La parte 3 del lungo viaggio di Momenti BG 54 è stata frutto di tanto lavoro. Rispetto alle prima due parti, questa mi ha richiesto una mole decisamente maggiore di ricerca e rielaborazione, poiché gli argomenti trattati hanno avuto informazioni sparse nel corso di tanti anni, alcune delle quali volutamente avvolte nella leggenda e altre più oggettive, capaci di farci distinguere il mito dalla realtà. Molte cose rimarranno sempre avvolte nel mistero oppure oscurate da una nebbia d’incertezza più o meno fitta, ma il mio lavoro è darvi la versione più vicina alla realtà di ciò che successe decine di milioni di anni fa in una galassia profondamente diversa. Tra battaglie leggendarie, esperimenti genetici, reincarnazioni, falsi miti e altro ancora, addentriamoci in questo nuovo capitolo di Momenti BG.
Il Biotrasferimento e la creazione dei Necron fece prendere alla storia una piega differente. Improvvisamente, gli Antichi si ritrovarono assediati da nemici molto più temibili e le perdite furono molte. Pianeti rasi al suolo, interi sistemi planetari cancellati da buchi neri creati dagli immensi poteri dei C’tan, i quali continuarono a divorare l’energia di miliardi di vittime, ma anche la Rete invasa attraverso i Cancelli Dolmen.
Purtroppo la maggior parte di ciò che accadde in questi conflitti è persa nel tempo, ma alcuni fatti sono stati tramandati, a volte sotto forma di leggende da interpretare. I misteri sono ancora tantissimi, chissà quanti ne potremo scoprire nel corso degli anni.
Gli Antichi crearono davvero molte specie senzienti nel corso di milioni di anni, ma si può indubbiamente dire che i Krork siano stati tra quelle più particolari. Pur mantenendo alcune analogie con l’anatomia Aeldari, tra cui le orecchie a punta, la struttura ossea e la densità di gangli (ammassi nervosi), i Krork furono creati con uno scopo molto diverso.
Spesso si pensa che siano essenzialmente dei “funghi senzienti”, ma in realtà il loro corpo fu creato attraverso differenti mescolanze di biologia animale, vegetale e fungina. Il loro cervello è interamente di origini animali ed è letteralmente una versione semplificata del cervello Aeldari. Mentre a quest’ultimi vennero dati sensi ultrasviluppati, i Krork furono la più antica rappresentazione di un telefono con il risparmio energetico attivato. Attraverso prestazioni minori e consumi minori, i Krork sarebbero stati più resistenti e “sostenibili” rispetto a un individuo a “massime prestazioni” come un Aeldari.
Sempre mescolando animale, pianta e fungo, lo stesso principio fu adottato per tutto il resto del loro corpo. Così si arrivò a un grosso stomaco pluricamerale, capacità di effettuare la fotosintesi, un complesso sistema di enzimi interni e micro-organismi fungini al posto di tanti organi interni quali reni e fegato, riproduzione attraverso sporulazione dovuta alla semplice desquamazione della cute, etc.
Eppure perché creare questo Nokia 3310 vivente? Perché il Krork doveva essere il soldato perfetto dell’armata perfetta.
Davanti a un nemico capace di radere al suolo tutto, gli Antichi dovevano portare in campo qualcosa di inabbattibile ed estremamente versatile, qualcosa che potesse continuare a combattere per sempre, anche quando l’armata originale è stata spazzata via. A questo proposito, il Krork era perfetto. Non solo era stato creato come un essere di per sé molto forte, robusto e resistente, ma aveva capacità innate sorprendenti. La sua mente era piuttosto sviluppata e, sebbene non puntasse a grandi ragionamenti sul senso della vita, permetteva l’eccellente ideazione e applicazione di strategie militari. Tuttavia, fino a questo punto il Krork risulta “solo” un potenziale soldato di buonissima qualità, ma c’è altro nella loro mente o, per meglio dire, nel loro DNA.
