Cara gente, benvenuti nel terzo episodio delle Cronache Perdute di Gotrek & Felix. Dopo aver scoperto una storia riguardante Thanquol, uno dei principali antagonisti dell’iconico duo, ci allontaniamo dagli Skaven e andiamo sui nonmorti.
Siamo nel 1994, nuovamente nella 4a edizione di Warhammer Fantasy. Games Workshop pubblica il primo Libro degli Eserciti dei Nonmorti, ai tempi uniti in un singolo manuale e non separati in Conti Vampiro e Re dei Sepolcri. Al suo interno viene raccontato il momento in cui Gotrek e Felix raggiungono Castel Drakenhof in Sylvania. Il necromante Hermann Schtillman si trova all’interno e sta compiendo un rituale nel tentativo di resuscitare Mannfred von Carstein, il quale era stato ucciso nel 2145 durante la Battaglia di Hel Fenn che pose ufficialmente fine alle Guerre Vampiriche. Per farlo, aveva recuperato i resti scheletrici del vampiro e rapito una giovane donna di cui sarebbe stato necessario il sacrificio. Tutta la questione viene interrotta da Gotrek e Felix che incappano nel rituale in atto e uccidono Schtillman, ma accade l’inaspettato. Il sangue versato di Schtillman tocca le ossa di del vampiro, portando comunque il rituale a compimento. Così Mannfred von Carstein viene comunque accidentalmente resuscitato da Gotrek & Felix. Infine, Mannfred si dilegua, la ragazza scappa e il duo abbandona il castello.
Ora sorge una domanda. Dopo due episodi di Cronache Perdute, come mai vi ho fatto un resoconto di questa storia al posto di renderlo il soggetto di un intero episodio? La ragione sta nella ripubblicazione di questo racconto. Rispetto all’iniziale stato di storia interna a un manuale, ha ricevuto il titolo Lord of Undeath ed è stato ripubblicato all’interno dell’antologia digitale Gotrek & Felix: Myths and Legends, poi all’interno della seconda Omnibus di Gotrek & Felix. Sono sincero, attualmente non so come potremo gestire la possibile pubblicazione dei singoli racconti brevi con Alanera Edizioni, ma è ragionevole pensare che a un certo punto ci occuperemo di tradurre anche questo racconto. Non è sepolto e dimenticato sotto forma di qualche pagina all’interno di un manuale che di pagine ne ha un centinaio, è un intero racconto disponibile separatamente di cui la casa editrice si potrebbe occupare.
Per questo motivo, noi oggi andremo a scoprire un altro lato della storia. All’interno dello stesso Libro degli Eserciti del ’94, c’era anche un’altra pagina situata temporalmente dopo il racconto della resurrezione di Mannfred. Ecco che ritorniamo a parlare di Cronache Perdute…
Mannfred von Carstein passeggiava lungo i parapetti del suo castello, godendo per la prima volta dopo secoli della sensazione della mobilità. Era rimasto a lungo nelle paludi di Hel Fenn con la più fioca consapevolezza di ciò che lo circondava. Solo quando quel pazzo di Schtillman aveva disturbato le sue ossa, allora aveva avuto più coscienza di sé rispetto a una lumaca o un insetto. Ora, ancora una volta, era nuovamente se stesso, l’orgoglioso nobile che aveva quasi rovesciato l’Impero. Il signore di uomini e magia, l’ultimo dei Conti Immortali della Sylvania.
Le due lune scrutavano attraverso le nuvole scure; esseri dalle ali di pipistrello si muovevano a cavallo dei venti. I segni erano tutti lì: in questa antica terra i Poteri della Nonmorte si agitavano ancora una volta. I ghoul si radunavano, le pestilenze flagellavano le città, i morti giacevano inquieti nelle loro tombe. Un antico famiglio aveva portato una notizia da sud che parlava di un nuovo risveglio di Nagash, protesosi dalla sua antica fortezza per piegare l’Oscurità alla sua volontà. Questo pensiero preoccupava persino von Carstein, perché chi sapeva di cosa fosse capace quell’antico e malvagio liche. Una volta si era avvicinato al dominio del mondo. Avrebbe potuto ancora farlo, se avesse riunito il suo potere. Il Conte Vampiro pensò che la sua resurrezione e il risveglio di Nagash potessero essere collegati, ma accantonò l’idea. Era il padrone di se stesso e aveva i suoi piani, i quali anche ora si avvicinavano al proprio compimento.
