Warhammer Age of Sigmar pone molta attenzione sulla natura delle divinità e sulla loro interazione con gli abitanti dei Reami Mortali, mostrando i vari aspetti che possono assumere e/o con cui sono conosciuti dalle miriadi di popolazioni esistenti. Gli dei principali dei Reami Mortali sono la personificazione di un determinato Reame e sono rispettivamente:
Dei quattro Dei del Caos principali, di cui non parleremo qui, non conosciamo un esatto momento di origine, poiché ai tempi del Mondo-che-Fu erano già presenti da sempre, mentre per gli otto abbiamo qualche indizio in più. Alcuni erano già divini e hanno solo ottenuto maggiore potere, mentre altri hanno raggiunto il proprio status con metodi diversi e non sempre a noi noti, ma tutto confluisce con la distruzione del Mondo-che-Fu.
Con la successiva nascita dei Reami Mortali, queste divinità si sono manifestate in vari modi, a volte per fini personali e a volte per assumere forme diverse davanti ai mortali. Tutti hanno la libertà di cambiare il proprio aspetto a piacimento. Alarielle mostra di poter plasmare la natura a forma del proprio volto per parlare con qualcuno; Sigmar ha assunto la forma di un fulmine per viaggiare velocemente tra Azyr e Ghyran; Nagash si è manifestato tramite un denso sciame di pipistrelli durante il periodo successivo alla Battaglia dei Cieli Neri nell’Età del Caos; Grungni, con la sua barba di fumo, si mostra più imponente o di dimensioni più simili a quelle di un normale duardin mentre conversa con Volker, un abitante di Excelsis. Questi sono solo esempi, ma ognuno di loro può plasmare se stesso o l’ambiente per assumere sembianze diverse. Tuttavia, per alcuni di loro sono noti aspetti molto precisi che non riguardano esclusivamente la forma fisica con cui appaiono. Vediamo quelli attualmente conosciuti.
Non essendo ancora apparsi dopo la propria presentazione nel manuale iniziale, Tyrion e Malerion non hanno attualmente aspetti conosciuti. Teclis, pur non essendo propriamente uno degli otto, è divino, ma in modo diverso. Non incarna uno degli otto Reami, ma è possibile che il suo status derivi da quell’ultimo frammento di divinità di Lileath, usato per teletrasportare le armate della coalizione “anti-Caos” a Middenheim durante la Fine dei Tempi. Prima che il teletrasporto avvenga, vediamo Teclis prendere quell’ultimo frammento di divinità. Inoltre, Teclis ha già fatto un’apparizione in una pubblicazione ambientata durante l’Età del Mito, ma, non usando alcun proprio potere, è ancora impossibile comprendere meglio il suo sviluppo.
In Age of Sigmar, il divino non ha quindi solo aspetti diversi in base a come sono visti da diverse culture, ma ne possiedono anche alcuni ben definiti. Un aspetto che, invece, nasce puramente da un cultura è, ad esempio, quello di Sahg’mahr. Un tempo, il dio-verme era una titanica creatura dei Reami Mortali, finché Nurgle non lo uccise prendendo possesso delle sue terre, inglobandole nel proprio Giardino e modificandole a propria immagine. I Grandi Vermi, talmente enormi da poterci costruire sopra città, sono i figli del dio-verme e vagano ancora per i Reami Mortali. La Città Strisciante, infatti, sorge su Shu’gohl, uno degli almeno dieci Grandi Vermi che vagano per le Steppe d’Ambra di Ghur. Su Shu’gohl, il culto di Sigmar identifica il proprio dio con l’immagine di un verme.
In tutto questo, c’è un’altra caratteristica che distingue questi dei, ossia la memoria. Essa è una componente molto importante, poiché gli otto non sembrano (o almeno non tutti) avere ricordi completi del Mondo-che-Fu. Grungni, ricordando il passato con Owain Volker, un artigliere dei Tori di Ferro di Excelsis, pronuncia le seguenti parole:
“Avevamo una sorella, Grimnir e io. Sì, e più di una. Anche dei fratelli. Figli e… e mogli.” Fece una pausa e scosse la testa. “Le nostre voci hanno modellato i reami del metallo e del fuoco, e le radici di altri reami. La nostra canzone ha rimosso le pietre dai mari e le nostre mani hanno creato le montagne.” Grungni si accigliò. “O forse ricordo male. Sono vecchio, come ho detto, e ho vissuto molte vite. Più vecchio di colui che siede sul trono di Azyr.”
