Quando Alanera Edizioni mi comunicò che il prossimo romanzo di Warhammer tradotto in italiano che avrei dovuto revisionare sarebbe stato Sventraghoul, sono rimasto momentaneamente colpito. Black Library decide l’ordine delle uscite e questa è stata una scelta assai particolare perché ci troviamo davanti a un libro che necessita di spiegazioni, almeno per i lettori italiani. Lasciatemi spiegare perché.
La pubblicazione italiana della saga di Gotrek & Felix si interruppe molti anni fa con Giantslayer (Sventragiganti / Sangue di Gigante) di William King, ma in realtà la serie è ampiamente proseguita. Nathan Long prese le redini della serie scrivendo Orcslayer, Manslayer, Elfslayer, Shamanslayer e Zombieslayer. Dopo di lui, Josh Reynolds scrisse Road of Skulls e The Serpent Queen mentre David Guymer mosse il proprio primo grande passo nella saga scrivendo City of the Damned. Nel frattempo, questi e vari altri autori contribuirono alla grande storia di Gotrek & Felix scrivendo numerosi racconti brevi sparsi cronologicamente nei molti anni di viaggio di questi due personaggi.
Tra il 2014 e il 2015, David Guymer concluse la lunga serie scrivendo Kinslayer, il racconto breve Rememberers e infine Slayer. Gotrek e Felix hanno trovato la conclusione del proprio viaggio insieme, ma il buon vecchio nano sventratore non ha comunque trovato esattamente il fato da lui agognato. Anche nel caso in cui non abbiate mai letto un romanzo di Warhammer, avrete probabilmente notato la presenza di Gotrek nei Reami Mortali, luoghi la cui attuale incarnazione esiste a migliaia di anni di distanza dalla distruzione del Mondo-Che-Fu di Warhammer Fantasy. Vi starete ragionevolmente chiedendo come ciò sia possibile, ma la risposta non è contenuta in Sventraghoul.
Per onorare il ritorno di un grande personaggio come Gotrek, nel 2018 Black Library ha prodotto un audiodramma in quattro parti (con una durata totale di quattro ore) ad alto budget intitolato Realmslayer (scritto da David Guymer). Gli audiodrammi sono già un prodotto molto interessante perché vanno oltre il semplice audiolibro e sono descrivibili come dei veri e propri “film per non vedenti” con tanto di colonna sonora dedicata, effetti sonori e vari doppiatori che interpretano il proprio personaggio. Con Realmslayer, però, Black Library ha voluto osare ancora di più con ogni componente dell’audiodramma e per la voce di Gotrek ha ingaggiato Brian Blessed, attore particolarmente noto per il proprio ruolo del Principe Vultan nel classico Flash Gordon.
Ora, io qui non vi farò spoiler sulle avventure di Gotrek & Felix nel Vecchio Mondo, poiché prima o poi anch’esse arriveranno in italiano (o torneranno, nel caso dei primi libri) e avrò indubbiamente il piacere di revisionarne la traduzione. Vi basti sapere che, prima della fine del mondo, un certo evento porta Gotrek a combattere orde di demoni del Caos per moltissimo tempo, apparentemente un’eternità. Quel certo evento è stato causato da Grimnir, motivo per cui Gotrek lo insulta e maledice occasionalmente.
Nel frattempo, nel cosmo trascorrono i millenni, le energie di quelli che un tempo erano i Venti della Magia si condensano dando vita ai Reami Mortali. Trascorrono l’Età del Mito e quella del Caos, poi inizia l’Età di Sigmar e a un certo punto Gotrek viene sputato fuori dal Regno del Caos approdando su Aqshy, il Regno del Fuoco. Da qui iniziano le sue nuove vicende.
Gotrek si trova presto davanti ai pyrosventratori della Loggia Unbak e comincia a schernirli per le loro armi e il loro modo di vestirsi. Inizialmente Gotrek, trovandosi davanti a dei nani così strani, è assolutamente convinto di trovarsi ancora nel Regno del Caos. I pyrosventratori sono piuttosto spazientiti da quello che credono essere un vecchio duardin spodestato in preda all’ubriachezza, siccome sono impegnati nella forgiatura della runa maggiore di Krag Blackhammer. Scoppia un combattimento interrotto solo grazie alle guardie auriche che riescono a immobilizzare Gotrek per portarlo in una cella della roccaforte Karag-Unbak. Durante l’intero evento, il fabbro guerriero Broddur osserva la scena e rimane molto incuriosito dall’aspetto di Gotrek, poiché gli ricorda molto la rappresentazione di Grimnir che porta sul proprio stendardo.
