Cara gente, eccoci finalmente arrivati alla seconda parte di questo grande speciale! Mentre attendete l’uscita di Sventraghoul in italiano, avete scoperto come Gotrek Gurnisson sia finito nei Reami Mortali e come si sia ricavato l’aspetto, l’equipaggiamento e la compagnia con cui appare tutt’ora. Ciononostante, Gotrek ha vissuto ulteriori avventure prima degli eventi di Sventraghoul, quindi oggi ci occuperemo di quelle storie e arriveremo a un passo dall’inizio del romanzo.
Blood of the Old World è il secondo possente audiodramma dedicato a Gotrek nei Reami Mortali. Con la sua durata di quattro ore e quarantacinque minuti, David Guymer continua la storia iniziata in Realmslayer e già continuata nel racconto breve One, Untended.
Gotrek si trova ancora a Hammerhal, ma nel racconto One, Untended avevamo scoperto che, tra una sbornia e l’altra, si fosse spostato nei pressi di una taverna di Hammerhal Ghyra, quindi nell’altra metà di città. In Blood of the Old World, Gotrek non si è affatto spostato ed è nuovamente mezzo ubriaco. Peccato che ora sia stato sbattuto in una cella per qualche sgarro fatto tra le vie della città.
Non essendo completamente lucido e non avendo niente di meglio da fare, Gotrek comincia a raccontare le proprie grandi avventure passate ad un compagno di cella non ben identificato, i cui grugniti ci fanno capire che costui non sia esattamente interessato e probabilmente nemmeno sveglio. A un certo punto Gotrek viene interrotto dalle parole di un altro individuo presente nella cella, il quale era rimasto silente fino a quel momento. Si tratta di un duardin che dice di chiamarsi Witromm, nome al quale Gotrek reagisce con scherno. Innanzitutto non gli stanno esattamente simpatici quelli che considera degli esseri inferiori ai veri nani, ma in più rimane piuttosto indignato dalla lingua. Il duardin si chiama Witromm, ma Gotrek lo corregge dicendogli Wyrtromm. In khazalid, wyr significa bianco mentre tromm significa barba, quindi Gotrek non reagisce bene a quello che lui valuta come un uso scorretto di una nobile lingua.
Nonostante gli immediati dissapori iniziali, i due conversano e Gotrek dice di essere alla ricerca di uno scopo e della propria Ascia di Grimnir. La loro conversazione viene però interrotta da Maleneth, la quale arriva insieme a una guardia che ha ricevuto l’ordine di liberare lo Sventratore. L’aelfa dice di aver trovato passaggio su una nave Kharadron, ma Gotrek è riluttante all’idea di incontrare altri “”nani”” con cui molto probabilmente non andrebbe d’accordo. A quel punto Witromm sostiene di conoscere Harathgriel, un antico Signore degli Alberi (un uomoalbero, in sostanza) che potrebbe sapere dove cominciare a cercare l’ascia. Stando alle sue parole, Harathgriel si troverebbe in una fredda radura nei pressi dei Picchi Maiverdi, perciò Gotrek ignora totalmente l’idea di Maleneth e parte per conto suo.
Maleneth segue Gotrek in una zona dei Picchi Maiverdi terribilmente fredda. Durante il viaggio, Maleneth si lamenta per il freddo e Gotrek la schernisce perché gli elfi oscuri non dovrebbero lamentarsene, siccome provengono dal Naggaroth, la Terra del Freddo. Maleneth sfoga un po’ di esasperazione perché non sa nemmeno cosa sia questa Terra del Freddo e Gotrek continua a parlare di cose che solo lui comprende, ma nel frattempo il viaggio prosegue finché i due non si imbattono in un gruppo di Sylvaneth che sono apparentemente nel bel mezzo di una Caccia Selvaggia.