Prima di poter spazzare via un’intera armata dei Krork, la loro normale esfoliazione ha sparso spore ovunque. Nel giro di poco tempo, le spore si sviluppano in ulteriori Krork o in forme di vita più semplici che li possono assistere, quali Squig o Zgorbi.
NOTA: Zgorbi è indubbiamente un appellativo creato successivamente dagli Orki, non conosciamo il nome originario della loro specie.
Il Krork matura e ognuno di essi ha una dimensione media maggiore rispetto ai futuri Orki (per loro gli attuali Kapi erano dei semplici Ragazzi), tant’è che i più potenti possono anche raggiungere i 10-12 metri d’altezza senza essere necessariamente antichissimi. Una volta maturo, il cervello di un Krork lo porta a sfoderare l’inconscio che gli Antichi hanno plasmato manipolando il loro DNA, acquisendo immediatamente la capacità di combattere, manipolare gli oggetti e comunicare con ciò che conosciamo con il nome di linguaggio orkoide. In più, nel Krork si possono “accendere” i geni che lo rendono capace di interagire con molte forme di tecnologia affinché possa creare macchinari e/o fornire assistenza medica. In questo modo, il Krork diventa anche un Sistema di Produzione Modulare vivente, poiché si approccia ai materiali disponibili nel luogo in cui si trova e ne ricava ciò di cui ha bisogno. Come se non bastasse, il Krork è uno psionico latente e proietta una sorta di campo intorno a sé che gli permette di azionare meccanismi che in ogni altro caso risulterebbero malfunzionanti o totalmente privi d’utilità.
Esposto tutto questo, ecco perché il Krork è il soldato perfetto dell’armata perfetta. Un loro esercito può essere distrutto, ma molto probabilmente almeno una loro spora è sopravvissuta e può maturare in una nuova forma di vita orkoide che continuerà a sua volta il processo di sporulazione ripristinando i numeri dell’esercito. I Krork crescono velocemente e, una volta maturi, non hanno bisogno di addestramento, ma sono perfettamente pronti alla guerra. Qualsiasi sia il luogo in cui si trovano, la loro mente si adatta ad esso e manipola la realtà affinché possano ricavare strumenti per combattere e spostarsi sul pianeta o al di fuori di esso, inoltre è predisposta al raggruppamento e alla formazione di una nuova armata coesa. Un soldato individualmente potente che nasce già soldato e può creare altri soldati con cui formerà nuovi gruppi di soldati. Come se tutto ciò non bastasse, in situazioni ottimali i Krork erano ben lontani dalla comune figura di un Orko con armatura e armi sgangherate. Le loro armature, ad esempio, erano esoscheletri completi dal design crudo, ma il cui avanzamento tecnologico superava ampiamente quello delle armature indossate dall’Adeptus Astartes.
I Krork erano davvero l’armata perfetta e a governarli dall’alto c’erano i Brainboyz. Essi erano una specie orkoide estremamente intelligente che coordinava i Krork e che manteneva la propria intelligenza attraverso il consumo di speciali funghi sotterranei. Le leggende attualmente tramandate dagli Orki Zkiavizti sostengono che i Brainboyz abbiano creato personalmente gli Orki (non sanno di essere stati Krork in passato), ma ciò è aperto all’interpretazione e per questo dobbiamo momentaneamente uscire dall’ottica interna all’ambientazione.
Gli Antichi hanno creato i Krork e su questo non c’è dubbio, ma c’è una precisazione da fare. Sebbene non sia mai stato scritto esplicitamente sui manuali, in passato l’ambientazione di Warhammer 40.000 prevedeva che gli Antichi potessero essere stati composti dagli Slann e da alcune specie a loro alleate, venute dopo e considerate loro pari. In tempi recenti, gli Antichi sono a tutti gli effetti gli Slann, ma la possibilità che un tempo i Brainboyz siano stati considerati loro pari, abbiano portato anch’essi l’appellativo di Antichi e abbiano creato i Krork c’è, seppur minima.
