Quello attuale è un periodo particolare. Le spedizioni subiscono ritardi e, di conseguenza, ciò porta anche un ritardo nel mio programma di scrittura. Certo, non tutto il male vien per nuocere, d’altronde questi ritardi mi hanno dato il tempo di dedicarmi alla versione aggiornata e ampiamente espansa di Momenti BG 51: Gli Space Marine Primaris, ma ho sempre quel piccolo demone che sussurra ogni forma di insicurezza al mio orecchio sinistro e aggiunge cose come: “Non sei al passo con le uscite, eh? La gente vuole lo spoiler rapido e immediato per evitare di leggere 50/60 pagine, fregacazzi del tuo fitto discorsone su trama, cause e conseguenze. Se non arrivi nemmeno in tempo, ormai il tuo approfondimento è inutile“. Ciononostante, scaccio il demone e scrivo un’introduzione malinconica che nessuno desiderava prima di lanciarmi in questo nuovo Momento Review. Cominciamo.
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Innanzitutto vorrei fornirvi una piccola sezione “Nelle puntate precedenti…” per ricordarvi alcuni pensieri che avevo espresso in Momento Review: Warhammer 40.000, 9a edizione e Warhammer 40.000, dobbiamo parlare. Saranno molto rilevanti nei discorsi che seguiranno.
“Come è sempre stato, molte storie non avevano sempre collocazioni temporali precisissime, ma riuscivano comunque a farti capire cosa fosse accaduto prima o dopo. Nei manuali di 8a edizione, invece, ciò non è mai accaduto. Sebbene ci sia stato un timido tentativo nel manuale Vigilus Resiste, tutto il resto ha creato un brodo confuso di eventi collocati chissà quando. Un’edizione che in partenza sembrava pure voler mettere in moto tantissime storie interessanti.”
“Lo scorrere dell’8a e l’arrivo della 9a edizione, però, ha sancito la presenza di un certo timore da parte di Games Workshop. Con la 7a edizione abbiamo visto un progressivo abbandono di ogni forma di datazione ben precisa per gli eventi di qualsiasi cronologia e ora tutto sembra voler eliminare questo desiderio di scoperta del futuro. Mentre l’8a edizione ci sbatteva subito in faccia una mappa galattica usata nella seconda metà della Crociata Indomitus e battaglie ambientate dopo la sua fine, ora scoprire che cosa succeda dopo è diventato qualcosa di proibito, una curiosità tarpata con violenza.”
Esposto ciò, iniziamo veramente.
Nel Codex: Adeptus Mechanicus di 8a edizione, uscito nel 2017, si parlava della Guerra della Melma e del Metallo. L’evento era descritto così:
“Metalica è assediata dalle Schiere Pestilenziali di Nurgle, la 3a e la 7a Compagnia della Guardia della Morte, Space Marine del Caos, i Titani corrotti della Legio Morbus e non meno di sette casate di Cavalieri caduti. Solo l’arrivo dell’intera Casata Raven evita la sconfitta e solo l’aiuto della flotta da guerra proveniente da Deimos fa sì che l’attacco venga finalmente respinto e i Demoni banditi.”
Si tratta di un evento che, come tanti altri, non ha mai ricevuto particolari approfondimenti, eppure Games Workshop sembra voler tornare un po’ sui propri passi andando ad espandere almeno una di quelle idee che ci facevano fiutare sviluppi futuri potenzialmente interessanti. Con il suo nuovo nome di Guerra della Ruggine e della Melma, lo stesso conflitto viene approfondito ed espanso oltre gli eventi descritti in quel Codex. Scopriamo insieme come.
Apprezzo sempre quando manuali e romanzi spendono pagine per descrivere le prime avvisaglie di un terribile conflitto in arrivo, specialmente quando si tratta di nemici estremamente sovrannaturali come il Caos. Questo perché raramente il conflitto è previsto solo da una generica profezia che recita “Uuuuuh, terribili sventure in arrivo!”. Magari c’è anche una profezia da qualche parte, ma nel frattempo c’è molto altro. Il Settore Charadon (e Metalica stesso) è una zona che non ha mai ricevuto grandi approfondimenti nel corso degli anni e questo manuale approfitta della propria sezione iniziale per descriverci proprio i luoghi che vedremo invasi nelle pagine seguenti.
Un altro dettaglio che ritengo molto importante è la reazione alla Cicatrix Maledictum e ai terribili giorni della Noctis Aeterna. Fatta eccezione per Vigilus, avevo già parlato di come i manuali lasciassero spesso al caso tutti i problemi causati da eventi galattici così cataclismici, motivo per cui sono stato felice di vedere un’attenzione immediata ai giorni post-Cicatrix. Il Fabricator-General di Metalica Heptus Rho-Decima Khleng, terribilmente ossessionato dal mantenere tutto puramente logico, emanò il primo di vari Editti di Razionalizzazione: con il sorgere di grossi problemi temporali, il Settore Charadon avrebbe adottato la Cronomisurazione Circoscritta Metalicana, basata sui Cicli di Turnazione Lavorativa compiuti dal pianeta Metalica dall’apertura della Cicatrix. Tale misurazione del tempo, abbreviata Cron/Ci/Met o CTL, esprime abbastanza bene il passare dei giorni e ci accompagna per tutta la durata del libro. Spero si continui a far capire quanto l’Imperium stia affrontando ulteriori difficoltà nel reggersi in piedi, ora che la sua società viene attaccata pure sul semplice scorrere dei giorni.
Le vicende del libro iniziano nel 716 CTL, quindi iniziamo questa lezione di Matematica con l’Astropate e facciamo delle stime su quanto tempo sia trascorso nel Settore Charadon rispetto al resto della galassia. Nel corso della narrazione si capisce che un Ciclo di Turnazione Lavorativa corrisponda a un giorno, quindi possiamo ipotizzare tre casi: Metalica ha un periodo di rotazione planetaria minore/pressoché identico/maggiore rispetto alla Terra. Senza prendere casi molto estremi, pensiamo a 20/24/30 ore. Otteniamo i seguenti risultati:
Se volessimo avere un tempo pari a 12 anni, Metalica dovrebbe avere un “giorno” lungo 146 ore. Di per sé non è nulla di così esagerato, basta prendere Venere per sapere che il suo periodo di rotazione duri circa 243 giorni terrestri, ma solitamente l’Imperium è organizzato seguendo tempi simili a quelli terrestri, quindi è difficile che un Ciclo di Turnazione Lavorativa corrisponda a 146 ore. A questo punto, possiamo tenerci larghi e pensare che nel Settore Charadon siano passati circa 3 anni rispetto al resto della galassia.
Insomma, il flusso del tempo può risultare molto confuso e magari difficile da comprendere, ma è proprio la sensazione che desideravo. L’Imperium sta affrontando difficoltà enormi per stabilire le proprie date e l’ordine degli eventi, ma raramente abbiamo visto esempi che ci trasmettessero queste difficoltà e ci mostrassero i disperati interventi fatti per affrontarle. Qui sono stato contento di vedere uno di questi esempi.
Concludendo la parentesi matematica e tornando alla narrazione vera e propria, i vari sottosettori iniziarono a subire terribili fenomeni sovrannaturali. Su Laboritum, nel Sistema Brezantius, i volatili furono visti volare al contrario. Su Dono di Sant’Espin, nel Sistema Rhodior, risorsero migliaia di vittime di malattie. Su Dhaku, nel Sistema M’bor, sorse la setta di Coloro che Odono i Sussurri, la quale fu sterminata dai clan minerari prima che le autorità imperiali intervenissero. Altri fenomeni si aggiunsero a quelli citati ed è in questo momento che facciamo la conoscenza di alcuni dettagli importanti di questo libro. Innanzitutto, conosciamo gli Excruciators, un Capitolo di Space Marine che protegge il Settore Charadon e che era già apparso nell’articolo di Flashpoint su White Dwarf 462. In più, vediamo Heptus Khleng in due momenti. Nel primo, diffonde un sermone-litania in cui sancisce che la colpa dei recenti disordini risieda nella presenza di vita organica sui pianeti del Settore, mentre nel secondo ordina l’intervento di tre arche sterminatrici classe Quietus del Mechanicus che obliterano la vita su Dono di Sant’Espin, annientano il continente settentrionale di Borthreas (Sistema Alumax) e distruggono uno dei tre complessi di detenzione sul mondo penale Sconsacrazione (Sistema Brezantius).
Heptus Khleng si presenta subito come personaggio capace di mostrarci il cinismo e l’indifferenza nei confronti della vita organica con cui i tecno-preti di Metalica sono sempre stati descritti. Non a caso, Metalica stesso è stato reso completamente privo di fauna e flora. Khleng accusa i pianeti del settore perché secondo lui, se avessero sterminato la loro vita organica, tutti quegli incidenti non sarebbero successi. Dunque, come esprimere pienamente la spietatezza di Warhammer 40.000?
Il leader dei luoghi invasi sostiene che la soluzione risieda nell’uccidere tutti e procede nell’applicare rapidamente questa soluzione bombardando pianeti e rendendo tossiche intere atmosfere.
Sublime. A tutto questo si aggiunge un ulteriore dettaglio di cui si trova il primo esempio in queste pagine, ma che si ritroverà in svariate altre pagine, ossia un vero e proprio estratto delle parole di Khleng come se un narratore interno stesse raccogliendo le testimonianze di un evento storico. Mi è piaciuto molto questo stile perché, nonostante il manuale mantenga una visione oggettiva con un narratore esterno e onnisciente, occasionalmente viene inserita una testimonianza diretta degli eventi. Un soldato che commenta le azioni del proprio superiore o le difese di Metalica, un pellegrino che esprime le proprie impressioni dopo aver visitato il Sottosettore Lirac, etc. Lo stile è proprio quello delle interviste sul fronte e mi ha riportato alla mente il giornalista che intervista Joker nel film Full Metal Jacket. Tra trasmissioni pubbliche e dichiarazioni di soldati e civili, l’idea mi è piaciuta molto e distanzia un po’ gli stili con cui sono scritti i manuali narrativi di Warhammer 40.000 e Age of Sigmar, perciò spero venga riproposta nelle prossime uscite.