Nella cella, Gotrek incontra un’aelfa khainita chiamata Maleneth, la quale parla occasionalmente con una presunta maestra attraverso un ciondolo appeso al collo. Ovviamente i due non vanno molto d’accordo, Gotrek la chiama pure elfa oscura perché non ha minimamente idea di come siano rinate e cambiate le popolazioni che lui conosce, ma a un certo punto Karag-Unbak viene assediato dagli Skaven. In quel momento Maleneth svela d’essersi fatta catturare di proposito per potersi avvicinare al luogo da cui avrebbe potuto rubare la runa maggiore. Approfittando della confusione creatasi, Maleneth scassina la serratura della cella e fugge.
Poco dopo Broddur raggiunge Gotrek e gli dice di seguirlo perché il padre della loggia potrà dirgli chi lui sia (ovviamente non è così, nessuno di loro sa chi sia realmente Gotrek). Il nostro caro sventratore lo segue, ma l’attacco in corso causa la loro separazione e Gotrek, il quale è arrivato nei Reami Mortali senza la propria ascia, ne prende una che trova lì di passaggio. A un certo punto incontra nuovamente Maleneth, la quale sta rubando la runa maggiore. Gotrek la picchia, le fa perdere i sensi e la porta via.
Broddur riesce a ricongiungersi con Gotrek, momento in cui lo stendardiere e altri pyrosventratori rimangono esterrefatti nel vedere il nano con quell’ascia in mano. Gotrek non comprende lo stupore, l’ha semplicemente trovata e presa in mano, perciò riceve spiegazioni: quella è Zangrom-Thaz, un’ascia potentissima che si dice contenga un frammento dell’ascia di Grimnir e che può essere utilizzata da berserker terribilmente pieni di rune d’ur-oro perché la sua potenza porta alla pazzia. Davanti a tutto questo, sempre tenendo Zangrom-Thaz in mano senza il minimo problema, Gotrek ride perché solo lui ha la vera Ascia di Grimnir, mica quest’arma da quattro soldi.
L’attacco degli Skaven prosegue e alla fine Meleneth scompare, inoltre la runa maggiore viene spiacevolmente rubata dagli uominiratto. Cercando di inseguirli, Gotrek si trova davanti un enorme magmadroth che si scopre essere Ignimbris, prima progenie della leggendaria bestia divina Vulcatrix e bestia divina a sua volta. A Gotrek non importa assolutamente nulla di chi sia questa bestia, tant’è che la insulta dicendole d’essere più piccola del drago Skajalandir e la scaccia a suon di urla.
Dopo aver asserito dominanza, Gotrek si rende finalmente conto che il suo mondo sia stato spazzato via. Rattristato all’idea di non poter rivedere Felix e tutto il suo mondo, all’improvviso nota in lontananza uno strano lampo che pare abbia le fattezze di una persona. Broddur cerca di spiegare e aggiorna Gotrek riguardo ad argomenti come i Reami Mortali, la storia di Sigmar e Grungni e i Figli Eterni della Tempesta. A quel punto Gotrek si convince di una cosa: se Sigmar sceglie i migliori campioni dell’umanità affinché diventino questi nuovi soldati, sicuramente anche Felix dev’essere diventato uno di essi. Informato del fatto che ci siano molti Figli Eterni nei pressi della città di Hammerhal, Gotrek decide di raggiungere tale città. Krag Blackhammer sostiene che la cosa più importante di cui occuparsi sia il recupero della runa, ma anche questo non è roba che interessi a Gotrek.
Fatta questa introduzione più corposa per comprendere meglio l’inizio di tutto, andiamo a toccare vari altri punti importanti del restante audiodramma.
Nella seconda parte, Gotrek, Broddur e i pyrosventratori che li accompagnano viaggiano verso Hammerhal fino ad incontrare il Principe Jordain, un ufficiale della milizia di Edassa, il quale deve proprio raggiungere Hammerhal perché attualmente assediata dalle forze del Caos. Le forze di Jordain sono state massacrate da dei seguaci di Tzeentch, le quali ora si dirigono verso Hammerhal per unirsi ad altri invasori. Insieme capiscono di dover riuscire a raggiungere Hammerhal precedendo i seguaci di Tzeentch, quindi puntano verso un cancello passaregni diretto verso Shyish, il Regno della Morte. Ciò li condurrà verso un secondo cancello che nel complesso darà una loro una bella scorciatoia. Alcuni nemici li rallentano e i pyrosventratori di Broddur si occupano di un gruppo di sylvaneth particolarmente arrabbiati mentre Gotrek e Jordain raggiungono il cancello affrontano ulteriori seguaci di Tzeentch lì presenti.