A questo punto, tornando ad un’ottica interna, che fine hanno fatto i Brainboyz? Sono scomparsi insieme agli Slann o sono andati verso un destino differente? Di questo discuteremo in un’altra parte di Momenti BG 54.
Sono davvero tante le leggende dei miti raccolti e raccontati dagli antichi Aeldari, ma alcuni di essi spiccano tra tutti. Lo scontro tra Khaine e il Noctifero e la creazione dei Talismani di Vaul, ad esempio, ma per capirli a pieno è necessario fare un passo indietro e cercare di districarci tra mito e realtà.
Come visto nella prima parte di Momenti BG 54, gli Antichi crearono gli Aeldari e li spinsero ad approfondire il proprio collegamento con il Warp dando vita alle entità che tempo dopo furono considerate divinità. Eldanesh fu il leader tra questi primi Aeldari e le attuali leggende attribuiscono la terraformazione del Primomondo da parte degli Antichi al suo lamentarsi della vuotezza del mondo, tristezza alla quale Isha rispose piangendo e facendo cadere una lacrima sul pianeta. La lacrima rese il Primomondo fertile ed Eldanesh non fu più triste.
Come capo della Casata di Eldanesh, quest’ultimo guidò il proprio popolo verso l’espansione ottenendo vari titoli come signore degli Aeldari, portatore della lancia e amico del falco. Durante questo periodo storico che vide gli albori dell’Impero Aeldari, giunse il momento in cui Eldanesh dovette affrontare gli eserciti degli Hresh-selain. Nonostante la propria potenza, Eldanesh riconobbe di non poter sconfigge questa minaccia da solo, perciò si rivolse a Ulthanesh (noto anche come Ulthanash), secondo più grande guerriero Aeldari, portatore della spada e amico del corvo. Insieme, i due eroi ebbero la meglio sul re degli Hresh-selain e sulle sue armate.
Sempre sarà così, che quando saremo messi alla prova più duramente, i nostri amici sti ergeranno al nostro fianco.”
Eldanesh, dopo il trionfo sugli Hresh-selain
Tempo dopo, Eldanesh affrontò le orde da incubo degli Autochtinii e provò paura, ma on per la propria vita, bensì per quella dei propri guerrieri. Mentre Eldanesh si preparava alla battaglia ormai vicina, ci fu un grande tumulto e il cielo si riempì di fiamme. Khaine in persona, dalla pelle di ferro e dal sangue di fuoco, arrivò con lancia e scudo per stare al fianco del principe mortale. Benché Khaine odiasse Eldanesh e il signore degli Aeldari non provasse alcun amore per Khaine, la potente entità nata dalle emozioni avrebbe protetto l’Aeldari dai nemici. Così, in presenza del dio della guerra, la paura di Eldanesh svanì e gli Aeldari conquistarono la vittoria nella battaglia contro gli Autochtinii.
Con lo scorrere del tempo, le gesta di Eldanesh aumentarono. Benché fosse noto come il portatore della lancia, in realtà il signore degli Aeldari portava con sé anche la leggendaria spada Alaitoc, accompagnata dallo scudo Specchio della Sirena. Tra le sue battaglie ci fu anche quella contro gli Haugrilim, conosciuta nei miti come una civiltà marina che Eldanesh riuscì a ingannare facendosi rivelare i segreti della respirazione sottomarina.
Ulthanesh non fu da meno e, dal canto suo, divenne protagonista di una storia la cui veridicità è difficile da stabilire. In un momento storico imprecisato, Eldanesh si concentrò sulla protezione della propria gente, mentre Ulthanesh si dedicò all’esplorazione del Primomondo. Abbandonando la dimora della famiglia, Ulthanesh affrontò terreni duri e venti forti, finché un giorno non cercò riparo sulle pendici del Monte Linnian. All’interno di una caverna, Ulthanesh si imbatté in un portale dorato. Provò paura e abbandonò la caverna sfidando il tramonto e l’arrivo del freddo notturno. Con il venire della notte seguente, Ulthanesh incontrò un altro portale dorato, questa volta nascosto dietro una cascata, eppure non ebbe il coraggio di oltrepassarlo. Con la terza notte, vide un ulteriore portale dorato sulla sommità di una collina distante e in quel momento si dimostrò risoluto. Decise che la paura non lo avrebbe più dominato e oltrepassò il portale, ritrovandosi in un altro luogo: il Labirinto di Linnian.