Tra l’855 e l’890 CTL le forze di Typhus attuarono la triplice offensiva volta a penetrare le difese di Metalica. Il primo attacco, condotto dal Signore della Virulenza Ghulgh Thraxoplasmox, si abbatté nel Sistema Chromyd, particolarmente importante per il collegamento stabile tra il Sottosettore Obolis e quello Charus. Chromyd, però, non si dimostrò impreparato, poiché le recenti incursioni dei pirati Drukhari spinsero il Sistema a dotarsi di numerosi comandanti ben preparati e di un numero di difese ben maggiori di quanto gli invasori si aspettassero.
Dono della Martire fu il primo pianeta bersagliato e qui si palesa un collegamento interessante con Pietà e Dolore, scatola che ha accompagnato l’uscito del manuale. Qui non c’è lo stesso problema accaduto con L’Ascesa della Fenice e il Sangue della Fenice. Pietà e Dolore non taglia una parte molto importante della narrativa per inserirla in una scatola, ma approfondisce un scontro totalmente secondario rispetto alla trama generale. Dopo aver stabilito un circo di arene gladiatorie nella capitale Purezza, Lelith Hesperax espanse le proprie attività sull’intero pianeta, motivo per cui una schiera dell’Adepta Sororitas, comandata dalla Palatina Luminas, intervenne per recuperare una reliquia fondamentale per la difesa spirituale del pianeta Alexistor. Non è nulla di estremamente vitale per lo sviluppo della trama del Libro della Ruggine, perciò Pietà e Dolore approfondisce senza “rubare” nulla al manuale.
Proseguendo, gli scontri si espansero anche su altri pianeti, tra cui Okharium, il quale dimostra l’utilizzo dei Drukhari in questa storia. Si può capire che siano stati inseriti puramente per far uscire il nuovo modello di Lelith Hesperax, ma non stonano con quanto raccontato. Al contrario, è stato interessante vedere come i Drukhari si siano impegnati per approfittare della situazione indebolendo ulteriormente le difese imperiali. Divisi tra due fronti, gli imperiali vennero ferocemente abbattuti.
Braccio di Dyroch, invece, fu invaso da una forza d’assalto guidata dalla temuta Compagnia Malvagia, una banda di Cavalieri caduti con davvero poche idee per il proprio nome. L’invasione termina con la vittoria del Caos, ma c’è una bella curiosità su questo scontro nell’articolo Flashpoint: The Chromyd Front, pubblicato su White Dwarf 460 (gennaio 2021). Nel Deserto Enthraki, la Compagnia Malvagia attaccò un enorme convoglio di trasporto risorse difeso da guerrieri in groppa a degli zannafanti, enormi bestie dalla stazza simile a quella di un Cavaliere Imperiale. La Compagnia Malvagia dovette addirittura ritirarsi dopo che uno zannafante impalò il Cavaliere Desecrator Karnetaurus Rex, uccidendone il pilota e devastandone i sistemi interni. Il successivo intervento degli Space Marine della Guardia Nera e delle Furie Bianche scatenò una guerriglia nel Canyon Dereen che ostacolò gli attacchi diretti all’Alveare Bakhenthri. Tuttavia, la Guardia della Morte non desistette e il Generale Barphemius Dyroch, un lontano parente dimenticato dalla famiglia dominante, venne personalmente ucciso da Thraxoplasmox. Il morale precipitò e la sconfitta giunse molto presto.
Il Sistema Alumax fu il secondo teatro della triplice offensiva e Heptus Khleng fece un’ipotesi errata credendo che i problemi di viaggio Warp causati dalla Cicatrix avrebbero colpito anche gli eretici. Oghlosmus Bilge, Capitano della 6a Compagnia della Guardia della Morte, glielo dimostrò presentandosi nel Sistema Alumax con la sua ammiraglia Ulcera Cancerosa. Con lui, un’intera flotta di navi della peste, colossi della peste e persino dei macrolander dedicati al trasporto della Legio Morbidus, comandata dalla Regina Infausta Lathfyr.
NOTA: Qui possiamo notare un leggero cambiamento di nome della Legio di Titani eretici che supportò quest’invasione. La Legio Morbus nominata nel Codex: Adeptus Mechanicus è stata rinominata Legio Morbidus.
Il mondo frontiera Borthreas, dopo aver ricevuto la terribile epurazione dell’intero continente settentrionale da parte dell’arca sterminatrice Ominissiah Optimalis, fu ulteriormente colpito dall’invasione vera e propria. Mentre il pianeta cercava di riorganizzarsi e di sistemare masse di profughi fuggiti nei territori meridionali, i seguaci di Nurgle non attaccarono da soli. I Signori della Notte si avventarono sui villaggi indifesi situati ai confini della Foresta Nera di Kunrit, mentre interi culti adoratori dei legionari furono spediti nel cuore della foresta per stanare i clan di taglialegna e segugi. Quest’ultimi si dimostrano degli ossi duri e attaccarono a loro volta i cultisti conducendo imboscate, incursioni e persino delle battaglie campali a colpi di fucile da caccia e ascia a catena. I Signori della Notte dovettero intervenire personalmente per avere la meglio sugli abitanti della foresta.
Nel letto prosciugato del Mare Yanglur, invece, le truppe dell’Astra Militarum e le gilde di estrattori di sodio affrontarono il culto dei Figli della Peste. Dopo un iniziale vantaggio imperiale, la situazione precipitò quando uno psionico latente, al servizio del comandante Harmian Laythil, esplose inavvertitamente causando l’immediata apertura di una fenditura Warp da cui fuoriuscirono migliaia di Nurglini. Il comandante e altre figure di comando morirono nell’esplosione e i sopravvissuti fuggirono verso luoghi in cui finirono per contagiare altre persone. Come se non bastasse, vari psionici sopravvissero all’epurazione radioattiva dell’Omnissiah Optimalis, ma proprio quelle radiazioni indussero la pazzia o la rapida crescita di terribili mutazioni. Essi si mossero verso i territori meridionali e interi paesi e avamposti vennero macellati, poiché incapaci di affrontare la minaccia posta da gruppi di psionici totalmente folli.
Borthreas incontrò la propria fine nei pressi del Borthreano, principale spazioporto e centro politico e burocratico del pianeta. Oltre ad essere l’unico luogo di Borthreas che potesse realmente avere il titolo di città, le sue difese vennero erette nel corso di varie generazioni per poter affrontare le incursioni di Orki Filibuztieri. In quel momento, il comando militare ricadde su Sonnen Akhter, un generale nativo del pianeta che poté contare sul servizio di un buon numero di forze armate: 14° Corazzato Cadiano, 103° Artiglieria Cadiano, 653° e 239° Truppe d’Urto Cadiano, quattro brigate di Sentinel dei Pionieri Borthreani, la 66a divisione Valkyrie Tigri Celesti, la 430a divisione Vulture Artigli Insanguinati, vari reggimenti di Compagnie Libere Borthreane e Guardia Portuale Borthreana e infine il Cavaliere Lama Errante Ammazzadei. Purtroppo, ad attaccarli, ci furono gli Astartes eretici provenienti Bestie dell’Annientamento e dai Guerrieri di Ferro dell’Artiglio di Abrial. Per i Guerrieri di Ferro non ci furono particolari difficoltà nell’identificare i punti deboli nelle difese del Borthreano e il fuoco di Vindicator e cannoni scuotiterra aprì rapidamente delle brecce, prontamente sfruttate dai posseduti delle Bestie dell’Annientamento e dai cultisti al loro servizio. Benché i difensori avessero mietuto un gran numero di vittime, alla fine nessuno di loro sopravvisse, il Borthreano cadde e così l’intero pianeta.
Il pianeta Heliotyr cadde in appena un ciclo, ma ciò non vuol dire che i suoi difensori non si fecero valere. Già colpito da numerosi problemi come ogni pianeta nel Settore, la considerevole ricchezza minerale di Heliotyr attirò l’attenzione della Legio Morbidus, ovviamente accompagnata da orde sbraitanti di cultisti. Quando quest’ultime attaccarono una colonia penale abumana, Ogryn e Ratling uccisero volentieri i propri supervisori oppressori, ma poi non fuggirono e diedero filo da torcere ai cultisti. Purtroppo la fame e la malattia spezzarono le loro possibilità di vittoria e i pochi sopravvissuti si trovarono costretti a spendere il proprio tempo nel lavoro in miniera, ma questa volta schiavizzati dai seguaci della Legio Morbidus.
I Titani stessi affrontarono un’accesa opposizione imperiale quando il 1° reggimento di Lanceri Heliotyriani caricò frontalmente un manipolo della Regina Infausta. Gli imperiali non vinsero, ma centinaia di corazzati, tra cui vari squadroni di Leman Russ, si guadagnarono il danneggiamento di vari Titani traditori e la caduta del Classe Reaver Terrore Ambulante. Su un altro campo di battaglia, invece, gli imperiali riuscirono ad abbattere il Classe Warlord Teschio del Fato. Il generale Rolior Holn del 74° Milizia Heliotyriana avviò pure un’operazione atta alla conquista del suo “cadavere” per il possibile riutilizzo degli armamenti contro i traditori, ma le spedizioni all’interno del Titano fruttarono solo perdite e la scoperta che, in seguito alla pestilenziale fusione tra carne e macchina, non fosse assolutamente possibile prendere il comando dei suoi sistemi. Poco tempo dopo l’arrivo di questa delusione, un paio di Warhound della Legio Morbidus devastò le difese Heliotyriane e incenerì chiunque con torrenti di plasma.
Afferrò una delle persone sul pavimento. Alla donna mancavano entrambe le gambe. Non capì perché lo fece. Una parte di lui sperava disperatamente che fossero eretici. Guardò nei suoi occhi, sapendo di poter trovare in essi il tradimento. Erano viola. Proprio come i suoi.
Non sono traditori, realizzò.
Gli precipitò tutto addosso.
Perché non l’ho visto? Era proprio lì davanti ai miei occhi!