Gotrek e Maleneth affrontano questi Sylvaneth, i quali sono capeggiati da una Cacciatrice Kurnoth di nome Drathiel. A un certo punto Witromm raggiunge il terribile duo, un po’ offeso perché sperava che lo invitassero ad unirsi alla ricerca, siccome lui aveva fornito l’indizio iniziale. Il duo diventa un trio e il conflitto con i Sylvaneth continua finché Gotrek non è costretto ad attivare la runa piantata nel suo petto. Ciò scatena un inferno di fiamme intorno a lui, le quali scacciano temporaneamente i Sylvaneth, ma allo stesso tempo scongelano le fredde terre circostanti. Normalmente ciò non avrebbe avuto grandi conseguenze, ma quelle terre erano congelate magicamente e fungevano da prigione per un Campione di Nurgle che durante l’Età del Caos non si era dimostrato “sventrabile”, motivo per cui la dea Alarielle intervenne personalmente per imprigionarlo e fermare la terribile piaga che stava diffondendo al suo passaggio. Il Campione, molto felice della propria liberazione, si mette subito all’opera per raggiungere Alarielle, siccome Nurgle la rivuole.
NOTA: Durante la Fine dei Tempi del Mondo-Che-Fu, le parti di Isha confluirono in Alarielle, sfociando nella sua definitiva ascensione a Dea della Vita con la formazione dei Reami Mortali. Prima avvenne la morte della Regina Ariel e poi Shallya (da sempre un altro nome di Isha) fu liberata dal Giardino di Nurgle. Per questo motivo, Nurgle rivuole Alarielle. Non ha mai avuto lei, ma in un certo senso ha tenuto prigioniera una parte di lei per molto tempo.
Nonostante tutti i buoni propositi del Campione, Gotrek gli presenta l’ascia Zangrom-Thaz e gli fa scoprire d’essere molto più sventrabile di quanto pensasse. Con la morte del servo di Nurgle, non passa molto tempo prima che i Sylvaneth tornino, ma a quel punto Witromm riesce a calmare la situazione dicendo di conoscere Harathgriel. Proprio in quel momento, Alarielle si manifesta davanti al trio per comprendere meglio cosa stia succedendo. Ne segue un discorso durante il quale sorge un’informazione importante: Harathgriel non è più nel Regno della Vita, poiché si è diretto verso una Torre d’Argento di Tzeentch che minaccia i territori di Alarielle più o meno da quando le forze di Skaven e Caos hanno attaccato Hammerhal Aqsha. Gotrek non si lascia scoraggiare e, nonostante non sappia minimamente dove andare, vuole partire immediatamente per raggiungere la Torre d’Argento, perciò Alarielle incarica Drathiel di accompagnare il trio, siccome la Cacciatrice condivide un legame con il Signore degli Alberi e saprà guidarli.
Passa una settimana e il gruppo di protagonisti si trova impegnato in un combattimento con degli Orrori di Tzeentch. Drathiel giunge alla conclusione che la Torre d’Argento deve essersi spostata da Ghyran e, sforzandosi mentalmente, riesce a rintracciarla nei pressi di Ghur, il Regno delle Bestie. Una volta ricevuta una spiegazione sul luogo di cui parlano, Gotrek si dimostra particolarmente emozionato all’idea di visitare un intero regno popolato da temibili mostri che potrebbe uccidere. D’altronde è uno sventratore che ha passato anni a combattere esseri sempre più terribili, quindi un luogo pieno di roba simile non può far altro che renderlo contento.
Il viaggi diventa più complicato quando diventa evidente il modo in cui dovranno raggiungere Ghur. Non un semplice e pacifico Cancello Passaregni come quello che collega le due metà di Hammerhal situate in regni diversi, bensì una bestia di dimensioni cosmiche, ritenuta importante dai Seraphon, i servi degli antichi Slann. Si tratta di Olycoatl, un titanico serpente che molto tempo fa fuoriuscì da Ghyran e si diresse verso Ghur, ma finì per rimanere intrappolato a metà strada diventando un immenso ponte tra i due regni.
Il gruppo comincia ad attraversare la lunga strada sulla schiena di Olycoatl, la quale si è lentamente trasformata in un grande ecosistema abitato (pure nel lungo tratto di vuoto eterico presente tra i due regni), ma purtroppo anche attualmente infestato da Orrori di Tzeentch. Benché risultino fastidiosi, il viaggio riesce a proseguire e il gruppo giunge a metà strada. Tuttavia, gli sforzi mentali di Drathiel cominciano a farle subire un numero sempre crescente di terribili visioni e ciò finisce per farle perdere i sensi.