Ulthanesh scoprì un labirinto esteso sopra e sotto la superficie di tutto il mondo, pieno di vicoli ciechi e camere nascoste ricolme di mostruosità e altri pericoli da affrontare. Ulthanesh affrontò tutti questi ostacoli e il Labirinto non lo portò solo verso le profondità del Primomondo, ma anche verso gloriosi altopiani, colline fertili e ponti multicolore diretti verso le stelle. Tempo dopo, Ulthanesh tornò dalla propria famiglia e raccolse i propri seguaci per condurli verso il bagliore dei portali dorati. Così, insieme a figli e nipoti, li guidò nell’esplorazione dei loro segreti.
Come riportato dal mistico Kysaduras, questa leggenda viene usata dagli attuali Eldar degli Arcamondi come una lezione. La vita, come il Labirinto, è piena di corridoi che conducono verso tanti panorami meravigliosi quanto scontri terribili. Per questo motivo, ogni Eldar deve affrontare da solo il proprio cammino seguendo il sentiero dei propri predecessori, ma forgiando anche il proprio attraversando il labirinto dell’esistenza. Una lezione importante, ma che forse nasconde un altro significato. Impossibile dirlo con certezza, ma forse il Labirinto era una sorta di iniziazione alla Rete, una prima lezione sull’esplorazione di un’intera dimensione alternativa molto intricata e accessibile attraverso dei portali. Una volta padroneggiato un labirinto di quel tipo, gli Antichi li avrebbero introdotti a quello più ampio della Rete.
Qui abbiamo un chiaro esempio di come la leggenda abbia oscurato la verità.
In un momento imprecisato della storia, la dea Lileath sognò che gli Aeldari avrebbero causato la distruzione di Khaine. Siccome Lileath era nota per i suoi sogni profetici, Khaine credette ciecamente a questa previsione, perciò iniziò a macellare la stessa civiltà che l’aveva creato. Khaine effettuò un tale massacro che Isha, dea della terra, chiese ad Asuryan di fermarlo. A questo punto la leggenda sostiene che Asuryan, in qualità di leader tra le varie entità divine create dagli Aeldari, abbia creato una barriera tra i mortali e le divinità decretando che nessun dio avrebbe mai più dovuto comunicare con gli Aeldari o intervenire nelle loro questioni.
Isha e il suo consorte Kurnous, dio della caccia, provavano un amore sconfinato per gli Aeldari, perciò non riuscirono a sostenere questa separazione. I due chiesero aiuto a Vaul, il dio fabbro, il quale volle aiutarli e forgiò per loro delle pietre dello spirito da usare per comunicare in segreto con gli Aeldari.
Tempo dopo, Khaine colse Isha e Kurnous nel bel mezzo di una comunicazione con gli Aeldari, perciò andò subito ad avvisare Asuryan, il quale, pur capendo le motivazioni dei due, dovette punirli per aver violato le leggi stabilite. Per questo motivo, Isha e Kurnous finirono tra le mani di Khaine, il quale poté fare di loro ciò che desiderava.
A questo punto, si può dire senza particolari dubbi che la leggenda cozzi con la storia e ci siano cose che ai più sembrano spiegate, ma che in realtà rimangono misteriose. Leggenda e storia cozzano nel punto in cui si cita la barriera. Sebbene essa impedisca alle entità divine di intervenire nelle faccende degli Aeldari e Isha e Kurnous siano stati puniti per averla violata, in realtà la storia ci mostra che sia Khaine che Cegorach intervennero attivamente durante la Guerra nei Cieli (ne parleremo dopo), quindi la causa della prigionia delle due divinità è un’altra. Purtroppo la verità storica è persa nel tempo ed è impossibile stabilire quale siano state le vere cause di questo evento.