Lo scontro ha delle conseguenze disastrose. Nonostante si concluda tutto con una vittoria, di tutti i pyrosventratori rimane vivo solo Broddur e nel frattempo Jordain muore scontrandosi con un campione di Tzeentch. Nel tempo trascorso con Jordain, Gotrek inizia a rispettarlo poiché vede in lui un altro umano apparentemente meritevole come un tempo lo era stato Felix. Mentre combatte, si rende anche conto di non essere più abituato a combattere in un mondo senza Felix, ossia senza un fianco coperto dal proprio compagno. Inoltre, Gotrek si assume la colpa della morte di Jordain, quindi onora la sua morte e prende un pezzo della sua armatura per usarlo come protezione sulla spalla che ritiene scoperta. Anche nel caso in cui questa sua spiacevole abitudine scompaia, continuerà ad onorare un uomo che si è guadagnato il suo rispetto.
Questo spallaccio è proprio quello che potete vedere anche sulla copertina di Sventraghoul. Le fattezze del leone sono dovute al fatto che tale animale sia il simbolo della città di Edassa.
Liberato il cancello, Broddur e Gotrek lo attraversano per approdare su Shyish.
Nella terza parte ci troviamo nel bel mezzo del viaggio su Shyish. A malincuore, Gotrek e Broddur hanno assoldato un necromante chiamato Uthan affinché possa guidarli attraverso le lande desolate del Regno della Morte. Ovviamente Gotrek non manca un’occasione per ricordargli quanto la necromanzia faccia schifo e quanto lui debba vergognarsi d’esistere. Ogni notte si accampano, ma Gotrek si assenta sempre al calare del sole (o al calar di Hysh, dovremmo dire). Broddur non capisce perché, quindi approfitta di una notte per seguirlo e scoprire dove vada.
Lo trova impegnato a conversare con niente meno che lo spirito di Snorri Mordinaso. Dopo la distruzione del Mondo-Che-Fu, molte anime di persone vissute su quel pianeta trovarono pace nei vari aldilà del Regno della Morte. Snorri fu tra questi e i due si incontrarono finendo per conversare ogni notte.
Ricordano i vecchi tempi, risolvono un dissapore lasciato in sospeso e a un certo punto Gotrek chiede se Snorri abbia mai visto gli altri aggirarsi per quel Regno. Mordinaso ricorda d’aver visto Ulrika e Max molto tempo prima durante una festa, ma è sicuro di non aver mai visto Felix o Malakai Makaisson. Dopo altre parole, i due si dicono addio e Gotrek chiede a Snorri di salutargli Bjorni e tutti gli altri amici sventratori appena li incontrerà nelle sale dei progenitori. Snorri, invece, si augura che Gotrek trovi Felix e il suo fato finale, dicendo che probabilmente quella sarà l’ultima volta che si incontreranno.
NOTA: Il fatto che Snorri non abbia mai più visto Malakai può essere una semplice coincidenza, ma è anche un fatto curioso, poiché nel romanzo The Eight Lamentations: Spear of Shadows la città di Excelsis possiede delle tubature di scarico targate Makaisson.
Il viaggio prosegue, ma purtroppo in maniera più spiacevole. Il gruppo viene attaccato dagli stessi skaven responsabili dell’invasione di Karag-Unbak, ma questa volta finiscono per rapire Uthan. Gotrek e Broddur li raggiungono in un tempio sotterraneo in cui spiccano simboli legati a numerose divinità antiche, tra cui Morr, Usirian e Khaine. In quel luogo giunge anche Maleneth, la quale vorrebbe completare la propria missione e rubare la runa maggiore, ma tutto va storto.