La sua voce divenne morbida, come il crepitio di un fuoco morente. “A volte, penso di essere più vecchio di tutto ciò che è stato. Vedo mio fratello marciare nel nevoso nord, l’ascia in mano, mentre forma una strada di teschi nemici. Poi lo vedo ancora, avvolto nel fuoco e mentre cade nella leggenda. Entrambi sono lui, eppure no.”
Malerion, invece, perde la memoria alla fine del Mondo-che-Fu e non la riacquista fino a poco dopo essersi ritrovato in Ulgu. Non che l’abbia necessariamente recuperata completamente. Sono divinità imperfette, eppure estremamente potenti. Ma la memoria non interviene solo in questo. Essi sembrano poter plasmare i ricordi, un po’ come gli Slann plasmano i ricordi degli Uomini Lucertola del passato usando l’energia di Azyr e creando le proprie armate di Seraphon. Un indizio al riguardo è dato da Nagash e i propri Mortarchi, i quali potrebbero non essere altro che i ricordi di Nagash.
Arkhan, il quale era stato con lui fin dai suoi primi vagiti, la cui voce era stata una di quelle che lo avevano confortato nelle tenebre. C’erano state altre voci, ma anche memorie. Ricordò la sensazione ruvida della sabbia e il gusto dolce del sangue. Ricordò le urla di dei morenti quando li divorò, una preghiera alla volta. Ora erano parte di lui, come lo era Arkhan. Tutti erano uno in Nagash. Servire Nagash voleva dire essere Nagash. Arkhan e gli altri non potevano sfidarlo, non più di quanto il Re Imperituro potesse sfidare sè stesso. Eppure lo facevano, in mille piccoli modi. “Vi ho creato.” Disse. Fu quasi una domanda. “Sì, mio signore.” “Vi ho elevato dalla polvere e dal ricordo della polvere.” “Come dite, mio maestro.” “Voi siete me.” “Tutti sono uno in Nagash, maestro.” Nagash lo fissò dall’alto. “Siete solo il calice in cui sono state messe tutte le cose superflue. Vi ho modellato e vi ho riempito. Non dimenticarlo.”
Nessuno in Black Library ha confermato questo dettaglio, ma ciò rende ancora più interessante la memoria di queste divinità.
A questo punto, può sorgere una domanda. Esistono altri dei? La risposta è sì.
I Nani del Caos, conosciuti anche come Re delle Fornaci, adorano Hashut, il quale è tornato dopo la sua sconfitta durante la Fine dei Tempi.
Kurnoth è un dio cacciatore che rappresenta la ferocia della natura e si tratta di una delle poche divinità diverse da Alarielle che i Sylvaneth venerano. Si dice che Kurnoth fosse l’amante di Alarielle, la quale usa in battaglia la sua Lancia, inoltre i Cacciatori Kurnoth sono la personificazione della sua rabbia (questi dei della vita sono tutti incazzati neri, a quanto pare).Molto fa pensare che Kurnoth sia una nuova manifestazione di Kurnous. Non solo il nome simile, ma anche il presunto rapporto con Alarielle, la quale in passato si unì con Isha, la consorte di Kurnous.
La Luna Kattiva, anche se difficilmente reputabile un vero e proprio dio, viene venerate dai grot dei Moonclan. Essi ritengono che, un tempo, Gorkamorka si spezzò i denti cercando di nutrirsi della luna più grande mai vista. Questi denti spezzati caddero diventando le montagne che ora i Moonclan abitano e quella luna divenne la famosa Luna Kattiva.