Un tempo, gli Aeldari non avevano paura della morte. Si trattava di un concetto assente nella loro mente, ma non era dovuto solo a un’emozione che il loro sistema nervoso non poteva generare. A quei tempi, gli Aeldari non dovevano preoccuparsi particolarmente del proprio corpo fisico, poiché si trattava di qualcosa di passeggero. Ciò non li rendeva totalmente privi di autoconservazione, ma il loro rapporto con il corpo era chiaramente diverso da quello normalmente concepito dalla mente umana.
Un Aeldari poteva proiettare la propria anima al di fuori del proprio corpo e trasferirsi temporaneamente all’interno di animali o piante per sperimentare le sensazioni provate tramite corpi così differenti. Allo stesso tempo, nel momento della morte, l’anima di un Aeldari entrava a far parte di un ciclo di reincarnazioni e poteva rinascere senza problemi come fosse una fenice dalle ceneri. Senza paura di morire per sempre, gli Aeldari e le loro entità “divine” composero un altro tassello importantissimo delle armate a disposizione degli Antichi.
Con contendenti così possenti, la vera Guerra nei Cieli imperversò sulla galassia. Immense città orbitali, più grandi di qualsiasi arcamondo, furono il teatro di terribili scontri. Stando alle visioni di Nuadhu Cuore Ardente, enormi figure alte oltre 25 metri si batterono brandendo armi capaci di livellare intere città. Navi stellari che avrebbero reso insignificanti le dimensioni di ogni attuale vascello Eldar, sbaragliarono interi sistemi. Tuttavia, dall’altro lato incontrarono infinite legioni di Necron, altrettanti strumenti di distruzione che annientarono interi mondi e i C’tan, divoratori che spensero una stella dopo l’altra rendendo la galassia sempre più buia.
Durante la Guerra, gli Aeldari erano senza dubbio molto legati a Khaine oppure, un po’ come Eldanesh, combattevano al suo fianco semplicemente perché Khaine rappresentava il concetto stesso di guerra. Chi, se non lui, poteva essere il leader giusto da seguire? Per questo motivo Khaine fu alla testa di molte battaglie e i suoi seguaci più convinti incendiarono molti sistemi. Eldanesh e Ulthanesh stettero al fianco di Khaine, mentre altri eroi conosciuti come Lanthrillaq il Rapido e Jaeriela la Tre Volte Benedetta guidavano la propria gente.
Poi venne Aza’gorod, il Noctifero. Intere popolazioni caddero davanti al suo potere e il suo solo sguardo uccise alcuni tra i più grandi eroi Aeldari. Coloro che morirono persero pure la propria anima, non potendo mai più tornare. Tuttavia, davanti a una tale dimostrazione di potere ci furono anche risposte subdole, inganni atti a indebolire i divoratori di stelle.
Cegorach, il dio ridente, si adoperò per ingannare il Noctifero e convincerlo a nutrirsi dei propri simili, ma non fu solo. Con lui ci furono i Danzatori dell’Anima, antichi precursori degli Arlecchini che aiutarono Cegorach nel portare il Noctifero al cannibalismo. Con Aza’gorod diventato temporaneamente nemico di entrambi i fronti della guerra, la grande alleanza degli Antichi poté guadagnare tempo e in quel periodo Khaine non stette ad aspettare.
Khaine si rivolse a Vaul proponendo un accordo. In cambio della liberazione di Isha e Kurnous, il dio fabbro avrebbe forgiato cento potenti spade da utilizzare nella Guerra nei Cieli. Vaul accettò e così nacquero le Spade di Vaul, dette anche Lame Spettrali. Ciononostante, Vaul non riuscì a forgiare l’ultima lama entro la scadenza imposta da Khaine, perciò prese una comune spada mortale e la nascose tra le cento, affinché Khaine liberasse i due prigionieri prima di scoprire l’inganno. Così fu e Khaine tornò sul fronte mentre Isha, Kurnous e Vaul fuggirono.