Il gruppo viene improvvisamente fermato da un prete stellare scinco che li ammonisce: non possono proseguire, devono tornare indietro. Il gruppo non è esattamente convinto, ma almeno riceve un po’ di aiuto perché lo scinco decide di fornire assistenza a Drathiel. Tutti insieme, raggiungono uno strano edificio da cui lo scinco sorveglia il serpente cosmico. Al suo interno, lo scinco comincia un rituale che dovrebbe curare Drathiel, ma Gotrek è impaziente e a un certo punto non sopporta più l’attesa, perciò si dilegua all’insaputa di Witromm e Maleneth. Quest’ultimi si accorgono troppo tardi della scomparsa dello sventratore e si lanciano all’inseguimento.
Come se tutta questa situazione non bastasse, Olycoatl è inquieto. All’altro capo del serpente, letteralmente davanti alla sua faccia, si erge la fortezza Roccia Mortis. Molto tempo prima di questi eventi, i Figli Eterni della Tempesta appartenenti agli Incudini dell’Heldenhammer strinsero il Giuramento Perpetuo, il quale portò alla creazione di un’alleanza con alcuni Seraphon e all’inizio di una missione: stabilire una guarnigione davanti alla testa di Olycoatl affinché gli Incudini dell’Heldenhammer lo proteggessero per sempre. Da quel momento, una Camera degli Incudini costruì Roccia Mortis e iniziò a proteggere il serpente. Ma se ciò vale ancora nel momento in cui Gotrek sta attraversando Olycoatl, perché quest’ultimo è agitato?
Roccia Mortis è assediata dagli skaven di Thanquol e agli Incudini dell’Heldenhammer stanziati in quel luogo si è recentemente aggiunto un nuovo Figlio Eterno: Jordaius Lionheart, ossia il principe Jordain che non molto tempo prima era morto combattendo al fianco di Gotrek. Riforgiato sotto forma di Figlio Eterno della Tempesta, la difesa di Roccia Mortis è la prima battaglia di Jordaius, il quale è turbato da strani sogni ad occhi aperti ogniqualvolta tenta di pregare Sigmar. Al posto di ricevere la benedizione del proprio dio, la sua mente inizia a sentire una voce profonda che parla in una lingua a lui sconosciuta. Nel bel mezzo della battaglia, Jordaius continua a tentare di pregare Sigmar ottenendo questo spiacevole effetto collaterale finché non inizia a ricordare qualcosa della propria vita passata e avverte una sensazione. La risposta risiede in un duardin che si trova oltre la testa del serpente, motivo per cui decide di allontanarsi dalla battaglia per comprendere meglio il proprio mistero interiore, convinto che i suoi compagni possano farcela anche senza di lui.
NOTA: Solitamente, l’anima di una persona scelta da Sigmar affinché diventi un Figlio Eterno della Tempesta viene presa nel momento della morte e ciò fa sì che si manifesti un fulmine nel punto in cui quella persona muore. Nel caso di Jordain, ciò non è avvenuto, ma è presto spiegato. I primi Incudini dell’Heldenhammer vennero scelti da Sigmar andando a recuperare anime di eroi morti da molto tempo, ma il loro reclutamento continuò ad essere simile anche tempo dopo. Ancora adesso, gli Incudini non vengono presi nel momento della morte, ma più tardi, quando la loro anima è in pace. Potrebbe succedere dopo anni, potrebbe succedere dopo pochi istanti, ma ogni volta non c’è un lampo ad attendere il loro ultimo respiro.
Drathiel riesce a riprendersi e lo scinco si unisce all’inseguimento di Gotrek, il quale si rivela già impegnato ad affrontare alcune bestie provenienti da Ghur che si aggirano per il dorso di Olycoatl. Un enorme mostro riesce a stordirlo temporaneamente e a quel punto giunge Maleneth. Convinta che ormai il nano sia vulnerabile, sta per approfittare del momento per strappare la runa dal petto di Gotrek, ma a fermarla giunge Jordaius, il quale si schianta contro Maleneth sentendo di dover proteggere quel “duardin”. Lo scinco si dimostra adirato nel vedere un Figlio Eterno che ha violato il Giuramento Perpetuo abbandonando il luogo che dovrebbe proteggere, ma Jordaius cerca di spiegarsi e alla fine la situazione viene risolta da Maleneth che assassina lo scinco. Nel frattempo, Olycoatl si scuote in modo incontrollabile e Gotrek, dopo essersi ripreso, si lancia alla carica cercando di ferire ripetutamente il serpente cosmico con la propria ascia. Maleneth gli suggerisce di liberare il potere della runa, a detta sua l’unico modo di sfoderare abbastanza potere da sconfiggere la titanica bestia su cui si trovano, ma lui non vuole perché ha visto che cosa ha liberato sui Picchi Maiverdi. Dimostrandosi particolarmente insistente, Maleneth riesce a convincere lo sventratore. Gotrek scatena l’incommensurabile potenza della runa di Grimnir, venendone pervaso e riuscendo a piantare un colpo di Zangrom-Thaz che abbatte Olycoatl.