Si viene a sapere che gli skaven siano al servizio di un certo Signore Grigio e che stiano attualmente collaborando con i seguaci di Tzeentch già affrontati in precedenza, tant’è che la runa è passata nelle mani del Caos affinché quei seguaci possano portarla a Hammerhal ed usarla per i propri scopi. Maleneth si dilegua e Uthan viene salvato, ma Gotrek viene toccato da un Sole Porpora lanciato nel bel mezzo dello scontro. Fino a quel momento, la faccia di Gotrek era sanissima, poiché un evento avvenuto nel romanzo Slayer (l’ultimo della saga di Gotrek & Felix) aveva ripristinato il suo occhio sinistro. Tuttavia, quel Sole Porpora invecchia di mille anni parte del suo volto e dei suoi capelli, inoltre lo priva nuovamente dell’occhio sinistro.
Nonostante le conseguenze, l’unica guida di Gotrek e Broddur è fortunatamente ancora viva, perciò Uthan può continuare a condurli attraverso il Regno della Morte. Peccato che sia tutto un inganno.
Uthan è a sua volta un seguace di Tzeentch, in realtà l’imboscata degli skaven era totalmente programmata e sia Gotrek che Broddur sarebbero dovuti morire, ma così non è stato. Uthan rivela che il cancello passaregni che cercano si trovi nel ventre di un’enorme bestia sottomarina, la quale si aggira nella zona in cui sono arrivati. Tale bestia emerge dagli abissi e Uthan la controlla per raggiungere Hammerhal. Broddur è pronto ad abbandonare le speranze, ma Gotrek a rinvigorire il nanico duo, poiché non si lascia intimorire e si getta nella pancia della bestia.
La quarta e ultima parte di Realmslayer si apre con Gotrek e Broddur già nel bel mezzo di Hammerhal Aqsha, ossia la metà di città situata su Aqshy (l’altra metà di città si chiama Hammerhal Ghyra e si trova nel Regno della Vita, oltre un cancello passaregni situato al centro di Hammerhal Aqsha). Una volta raggiunta la città, lo sventratore sta cercando Felix in lungo e in largo, non rendendosi conto d’essere in una città incredibilmente immensa. Un Liberator-Prime attira la sua curiosità perché dice di non ricordare la propria vita passata, constatazione alla quale Gotrek reagisce convincendosi immediatamente del fatto che quello sia indubbiamente Felix. Con gran stupore del Liberator, Gotrek gli strappa l’elmo dalla testa, ma nota tristemente di non trovarsi davanti al volto del proprio amico.
Poco dopo, Maleneth fa la sua apparizione e Gotrek si rivela pronto ad affrontarla, ma lei calma gli animi e spiega la situazione. Lei, in realtà, è un agente dell’Ordine di Azyr e sta cercando di ottenere la runa di Krag Blackhammer perché la Loggia Unbak non si è ancora schierata apertamente dalla parte delle Città di Sigmar. Spera quindi di ottenere la runa per usarla a suo vantaggio come “convincimento”.
NOTA: L’Ordine di Azyr è un’organizzazione composta da vari individui affiliati con il Regno dei Cieli e le Città di Sigmar. Molti suoi membri sono cacciatori di streghe, ma l’Ordine comprende anche agenti di natura differente che svolgono un’ampia varietà di compiti.
Di fronte a questa spiegazione, Gotrek impara un’altra cosa dei Reami Mortali. Benché ci siano numerose Logge totalmente schierate dalla parte dell’Ordine, molti altri pyrosventratori sono mercenari che potenzialmente possono pure combattere dalla parte del Caos se la paga in ur-oro è buona. Broddur cerca di spiegare meglio l’idea alle spalle di questo comportamento, poiché il loro fine è solo quello di riottenere tutto l’ur-oro così da ridare vita al dio Grimnir, ma Gotrek rimane comunque inorridito da tutto ciò.
Maleneth spiega anche una cosa su cui ha indagato. I seguaci di Tzeentch, ora che hanno in mano la runa, vogliono usarla in un rituale simile a quello che i pyrosventratori mettono in pratica per risvegliarne il potere e piantarla nella carne di un loro simile. Ciononostante, il loro rituale sarebbe indubbiamente corrotto e avrebbe il fine di trasformare il potere della runa maggiore in una terribile bomba capace di aprire una breccia nelle mura di Hammerhal Aqsha.