Era esausto. Ciò che lui e le sue truppe avevano affrontato negli scorsi mesi era oltre la definizione d’incubo. C’era così tanto disordine, così tanta confusione.
Non è una scusa! Così tanti sono morti!
Guardò ancora quelle persone. Erano come i suoi compagni. Appena capaci di sopravvivere. Appena capaci di mantenere la propria fede.
Lern cadde in ginocchio.
Piazzò la fronte sul pavimento.
Singhiozzò.
Elena Broski, Colonnello del Gruppo d’Armata 727° Cadiano, guidò la difesa del mondo formicaio Trono di San Bartolph. Inutile dire che, anche qui, gli imperiali non fecero una bella fine, ma questo mondo fu la coronazione finale dell’invasione attuata da Oghlosmus Bilge. Dopo diciannove cicli erano già caduti due formicai, ma poi Bilge riuscì pure a conquistare l’Omnissiah Optimalis e ad usare tutta la sua potenza distruttiva sul Formicaio Rastigan, il quale venne vaporizzato insieme a tutte le sue difese, Elena Broski e le sue forze rimanenti, inoltre ciò eliminò gli spiriti macchina di qualsiasi torretta o generatore di scudo nei pressi degli ultimi due formicai ancora nelle mani dell’Imperium, ossia Drangis e Tharn. Si creò un tale disordine che alcuni gruppi di difensori sopravvissuti non riuscirono più a distinguere chi fosse loro alleato, chi fosse precipitato nell’anarchia, chi si fosse schierato con il nemico o chi avesse adottato qualsivoglia altra strana filosofia di vita. Questo causò momenti in cui gruppi potenzialmente alleati finirono per uccidersi. Alla fine, tra nuove malattie ed ulteriori attacchi, anche gli ultimi due formicai caddero in poco tempo.
Benché fosse ufficialmente considerato caduto, il Sistema Alumax non fu completamente sterminato. Il Settore Charadon è noto per la presenza del famoso Impero Orkesco di Charadon e per questo motivo gli Orki Filubztieri del Kapitano Dregbad attaccarono le flotte della peste. Dopo aver ottenuto alcune vittorie sulle bande da guerra più piccole, Bilge annientò i pelleverde nei pressi dell’Insenatura Totha, ma in un certo senso gli xenos aiutarono l’Imperium. I sopravvissuti imperiali riuscirono ad approfittare di questa inaspettata distrazione per nascondersi sulla stazione di monitoraggio Meta-Obol Gamma 4.
Mentre le prime due parti della triplice offensiva hanno una visione generale nel manuale e un approfondimento su White Dwarf 460 e 461 (la cui lettura è molto interessante, ma riuscendo anche ad essere totalmente facoltativa ai fini della comprensione della trama), la terza parte adotta un metodo differente che ora vi spiegherò.
La terza parte vera e propria della triplice offensiva avvenne nel Sistema Duralim. Lì si presentò Typhus in persona a bordo della Terminus Est, ma non fu il solo grande protagonista. Ad accompagnarlo ci fu Akhorath Zeid, un Signore della Dissonanza della Legione Nera. Dopo aver obliterato le piattaforme spaziali difensive, il loro attacco combinato devastò il sistema pianeta dopo pianeta, solo alcune navi riuscirono a fuggire verso i Sistemi Brezantius e Feiror. I Cistosi, un trio di Principi Demone, portarono rovina su Resplendis, mentre Lord Zeid riuscì ad orchestrare una serie di ondate psichiche e incursioni traditrici affinché le navi dirette verso Alexistor venissero dirottate verso Magnifiria. Lì l’arca sterminatrice Necessitus-Ajax non ascoltò le richieste d’aiuto provenienti dalla superficie e aprì il fuoco. Miliardi di persone morirono a causa del credo di Metalica, eppure la guerra su Magnifiria non terminò in quel momento. La Guardia della Morte e la Legione Nera sbarcarono sulla superficie per affrontare le truppe del Mechanicus che, solo dopo il bombardamento, giunsero in soccorso dell’Astra Militarum sopravvissuta. Nonostante fosse sorta un’estrema radioattività, l’Imperium dovette affrontare Marine della Peste, Cavalieri del Caos e la moltitudine di macchine demoniache di Lord Zeid, tutti nemici pressoché immuni agli effetti del recente cataclisma. Ironicamente, però, l’ultima vittima del conflitto non fu mietuta dal Caos. L’ultima batteria orbitale rimasta funzionante venne usata dai lealisti per sparare direttamente contro la Necessitus-Ajax, abbattendola. Giunta la fine, il popolo di Magnifiria si vendicò.
Nel bel mezzo di un conflitto che, per quanto state leggendo ora, sta vedendo l’Imperium completamente “carciofato” (termine tecnico, eh) come al solito, improvvisamente spunta un’intrigante sottotrama che ci veniva sottilmente anticipata in White Dwarf 462.
Mentre gran parte del conflitto si concentrò nel Sottosettore Obolis, Typhus ritenne altrettanto importante tenere a bada il Sottosettore Lirac, poiché un massiccio intervento della Casata Raven avrebbe potuto creare dei problemi. Per questo motivo, Typhus si avvalse del supporto dell’Apostolo Oscuro Tsorr’Kanath dei Predicatori e dello Stregone Yharron Thayl della Legione Alfa. Essi si occuparono quindi di spargere disordini nei sistemi Eladagh, Cyclos e M’bor. Oltre alla speranza di attirare la Casata Raven affinché proteggesse i propri territori, i Predicatori e la Legione Alfa si addentrarono nel Sottosettore Lirac per scopi misteriosi e non legati al volere di Typhus. Ciononostante, il Sottosettore Obolis non fu esente da attacchi da parte di queste due Legioni.
Il Sistema Gildras, una sorta di grande rifugio per molte forze armate dell’Imperium, dovette affrontare le centinaia di navi e milioni di soldati e civili che cercarono rifugio dopo essere scappati da luoghi ormai conquistati o distrutti dall’invasione di Typhus. Gli Excruciators, Capitolo di Space Marine nativo del pianeta Motulu, dovette quindi addossarsi tutto il peso organizzativo di un tale esodo, oltre al già gravoso carico di difesa dell’intero sistema. Alcuni Orki o Drukhari pirati approfittarono della situazione aggravandola ulteriormente tramite alcune incursioni mirate contro navi vulnerabili o persino alcuni campi di rifugiati. Gli Space Marine fecero tutto il possibile, ma milioni di cittadini e soldati imperiali furono costretti a rimanere in orbita tra provviste sempre più scarse, spazi sovrappopolati e condizioni igieniche sempre peggiori. Le richieste d’aiuto furono costanti, ma gli Excruciators raggiunsero il punto in cui pianeti come Motulu non avevano letteralmente masse terrestri sufficienti ad ospitare tutte quelle persone. Pur facendo parte del Sottosettore Obolis, la Legione Alfa fu comunque tra i tanti approfittatori della situazione e gli Excruciators dovettero suddividere ulteriormente le proprie forze per respingere un attacco dei legionari traditori il cui fine rimase ignoto.
Il Libro della Ruggine conclude la sua prima parte con un’intera pagina dedicata a un duello.
Pur apparendo maggiormente come figura di comando in orbita che gestisce l’intera operazione d’invasione, Typhus fece anche delle apparizioni sulla superficie dei pianeti invasi. Uno di essi fu Alexistor, luogo in cui le forze di Nurgle abbatterono la solida presa dell’Ecclesiarchia. In Città del Supplicante, nei pressi del piazzale soprelevato di quella che fino a poco tempo prima era il Cathedrum Sanctus Absolis, Typhus osservò le truppe dell’Adepta Sororitas morire.
“Questa volta non c’è più via di fuga, Badessa Joghilde.”
Joghilde, Badessa di Nostra Signora Martire e leader di cinque commende del proprio Ordine atte a difende Alexistor, si erse con determinazione davanti a Typhus il Viaggiatore. Con una brillante lama bianca in pugno, la donna si lanciò nella mischia e Typhus la caricò, dando inizio a un terribile duello. Tra parate e schivate, Joghilde apparve come una figura destinata a morire, ma pervasa da una forza benedetta che, con esplicito stupore di Typhus, le permise di fermare colpi che il Viaggiatore ritenne letali. Circondata da un fuoco candido, la Badessa riuscì nella grande impresa di affondare la propria lama incandescente nel petto del nemico e Typhus provò sentì dolore. Questo dolore non fu solo il ritorno di una sensazione non più provata da molto tempo, ma proprio un bruciore non più avvertito da secoli. Alla fine Typhus si stufò, urlò e scatenò la propria forza psionica per scagliare lontano la Badessa. Con il corpo bruciato le cui carni carbonizzate si staccavano dalle ossa, l’aura di Joghilde si spense, ma la lama ardente e lo sguardo di sfida rimasero intatti.
In questo duello abbiamo una nuova dimostrazione della potenza della fede. Non so esattamente dove gli autori vogliano andare a parare, ma in Risveglio Psichico: Pariah abbiamo visto la forza della fede che riesce a contrastare gli effetti anti-Warp degli Snodi Pariah. Nel caso in cui non lo sappiate o non lo ricordiate, preciso il fatto che non si tratti di un caso di doti psioniche latenti. Gli Snodi Pariah non hanno casualmente questo nome, sono l’antitesi del Warp e contrastano la connessione tra persone e Warp, talmente tanto da “spegnere” i loro corpi perché ormai hanno perso il legame con le proprie anime. Spesso la forza della fede viene confusa con delle doti psioniche, tant’è che vari Santi Imperiali non sono eletti che dispensano miracoli, ma psionici particolarmente dotati che sono riusciti autonomamente ad acquisire un buon controllo dei propri poteri. Sono casi rari, ma comunque non potrebbero nulla contro lo Snodo Pariah. Eppure, in quel caso la fede ebbe veramente potere. In questo duello, invece, non abbiamo uno Snodo Pariah contrastato da un altro potere, ma mi è parso di ritrovare un caso di fede che ha sinceramente avuto degli effetti positivi sull’individuo. In ogni caso è impossibile determinare le cause di questo fenomeno e a quali sviluppi possa portare. Potrei lanciarmi nel più classico “Davanti alla minaccia della Cicatrix, ora l’Imperatore sta realmente agendo attraverso i propri fedeli!”, ma non è assolutamente detto che sia così e per ora non ci sono le basi atte a sostenere questa ipotesi.
