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Warhammer e videogiochi: Games Workshop punta ai titoli AAA

Games Workshop ha recentemente pubblicato il rapporto 2019/20 per gli investitori e, in mezzo a moltissime informazioni che la maggior parte dell’utenza non può analizzare per mancanza di competenze, ci sono anche dettagli interessanti legati agli ambiti su cui la compagnia pare volersi concentrare.

In questo rapporto si può dire che la news più interessante sia quella dedicata ai videogiochi, settore per cui Nick Donaldson, attuale presidente non esecutivo di Games Workshop, ha fornito i seguenti commenti:

“Il nostro obiettivo è quello dei videogiochi AAA. Abbiamo firmato varie licenze e continuiamo a negoziarne molte altre, vi aggiorneremo una volta che saranno annunciate. Nel momento della scrittura, abbiamo 73 licenze e ne stiamo firmando di nuove ogni 2-3 mesi.”

“Il nostro team licenze continuerà con i buoni progressi fatti nel corso degli ultimi anni. Crediamo che la nostra proprietà intellettuale sia tra le migliori al mondo e vogliamo lavorare con grandi partner che ne aumentino il valore. Il nostro team licenze si concentrerà sul firmare alcuni nuovi accordi AAA per Warhammer su piattaforme digitali. Siamo aperti al commercio.”

Games Workshop ha quindi deciso di cambiare nuovamente approccio nelle licenze videoludiche o almeno creare un ibrido tra i modelli che ha applicato negli anni. Fino al fallimento di THQ nel 2013, Games Workshop ha affidato spesso la propria licenza a poche compagnie con la pressoché totale sicurezza che il prodotto finale sarebbe stato di buona qualità. Dagli anni ’90 al 2013 si contano compagnie quali Gremlin Interactive, Electronic Arts, Namco Bandai, SSI, Mindscape, Focus Home Interactive e ovviamente la già citata THQ. In seguito al fallimento di quest’ultima, Games Workshop è passata ad un modello a dispersione, totalmente puntato a vendere l’IP a chiunque fosse catalogabile come essere umano senziente. Suddividendo la proprietà intellettuale in una miriade di piccoli pacchetti e non in interi universi da dare a una singola compagnia, anche il più piccolo degli studi di sviluppo ha avuto l’opportunità di sviluppare il proprio videogioco di Warhammer. Questo modello ha sicuramente portato all’uscita di giochi estremamente dimenticabili come Warhammer: Snotling Fling, Citadel Combat Cards o Blood Bowl: Kerrunch, ma ha anche portato videogiochi di qualità e molto apprezzabili come i franchise di Vermintide e Total War: Warhammer o titoli singoli come Mechanicus o Armageddon.

La nuova gestione delle licenze ha portato giochi memorabili e altri che probabilmente non avete neanche sentito nominare prima della pubblicazione di questo articolo, ma nel complesso ha espanso ancor di più la conoscenza degli universi di Warhammer in un periodo durante il quale Games Workshop ha dovuto affrontare svariati milioni di perdite, la colata a picco delle vendite del Fantasy fino alla sua chiusura nel 2015 e l’impegno per farlo rimontare con Age of Sigmar. Ora che Games Workshop naviga nuovamente in deliziose acque di marchi solidi e vendite che ogni anno spaccano i record, la compagnia britannica ha deciso di puntare nuovamente ad espandere i propri accordi per giochi AAA (comunemente detti Tripla-A), quindi legati a progetti più grandi con budget più alti e tempi di sviluppo indubbiamente più lunghi.

In realtà, prima che Games Workshop lo dicesse apertamente, erano già evidenti alcuni segni di questo comportamento. La diminuzione di titoli minori, l’aumento di quelli capaci di far emergere i principali giochi da tavolo di Warhammer, l’accordo con Frontier Developments per un importante strategico in tempo reale di Warhammer Age of Sigmar e solo pochi giorni fa la presenza di Warhammer 40.000: Darktide durante l’Xbox Games Showcase, l’evento di riferimento per la prossima generazione videoludica Microsoft. Ovviamente prima del 2013 il mondo dei videogiochi di Warhammer non ha sempre offerto dei titoli imperdibili e ciò non vuol dire che d’ora in poi ogni videogioco di Warhammer sarà un colossal del media videoludico, capolavoro 11/10. Certo che no, ma si nota un cambio di mentalità nella scelta dei partner con cui lavorare.

Avendo già davanti uscite molto interessanti come Darktide, Vermintide II: Le Desolazioni del Caos, lo strategico di Age of Sigmar e nuovi contenuti per Total War: Warhammer II, chissà se durante questa seconda metà del 2021 vedremo annunci per altri titoli di spicco e/o una maggiore emersione di studi minori che hanno saputo farsi valere.

This post was published on 30 Luglio 2020 18:22

Nicholas Sacco

Nato nel 1994 tra le lande nebbiose della provincia di Torino, Nicholas si dimostra fin da subito interessato ai giochi in ogni forma, anche quando prende in mano una copia inglese di Dragon Quest Monsters all'età di 6 anni non capendo assolutamente nulla dei testi, ma divertendosi comunque un mondo. Nel corso degli anni è passato da un interesse nei confronti dei giochi come puro consumatore ad uno in cui trova estremamente interessante approfondire le dinamiche delle compagnie e dei processi di sviluppo che stanno dietro ad essi. Nel frattempo, le passioni per la scrittura giornalistica e Warhammer si sono infiltrate nella sua vita. Ora il suo lavoro gravita principalmente attorno agli universi di Warhammer in qualità di Astropate, trasformatosi da un blog personale a una professione. Ora è caporedattore di Alanera Edizioni, casa editrice che si occupa di tradurre e pubblicare i romanzi di Warhammer in Italia, inoltre ha collaborato con Need Games alla localizzazione italiana dei giochi di ruolo Warhammer 40.000: Wrath & Glory e Warhammer Age of Sigmar: Soulbound. Per trovare i Momenti BG, consulta la sezione apposita: Momenti BG

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