Gotrek, Maleneth e Broddur entrano nei tunnel sotterranei di Hammerhal e trovano il luogo in cui il rituale è in atto. Gli invasori vengono prontamente uccisi, ma purtroppo la runa viene attivata in tempo. La situazione è grave e bisogna trovare il modo di risolverla. Secondo Gotrek, l’unico “nano di fuoco” lì presente è Broddur, quindi perché non inserirla nel suo corpo? Broddur non si dimostra convinto, poiché sostiene di non essere abbastanza forte da reggere la potenza di questa runa, ma alla fine accetta perché pare non esserci altra opzione. Il pyrosventratore urla dal dolore e davanti ai suoi occhi appare una visione di Grimnir che combatte e muore affrontando la bestia divina Vulcatrix, poi viene scaraventato via, ridotto in fin di vita.
Il tempo stringe e Broddur ha fallito, quindi Gotrek si addossa la responsabilità e si pianta la runa maggiore di Krag Blackhammer nel petto. Paragonando il dolore a una vecchia sbronza e all’ascia di un vecchio nemico che il pubblico italiano non ha ancora avuto occasione di vedere in azione contro il nostro caro sventratore, Gotrek riesce comodamente a reggere il potere della runa maggiore, la quale assume la forma del volto di Grimnir, inoltre le strisce ingrigite della sua cresta diventano dorate. Osservando tutto questo, Broddur muore felice, poiché per tutto questo tempo ha creduto che Gotrek fosse la reincarnazione di Grimnir e tale dimostrazione di potere gli dona quella che per lui è un’ultima conferma.
NOTA: Quella di Broddur è solamente una convinzione, Gotrek non è realmente la reincarnazione di Grimnir.
Nell’ultima scena, rivediamo Gotrek sulle mura di Hammerhal, ora ancor più forte di prima grazie alla runa maggiore. Pur mancandogli molto, Gotrek si rende conto che Felix potrebbe non essere vivo in questo tempo oppure potrebbe non ricordare nulla di lui, perciò decide di inseguire altri obiettivi, tra cui ritrovare la propria ascia e ritrovare Nagash e il Signore Grigio, i quali ricordano sicuramente i suoi giuramenti passati. Maleneth rimane al fianco di Gotrek e decide di seguirlo, ma non per il sorgere di un’amicizia o di una certa simpatia, ma solo perché deve ancora recuperare la runa di Blackhammer e, piuttosto che farsi ammazzare da un nano che sicuramente non è in grado di sconfiggere, opta per l’idea di seguirlo e aspettare che qualcuno o qualcosa lo uccida. Con sprezzo nei confronti di pressoché tutto ciò che compone e popola questi nuovi mondi, Gotrek ritiene che gli dei siano diventati pigri e abbiano compiuto l’errore di dimenticarsi di lui. Grida a gran voce “Gotrek è vivo!” e la storia si conclude.
Dopo la conclusione, in realtà è possibile ascoltare un ultimo discorso. Lontano da Hammerhal, al Signore Grigio giunge voce dell’accaduto. Gotrek ha già capito benissimo chi sia questo potente Veggente Grigio che comanda gli skaven che a un certo punto hanno tentato di assicurarsi la sua morte nell’omonimo Regno. Si tratta di Thanquol e la loro resa dei conti è dietro l’angolo.
“Ti odio, elfa. Odio te e tutta la tua oscura stirpe.”
“Lo so.”
Questo racconto breve avviene poco tempo dopo la fine di Realmslayer e vede Gotrek e Maleneth ancora nei quartieri di Hammerhal, ma questa volta in Hammerhal Ghyra, la metà di città situata nel Regno della Vita. Gotrek ha trovato una taverna in cui sbronzarsi e ha bevuto fino a vomitare. Maleneth è lì ad assisterlo e lo avvisa d’aver lasciato ancora una birra incustodita nella taverna.
Prima che i due rientrino nel locale, la loro attenzione viene attirata da alcune persone. Madga, una donna apparentemente disperata; Junas, il marito di Madga; Alanaer, un prete guerriero di Alarielle; Halik, un’ex-soldatessa della Gilda Libera. Madga e Junas sono preoccupati per la sparizione del figlio Tambrin e Halik riporta voci secondo cui qualcuno abbia visto il bambino dirigersi verso l’entrata delle catacombe. La madre sostiene che il responsabile della sparizione sia un certo fantasma di Hanberra, un leggendario eroe del passato che fronteggiò gli invasori caotici durante l’Età del Caos tentando di difendere la vecchia città esistente vari secoli prima della fondazione di Hammerhal. Stando a quella che Alanaer ritiene sia solo una leggenda, Hanberra fu ucciso e Sigmar cercò di reclamarne l’anima per renderlo un Figlio Eterno della Tempesta, ma Hanberra rifiutò perché voleva ritrovare i propri figli e da quel momento continuò a cercarli senza mai ritrovarli.