Davanti a una situazione sempre peggiore, Heptus Khleng decise di proteggere Metalica in modo estremamente pragmatico. Con un nuovo editto strategico, il Fabricator-General di Metalica vincolò tutte le forze al suo servizio affinché qualunque suo ordine dovesse essere eseguito come se fosse arrivato dall’Omnissiah. Per questo motivo, decise che la priorità maggiore sarebbe dovuta andare alla difesa dei Cancelli Metalicani (Sistemi Rhodior, Brezantius e Feiror). Appena venne trasmesso l’ordine, tutte le forze legate al Mechanicus obbedirono senza discussioni e abbandonarono immediatamente la difesa di numerosi pianeti per ripiegare verso i Cancelli; le altre forze imperiali, invece, valutarono autonomamente i diversi casi. Alcuni reggimenti di Guardia ripiegarono, mentre altri, insieme ad Adepta Sororitas e Adeptus Astartes, continuarono a combattere anche senza buona parte dei propri alleati.
Presto le condizioni peggiorarono in tanti luoghi che Khleng non reputò sufficientemente importanti. Nel Sistema Chromyd questo evento venne persino riconosciuto con l’appellativo di Tradimento di Khleng e non si può dire che l’astio non fosse giustificato. In assenza di molti dei propri difensori, le truppe imperiali di Torthusa vennero massacrate o costrette a convertirsi per un estremo desiderio di sopravvivenza. A loro volta, Riposo della Martire e Braccio di Dyroch subirono l’improvvisa mancanza di rifornimenti di cibo provenienti da Torthusa divennero luoghi di saccheggio e macabri divertimenti ai danni dei prigionieri e fuggiaschi, i quali vennero utilizzati come prede da cacciare.
Ironicamente, l’ultimo vero rifugio delle forze imperiali fu Sabhira, un mondo assassino. In una coalizione tra ufficiali imperiali e capiclan locali delle Spade di Sabhira, il Caos si trovò fortemente ostacolato da un’armata specializzata in operazioni di guerriglia. Riuscendo dove la resistenza di Borthreas fallì, Sabhira continuò a resistere e Thraxoplasmox arrivò alla decisione di fermare l’avanzata pur di sottomettere quest’ultimo pianeta.
Anche dopo il ritiro delle forze fedeli al Mechanicus, Astra Militarum e Adepta Sororitas continuarono a combattere in ciò che rimaneva del Sistema Duralim. Gli Excruciators, nel frattempo, riconquistarono il relè astropatico su Kobolt e ne usarono il coro per coordinarsi con tutte le altre forze Capitolari che avevano risposto alle richieste di soccorso del Sottosettore Obolis. Successivamente, il Maestro Capitolare Tanielu degli Excruciators condusse la 1a Compagnia (denominata Mafau’a) e soccorse il formicaio Kenzelghar di Resplendis. I reggimenti Vostroyani, davvero tanto in difficoltà, ebbero un attimo di respiro prima di doversi occupare della difesa delle guglie mentre gli Space Marine bombardarono l’artiglieria nemica situata all’esterno e scesero piano per piano per dare fuoco ad ogni singolo zombie presente.
Elementi provenienti da Ultramarine, Guardia del Corvo e numerosi altri Capitoli portarono avanti il contrattacco nel Sistema Duralim assaltando il mondo agricolo Sustace. Presto si scatenarono battaglie aeree che videro le cannoniere dell’Adeptus Astartes scontrarsi con sciami di Draghi Infernali, ma Lord Zeid dimostrò di avere davvero tante macchine demoniache a propria disposizione, le quali finirono per sconfiggere le forze lealiste. In seguito Zeid conquistò una fortezza imperiale dopo l’altra riuscendo a stabilire una base operative ben difesa.
Sebbene potesse sembrare tutto finito su Magnifiria, in realtà l’ultimo atto di resistenza lealista avvenne con la difesa di Forte Consacris. Typhus dovette spendere sette cicli per riuscire ad abbattere le forze di Metalicani e Cadiani, eppure anche quel forte cadde. Infine, nei penitenziari sotterranei della prigione Oblekh si scatenarono grandi sommosse che portarono ulteriori disordini.
Typhus gestì lo schieramento di grandi quantità di Malignificatori Miasmici, ciminiere che vi ricordo essere il più recente elemento scenico di Nurgle che Games Workshop abbia prodotto. Nel frattempo, però, il Viaggiatore rimase preoccupato per la ferita subita da Joghilde, poiché non era ancora guarita nonostante l’abbondanza di empie benedizioni che lui stesso vi impose (l’argomento della ferita è cruciale, ma lo riprenderemo più avanti). Allo stesso tempo, Typhus poté comunque essere sollevato dal fatto che Duralim fosse prevalentemente sotto il suo controllo, motivo per cui rivelò il suo ulteriore alleato a cui, negli ultimi tempi, sacrificò molti mondi con lo scopo di evocarlo. Rotigus, il Padre della Pioggia, si unì all’invasione di Metalica.
Benché vi fossero ancora dei conflitti in corso, i sistemi esterni del Sottosettore Obolis si poterono considerare pressoché annientati, perciò il centro del conflitto si spostò verso i tre sistemi atti a formare i Cancelli Metalicani.
Rotigus si concentrò sui Sistemi Feiror e Brezantius scatenando possenti invasioni demoniache che sfruttarono il vantaggio di potersi manifestare direttamente sulle superfici dei pianeti, evitando qualsiasi perdita dovuta agli scontri pre-atterraggio con le flotte del Settore Charadon. Tanti pianeti furono colpiti da fenomeni sovrannaturali terribili e con essi non si manifestarono esclusivamente demoni di Nurgle, ma anche fedeli agli altri tre membri del quartetto. Abisso, un mondo oceanico nel Sistema Feiror, fu colpito in particolar modo da Rotigus, il quale sfruttò le acque planetarie contro i suoi stessi abitanti.
Oghlosmus Bilge si unì a questa fase dell’avanzata tramite diversi squadroni di navi della peste inviati verso il Sistema Feiror, i quali eliminarono le stazioni di monitoraggio situate nello spazio e bombardarono il mondo fortezza Forthras. I Metalicani non subirono passivamente e schierarono tutta la potenza delle super-armi Ordinatus mantenendo pochissime falle nelle proprie linee.
Nel Sistema Brezantius, invece, il mondo capitale Kapston raggiunse il disastro in seguito all’annientamento delle formazioni di Solcadune perpetrato dalla 2a Compagnia della Peste. Per tutta risposta, i Titani della Legione Teschi di Ferro attaccarono con tutto l’odio immaginabile e il Princeps Wynsten VanKassen organizzò un’operazione di contrattacco con cui rispedì alla “casella del via” gli eretici. A tal proposito, su VanKassen viene fatta una precisazione, ossia la sua volontà di non ripetere le azioni compiute dal suo predecessore su Armageddon. È interessante vedere questo velato riferimento a Kurtiz Mannheim, un personaggio storico che condusse i Teschi di Ferro (o Legio Metalica) nella Seconda Guerra di Armageddon. Kurtiz Mannheim è un personaggio tanto vecchio quanto Sebastian Yarrick o Ghazghkull Mag Uruk Thraka, tant’è che la sua prima apparizione fu nel gioco da tavolo Battle for Armageddon del 1992. Mannheim venne descritto come colui che, per ordine di Herman von Strab, condusse la Legio Metalica verso la propria ultima battaglia di quella guerra, poiché annientata dopo aver ucciso tre Gargant degli Orki. Gli ultimi istanti di quella battaglia furono davvero storici perché Mannheim, a bordo del Titano Imperatore Martello d’Acciaio, mosse la propria macchina ormai morente nel bel mezzo dell’armata orkesca per poi farsi esplodere sovraccaricando i reattori plasma. Si tratta di un momento emozionante che nel corso degli anni è stato descritto in vari manuali, dal Codex: Armageddon del 2000 al libro d’ambientazione Battle of Armageddon del 2003. Nel 2015 The Pyres of Armageddon, secondo romanzo della trilogia di Yarrick, arrivò infine ad approfondire la storia di Mannheim e a descrivere ogni istante di quella storica scena. Mannheim fu considerato un eroe di guerra e ancora adesso su Armageddon ci sono luoghi e festività dedicati a lui, ma VanKassen, descritto come individuo conservatore e rigido, sembra ribaltare questa visione. Per il modo in cui viene esposta l’idea, pare che VanKassen non voglia semplicemente evitare di subire perdite così devastanti che impedirebbero ai Teschi di Ferro di partecipare ad ulteriori battaglie, ma che non approvi le passate azioni del proprio predecessore. Sia chiaro, tutto ciò non comporta particolari evoluzioni nella trama, ma è un pensiero caratteristico che distingue subito il personaggio.
Ritornando con lo sguardo volto sulla guerra in corso, le forze imperiali raccolsero informazioni durante gli scontri nei Sistemi Feiror e Brezantius notando l’improvvisa assenza di Typhus e Zeid. Prima di poter ragionare sulle implicazioni di questo fatto, altri importanti sviluppi coinvolsero il Sistema Rhodior.