Con il serpente morto e finalmente fermo, il gruppo si riunisce e ad esso si aggiunge Jordaius. Gotrek comprende chi lui sia e ne è disgustato. Jordaius non ricorda pressoché nulla della propria vita passata e, benché questa perdita di memoria non sia comune a tutti i Figli Eterni, Gotrek non la accetta. Come può una persona essere se stessa se ha abbandonato tutto ciò che era e tutto ciò che ricordava? Era già rimasto un po’ deluso dai Figli Eterni, ma sperava ancora un po’ che Felix potesse essere diventato uno di loro. Convintosi che quello sia il destino dei Figli Eterni, Gotrek abbandona la speranza di rivedere Felix in quello stato e si augura il contrario.
Quando il gruppo raggiunge Ghur, ad attenderli c’è uno spettacolo desolante. gli Incudini dell’Heldenhammer hanno perso e sono stati completamente massacrati, perdendo Roccia Mortis. Jordaius viene avvolto dai sensi di colpa, ma il viaggio non può interrompersi.
Mentre altrove si svolgono tutti questi eventi, da qualche altra parte Thanquol architetta i propri piani malefici e assolda tre agenti appartenenti rispettivamente ai clan Moulder, Eshin e Skryre affinché si addentrino nella Torre d’Argento, la quale è governata da Xer’ger’ael, Tiranno degli Occhi, uno dei nove Evocatori Scheletrici di Tzeentch.
NOTA: gli Evocatori Scheletrici sono nove demoni di Tzeentch che da moltissimo tempo rispondono agli ordini di Archaon. Ciononostante, agiscono spesso per conto proprio e ognuno di loro possiede una propria Torre d’Argento.
Passa un’altra settimana e il gruppo di protagonisti è riuscito a rintracciare ed entrare nella Torre d’Argento. Da una parte, loro si stanno scavando la via abbattendo i servi di Tzeentch, ma nel frattempo la squadra inviata da Thanquol sta tentando di fare lo stesso. Il Veggente Grigio agisce mantenendosi a debita distanza e i tre skaven parlano con il proprio signore utilizzando un apposito squittilontano.
Xer’ger’ael si intromette nell’esplorazione e rimescola le stanze della propria Torre spaesando tutti i presenti. Successivamente, il gruppo si trova davanti a un bivio e solo Drathiel vuole percorrere una strada differente. Witromm fallisce nel tentativo di convincere Drathiel a non proseguire da sola e la Cacciatrice Kurnoth si allontana, quindi Witromm prosegue con gli altri finché non attraversa un portale. Prima che possano raggiungerlo, la stanza in cui si trovano Gotrek, Maleneth e Jordaius inizia a riempirsi d’acqua. Le Torri d’Argento sono sempre piene di individui di varia natura che si sono addestrati e persi al loro interno per raggiungere gli obiettivi più strani, tant’è che all’improvviso giunge un gruppo di Idoneth. Benché il combattimento che ne consegue sia breve e si risolva con l’attraversamento di un altro portale lì vicino, Gotrek riesce comunque a sfoderare qualche nuovo insulto nei confronti di questi ulteriori abitanti dei Reami Mortali da lui appena scoperti. D’altronde, secondo lui è giustissimo che gli elfi affondino nell’oceano, ma dovrebbero rimanerci, possibilmente morti.