Benché non si dia molto credito a questa storia, Gotrek ne viene attirato e decide partire con Alanaer, Junas e Halik per tentare di ritrovare il bambino all’interno delle catacombe. Maleneth si trova costretta a seguire il nano e da lì comincia l’esplorazione.
Il gruppo si inoltra nelle profondità delle catacombe e man mano si evidenzia come sia impossibile che un bambino sia riuscito ad arrivare così in fondo. La cosa diventa ancora più incredibile quando il gruppo viene attaccato da un gruppo di skaven. Gotrek crede che gli uominiratto siano ulteriori servi di Thanquol, ma Alanaer lo smentisce dicendo che gli skaven siano presenti in Hammerhal Ghyra da ben prima che il cosiddetto Signore Grigio attaccasse l’altra metà della città.
In realtà gli skaven stavano fuggendo perché a un certo punto il gruppo incontra il famoso fantasma di Hanberra, il quale sta tenendo in ostaggio Thambrin perché crede di star proteggendo uno dei propri figli. Durante lo scontro, Halik viene uccisa, ma poi il fantasma viene lentamente privato delle proprie convinzioni e man mano comprende che i suoi figli siano morti tempo fa. Ciò porta il fantasma a perdere solidità finché non svanisce una volta per tutte.
Thambrin viene salvato e Gotrek decide di ritornare alla taverna perché ha lasciato una birra incustodita.
The Bone Desert è un romanzo breve pubblicato all’interno della prima Novella Series, una collana di romanzi brevi che vengono occasionalmente pubblicati in blocco e che trattano vari argomenti diversi, oltre ad essere ambientati sia nei Reami Mortali che nella galassia di Warhammer 40.000. Pur trattandosi della prima storia scritta post-pubblicazione di Realmslayer, non è esattamente noto quando avvenga. Si tratta di un’avventura vissuta da Gotrek e Maleneth su Shyish, il Regno della Morte.
NOTA: Anche Sventraghoul sarà ambientato nel Regno della Morte. Esso è composto da innumerevoli aldilà, ossia letterali luoghi in cui le anime dei morti vanno a risiedere. Ormai molti aldilà sono difficili da riconoscere come aldilà perché durante l’Età del Mito, migliaia di anni fa, Nagash cercò di esercitare il proprio potere su ogni aldilà del Regno, spesso devastandoli e reclamandone le anime per i propri scopi.
Durante questa storia secondaria, Gotrek è in cerca della propria ascia e ha sentito parlare degli Otto Pilastri, un luogo situato nel Regno della Morte che si dice riporti delle iscrizioni riguardanti l’Ascia di Grimnir. Pur essendo guidati da un mercante nomade di nome Aziz, il viaggio risulta difficoltoso, tant’è che Gotrek e Maleneth rischiano pure di morire a causa delle sabbie mobili e Aziz si allontana sostenendo di voler cercare aiuto. Il terribile duo si salva e riesce a raggiungere Khaled-Tush, un luogo brulicante di persone dedite al commercio. Lì pare diventare evidente che qualcuno stia dando la caccia a Gotrek e stia anche cercando di levarsi di torno Maleneth, l’aelfa che gli sta intorno. Un gruppo di assassine cerca di uccidere la khainita, ma la situazione peggiora quando un gruppo di mercenari Kharadron arriva a bordo di una nave celeste bombardando Khaled-Tush. Essi hanno lo stesso obiettivo delle assassine, ma a quei duardin pare non importare che i bersagli esplodano in mezzo a gruppi di civili indifesi.
Le assassine non riescono nel loro intento, ma il bombardamento fa perdere i sensi sia a Gotrek che Maleneth. Poco prima, i due avevano pure ritrovato Aziz e volevano vendicarsi per essere stati abbandonati. Solo l’attacco improvviso lo impedisce, ma i Kharadron, quando imprigionano Gotrek e Maleneth sulla propria nave, decidono di prendere anche il mercante perché sembra sia collegato a loro in qualche modo.