Fino a quel momento, Rhodior non fu particolarmente coinvolto nell’invasione, anche se ciò non vuol dire che fosse tutto tranquillo. In seguito al Tradimento di Khleng, Rhodior ricevette sia tanti rinforzi che tanti profughi, ma essi si trovarono catapultati in un sistema in piena paralisi amministrativa, siccome i vertici si aspettavano un attacco imminente, ma allo stesso tempo sapevano che altrove ci fosse bisogno di rinforzi. Non riuscendo a raggiungere una decisione definitiva sul proprio modo d’agire, il Sistema Rhodior rimase in piedi, ma con un equilibrio precario. Su Hedrosh e Atterraggio di San Philo, sia ai militari che ai civili vennero estesi i turni triplicando il tasso di morte sul lavoro per incidenti o per esaurimento. La corruzione e i culti ribelli iniziarono a prosperare finché l’attenzione non si spostò su delle anomalie Warp apparse ai confini del sistema. Credendo di doversi aspettare la tanto temuta invasione, si scatenò il panico, ma i loro timori furono spezzati quando le anomalie non rivelarono l’arrivo del nemico, bensì di una piccola, ma potente flotta proveniente da Deimos, la luna che ai tempi dell’Eresia di Horus fu letteralmente spostata affinché orbitasse attorno a Titano e supportasse i futuri Cavalieri Grigi in qualità di mondo forgia autonomo. La flotta era guidata dalla Criptoemissaria Presumptor Uchultor L’au, un’Arcimagos al comando di un intero armamento antidemone e accompagnata da un Incrociatore d’Assalto carico di Cavalieri Grigi.
Uchultor L’au scambiò solo i convenevoli di rito con il popolo di Rhodior e si scagliò immediatamente sui fronti di Chromyd e di Feiror. Come da tradizione, è ovvio che i cacciatori di demoni non eliminarono solo i figli del Warp, ma anche coloro che li affrontarono. Il Tenente Araldo Sheradane della Marine Imperiale, approfittando del contrattacco condotto da Deimos, mosse i resti della flotta di Charadon in una punta di lancia diretta su Forthras. Oghlosmus Bilge fu quindi costretto a ripiegare, ma le sue navi si ritrovarono intrappolate tra gli inseguitori imperiali e le poche navi malridotte del Kapitano Dregbad, deciso ad avere la propria vendetta. Un’esigua parte della flotta della peste riuscì a fuggire verso Alumax, ma l’ammiraglia venne fatta a pezzi e Bilge stesso perì.
Nel Sottosettore Lirac, Tsorr’Kanath e Yharron Thayl continuarono a condurre i propri loschi piani dopo aver unito definitivamente le proprie forze sotto il nome di Discepoli. Agendo nei Sistemi Cyclos e M’bor, essi sabotarono comunicazioni e linee di rifornimento coprendo ogni traccia del proprio coinvolgimento. Così facendo, essi abbandonarono totalmente gli ordini di Typhus, poiché la Casata Raven non fu tenuta occupata, ma spinta volontariamente verso il Sottosettore Obolis mentre i Discepoli seminavano disordini pressoché ordinari. Una volta allontanati i Cavalieri, i Marine del Caos attivarono cellule di cultisti segrete su due pianeti del Sistema Cyclos e tre del Sistema M’bor. La Confraternita Risvegliata ridusse in cenere venti chilometri di area industriale del pianeta Ghajas detonandone la forgia centrale. Il Culto degli Occhi degli Dei fece sprofondare nell’anarchia le raffinerie di gas di Asmul tramite masse di mutanti psionici. Gli Scotennati uccisero il governatore planetario di Amahaz. Coloro che Odono i Sussurri, invece, vennero completamente sterminati, ma la notizia non uscì mai dal pianeta Dhaku e non giunse mai ai Discepoli. Quando quest’ultimi cercarono di atterrare sui templi superiori, ad accoglierli ci fu un nemico inaspettato. Il Culto dei Genoraptor del Wyrm Interno, conquistatore di tutte le miniere e le macrocaverne di Dhaku, non volle saperne di lasciare il proprio pianeta nelle mani di questi invasori e, paradossalmente, divenne la principale opposizione al Caos nel Sistema M’bor.
All’insaputa di molti, Typhus rimase su Magnifiria per guidare degli empi rituali in atto e ascoltare i rapporti dei suoi messaggeri demoniaci, i quali riportarono il recente intervento della Casata Raven, mossasi nei pressi dello Stretto di Thorlaf. In meno di dieci cicli, i Cavalieri decretarono la riconquista di Alexistor. In più, anche su Resplendis l’Imperium vide uno spiraglio di luce quando il Maestro Capitolare Tanielu e il Capo Bibliotecario Ioanu “La Fortezza” uccisero i Cistosi e riorganizzarono le difese planetarie rendendo molto più complicato qualsiasi tentativo di controinvasione. Infine, la Casata Raven giunse anche su Sustace e Grevan, Duca di Ferro e sommo governante della Casata, si occupò personalmente dell’attacco. La presa della Legione Nera su Sustace venne distrutta, ma Lord Zeid fuggì e Grevan giurò vendetta.
Ho apprezzato molto il coinvolgimento di Grevan. Si tratta di un personaggio apparso le prime volte nel 2015 sul settimanale White Dwarf 66 e sul Codex: Imperial Knights di 7a edizione, ma è sempre stato un personaggio atto semplicemente a rappresentare l’attuale leader della Casata Raven. Mi ha quindi fatto piacere vedere l’utilizzo di questo personaggio in modo da donargli dei cenni di caratterizzazione.
Mentre l’invasione principale coinvolgeva i Sottosettori Obolis e Licar, un altro conflitto minore si verificò nel Sottosettore Phlegyr, più precisamente nell’Ammasso Triforgia, un triangolo di sistemi planetari, ognuno dei quali a sua volta composto da tre pianeti.
La 2a e la 4a Compagnia della Guardia della Morte attaccò l’Ammasso Triforgia per motivi sacri. Sebbene il 7 sia il numero sacro di Nurgle, il 3 è comunque molto importante, poiché si tratta del numero che dà vita al suo simbolo, qualunque sia la forma distorta con cui viene rappresentato. A tal proposito, la Guardia della Morte poté osservare tre sistemi, ognuno con tre pianeti, quindi considerò questo fenomeno come un chiaro segno di Nurgle e della loro futura vittoria in quel luogo.
Peccato che l’Ammasso non fosse già invaso dalla Stirpe dei Mille, fedeli a Tzeentch che, al contrario, vedevano sacralità nel numero 9 e quindi nel numero totale di pianeti presenti nell’Ammasso Triforgia. Da questa situazione scoppiò immediatamente un conflitto aperto e l’Imperium si trovò in mezzo a due invasori.
Nonostante la resistenza posta dall’Adepta Sororitas e dall’Astra Militarum, la Guardia della Morte schierò rapidamente centinaia di Malignificatori Miasmici sulla superficie di Thrios e, dopo aver conquistato vari factorum, l’enclave Rovingranaggio a Sette Raggi del Mechanicum Oscuro ne assunse il controllo. Il vectorium dei Camminaruggine della 4a Compagnia conquistò anche un factorum dedicato alla produzione di una variante di Hellhound, ma qualche settimana dopo i battaglioni di Guardiaforni di Thrios e i Cavalieri delle Casate Adamant e Althalos contrattaccarono. Ferund Irnwelt, leader dei Camminaruggine, effettuò delle ritirate strategiche che fecero avanzare gli Imperiali nei territori del factorum finché non giunse il momento giusto per rispondere. Ferund liberò schiere di carri Hellhound, Devildog e Banewolf, tutti opportunamente potenziati dalle modifiche della Guardia della Morte. Gli Imperiali riuscirono a infliggere svariate perdite, ma purtroppo nessuno di loro sopravvisse e Ferund poté considerarsi vittorioso.
Nel Deserto Thrennan, altri vectorium della Guardia della Morte attaccarono siti d’estrazione e distribuzione del promezio, andando quindi a sterminare i clan di estrattori. Presto enormi nuvole di fumo si sparsero in tutto il deserto, ma gli psionici di Tzeentch manipolarono questi fumi trasformandoli in fiamme ardenti che consumarono i reggimenti d’Astra Militarum alleati dei servi di Nurgle. Che fosse per il signore della pestilenza o del cambiamento, i vari siti d’estrazione vennero progressivamente conquistati e corrotti in nome di un Dio del Caos.
Nelle paludi di rifiuti denominate Fanghi, il vectorium dei Pastori del Vaiolo sfruttò le creature selvatiche del luogo per sperimentazioni che diedero vita ad aberranti mostruosità. Quest’ultime si riversarono nell’Alveare Beranthis, il quale venne raso al suolo diventando un’altra pozza di marciume da cui nacquero ulteriori mostri. I sopravvissuti rimasti fedeli all’Imperatore tentarono di abbandonare il pianeta, ma nuovi traditori nei reggimenti e valanghe di cultisti eliminarono ogni speranza.
Duos si rivelò subito essere un mondo molto diverso dagli altri dell’Ammasso Triforgia. Al contrario di altri pianeti ancora in mano all’Imperium, Duos aveva già subito grandi mutamenti da parte degli adoratori di Tzeentch. Questo rese difficoltoso l’assalto della Guardia della Morte, in particolare durante la Battaglia del Palazzo d’Ametista, durante la quale lo stregone Arrakesh Hadyaemus e i suoi Occulti uccisero i Terminator Signori del Marciume uno ad uno.
Nella Pianura Specchio, invece, un intero continente divenne il campo di battaglia per una guerra demoniaca tra Tzeentch e Nurgle. La Pianura, inizialmente piatta e brillante in modo da onorare il Dio del Cambiamento, divenne mutevole rispondendo alle energie di Tzeentch o di Nurgle. Un giorno brillante, un altro giorno fetida e lercia. Schiere di stregoni continuarono ad evocare orde di demoni e la Pianura continuò a non conoscere la pace.
Governato dalla diligente Heria Lorgenn, Septios era un pianeta noto per le centrali idroelettriche e per la fauna molto legata ad ambienti fangosi. Seppur addestrate e armate, le truppe poste a difesa del pianeta si trovarono contro il proprio stesso pianeta con sciami di mosche mutate fino ad essere giganteschi insetti capaci di strappare la carne dalle ossa in pochi secondi. Lorgenn rispose assicurandosi di fortificare e rendere ampiamente presidiati i ponti, strutture estremamente importanti per comunicazione e logistica su Septios. Il Sistema di Ponti Zoreen, ad esempio, venne rinforzato da reggimenti di Spinaroli di Septios, formazioni corazzate dei Tori Ferrosi di Septios e varie batterie anti-aeree. Purtroppo nemmeno questo riuscì a fermare l’avanzata della Guardia della Morte.
