton qualche tempo dopo la loro separazione: il giovane assistente informa il Professore su un intricatissimo caso del quale vorrebbe si occupassero insieme, lasciando le porte aperte a un sequel che vede i due intenti a risolvere un nuovo mistero cronologicamente successivo, e invece Level-5 decide di uscirsene con tre prequel.
Per non contare il fatto che questa seconda trilogia si basa interamente sulla comparsa di personaggi inediti, scollegandola ancor più dalle vicende precedenti. In breve, il cattivone mascherato era Randall, amico e collega universitario del Professore che tutti credevano morto; l’assistente Emmy si rivela essere nipote e alleata del malvagio Bronev, a sua volta padre del Professore stesso; il nuovo antagonista Descole è il fratello di Layton ed è lui a chiamarsi Hershel mentre il Professore si chiamava Theodore Bronev e ha acquisito il suo nome attuale dopo essere stato adottato.
Storie e ambientazioni sono ricche e dettagliate, ma la backstory di Layton avrebbe potuto salvare almeno un parente o amico stretto dalla galera. Nonostante ciò, la qualità dello storytelling e degli enigmi resta molto alta e siamo ancora lontani dal declino che arriverà qualche anno dopo, quando Level 5 inizierà ad ampliare l’universo di Layton portandolo su nuovi media e diverse piattaforme.
L’Eterna Diva: il primo film ha senso, il secondo dov’è?
Nel 2009 venne rilasciato in Giappone (e nel 2010 anche nel Regno Unito con doppiaggio inglese) il film d’animazione Il Professor Layton e l’Eterna Diva che segue il filone narrativo della seconda trilogia e si colloca poco dopo le vicende de Il Richiamo dello Spettro. La qualità è la stessa delle egregie cutscene dei giochi e la colonna sonora è maestosa e memorabile – com’è tipico dell’intera serie, il cui comparto audio è impossibile criticare.
La trama vede Descole ritornare nel ruolo di antagonista in questa avventura inedita e generalmente distaccata dalla serie videoludica se non per qualche riferimento e i personaggi, appunto.
Questo nuovo formato ha dato giustizia alle stupende animazioni e ambientazioni, integrando anche un paio di enigmi e una trama in perfetto stile Layton. Level-5 era così emozionata dal progetto da voler produrre un film all’anno e aveva già iniziato a lavorare a un seguito, ma a quanto pare non è stato riscontrato il successo previsto e questo purtroppo rimane l’unico lungometraggio della serie.
Spin-off: un figlio e un avvocato?
Il 2012 è l’anno dello sbarco sui dispositivi mobili in Occidente con Layton Brothers: Mystery Room, spin-off della serie con protagonista Alfendi Layton, figlio del Professore (esatto, figlio, non fratello nonostante il titolo) dalle ignote origini affetto da un disturbo dissociativo dell’identità. Un personaggio interessante proprio per le sue multiple personalità, ma assolutamente privo di un background realmente connesso al suo più noto genitore e tra l’altro non si sa ancora nulla su chi possa essere la madre. Il primo caso è disponibile gratuitamente, gli altri andranno acquistati in-game.
L’idea di approcciarsi al mercato mobile però era già presente anni prima e infatti furono rilasciati solo in Giappone Professor Layton Royale, Professor Layton and the Seven Phantom Thieves, Luke’s Puzzle Club, Layton 7 e altri ancora mai giunti sul mercato occidentale. Trattandosi di spin-off, non dovrebbero aggiungere molto al Laytonverse, ma li vorrei giocare lo stesso.
Per quanto Layton Brothers sia uno spin-off abbastanza riuscito, non è in alcun modo paragonabile a quello che attualmente ricopre il primo posto nella mia classifica personale tra tutti i giochi mai usciti. Professor Layton vs. Phoenix Wright: Ace Attorney è un crossover per Nintendo 3DS tra due delle mie serie preferite e rappresenta forse la migliore espressione di entrambi i mondi.