Una volta sveglio, Gotrek esprime il proprio disprezzo nei confronti dei Kharadron e delle loro navi, maledicendo l’idea di non aver ancora trovato un gruppo di “nani” decenti. I Kharadron volano verso il luogo in cui potranno riscuotere la taglia sulle loro teste, ma la situazione si ribalta ancora una volta quando la nave subisce un malfunzionamento e precipita. Seppure feriti, Gotrek e Maleneth riescono a farcela constatando la morte di tutti i Kharadron che li circondano. Poco più in là trovano pure Aziz ancora vivo. A quel punto Maleneth nota le ampie ferite di Gotrek e suggerisce di raggiungere il Tempio del Fulmine, affiliato con l’Ordine di Azyr, per ricevere delle cure. Gotrek non si lascia convincere e riprende il proprio cammino verso gli Otto Pilastri.
Una volta raggiunti gli Otto Pilastri, Gotrek tenta di indagare sul luogo esatto in cui gli sia possibile trovare le informazioni che cerca. Maleneth tenta ancora di convincere Gotrek ad abbandonare gli Otto Pilastri per visitare il Tempio del Fulmine, questa volta cercando di fare leva su Felix. Magari è lì per cercare il suo vecchio amico, non per l’ascia, ma Gotrek continua ad ignorarla e la intima di smettere di parlare di Felix. In mezzo a una situazione tesa, i protagonisti sembrano perseguitati dalla sfortuna e gli Otto Pilastri vengono colpiti da una terribile frana perché qualcosa ha fatto saltare in aria un burrone lì vicino. Mentre fuggono in mezzo a una folla impazzita, Maleneth sente un’improvviso dolore a un braccio. Cade a terra e Gotrek la raggiunge, ma lei riesce solo a dire d’essere stata ferita con qualcosa d’avvelenato e poi sviene.
Insieme al servizievole Aziz, Gotrek abbandona gli Otto Pilastri e porta Maleneth fino a quel dannato Tempio del Fulmine. Gliene ha parlato tanto, in cuor suo si dice d’averla portata lì perché magari l’Ordine di Azyr se la può riprendere. Un cerusico si occupa di Maleneth analizzando le sue ferite e somministrandole un antidoto che pensa possa essere utile contro il veleno da cui è stata colpita. Gotrek ascolta le parole dell’esperto, il quale arriva alla conclusione che il veleno non provenga dalla ferita, ma dal suo ultimo pasto. Improvvisamente Gotrek ricorda l’ultimo pasto. L’aveva offerto Aziz.
In una camera, Maleneth si risveglia e Aziz si trova al suo fianco. Quando Maleneth chiede che cosa sia successo, Aziz racconta l’accaduto e aggiunge che il Tempio li abbia fatti entrare appena Gotrek ha mostrato il simbolo dell’Ordine di Maleneth. Seppur stordita, Maleneth riesce a notare una stranezza e dice di non aver mai mostrato quel simbolo a Gotrek. Aziz perde la pazienza e rompe un oggetto sulla testa di Maleneth, facendola svenire nuovamente.
Maleneth si ritrova completamente legata e Aziz abbandona la propria copertura. Pur essendo stati avvisati della presenza di Gotrek, vari gruppi di mercenari sono stati assoldati con Maleneth come vero bersaglio. La mandante è una donna di nome Jakari, una figura appartenente al passato di Maleneth pre-entrata nell’Ordine di Azyr. Aziz rivela d’essere stato anch’egli assoldato da Jakari, ma anche d’aver compromesso le azioni degli altri gruppi. Le sabbie mobili, la nave precipitata, la frana, l’avvelenamento e la ferita in mezzo alla folla. Tutto opera sua.
Aziz spiega che presto le strapperà il cuore e lo porterà a Jakari. Maleneth non può fare nulla, ma un nano sì. Compreso il vero responsabile, Gotrek sfonda la porta urlando e usa la propria ascia per tranciare Aziz da una spalla all’inguine rendendolo poltiglia. Grazie all’antidoto ricevuto, Maleneth inizia a stare meglio e Gotrek ammette d’avere attualmente bisogno di lei perché qualcuno deve spiegargli questi dannati Reami.
La spiegazione non termina qui! Questo articolo è già bello lungo e prima dell’uscita di Sventraghoul pubblicherò la seconda parte di questo grande resoconto, andando a mostrarvi cosa successe a Gotrek durante un altro audiodramma di David Guymer e un racconto breve con cui Darius Hinks creò un piccolo prequel per Sventraghoul.
This post was published on 10 Marzo 2022 13:00
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