In un altro angolo del pianeta, i Figli della Gloriosa Decadenza si occuparono di un gruppo formato da sette factorum, eppure molti attacchi vennero respinti perché i luoghi di produzione erano ben difesi da Space Marine provenienti dai Consoli Aurici, dai Pegasi Neri e dalle Ombre Notturne. Affrontando il fallimento, gli Astartes eretici decisero di lanciare assalti continui sacrificando le vite di decine di migliaia di cultisti, non riuscendo comunque a prevalere, ma avvicinandosi sempre di più alle postazioni difensive, anche grazie alle risorse progressivamente minori dei lealisti. Con il quattordicesimo assalto e il trascorrere di numerose settimane, alla fine le difese cedettero e la Guardia della Morte riuscì a prendere possesso di ben sette factorum specializzati nella produzione di corazzati con scafo Chimera.
Nei pressi della diga Hydrontus-magna, il Titano Warlord Epidemia e il Titano Reaver Contagia Beauteous spezzarono le possenti mura e causando l’inondazione delle zone nei chilometri circostanti e la sommersione di dozzine di insediamenti. Gli Spinaroli di Septios presero con filosofia tutta questa terribile situazione e molti di loro, abituati a vivere in condizioni difficili, iniziarono ad essere paradossalmente contenti di poter affrontare gli eretici che li stavano invadendo. Nei pressi delle Pianure Gazaya, gli Spinaroli diedero filo da torcere ad interi reggimenti di traditori al servizio della Guardia della Morte. Riunendosi in un corpo unico e rinominandosi Affogati, essi tennero duro per ben undici mesi fino a distruggere l’ultima postazione dei cultisti.
Non è ben noto quale sia stato l’esito di questo conflitto secondario e forse è ancora in atto, ma nel frattempo voglio farvi notare un dettaglio interessante su come sia stata presentata questa vicenda. L’Ammasso Triforgia apparve per la prima volta a gennaio 2021 nel Codex: Death Guard di 9a edizione. Lì vennero descritti sommariamente alcuni eventi di questa zona di guerra, ma White Dwarf 463 (aprile 2021) andò a fornire numerosi approfondimenti, mentre la mappa del Libro della Ruggine ci permette di scoprire dove si trovi l’Ammasso rispetto al resto del Settore Charadon. In più c’è un piccolo punto del Libro della Ruggine che mi ha sinceramente fatto ridere.
La Stirpe dei Mille esce dal Sottosettore Phlegyr e si inoltra nel Sottosettore Lirac dirigendosi verso il Sistema Iap.
NOPE NOPE NOPE NOPE
Con il volgere del 941 CTL, l’Imperium sembrò iniziare ad assaporare la vittoria. Pur avendo subito perdite devastanti, vari fronti nel Settore iniziarono a rispondere in modo efficace. Typhus diede l’impressione di ritirarsi e vari leader minori decisero di seguire i propri obiettivi continuando ad attaccare su numerosi pianeti. Tanti comandanti imperiali riconobbero quei giorni come il momento giusto per contrattaccare con coordinazione, eppure dovettero fare i conti con i danni inflitti all’intera infrastruttura delle comunicazioni e con il Warp sempre più turbolento. In sostanza, i singoli fronti ebbero un momento di respiro, ma allo stesso tempo capirono di non poter fare molto di più.
Nel Sistema Chromyd, Thraxoplasmox continuò ossessivamente a concentrarsi sulla resistenza di Sabhira, i cui difensori si sacrificarono eroicamente per mantenere uno stallo di oltre trenta cicli. Nel frattempo, la Criptoemissaria L’au di Deimos pianificò le proprie operazioni e schierò le proprie forze nei Sistemi Brezantius e Feiror aiutando i loro tentativi di consolidarsi.
Una rozza coalizione di Marine del Caos guidati da Gharax l’Eversore si stabilì nella Trincea Amaloriana nei pressi dell’equatore di Kapston, capitale di Brezantius. I tentativi di stanarli fallirono e causarono perdite nei Reggimenti 88° Catskoriano, 13° Orvari e 110° Peloriano Corazzato, motivo per cui i Titani dei Teschi di Ferro, inizialmente diretti verso il Sistema Duralim, deviarono il proprio percorso per raggiungere Kapston e annientare le forze di Gharax.
Il Sistema Feiror, già colpito molto duramente, dovette vedersela con l’intervento dell’Inquisizione. Tra Inquisitori e seguiti di Figli Tempestus in armatura nera, essi epurarono e bruciando a destra e a sinistra. Un’azione coordinata con altri pianeti o interi sistemi avrebbe giovato, ma la sua assenza portò l’Inquisizione a fare il possibile distruggendo alcuni Malignificatori Miasmici e mettendone in quarantena altri.
Nel Sistema Duralim, Grevan e i Cavalieri della Casata Raven si organizzarono efficacemente con l’Ordine di Nostra Signora Martire, alcuni ufficiali dell’Astra Militarum e le forze sopravvissute dell’Adeptus Astartes, andando così a concepire la Coorte da Difesa di Duralim. Il Sistema raggiunse una situazione abbastanza stabile e allo stesso tempo si riuscì a creare una buona armata atta a schierarsi nel Sistema Alumax, ma a quel punto Grevan dovette piegarsi ai giuramenti fatti nei confronti di Heptus Khleng, finendo costretto ad attendere ordini che, dopo molti cicli, non arrivarono mai. Ciò successe perché Khleng non riuscì a gestire così tanti errori nelle sue previsioni e nelle cose da lui ritenute impossibili. Nonostante i suoi grandi potenziamenti cibernetici, fu proprio la sua parte umana a tradirlo. La debolezza organica su cui parve avere ragione, quella che lo portava a credere ciecamente nell’operato dell’Omnissiah e nella sua infallibilità, costituì il fattore che lo portò ad essere soverchiato. Non riuscendo ad abbandonare le proprie convinzioni e cercando una soluzione logica agli eventi apparentemente inconcepibili che lo circondarono, Khleng cadde in un ciclo ricorsivo di meditazioni e razionalizzazioni che lo spinsero a ritenere meno prioritaria qualsiasi missiva strategica. Khleng divenne assente, ma molti continuarono ad attenderlo.
Su Dhaku, nel Sistema M’bor, i Discepoli affrontarono i Culti dei Genoraptor. Con l’aiuto dei demoni khorniti, Tsorr’Kanath isolò e massacrò migliaia di cultisti. Yarron Vhayl colpì le reti vox, costringendo i culti ad affidarsi esclusivamente alle comunicazioni telepatiche. Quest’ultimi, però, non demorsero e, man mano che i Discepoli si spinsero verso le Opere Centrali di Dhaku, l’avanzata risultò sempre più complicata. I Discepoli sapevano di avere a che fare con i pozzi minerari che si spingevano negli strati più antichi del pianeta, perciò si sforzarono ancor di più. Puntavano a un premio di cui i culti erano chiaramente a conoscenza.
Attualmente, come prevedibile, sappiamo già che nel sequel del Libro della Ruggine vedremo Be’lakor unirsi al conflitto. Non è ancora sicuro, ma ritengo molto probabile che i Discepoli stiano facendo tutto questo per evocarlo.
Non potendo più aspettare il supporto di Grevan, il Maestro Capitolare Tanielu riorganizzò gli Astartes presenti nel Sistema Duralim dando loro il nome di Forza d’Attacco Flagello. Elementi provenienti da Cavalieri di Ferro, Excruciators, Figli di Medusa, Giaguari d’Ossidiana, Ultramarine e da ulteriori Capitoli salparono per il Sistema Alumax.
Su Trono di San Bartolph e su Borthreas, i primi bersagli, la Forza d’Attacco eliminò degli importanti campioni del Caos e, nonostante le forti avversità, riuscì a ristabilire il controllo imperiale. Tanielu inviò dei messaggi d’avvertimento verso il Sistema Metalica e notò che Typhus si fosse dato da fare. Degli stregoni eretici avevano costruito un tempio della peste su una montagna e avevano dato il via a un lungo rituale. Typhus, d’altro canto, trascorse ventun giorni in comunione psichica con degli emissari di Nurgle ottenendo informazioni importanti. Zeid era ancora vivo, ma Typhus non capì dove si trovasse e perché non fosse ancora tornato; i Discepoli lo avevano tradito, perciò decise di vendicarsi, ma solo dopo la futura vittoria in guerra; infine, acquisì anche conoscenze numerologiche arcane che benedirono il suo rituale. Dopodiché, Typhus radunò i propri eserciti e puntò verso la stazione di monitoraggio Meta-Obol Gamma 4, l’ultimo vero bastione della resistenza imperiale.
Grazie alle previsioni del Capo Bibliotecario Ioanu, anche Tanielu poté contare su alcune informazioni importanti, tant’è che raddoppiò gli sforzi della Forza d’Attacco Flagello affinché i suoi componenti riuscissero a raggiungere sia il luogo del rituale che Meta-Obol Gamma 4. Su Trono di San Bartolph, i lealisti dovettero riaffrontare Rotigus. Nei pressi della stazione, le flotte si demolirono reciprocamente fino all’arrivo della Terminus Est. Quest’ultima vanificò gli ultimi sforzi d’impedire ai caotici di atterrare e a quel punto il Sergente Sarthio della Guardia del Corvo rallentò le armate di Typhus tramite un’imboscata ben organizzata. Tuttavia, il finale non cambiò, Sarthio venne decapitato e Meta-Obol Gamma 4 cadde.
