In diretta streaming su Twitch Joey “MrWiz” Cuellar CEO dell’evo ha annunciato i giochi che andranno a comporre la main lineup dell’edizione 2019 dell’Evolution Championship Series (evo), il più grande torneo di picchiaduro al mondo che si svolge durante l’estate a Las Vegas.
Se volete scoprire di più sull’evo e sulla sua storia con un occhio critico sull’edizione passata, andate a leggere questo nostro approfondimento.
La lineup di picchiaduro annunciata è quanto segue:
Possiamo fare già alcune considerazioni sui titoli scelti per evo 2019. Innanzitutto, non stupisce per nulla la presenza di Street Fighter V e Tekken 7, correntemente i due titoli di punta del panorama dei picchiaduro. Street Fighter ha presenziato sostanzialmente ad ogni singola edizione della manifestazione, mentre Tekken grazie al settimo capitolo si è guadagnato un posto nell’olimpo dei picchiaduro imprescindibili, grazie anche alle 3 milioni di copie vendute. Il gioco, popolarissimo anche in Italia, è stato considerato dai fan l’entry più bilanciata che la storia del gioco abbia mai visto, oltre ad essere il più accessibile.
Non può inoltre essere un evo senza la presenza almeno di un titolo sviluppato dalla Netherrealm Studios e, in questo caso, è stato scelto il prossimo venturo Mortal Kombat 11. Da quello che abbiamo potuto vedere del titolo non paiono esserci molto variazioni sul tema rispetto ai capitoli precedenti ed è normale aspettarsi quindi che l’intera fetta di players della serie di Injustice (anch’esso sviluppato infatti dallo studio di Chicago) migri verso questo nuovo titolo.
I vari BlazBlue, Dragonball FighterZ e Under Night In-Birth (UNIST) vanno invece a coprire quelli che in gergo vengono chiamati anime fighters, da sempre presente all’evo. Stupisce come per l’edizione del 2019 si sia deciso di non supportare più Guilty Gear in favore di UNIST, forse anche a causa della sua similarità con la serie di BlazBlue. UNIST ha raggiunto lo stato di culto nella scena dei picchiaduro ed è considerato un gioco di pregevolissima fattura, nonostante la sua playerbase limitata.
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Vedremo se la possibilità di occupare il palco principale riuscirà a rinvigorire una scena obiettivamente abbastanza limitata. Non stupisce invece la presenta di FighterZ, soprattutto considerando che la nicchia di picchiaduro a squadre una volta occupata di Marvel vs Capcom è ora completamente scoperta, oltre ad essere uno dei titoli più apprezzati dai fan.
Anche la presenza di Soul Calibur 6 non stupisce, anche se sulla viabilità futura dal titolo (ora obiettivamente ancora abbastanza giocato con svariati tornei attivi) vi è una incognita e solo il tempo potrà dire se supererà il test del tempo. I fan più accaniti della serie sottolineano come benché migliore dei capitoli precedenti, Soul Calibur 6 non si avvicini ai picchi della serie raggiunti dal secondo episodio.
La prima incognita sorge con Samurai Shodown, seguito dell’omonimo picchiaduro pubblicato nel lontano 1993 da SNK. Samurai Shodown (Samurai Spirit nella terra del sol levante) è un titolo estremamente di nicchia che vede scontrarsi a lamate dei samurai, che SNK ha deciso di riesumare nel 2019. Vi sono già immagini sul titolo ma sulla sua viabilità e bilanciamento non ci è ancora dato sapere nulla: sarà un titolo pronto per la competizione ad un livello elevato come evo?
Forse l’idea di fondo dietro la sua inclusione è di attirare tutta quella fetta di giocatori di titoli SNK (la serie di King of Fighters su tutte) che l’anno scorso non è stata rappresentata. Rimane tuttavia il dubbio su un gioco del quale ancora sappiamo poco e dovremo affidarci alla mano della casa nipponica.
La sorpresa più grande, invece, risulta decisamente l’esclusione per la prima volta dal 2013 di Super Smash Bros Melee, decidendo di escluderlo totalmente in favore dell’ultimo capitolo della serie, Super Smash Bros Ultimate.
La storia di Melee ad Evo è lunga e travagliata e il gioco targato Nintendo che tra non molto andrà a festeggiare i suoi vent’anni avrebbe potuto non entrare mai a far parte del roster dei giochi. Nel 2013, infatti, fu indetto un fundraising di beneficenza per decidere quale dovesse essere il gioco ad occupare l’ultimo slot disponibile nella lineup. Il fundrising raccolse oltre 200 mila dollari e vide Melee posizionarsi in prima posizione per un soffio, con 90 mila dollari di donazioni contro le quasi 80 mila di Skullgirls.