Y’ulea è un dio serpente che possiede tre anime e un corpo composto da luce e fuoco quasi immune alla magia e che nessuna lama può toccare. Un tempo, Y’ulea costruì un artefatto chiamato Crogiolo Stellare e Archaon decise di volersene impossessare. Quest’ultimo strinse un’alleanza con gli Stregoni di Tzeentch di Zyr e una cabala di streghe sirene di Slaanesh, conducendole in una morte sicura in battaglia. Dopo la loro morte, Archaon usò le anime dei propri alleati per dare vita a una gabbia di specchi prismatici attorno a Y’ulea, il quale esplose in un migliaio di colori successivamente canalizzati e dissipati dagli specchi. Archaon fu poi in grado di prendere il Crogiolo.
Ursun è il Padre del Orsi, divinità già venerata nel Mondo-che-Fu, più precisamente in Kislev. Nel Reame delle Bestie ci sono le montagne di Ursungorod, luogo dello scontro tra i Celestial Vindicators e gli Skaven durante le Guerre Realmgate. Proprio durante questo scontro, lo spirito di Ursun venne liberato dalle montagne di Ursungorod dopo essere rimasto intrappolato per millenni e tenuto in una costante agonia dagli Skaven. Si manifestò come un mostruoso orso e poi venne canalizzato dal Lord-Celestant Arkas Warbeast dei Celestial Vindicators, il quale proveniva da quelle terre prima di diventare uno Stormcast. Dopo la battaglia, Arkas fu in grado di percepire ancora una parte di Ursun rimasta nelle montagne di Ursungorod, ora libere dagli Skaven. Ursun viene anche nominato in un’esclamazione urlata da un Hallowed Knights della Camera Steel Souls.
Gazul, vecchio Dio Progenitore nanico ancora venerato dai duardin di Shyish. Nel Vecchio Mondo, Gazul era il Progenitore protettore dei morti. Fu lui a stabilire la tradizione di venerare i propri antenati, che fossero vivi o morti.
Nei Reami Mortali esiste Gazul-Baraz, un’antica città nell’Oasi di Gazul, conosciuta per aver ospitato mercanti e pellegrini prima dell’Età del Caos. Dopo le Guerre Realmgate, la Custode dei Segreti Amin’Hrith, conosciuta per aver ucciso centinaia di Elfi Silvani e i nani di Karak Vlag nel Vecchio Mondo, attaccò l’Oasi, abitata dai duardin dei Gazul-Zagaz, veneratori di Gazul. L’Anziano Judd dei Gazul-Zagaz e i suoi Draghi di Ferro vennero aiutati dai Pallador di Sathpren respingendo Amin’Hrith e successivamente i duardin rispettarono un accordo tra le due parti, ma torniamo a parlare di Gazul. Durante l’Età del Mito, Nagash affrontò tutti gli dei dei morti e li divorò per assimilarne il potere; tra questi vi era anche Gazul. Tuttavia, questi duardin lo venerano ancora pur conoscendo la storia. Semplicemente rispondono:
Eppure, cos’è la morte per un dio?
Può effettivamente tornare? O magari si è tramutato in uno dei tanti aspetti di Nagash, un po’ come pare essere successo a Morr? Chi lo sa.
Infine Necoho, un Dio del Caos rinnegato come i vecchi Zuvassin e Malal. Nella sua prima apparizione (1988), Necoho il Dubbioso veniva descritto come una pura contraddizione, poiché si tratta di un dio che si pone contro ogni forma di dio o religione. Necoho aveva un seguito estremamente piccolo e si manifestava raramente nel mondo, assumendo la forma di un anziano basso e leggermente paffuto con una costante espressione di ironico divertimento. Nei Reami Mortali, un tomo come Rivelazioni di Necoho o Luce del Dubbio, apparve durante un’asta tenutasi nella città di Fortezza Greywater nel Reame della Vita. Rivelazioni di Necoho viene descritto come un testo fondamentale per le sette di antiteisti dei Reami Mortali.
E quindi queste sono tutte le divinità di cui attualmente si conosce l’esistenza nei Reami Mortali. La loro natura viene sempre più approfondita e non mi dispiacerebbe riparlarne, come in futuro non mi dispiacerebbe trattare anche le Bestie Divine, o Bestie Zodiacali.
This post was published on 15 Dicembre 2017 15:04
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