Dopo la vittoria sulla stazione, Typhus supervisionò l’installazione degli ultimi Malignificatori Miasmici, i quali terminarono l’assemblaggio di una fitta rete sparsa attraverso tutto il Sottosettore Obolis. Gli stregoni eretici urlarono e il rituale fu finalmente completo. Dal tempio della peste si scatenò un immenso uragano di marciume e rovina, il quale costrinse gli ultimi Space Marine a ritirarsi, benché molti morirono comunque. Dopo mesi di terribili magie, il rituale consumò Trono di San Bartolph dall’interno e lo annientò. L’empio uragano di energie Warp si propagò attraverso tutta la rete di Malignificatori e la situazione in tutto il Sottosettore Obolis crollò. Nei Sistemi Brezantius, Chromyd, Feiror e Rhodior si diffusero le più terribili malattie di Nurgle e si rialzarono masse di nonmorti marcescenti. L’Adepta Sororitas e i Cavalieri Grigi parvero resistere alle influenze del Caos, ma ciò non permise loro di ribaltare l’esito degli scontri. Coloro che sfuggirono all’annientamento di Trono di San Bartolph videro la nascita di uno squarcio nella realtà da cui fuoriuscirono tentacoli neri. Typhus aprì così un gigantesco passaggio diretto per il Sistema Metalica, ma il disordine e il panico in tutte le comunicazioni permisero a pochi di scoprirlo. La Criptoemissaria L’au fu tra queste persone, eppure il suo contrattacco verso Chromyd era stato lanciato solo tre cicli prima e gran parte degli eserciti inizialmente partiti da Rhodior si trovavano nel Warp, quindi risultò impossibile comprendere quando o se avrebbero mai raggiunto la propria destinazione. Anche considerando un buon arrivo nel Sistema Chromyd, avrebbero potuto sperare di tornare indietro per raggiungere Metalica?
Se fino a un certo momento l’Imperium parve riuscire a contrattaccare efficacemente, Typhus dimostrò il contrario e radunò tutta la propria flotta con la Terminus Est in testa. Il Viaggiatore attraversò lo squarcio e ben presto emerse nel Sistema Metalica. Heptus Khleng fu a un passo dalla morte quando il picco di allarmi arrivò quasi a fermare il suo cuore biologico. Ancora sommerso dalle contraddizioni, il Fabricator-General di Metalica cercò di organizzare una risposta.
L’enorme squarcio nel Warp ricevette il nome di Ferita e i suoi disturbanti effetti metafisici si fecero subito sentire. Nel Sistema Metalica, il mondo formicaio Munis Ferrum fu ferocemente colpito da molti morbi e dalle corrotte operazioni del Mechanicum Oscuro. Il mondo minerario Plenitas fu invaso da un vectorium della Guardia della Morte condotto da Lord Fecuthrott il Mietitore. L’attaccò risultò ben organizzato, ma lo furono anche le difese organizzate dai Magi-Supervisori del pianeta, i quali schierarono enormi contingenti di Skitarii e Macchine Ordinatus trasformando il conflitto in un massacro per entrambi. Su Ferrovigilum, una sorta di luna di Plenitas, la situazione non fu da meno a causa dell’intervento di Lathfyr l’Annegata, della Legio Morbidus e di numerosi Cavalieri Rinnegati. Lathfyr sentì subito la vittoria in pugno, ma i lealisti risposero con le forze d’élite del Maresciallo Skitarii Tertian, due manipoli di Titani veterani dei Teschi di Ferro e una lancia di Cavalieri Lame Erranti chiamata Compagnia Dimenticata. Questo vasto schieramento di forze meccaniche prolungò indefinitamente il conflitto.
Typhus, invece, si concentrò su Porto Solari, a metà tra una fortezza stellare e uno spazioporto. Privo di molte delle proprie flottiglie poiché impegnate in altri sistemi o perse durante la difesa di Meta-Obol Gamma 4, Porto Solari avrebbe comunque potuto schierare potenti navi da guerra, ma non sarebbe mai stato in grado di reggere da solo l’attacco di Typhus. Il Contrammiraglio Vordkin agì in anticipo e, prima che l’invasione arrivasse, ordinò ai pochi capitani rimasti di ripiegare verso Metalica. Quando Typhus lanciò la Terminus Est all’attacco dei cannoni difensivi, la Corazzata classe Imperator Lama Misericordiosa guidò tutti i vascelli con funzioni di supporto, riparazione ed evacuazione. Essi riuscirono a fuggire mentre Typhus divenne ben presto il padrone di Porto Solari.
Con sempre più forze radunate su Metalica, Heptus Khleng sfruttò tutta la propria potenza di calcolo per superare i propri problemi e pianificare una controffensiva. Il mondo batteria Ohmex Magnifica venne liberato dai rinnegati e dai Demonidi di Khorne, l’offensiva di Fecuthrott su Plenitas venne smorzata con un taglio chirurgico delle linee di approvvigionamento e vari Space Marine, tra cui una semicompagnia di Figli di Medusa, respinsero tre attacchi dei caotici nello spazio metalicano. Ciononostante, tutte queste operazioni non avrebbero mai potuto porre fine all’invasione di Typhus e Khleng agì di conseguenza. Con la speranza di ricevere risposte e rinforzi in seguito a tutte le richieste d’aiuto, tutte le sue strategie avrebbero puntato al maggiore rallentamento possibile del nemico. Gli empyrosapienti e i Magi-ethericus di Metalica, però, capirono che la Ferita si sarebbe espansa rapidamente e non poterono escludere che, oltre a un possibile divoramento totale del Sistema, i rinforzi non fossero già stati uccisi dal totale caos nelle correnti Warp.
Frattanto, Typhus volle approfittare del proprio ampio vantaggio e nemmeno la ferita infertagli da Joghilde, ancora non rimarginata, fermò la sua avanzata. Le piattaforme orbitali della Corona Militaris costituirono l’ultima difesa rimasta prima di poter iniziare l’invasione della superficie di Metalica, dunque Typhus attaccò la piattaforma Archimed-Tri e fece sì che demoni dati, codici corrotti e tentacoli di Maledizione del Ferro si spargessero anche attraverso i sistemi di Aristol-Sept, Pythorus-Oct e ancora oltre. Con la Corona Militaris compromessa, Typhus poté preparare la discesa su Metalica.
Il fatto che Typhus avesse raggiunto Metalica non significò che il resto dell’invasione si fosse interrotto. Mondi come Kapston, Ferryk e Sustace riuscirono a respingere le minacce nonmorte, mentre altri pianeti come Alexistor e Abisso furono sopraffatti. In seguito alle richieste d’aiuto di Khleng, vari comandanti come Grevan, Tanielu e VanKassen si mossero per superare ogni avversità in modo da raggiungere Metalica. La Criptoemissaria L’au, dal canto suo, riuscì a raggiungere Chromyd e ad allontanare Lord Thraxoplasmox da Sabhira, ma il conflitto continuò a imperversare. Il Sistema Rhodior, pur avendo evitato la potenza principale dell’invasione, subì tutte le conseguenze delle masse nonmorte che si innalzarono in seguito alla nascita della Ferita e il pianeta Hedrosh si trovò con interi sistemi di celle invasi da cadaveri ambulanti.
Tornando sotto la superficie di Dhaku, i Discepoli si addentrarono in tunnel già antichi quando l’Imperatore fu sepolto nel Trono d’Oro. Molti furono gli sforzi dei Genoraptor di respingere gli invasori o di ucciderne i comandanti, ma le capacità psioniche di Thayl e il supporto demoniaco garantito da Tsorr’Kanath resero tutto vano. Con un ultimo sforzo, i Discepoli raggiunsero il Tempio Stigio ed ebbero la meglio sull’Antesovrano Glutt, il Patriarca del Culto, ma non lo uccisero. Tsorr’Kanath lo fece sottomettere e incatenare perché la grande opera sarebbe sorta molto presto.
Altrove, la Legione Alfa e i Predicatori portarono avanti altre operazioni. Nel Sistema Eladagh, la Legione Alfa usò le proprie tattiche volte ad indurre la nascita di feroci insurrezioni. Il pianeta Pelinne aveva una popolazione principalmente posizionata su enormi stazioni orbitali note come Anelli del Commercio. Quasi ogni cittadino era un membro di una gilda commerciale o di una casata di mercanti, perciò è facile capire quanto gli affari fossero importanti per questo pianeta. Il Sistema Eladagh non fu immediatamente colpito dall’invasione, ma ne subì indirettamente gli effetti con una rapida diminuzione delle risorse disponibili, conseguenza che generò una competizione sempre più feroce tra i mercanti. Speculazione, estorsione e spionaggio industriale divennero pratiche comuni e a un certo punto si sfociò nei conflitti armati. La Legione Alfa sfruttò questo terreno estremamente fertile per alimentare la diffusione di culti e insurrezioni che presto fecero evolvere le scorribande in guerre aperte. I Predicatori, nel frattempo, si concentrarono su Dentherya, un mondo prevalentemente desertico dedicato ai complessi penitenziari a cielo aperto dove le maggiori punizioni non erano le ore di estrazione mineraria, ma il calore cocente del sole in mezzo al deserto, il freddo pungente delle notti, le soffocanti tempeste di sabbia e la pericolosa fauna autoctona. Dentherya fu tra i numerosi pianeti sommersi da ondate di rifugiati, i quali purtroppo morirono nel giro di poche settimane a causa delle terribili condizioni di vita poste regolarmente dal pianeta. Ciò non fece altro che aumentare la potenza con cui la piaga della nonmorte di Nurgle si abbatté su Dentherya. I Predicatori non furono certamente esenti da tali attacchi, poiché i cadaveri attaccarono chiunque, che fossero Imperiali o meno. Pur trovandosi in difficoltà, l’Astra Militarum poté sfruttare saggiamente le proprie conoscenze del pianeta per contenere l’attacco dei Predicatori.
La Zona di Guerra Charadon si interrompe qua, ma c’è ancora altro da raccontare, dobbiamo solo attendere.
Cara gente, devo dire di essere rimasto ampiamente soddisfatto dal Libro della Ruggine e da tutto il materiale che crea il suo grande contorno di approfondimenti. Dopo un deludente Risveglio Psichico, il primo atto della Zona di Guerra Charadon riporta a galla la narrazione manualistica di Warhammer 40.000 e lo fa insieme alla nuova eccezionale idea chiamata Flashpoint. Come detto dai dipendenti Games Workshop, il Libro della Ruggine vuole trasmettere l’idea di un libro che racconta la storia di una guerra, idea che potrebbe sembrare scontata, ma vi invito a fare attenzione. Leggendo il manuale si capisce chiaramente che questo manuale, pur avendo alcuni personaggi di spicco, vuole concentrarsi sull’intera visione generale del conflitto. Gli eserciti sono condotti da tutte queste persone che appaiono varie volte nel corso della storia, ma quest’ultima non è completamente osservata tramite le loro decisioni. L’azione si sposta prevalentemente di sotto-conflitto in sotto-conflitto, non di personaggio in personaggio. Si tratta di una narrazione diversa rispetto a quella proposta ultimamente da Warhammer Age of Sigmar e ne sono felice perché mi fa piacere che saghe differenti trovino stili altrettanto differenti per raccontare le proprie guerre.