Questa inclusione è stata fondamentale per la scena competitiva di Melee e gran parte del suo successo odierno può essere ricollegato all’esposizione datagli da evo nel 2013. Il rapporto tra Evo e Melee non è stato sempre tuttavia rose e fiore e già dall’anno seguente sono sorti dei problemi a causa delle pressioni di Ninendo nei confronti dell’organizzazione evo. La grande N infatti decise di non supportare in alcun modo la scena competitiva del suo vecchio titolo per concentrare tutti i propri sforzi sull’appena uscito Smash 4. Alla fine la controversia fu risolta e Smash Bros Melee fu aggiunto al roster finale.
Nel 2016, invece, sono stati i giocatori professionisti di Melee a lamentarsi, richiedendo che evo fornisse loro delle stanze VIP dove potersi rifugiare per scampare ai propri agguerriti fan in cerca di foto e autografi, lamentando come il fenomeno interessi gli smashers ben più che gli altri giocatori di picchiaduro. Un’altra richiesta in coro dei pro players è stato inoltre il floating, ovvero di permettere in base ad un sistema di seeding ai giocatori professionisti di evitare l’intera fase preliminare del torneo, cosa in disaccordo con l’etica dell’evo e dei tornei di picchiaduro in generale.
Le polemiche e le richieste dei giocatori non si sono limitate a quell’anno e durante il corso delle edizioni molti sono stati i disaccordi, a partire dal numero di postazioni dedicate ad esso fino alle grandi polemiche sul limitare la finale alla meglio delle 3 anziché delle 5 a causa dell’estrema lunghezza dei set del titolo Nintendo. Un rapporto, quindi, quello tra evo e Melee sempre travagliato.
Oltre alle sopracitate tensioni, possiamo provare ad analizzare più a fondo alcune delle ragioni che potrebbero aver portato all’esclusione definitiva del titolo uscito ormai nel lontano 2001.
Innanzitutto, Melee è stato nel corso delle ultime edizioni l’unico gioco ad aver bisogno di setup analogici per essere disputato ad alto livello. La necessità della presenza di una serie di postazioni su tubo catodico per accomodare le centinaia di partecipanti è sicuramente un grosso onere per evo, soprattutto considerando il fatto che non vi è alcun supporto della casa madre. Molto più comodo sia come setup per streaming e dal punto di vista organizzativo gestire unicamente giochi pensati per essere giocati su HDTV.
La seconda ragione, resa evidente se confrontati gli iscritti tra i tornei dei vari giochi, è come i giocatori di Melee generalmente non si iscrivessero a nessun altro torneo. Mentre infatti tra gli altri picchiaduro (o almeno tra i vari giochi anime, 2D e 3D) vi sono molti partecipanti iscritti ad almeno un paio di giochi, i competitors di Melee non paiono essere interessati a nessun altro titolo. Anche la cross registration con Smash 4, infatti, negli ultimi anni è risultata estremamente carente. Considerando che parte delle entrate per evo sono dalle quote di iscrizione ai tornei, è comprensibile come tale scenario non sia appetibile dal punto di vista economico.
Ultimo aspetto ma non per importanza è il fatto che oltre a dover procurarsi delle televisioni a tubo catodico adatte alla competizione, le console stesse da dover utilizzare e i giochi non sono più in produzione da almeno un decennio. Ricercare un Game Cube non solo richiede uno sforzo ma sono anche necessari numerosi test per accertarne il funzionamento. Le copie di Melee, d’altro canto, diventano ogni giorno sempre più limitate nelle loro quantità e il loro prezzo continua a lievitare, di pari passo con quello dei controller per Gamecube.
Il sentimento generale da parte dei pro players di Melee pare essere univoco: per quanto vi sia tristezza per l’esclusione del titolo, i vari Leffen, Mew2King e Armada si mostrano per nulla disperati sul futuro dell’evo e, anzi, vi è anche la positività su un eventuale ritorno del titolo sul palco di Las Vegas.
I pro player quindi in prima linea a frenare le ire dei fan più sfegatati, già pronti a scatenare un putiferio nei confronti di evo per questa esclusione. Quello che traspare, invece, dai giocatori di spicco è da una parte gratitudine per evo, tenendo sempre bene in mente che senza evo 2013 forse Melee non sarebbe grande come è ora, dall’altro l’obiettività di guardare in avanti con sguardo lucido e la consapevolezza che ormai evo non era più l’appuntamento cardine della stagione competitiva di Melee e il prestigio era ormai solo nel nome.
Vedremo dunque il futuro cosa riserverà a Melee ma è evidente come la sua scena competitiva sia completamente slegata da quella degli altri picchiaduro che vanno a comporre l’evo e che quindi saprà sopravvivere senza alcun problema a questa esclusione.
This post was published on 27 Febbraio 2019 5:27
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