Il dio della guerra infiammò di rabbia vendicativa le proprie armate e armò cento Aeldari con le Lame Spettrali. I Necron continuarono ad attaccare da ogni direzione, ma la presenza di Khaine e l’utilizzo delle Lame Spettrali rese le difese Aeldari inabbattibili. Su un campo di battaglia il cui nome è perso nella storia, le Lame Spettrali invigorirono i propri portatori rendendoli più forti, eppure una di esse era una spada come tante altre.
Ad un certo punto, i Necron trovarono un punto debole. Lanthrilaq il Rapido cominciò a stancarsi e Khaine poté notare il suo viso pallido e la sua spada smussata e spenta. Le difese crollarono e Khaine gridò ricolmo di rabbia, conscio dell’inganno di Vaul. A tempo debito avrebbe reclamato il prezzo di un simile affronto, ma non poté concedersi di abbandonare i propri eserciti. I Necron contrattaccarono con ferocia e il Noctifero tornò sul fronte per affrontare il potente dio furioso. Con un gesto, Aza’gorod sfoltì ulteriormente i ranghi degli Aeldari spezzando le loro anime e tra loro ci fu Ulthanesh. Per mano del Noctifero, uno dei più grandi eroi degli Aeldari cadde indecorosamente. Khaine, ancora più furioso, sollevò la propria lancia e caricò il C’tan.
I cieli si lacerarono, falce e lancia cozzarono e le due entità divine duellarono davanti a cumuli incommensurabili di cadaveri. La rapidità e la tecnica di Khaine erano mozzafiato, ma Aza’gorod si mescolò alle ombre e la lancia del dio della guerra non riuscì ad affondare un singolo colpo, portando solo uno dei due contendenti a stancarsi di fronte all’inesauribile pazienza della morte.
Quando lo ritenne opportuno, Aza’gorod scattò e roteò con forza la propria falce mirando alla gola di Khaine, convinto di poterlo uccidere. Ciò di cui non si poté rendere conto, però, era che Khaine stesse aspettando a sua volta tenendo a mente dei vecchi consigli dati da Cegorach. Nel riprendere solidità in modo da sferrare il colpo di falce, Aza’gorod si dimostrò vulnerabile e Khaine affondò la lancia nel petto del C’tan.
Il necrodermis ferito esplose in una tempesta di schegge argentee e Khaine fu quasi tagliato in due parti dal C’tan che improvvisamente si liberò della propria forma fisica ritirandosi. L’esplosione scagliò a terra le armate Necron e le spense, così Khaine urlò la propria vittoria.
Benché, teoricamente, questo fosse un momento di gaudio, la vittoria ebbe il proprio prezzo. Le schegge di Aza’gorod penetrarono nel corpo di Khaine e furono fuse dalla sua rabbia incandescente, rendendole parte di sé. Come un terribile veleno, la forma fisica di Khaine fu per sempre corrotta dall’aspetto del Mietitore. Solo milioni di anni dopo, quando ormai la Guerra nei Cieli era una grande leggenda e Colei Che Ha Sete dimorava nel Warp, l’influenza di questo aspetto del dio della guerra influenzò la mente di colui che si fece chiamare Maugan Ra, il Mietitore di Anime.
Come se non bastasse, l’urlo di vittoria di Khaine fu specchiato dal terribile ululato di sconfitta di Aza’gorod. Esso si diffuse nello spazio e marchiò le menti di coloro che vivevano e che sarebbero vissuti, imprimendo la paura della morte. Mentre i Krork non furono toccati da questo evento, gli Aeldari scoprirono la paura di morire. Pur mantenendo la possibilità di reincarnarsi, forse alcuni non avrebbero lasciato il mondo terreno con lo stesso abbandono di prima.
This post was published on 18 Dicembre 2020 13:00
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