Con Witromm disperso chissà dove, Gotrek, Maleneth e Jordaius tentano di proseguire ed effettivamente riescono a ritrovare Drathiel, la quale a sua volta è riuscita a ritrovare il Signore degli Alberi Harathgriel. Quest’ultimo è ormai morente ed è pure piuttosto confuso, infatti non si rende pienamente conto di dove si trovi, ma l’incontro con Gotrek lo fa rinsavire parzialmente. Sostiene di conoscerlo e dice di sapere dove lui possa trovare ciò che cerca, ossia attraverso un particolare Cancello Passaregni. Perché particolare? Perché porta al Mondo-Che-Fu.
Xer’ger’ael si unisce alla scena e conferma l’esistenza di un simile Cancello Passaregni mostrandolo ai presenti. Tuttavia, aggiunge di non poterlo utilizzare perché necessita di energia da parte di qualcuno che abbia camminato sul suolo del Mondo-Che-Fu. In quel momento Xer’ger’ael usa la propria stregoneria per trasportare Thanquol all’interno della Torre d’Argento. Gli skaven al suo servizio, i quali poco prima si erano anche brevemente scontrati con i protagonisti, sono stupiti da tutto ciò, mentre Thanquol capisce d’essere stato usato, si indigna e scaglia un incantesimo contro l’Evocatore Scheletrico. Comprende il proprio errore solo quando Xer’ger’ael deflette facilmente l’incantesimo dirigendolo contro il Cancello, il quale assorbe l’energia di un individuo proveniente dal Mondo-Che-Fu e finalmente si accende.
A quel punto, Drathiel decide di rimanere indietro per riportare ad Alarielle i resti di Harathgriel, mentre Gotrek accetta l’idea di attraversare il Cancello per raggiungere il Mondo-Che-Fu. Maleneth e Jordaius tentano di seguirlo e poco dopo fanno lo stesso pure Thanquol e i suoi agenti.
Gotrek, Maleneth e Jordaius non si trovano improvvisamente nel Mondo-Che-Fu, bensì nel Regno del Caos. Inizialmente si ritrovano sparpagliati e confusi sia dall’ambiente che dalla cacofonia dei demoni di Tzeentch, ma poi Gotrek recupera gli altri due e, avendo attraversato questi luoghi per fin troppo tempo, spiega dove si trovino: il Labirinto di Cristallo di Tzeentch. Il Cancello per il Mondo-Che-Fu deve trovarsi da qualche parte nelle profondità del Labirinto e da quel momento parte una nuova ricerca.
Thanquol e i suoi agenti fanno lo stesso, ma quest’ultimi iniziano a dubitare delle parole del Veggente Grigio, il quale sostiene che in realtà tutto l’accaduto sia stato parte del suo astutissimo piano. Quando gli agenti lo abbandonano, Thanquol si occupa di loro e rimane da solo, in cerca di Gotrek e di vendetta contro un nano che si sta rivelando capace di perseguitarlo persino in un altro mondo.
A causa della confusione e dei demoni, Gotrek e Jordaius rimangono separati da Maleneth e si trovano costretti a proseguire senza di lei. Tuttavia, i demoni non si rivelano l’unica minaccia, poiché ad ostacolarli giunge il prete stellare scinco insieme a una moltitudine di Seraphon. Ricreato per volere dello Slann Zectoka, lo scinco cerca di convincere Gotrek a non raggiungere il Cancello perché gli Slann hanno previsto il futuro e il suo ritorno nel Mondo-Che-Fu devasterebbe il flusso degli eventi. Loro stessi avrebbero voluto tenere sotto controllo quel Cancello, ma Tzeentch glielo aveva impedito rubandolo per sé. Jordaius giunge alla conclusione che Sigmar abbia tracciato il suo destino conducendolo fino a Gotrek e poi a quel momento. Seppur tagliato fuori dalle energie di Sigmar a causa del Regno del Caos, decide di tenere a bada da solo i Seraphon, dando a Gotrek il tempo di uccidere lo scinco e di proseguire. Jordaius scompare nel bel mezzo della battaglia, forse destinato davvero a concludere la propria vita in quel luogo e in quel momento, lontano da Sigmar e forse senza la possibilità d’essere Riforgiato.