Attraverso le antiche vie tortuose, aveva inviato messaggi alla Confraternita. In quel momento, pallidi cavalieri su cavalli oscuri si dirigevano verso la fortezza. Compagnie di scheletri e zombi erano attirate dal richiamo della sua volontà. Dei ghoul si aggiravano nel cimitero sottostante e dei servitori zombi preparavano le cripte per l’arrivo dei suoi alleati. Von Carstein sorrise e i suoi denti bianchi brillarono grazie alla luce lunare. Presto avrebbe avuto di nuovo un esercito. Presto avrebbe reclamato le sue terre dagli usurpatori che le avevano prese. Presto avrebbe fatto tremare gli uomini mortali.
Il suo potere aveva raggiunto di nuovo l’apice. Quasi desiderava che il Nano fosse di nuovo presente, così da potergli spezzare le ossa e gettare il suo cadavere esangue dai parapetti più alti. L’orgoglio di von Carstein era ancora ferito dall’essere stato costretto a fuggire attraverso il suo stesso castello da un semplice Sventratore, e a nascondersi finché il Nano e il suo scagnozzo umano non si erano stancati di cercarlo. Tuttavia, nella sua lunga vita, von Carstein aveva imparato il valore della pazienza. Sapeva che c’era un momento per combattere e un momento per fuggire. In quel momento la fuga era stata la scelta più sensata. A Hel Fenn aveva imparato il potere delle armi runiche naniche e quello Sventratore aveva avuto con sé una delle armi runiche più potenti di tutte. Un odio gelido gli riempì il cuore. Una bella notte gliela avrebbe fatta pagare per la loro insolenza. Dopo tutto, aveva tutto il tempo del mondo per vendicarsi.
Si strinse addosso il mantello scuro. Non doveva farsi distrarre dai pensieri di vendetta. Aveva un obiettivo più grande da raggiungere. Una volta radunato l’esercito, avrebbe colpito a ovest e, una dopo l’altra, le piccole e antiche città della Sylvania avrebbero saputo che il loro Signore era tornato a reclamare ciò che gli spettava di diritto. Nella sua mente ricreò lo splendore dei vecchi tempi. Vedeva le grandi carrozze nere che trasportavano la nobiltà dalla carne pallida da una minacciosa fortezza all’altra. Vide i balli scintillanti durante i quali il sangue umano veniva servito da caraffe di cristallo e i vampiri mascherati inseguivano le loro prede spaventate attraverso giardini gloriosamente marcescenti. Vide paesani rispettosi porgergli il cappello, i loro occhi pieni di stupidità bovina pari a quella del bestiame. Presto, si disse, quei giorni sarebbero tornati.
Perché il destino del vampiro non era forse quello di nutrirsi dell’umanità? Gli uomini dalla vita breve non erano che banale bestiame per i loro eterni superiori? Era il loro destino fornire nutrimento all’aristocrazia della notte, così come era il destino del bestiame essere macellato per fornire cibo agli umani.
Von Carstein scosse la testa, sapendo quanto un simile pensiero fosse pericoloso. Gli esseri umani non erano semplici bovini. Erano più simili ai cinghiali che aveva cacciato prima di mettere da parte la sua mortalità. Erano pericolosi e astuti e anche da temere, perché avevano numeri e magie potenti. Non avrebbe mai dovuto sottovalutarli come aveva fatto in passato, quando era stato riempito di fiducia nei confronti della forza dei suoi poteri vampirici.
Colse il bagliore di carni paffute e pregne di sangue nel cortile sottostante. Rimase in silenzio per un momento e ascoltò. Udì dei passi leggeri sulle scale alle sue spalle e si voltò sorridendo. Era la ragazza che lo Sventratore e il giovane avevano salvato dalle segrete sottostanti. Lei gli sorrise nervosamente. Era tornata, come sapeva avrebbe fatto. Le si avvicinò lentamente. Lei gettò indietro la testa, scoprendo il collo, pronta per il suo bacio.
Il racconto termina qui, ma questo episodio deve ancora fare una precisazione. Anni dopo, nel 2007, la sussidiaria Black Industries di Games Workshop pubblicò Night’s Dark Masters, manuale per la 2a edizione di Warhammer Fantasy Roleplay dedicato ai vampiri. Al suo interno, quella ragazza sfuggita al rituale e poi tornata da Mannfred ricevette un nome: Lady Ariette von Carstein, prima della Nuova Generazione, un’umile paesana diventata aristocratica vampira. Una donna peculiare tra i suoi simili, desiderosa di assaporare i piaceri della nobiltà pur non volendone abusare e ancor più desiderosa di conoscere il mondo viaggiando, anche a costo di inserirsi in un gruppo di avventurieri. Una vampira che tutto sommato sfruttò la propria nuova condizione per godere di un mondo che la paesana di un tempo non avrebbe mai potuto vedere.
This post was published on 18 Gennaio 2024 13:00
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