Il Libro della Ruggine riesce a raccontare efficacemente la propria storia dando comunque spazio a vari approfondimenti in Pietà e Dolore e nei Flashpoint su White Dwarf. Materiale estremamente interessante se si vuole osservare ogni angolo di questo conflitto, ma che non toglie nulla al manuale. Se non leggete tutti questi contorni siete comunque perfettamente in grado di comprendere la storia, non avete la sensazione che manchi qualcosa ed è qualcosa che, al contrario, si sentiva tantissimo in Risveglio Psichico: L’Ascesa della Fenice. Come vi avevo già detto in passato quel libro raccontava pressoché il nulla cosmico e quasi tutto il materiale interessante era contenuto nel libretto della scatola Il Sangue della Fenice. Senza comprare la scatola, persino il titolo del manuale restava abbastanza privo di significato. Con il primo atto della Zona di Guerra Charadon, la scatola d’accompagnamento e i Flashpoint, invece, si trova un equilibrio totalmente corretto che spero venga mantenuto.
Khleng è un personaggio che mi è piaciuto molto. Innanzitutto, mi fa piacere che il suo aspetto non sia banalmente rappresentabile da un qualsiasi modello di Magos dell’Adeptus Mechanicus. Si tratta del Fabricator-General di uno dei mondi forgia più importanti della galassia ed è necessario che si distingua. Ecco perché mi è piaciuta la descrizione di Khleng come individuo immenso, estremamente lontano dall’umano e analogo a Oud Oudia Raskian, Fabricator-General di Marte. Quanto alla sua caratterizzazione, ho apprezzato particolarmente il modo in cui è stato temporaneamente messo in ginocchio. Per quanto si fosse allontanato dalla forma umana, ciò che lo ha fatto vacillare è ogni emozione provata davanti alle avversità che hanno messo in dubbio la perfezione della propria fede.
Non ho molti dubbi sul fatto che il secondo atto della Zona Di Guerra Charadon si concentrerà maggiormente sulla superficie di Metalica, quindi spero di vedere altre belle scene con Khleng protagonista. Ancor di più, spero possa essere ulteriormente sfruttato e non abbandonato nel momento in cui questa campagna narrativa terminerà. Ovviamente non do per scontato che sopravviva all’intero conflitto, ma si potrebbe comunque raccontare nel dettaglio il suo passato espandendo quello presente nel manuale.
Allora, per adesso non si sa il ruolo che ricoprirà la ferita inguaribile di Typhus, ma mi lancio in un’ipotesi molto facile da immaginare: sarà il motivo per cui, a un certo punto, Typhus sarà sconfitto. Allo stesso tempo, spero davvero tanto, ma davvero tantissimo di sbagliarmi. Abbiamo già visto molte volte un personaggio che “perde” perché incapacitato in qualche modo e mi farebbe abbastanza cagare vedere l’ennesima volta in cui l’Imperium è alle strette, ma poi il leader nemico viene sconfitto e tutti si ritirano rapidamente. Spero quindi che la ferita di Typhus abbia un ruolo più interessante nell’Atto II di Zona di Guerra Charadon. D’altronde già in questo manuale abbiamo visto numerose forze d’invasione mostrare un grandissimo “sticazzi” davanti a quella che sembrava essere una totale ritirata di Typhus, quindi risulterebbe strano se, davanti a una situazione analoga, esse reagissero in modo diametralmente opposto.
Sapete benissimo che io non sia la persona adatta a descrivere quanto questa o quell’altra regola sia forte, debole, competitiva, meta o altro, quindi non voglio mettere bocca dove so di dover lasciare spazio ad altri creatori di contenuti che ne sanno più di me. Tuttavia, ho le mie nozioni di game design, quindi di quello mi piace discutere.
Negli ultimi anni stiamo vedendo una ricrescita sempre più forte del gioco di ruolo cartaceo. Davanti a questi sviluppi, tantissime proprietà intellettuali si sono lanciate in questo campo. Mentre per tanto tempo abbiamo visto prevalentemente trasposizioni videoludiche dei giochi di ruolo cartacei, ora è sempre più comune vedere altrettante trasposizioni contrarie che mettono su carta un universo che prima era approcciabile solo videogiocando. Games Workshop, allo stesso modo, ha nuovamente puntato molto sui propri giochi di ruolo, ma ha fatto anche un’altra mossa interessante, ossia recuperare un po’ le radici ruolistiche dei propri wargame tridimensionali. Le prime edizioni di Warhammer Fantasy e 40.000 erano pesantemente influenzate dal gioco di ruolo, ma il passare degli anni ha messo il wargame su una strada molto diversa. Ultimamente, però, Games Workshop sta ripercorrendo i propri passi in diversi modi. Innanzitutto, il Sistema Crociata di Warhammer 40.000 (e il suo equivalente che sarà introdotto nella 3a edizione di Warhammer Age of Sigmar) permette di dare tantissima personalità e spirito ruolistico al proprio esercito. In un gioco di ruolo i nostri personaggi subiscono permanentemente le conseguenze degli eventi e spesso portano con sé alcuni cimeli dei luoghi che hanno visitato nel corso delle proprie avventure. Il Sistema Crociata ci permette di ottenere reliquie uniche di certe regioni della galassia, ma dona anche delle conseguenze ad alcune cose che sono successe nelle altre partite. Quanto è bello che ora gli Angeli Sanguinari abbiano delle regole per la Rabbia Nera che danno moltissima personalità ai modelli del vostro esercito, i quali devono affrontare ciò che hanno subito nelle battaglie precedenti? Quanto è bello che il tuo comandante, se ferito mortalmente troppe volte, dovrà essere sepolto in un Dreadnought? Sono tutte cose che donano al wargame quella componente narrativa che solitamente si trova solo nei giochi di ruolo interpretando un singolo personaggio.
Perché, però, vi sto dicendo tutto questo? Perché, in mezzo a questo generale recupero delle proprie radici ruolistiche, Zona di Guerra Charadon introduce delle regole chiare per le campagne con supporto di un Master. Ovviamente non è uguale al ruolo ricoperto da un Master di gioco di ruolo, ma rappresenta il suo giusto adattamento nel contesto di un wargame. Il Master gestisce l’intera campagna abbinando i giocatori appartenenti a schieramenti diversi, assegna degli ordini segreti, distribuisce i punti requisizione, etc. Abbinando tutto questo alle regole già molto ampie del Sistema Crociata, la componente narrativa di Warhammer 40.000 diventa davvero grande. Credo che una delle parti più preziose del gioco di ruolo sia il ricordo delle storie vissute dai propri personaggi e ora Warhammer 40.000 permette sempre di più ai giocatori di provare sensazioni simili nei confronti dei propri eserciti. Secondo me l’ultimo grande passo da fare sarebbe introdurre in Warhammer 40.000 quello che in Age of Sigmar prende il nome di Incudine dell’Apoteosi, ossia il sistema di creazione personalizzata dei propri eroi. Negli ultimi mesi Games Workshop sta espandendo molto questo sistema dando la possibilità di creare eroi personalizzati provenienti da numerose fazioni, quindi sarei molto felice di vedere quest’idea anche in Warhammer 40.000.
Un altro dettaglio di gioco di cui voglio parlarvi è lo spirito con cui sono stati scritti i supplementi che aggiungono regole agli eserciti. Prima dell’uscita del Libro della Ruggine, questo argomento era proprio di uno dei miei maggiori timori, ma fortunatamente mi sono dovuto ricredere. Tutte queste regole aggiuntive per gli eserciti non sono aggiornamenti essenziali dei Codex che mettono il giocatore nella fastidiosa condizione di dover comprare il nuovo manuale. Al contrario, introducono nuovi modi di giocare, ma solo se al giocatore piace una certa fazione o un certo stile di gioco. Se vi piace il clero di Metalica e/o adorate l’idea di schierare intere forze di automi imperiali, allora sarete contenti di comprare un manuale che contiene queste regole e vi racconta una bella storia che coinvolge forze simili. Se, però, siete giocatori di Adeptus Mechanicus a cui piace tantissimo Marte, a cui fa schifo Metalica e che preferiscono di gran lunga schierare padelle di Skitarii a piedi, allora potete tenervi i soldi in tasca. Apprezzo questa mossa perché in molti casi Games Workshop ha fatto la furba al riguardo, mentre qui mi ha dimostrato di saper percorrere anche la strada più giusta.
Che dire per concludere questo Momento Review? Il Libro della Ruggine è un libro che riesce a rialzare la qualità dei manuali narrativi di Warhammer 40.000, ma che ovviamente non è perfetto. Secondo me, pur avendo una buona storia, non raggiunge assolutamente il livello posto dai recenti manuali di Broken Realms. Tuttavia, trovo che lo superi nella sezione delle regole, ovviamente grazie al Sistema Crociata che in Warhammer Age of Sigmar non è ancora presente. Ora abbiamo già un intrigante trailer per il Libro del Fuoco, ma di tutto questo parleremo in un altro Momento Review.
In seguito all’inizio del mio lavoro come revisore per Alanera Edizioni, il tempo a me disponibile è un po’ cambiato, quindi ho deciso di cambiare il format dei Momenti Review trasformandoli in live d’approfondimento che inizialmente vengono trasmesse sul canale Twitch e poi ricaricate sul canale YouTube affinché rimangano sempre disponibili. Per questo motivo il Momento Review dedicato a Il Libro del Fuoco, seconda parte della Zona di Guerra Charadon, è stato realizzato secondo questo nuovo format:
This post was published on 21 Maggio 2021 13:00
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