Proseguendo, Gotrek si trova bloccato, non rendendosi conto che, addentrandosi ancor di più nelle profondità del Regno del Caos, la sua mente si sia smarrita all’interno della runa che porta nel petto. Mentre batte i pugni contro una barriera apparentemente infrangibile, accanto a lui appare qualcuno. Ha l’aspetto di Witromm e Gotrek si chiede se sia lui, ma il nano risponde di esserlo solo in un certo senso. In realtà si tratta del frammento di Grimnir che risiede nella runa, il quale è riuscito a manifestarsi per parlare faccia a faccia, ma camuffando il proprio aspetto. Witromm-Grimnir cerca di dissuadere Gotrek, cerca di portarlo ad ammettere che per tutto questo tempo avrebbe potuto ottenere una morte degna del perdono per i propri peccati, se solo avesse davvero voluto morire e non avesse considerato più importante la fama. Gotrek non è convinto, si chiede pure se Grimnir non avesse potuto scegliere Malakai al posto suo, ma il dio camuffato davanti a lui tenta ancora di mostrargli la verità che non vuole accettare. Quel mondo è condannato, tornare indietro non lo salverà e Grimnir glielo aveva già detto, ma lui non aveva voluto ascoltare. Gotrek ribatte di volerlo fare per “l’ometto”, ma Witromm-Grimnir risponde spiegandogli che Felix fece una scelta tanto quanto Gotrek fece la propria. Felix rimase indietro e il suo compagno poté andare nel Regno del Caos, poiché, come Gotrek stesso aggiunge, voleva essere ricordato per sempre.
Sul finire della conversazione, la runa pare “aprirsi” tramite una porta e Gotrek scambia le proprie ultime parole con Witromm-Grimnir. Ora nessuno lo sta fermando e il dio progenitore gli dice:
“Vai ad essere ricordato.”
Gotrek si trova davanti al Cancello del Mondo-Che-Fu e inizia a vedere Felix impegnato nella scrittura delle ultime righe dei suoi diari, mentre il mondo si avvicina sempre di più alla propria fine. Gotrek comprende di trovarsi davanti a un portale che lo condurrà verso un mondo in rovina e, ora che si trova lì, non sa cosa fare. Oltrepassarlo, riunendosi con il proprio cronachista e morendo al suo fianco insieme al proprio mondo? Non ha il tempo di darsi risposta perché Thanquol riesce a recuperare terreno e a raggiungere la propria nemesi. I due si parlano e Gotrek ritiene che lo skaven sia ormai vecchio e debole, ma Thanquol scatena la propria stregoneria dimostrandogli il contrario. La runa nel petto si accende, ma Gotrek non ne sfodera ancora il potere.
G: “Non sei forte la metà di quanto pretendi d’essere.”
T: “Sono dieci volte più potente di quanto pretendo d’essere.”
Il loro duello prosegue, ma la magia corrotta di Thanquol è rafforzata dall’energie del Regno del Caos. Lo sarebbe anche il potere della runa, siccome l’energia di divinità e magie proviene dallo stesso luogo, ma Gotrek continua a non volerla sfruttare. Solo quando Thanquol lo sommerge con un’ondata infinita di ratti, solo in quel momento Gotrek rivolge un altro po’ di sprezzo nei confronti di Grimnir e decide di ricorrere alla runa. I ratti vengono distrutti e Gotrek si scaglia contro Thanquol, ma lo skaven usa un’ultima volta la propria magia per dileguarsi e sfuggire all’ira del nano. Gotrek giura di ritrovarlo.
Oltre il Cancello, per un po’ si può sentire Felix parlare tra sé e sé dopo aver trascritto le ultime righe dei propri scritti e dopo aver considerato concluso il proprio giuramento nei confronti di Gotrek. Esprime le proprie ultime speranze, le cose che avrebbe voluto fare prima di terminare la propria vita, con Gotrek che ascolta e poi gli parla sebbene Felix non possa comprenderlo a pieno.
“Ometto… no, scusami, ometto. Witromm aveva ragione, sia dannata la sua barba. Ho vissuto tutta quella vita e così hai fatto anche tu. Ci ha portato dove siamo ora e scommetto che entrambi abbiamo ancora grandi avventure davanti a noi. Finché questo portale esiste qui, nel Labirinto di Tzeentch, i Reami Mortali sono in pericolo. Deve essere distrutto.
È rimasto in piedi per secoli. Ha resistito all’ira del Caos, l’annientamento di un mondo, il freddo viaggio attraverso le stelle e il calore della ricreazione, ma ora incontra la testardaggine di un nano.”