Il gameplay dinamico che fonde l’esplorazione e gli enigmi di Layton ai processi in tribunale e agli interrogatori di Ace Attorney si rivela vincente per tutta la durata del gioco. Questo capolavoro di Level-5 e Capcom non ha nulla a che vedere con la narrazione complessiva della storia di Layton, se non per qualche easter egg, ma è stata una bellissima sorpresa in attesa del capitolo conclusivo della trilogia prequel, L’Eredità degli Aslant, uscito un anno dopo, nel 2013.
Da un caso di eredità a un altro, e il cerchio si chiude.
Katrielle.
Ma non finisce qui. Dopo 4 anni dalla conclusione della trilogia prequel esce nel 2017 per Nintendo 3DS Layton’s Mistery Journey: Katrielle e il Complotto dei Milionari (che solo per la lunghezza del titolo andrebbe bandito dalla faccia della Terra).
Alla base delle vicende vi è la scomparsa di Layton, sparito misteriosamente durante una delle sue indagini, ma la vera protagonista è Katrielle, presentataci come figlia del Professore e volenterosa di ricongiungersi con l’amato paparino.
Peccato che durante l’intero gioco non si scopra assolutamente nulla di Layton né del cane parlante Sherl desideroso di recuperare la memoria che ci accompagnerà per tutto il viaggio. Le nostre avventure riguarderanno soltanto i 7 Draghi di Londra, i più ricchi della città, e i loro ridicoli casi da risolvere; l’unico senario è quello della città di Londra, eliminando quasi ogni riferimento fantastico. Ogni episodio è slegato dagli altri e i vari capitoli possono essere giocati nell’ordine che si preferisce, tanta poca voglia aveva Level-5 di creare una vera trama per questo gioco.
Molto probabilmente lo sviluppo di questo titolo ha risentito del decesso all’età di 90 anni di Akira Tago, lo psicologo e Puzzle Master che si occupava della creazione degli enigmi della serie. I puzzle del debutto su Nintendo Switch sono banali o poco comprensibili e basterebbe solo questo a classificarlo come il peggior titolo della serie.
Oltre al danno la beffa, esce nel 2019 una “Edizione Deluxe” per Nintendo Switch contenente qualche outfit aggiuntivo per Katrielle e i due DLC che approfondiscono la storia di Ernest Greeves, assistente innamorato follemente della protagonista – che ovviamente si rivelerà avere un piano malvagio a un certo punto delle vicende perché non è un gioco di Layton se l’assistente non fa qualcosa di criminale. La cutscene finale lascia tutti col fiato sospeso: Katrielle sa perfettamente di non essere la vera figlia del Professore, ma vuole comunque ritrovare l’uomo che l’ha cresciuta da sempre e così… titoli di coda.
Senza aggiungere nulla sul “caso Layton”, quelle 30 ore di gioco sprecate a cercare iguane e scovare fantasmi inesistenti non me le ridarà più nessuno.
Cosa è canonico e cosa non lo è?
Questo finale in sospeso poteva essere una buona idea per creare hype verso il titolo successivo, ma è qui che viene fatta la più grande caduta di stile: tra il 2018 e il 2019 va in onda in Giappone l’anime Layton’s Mystery Detective Agency.
Questo è composto da 50 episodi, alcuni ripercorrono le esatte vicende del videogioco di Katrielle, altri trattano nuovi piccoli casi da risolvere per le vie di Londra e poi ci sono 5 episodi canonici (il numero 10, 20 34, 49 e 50 racchiusi nel video sottostante) che aggiungono tutta una parte inedita: il passato di Katrielle e la risoluzione del mistero sulla scomparsa di Layton che tanto volevamo scoprire.
Non fraintendetemi, l’anime è fatto divinamente, così come lo era il film de L’Eterna Diva, ma affidare il finale di un gioco a una serie animata per di più distribuita solo in Giappone è un oltraggio ai fan internazionali – per di più Level-5 ha deciso che non distribuirà più i giochi di Layton al di fuori del Sol Levante.
Il fatto che la riunione di famiglia avvenga sulla serie animata, vanifica l’intera esperienza di Katrielle Layton e il Complotto dei Milionari. Tanto valeva guardare gratuitamente la serie piuttosto che spendere 40€ per un titolo mediocre e incompleto.