“Gotrek… Gotrek, sei tu?”
“A quando ti ritroverò, ometto.”
Dopo un lasso di tempo ignoto, Maleneth riesce a ritrovare Gotrek privo di sensi, giungendo nuovamente al pensiero di poter estrarre la runa dal cadavere del nano, ma la sua mano viene fermata da Gotrek stesso che si sveglia e le dice che il suo assassino dovrà essere rimandato ad un’altra occasione. Pronti a ritornare da dove sono venuti, Maleneth chiede che cosa il nano voglia fare ora, domanda alla quale Gotrek risponde sostenendo che ora vivranno e insegneranno ai Reami Mortali il suo nome.
Dopo il finale, in realtà, si cela un’ultima scena. Da qualche altra parte, in una fucina che potrebbe essere quella di Grungni, Witromm osserva da lontano Gotrek mentre grida le proprie ultime parole di questa storia. Tra sé e sé, Witromm immagina di parlare con Grungni e gli dice d’aver avuto ragione. L’ultimo figlio di Gurni era davvero degno d’essere tenuto d’occhio.
Questa storia non esplicita mai la reale identità di Witromm, ma il suo nome, il suo aspetto e le sue azioni vogliono assolutamente renderla evidente. Si è sempre trattato di Grombrindal, il famoso Nano Bianco, il quale viaggia da tempo in lungo e in largo assumendo varie identità e dispensando consigli a questi giovani duardin e non solo. Benché si tratti già di un essere leggendario, come ha fatto Grombrindal a camminare sui Reami Mortali e cosa ha fatto per tutto questo tempo? Oh cara gente, questa è un’altra lunga storia e i Momenti BG esistono per questo.
È passato un po’ di tempo dagli eventi di Blood of the Old World e Gotrek continua a seguire i propri strani e scostanti obiettivi con Maleneth che lo segue costantemente. Da sei settimane, i due viaggiano per i desolati deserti delle Rovine di Ahramentia insieme a Dethyn Marwdwyd, un mago umano del Collegiate Arcane specializzato nel sapere della morte. Il Necrosisma ha colpito i Reami Mortali da non molto tempo e questo mago vuole analizzare le terre di Ahramentia, nelle quali ultimamente si aggirano numerosi spiriti inquieti. Per farlo, ha assoldato Gotrek e Maleneth, perciò ora si ritrovano insieme nel deserto e con dei fantasmi attorno.
Durante la loro missione, Witromm (Grombrindal) pare apparire dal nulla e Maleneth ripensa alla sua convinzione d’averlo perso durante l’esplorazione della Torre d’Argento, ma Witromm non bada all’argomento. Si unisce a loro come se nulla fosse e decide di aiutarli perché apparentemente gli spiriti inquieti che infestano le Rovine di Ahramentia includono anche delle anime duardin. Tra di esse, Ringol Fabbricamaghi, un duardin leggendario per quelle terre.
La vicenda porta i protagonisti a combattere gli spiriti e cercare di scacciarli. Dethyn tenta anche di studiare i fenomeni magici in atto e alla fine, dopo qualche peripezia, la pace interiore raggiunge l’anima di Ringol Fabbricamaghi, la quale si dilegua insieme ai propri simili e abbandona Aqshy. Dethyn chiede a voce alta dove siano andati quegli spiriti e Witromm gli garantisce che si siano diretti verso un posto migliore.
In questo racconto breve, Darius Hinks fornisce un vero e proprio prequel per Sventraghoul. Viene narrato in prima persona dal punto di vista di Trachos, un Figlio Eterno della Tempesta che è apparentemente sfuggito a degli orrori vissuti a Shyish riuscendo a raggiungere Aqshy. La sua mente è tormentata, i suoi stessi pensieri sembrano diventare una seconda identità che lo attanaglia consumandolo e scavando con dei sensi di colpa dovuti all’assassinio di persone che probabilmente non meritavano di morire per mano sua. Tenta di auto-giustificarsi, ma niente riesce ad estinguere le sue colpe.