Per quanto Katrielle mi somigli con la sua sfrenata passione per i dolci e l’esuberante energia, nel gioco risulta un personaggio piatto perché non ha modo di mostrare i suoi veri colori, cosa che riesce molto meglio nella serie grazie anche all’interazione col padre e all’avvincente capitolo finale.
Da videogiocatori capirete come sia meglio vivere in prima persona le avventure dei personaggi piuttosto che osservarle da uno schermo, soprattutto dopo che l’intera serie era stata portata avanti dai videogiochi: tutta l’ultima parte della serie poteva benissimo essere il capitolo finale del gioco di Katrielle o il mistero da svelare in un nuovo titolo, ma probabilmente non lo giocheremo mai, o se lo faremo sapremo già come andrà a finire.
La transmedialità può essere un’arma a doppio taglio quando non si riesce a connettere i punti in maniera coerente. L’universo di Layton ad oggi è confuso e sparpagliato, non è più chiaro cosa sia canonico e cosa non lo sia. Probabilmente Level-5 voleva creare un organico perfetto che includesse diverse forme di arte ed espressione, ma la narrazione ne ha risentito e il pubblico occidentale è rimasto tagliato fuori.
È vero che le vendite maggiori dei titoli della serie si riscontrano appunto in Giappone, ma alla base del progetto Layton’s Journey c’era proprio una collaborazione mondiale: prima dell’uscita del videogioco di Katrielle era stato aperto un sito dedicato all’evento “Real World Puzzling Solving” 50 puzzle sparsi in 10 nazioni intorno al mondo (tra le quali anche l’Italia) e milioni di fan pronti a scovarli per le proprie città e a risolverli insieme. Era anche previsto un sistema di rewards in-game riscattabili dal sito stesso, ma la parte bella era vedere le grandi installazioni e questi omini con la tuba che proponevano enigmi nei punti più disparati del globo. Una delle iniziative più ingegnose di sempre, degna di una serie internazionalmente apprezzata come quella del Professor Layton.
Gli ARG (alternate reality games) prevedono infatti l’interazione degli utenti con oggetti posti nel mondo reale per creare un’esperienza transmediale ideale per una campagna marketing efficace, cosa che fu fatta ad esempio anche dal fenomeno mondiale Fortnite per promuovere la Season 5 del gioco: delle statue di lama pignatta furono sparse per le vie di alcune grandi città, mentre altre dovevano essere scovate analizzando lo spettrogramma di alcuni segnali audio rivelando così le esatte coordinate. Un sistema intricato, ma che ha creato un grande senso di community e curiosità nei fan.
Il Futuro non è del tutto Perduto
Dopo un progetto del genere è ancora più dura accettare le ultime scelte fatte, ma son già passati 3 anni dall’arrivo di Katrielle su Switch e continuo a sperare che questa non sia davvero la fine. A lasciare un bagliore di speranza è la particolare scelta di Level-5 di portare a poco a poco l’intera serie su mobile: tutti i titoli della prima trilogia sono stati rilasciati a scaglioni su iOS e Android in HD, a prezzi decisamente abbordabili.
Ironico invece come sul sito della serie Layton la seconda trilogia, quella di prequel per Nintendo 3DS, non appaia nemmeno, vedere per credere. Come a voler rinnegare il suo passato su console per costruire una nuova serie interamente mobile e ripulita degli elementi superflui: per salvare una delle mie serie preferite accetterei anche una soluzione del genere e ammetto che avrebbe decisamente più senso a livello di continuità.
Se mai ci sarà un prossimo titolo della serie Layton rilasciato in Occidente, scommetto si lasceranno da parte le console per un approccio unicamente mobile. Spero che la serie ottenga il trattamento che merita e se così non fosse dedico a Level-5 una sua stessa frase:
“Avevamo tanti progetti per il futuro…Non lo dimenticherai, vero? Il nostro passato insieme…E il nostro…Futuro perduto.” –
Claire, da “Il Professor Layton e il Futuro Perduto”
– Gaia, da “Lettera a Level-5”