NOTA: Trachos è un Lord-Ordinator dei Vendicatori Celestiali. I membri di questa schiera sono famosi per l’odio che portano nel proprio animo, inoltre essi venerano sia Sigmar che il Padre delle Lame, un’entità che ritengono essere la personificazione di dodici spade runiche duardin che un tempo vennero donate ai secondi in comando di Sigmar nel lontano Mondo-Che-Fu. Ovviamente non sono a conoscenza della reale storia della formazione dell’Impero e delle dodici Zanne Runiche che Alaric il Pazzo creò nel corso del tempo per donarle ai leader delle terre di Sigmar.
Mentre ragiona su cosa fare, la sua attenzione viene attirata da qualcosa. In lontananza, vede un’aelfa e un duardin che stanno combattendo contro una bestia di natura draconica. Trachos crede che quella bestia sia troppo potente per quei due individui, ma si deve ricredere quando la testa di quella bestia incontra l’ascia di Gotrek. A scontro concluso, si mostra ai due, i quali ovviamente si presentano come Maleneth e Gotrek. Trachos chiede perché siano nei pressi del Picco dell’Uccisione, nel bel mezzo del nulla, perciò Maleneth dà la colpa a un ubriacone di Axantis. Dopo aver sostenuto che un individuo immortale si nasconda preso il Picco del Nulla, Gotrek si è convinto che costui debba per forza essere una persona che viene dallo stesso mondo da cui proviene lui.
Maleneth spiega d’appartenere all’Ordine di Azyr e di dover recuperare la potente runa nel petto di Gotrek. Trachos decide quindi di accompagnare il duo verso il Picco del Nulla, siccome i suoi strumenti da Lord-Ordinator gli permettono di orientarsi meglio. Magari riuscirà lui stesso a prendere la runa e a tornare ad Azyr riuscendo a coprire le proprie colpe con una gloria più grande.
Dopo circa due giorni di viaggio, il Picco del Nulla viene raggiunto, ma ad attenderli non c’è un essere immortale o divino. Si tratta di un Principe d’Ametista, un antico regnante di un principato di Shyish imprigionato da Nagash su una montagna di Aqshy affinché venga tormentato per sempre. Trachos chiede perché Gotrek cerchi un essere che crede immortale e il nano risponde “vendetta”. Dopo le vicende vissute in precedenza, si è convinto del fatto che le divinità lo abbiano privato del proprio fato finale, perciò avrà la propria vendetta. Un motivo non sempre solidissimo di cui lui stesso non è sempre totalmente convinto.
Quando il trio raggiunge l’alcova del principe, spiriti inquieti tentano di aggredirli e l’energia di Shyish si intensifica rendendo difficile vedere o camminare. Gotrek finisce pure per piantare un colpo d’ascia contro Trachos, poiché durante il viaggio avevano bevuto e il Figlio Eterno della Tempesta, alzando un po’ il gomito, aveva parlato nel sonno rivelando l’intenzione di prendere la runa per sé. Gotrek gli fa capire di non avere possibilità d’ucciderlo e si erge stoico in mezzo a un crescente vortice di magia della morte. Alla fine il principe viene ucciso e liberato dal proprio tormento, evento che scatena terribilmente il vortice in crescita. Gotrek urla il nome di Nagash, gli dice che lo Sventratore sta venendo per lui e infine si lancia scomparendo nel vortice. Sia Maleneth che Trachos finiscono anch’essi nel vortice, udendo Gotrek ridere e cantare mentre precipita nell’abisso.
Siamo quindi giunti alla fine di questo approfondimento. Ora siete al passo con le avventure di Gotrek, ma vi invito ad effettuare qualche lettura ulteriore. Trachos è uno dei protagonisti di Sventraghoul, quindi potreste voler leggere Momenti BG 50 per conoscere meglio il processo della Riforgiatura dei Figli Eterni della Tempesta (in quell’articolo li chiamo ancora Stormcast Eternals perché nel 2018 non era ancora stata inventata una traduzione, ma più avanti lo aggiornerò). Inoltre, per motivi che non vi rivelerò qui, potrebbe interessarvi la lettura di Momenti BG 53, lo speciale in cinque parti tutto dedicato all’approfondimento dei duardin chiamati Kharadron.
Ora vi attendo dopo la lettura di Sventraghoul. Mi ha fatto molto piacere revisionare la traduzione di questo romanzo, quindi non vedo l’ora che possiate gustarvelo.
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This post was published on 24 Marzo 2022 16:51
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