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Momenti BG 36: Perché i Corvi Sanguinari non sono successori della Stirpe dei Mille

Con l’uscita del modello di Gabriel Angelos, Maestro Capitolare dei Corvi Sanguinari, sono spuntate nuovamente le teorie secondo cui questo Capitolo di Space Marine discende segretamente dalla Stirpe dei Mille. Una teoria molto vecchia a cui io stesso credetti un tempo, ma ora non più. In questo Momento BG vi illustro perché i Corvi Sanguinari e la Stirpe dei Mille non sono geneticamente collegati.

Il collegamento che sicuramente viene portato avanti per primo è il numero di psionici presenti all’interno dei Corvi Sanguinari. Tuttavia, ciò non crea un collegamento. Quando i primarchi si sparsero per la galassia, Magnus rimase telepaticamente in contatto con l’Imperatore, nonostante fosse ancora un neonato. Su Prospero, il primarca trovò una civiltà con alta incidenza di psionici. L’Imperatore, a sua volta, creò la Legione della Stirpe dei Mille a partire da altrettante civiltà con maggiore probabilità di figli psionici ed è ipotizzabile che l’Imperatore lo abbia fatto proprio grazie alla comunicazione con Magnus. Di fatto, non è il seme genetico di Magnus a rendere gli astartes psionici, poiché devono già avere delle doti. Tutto ciò che il seme genetico può fare è accentuare queste abilità, ma non le crea da zero.
Allo stesso modo, i Corvi Sanguinari non hanno tanti psionici perché il loro seme genetico crea dal nulla strane abilità nei neofiti, ma perché reclutano su determinati pianeti e un esempio è Cyrene. Come scritto nell’Index Astartes Blood Ravens del 2004, Cyrene ha un’alta incidenza di psionici ed è un pianeta come questo a dare ad un Capitolo tanti potenziali Bibliotecari. Come se non bastasse, il seme genetico della Stirpe dei Mille ha un difetto molto evidente: il “Flesh-Change”, ossia un momento in cui un Legionario muta orribilmente diventando una progenie. Se i Corvi Sanguinari avessero tale seme genetico, ci sarebbe dovuta essere anche una cura permanente di massa per il Flesh-Change.

L’armatura dei Corvi Sanguinari è di colore rosso e il loro simbolo è un corvo. Ai tempi della Grande Crociata, la Stirpe dei Mille aveva l’armatura di colore rosso e il loro tempio Corvidae aveva come simbolo un corvo. Questo sembra un bel collegamento, ma scendiamo maggiormente nei dettagli. I due hanno il rosso solo come colore principale in comune, il resto della loro araldica è molto diverso e il Corvidae ha come simbolo solo la testa di un corvo. E’ stato fatto notare anche un dettaglio riguardante il luogo su cui sorgeva l’avamposto Paradiso di Rahe dei Corvi Sanguinari, raccontato nel romanzo Dawn of War: Tempest. Diecimila anni prima, in quel luogo, dei Legionari si allearono con gli Eldar contro i poteri del Caos e tra le rovine venne trovato uno spallaccio dipinto di rosso e senza un’araldica specifica visibile.

Un’alleanza tra Space Marine ed Eldar contro il Caos durante la Grande Crociata o l’Eresia è una cosa che non sta né in cielo né in terra e infatti è raccontata all’interno dei romanzi di Dawn of War scritti da C.S. Goto, ma di questa cosa parleremo dopo. Anche volendo ignorare l’implausibilità di tale evento, uno spallaccio rosso poteva appartenere anche agli Angeli Sanguinari, ai Predicatori, ai Divoratori di Mondi (dato che al tempo c’erano già Divoratori di Mondi completamente o parzialmente rossi), alle Mani di Ferro del Clan Morragul, ai Figli di Horus con glifo cthoniano o a qualsiasi altra formazione che indossa almeno uno spallaccio rosso. Inoltre, niente indica un collegamento tra l’avamposto e la battaglia e di conseguenza tra i Corvi e lo spallaccio.

Simbolo del tempio Corvidae

Nel romanzo A Thousand Sons, poco prima della Battaglia di Prospero, Kallista Eris ha una visione riguardante la Stirpe dei Mille e dice: “I Corvi. Vedo anche loro. I figli perduti e un Corvo di sangue. Gridano cercando salvezza e conoscenza, ma gli è negata!”

Certo, le parole usate sembrano indicare chiaramente un collegamento, ma per questa visione ci sono altre interpretazioni, intuibili specialmente da chi ha letto il romanzo. Per molto tempo, Magnus ha limitato i poteri di preveggenza dei Corvidae in modo che non potessero vedere bene il loro futuro e ciò che aveva fatto e ciò ha causato un’ascesa del tempo Pyrae a scapito del Corvidae, i quali soffrivano molto l’incapacità di conoscere meglio il futuro. I figli perduti e il Corvo posso anche essere un riferimento al successivo racconto breve Rebirth, il quale introdusse il personaggio Revuel Arvida (membro del Corvidae) insieme ad alcuni astartes della Stirpe dei Mille che rimasero all’oscuro dello scontro su Prospero e vi tornarono solo dopo non essere riusciti a contattare il pianeta per diverso tempo.

Parliamo quindi di Revuel Arvida. Questo Legionario della Stirpe dei Mille, membro della 4a Compagnia e del tempio Corvidae, rimane lealista durante l’Eresia di Horus e viene soccorso dalle Furie Bianche. Per molto tempo ci sono state persone che hanno accomunato Arvida al futuro fondatore dei Corvi Sanguinari a causa della sua araldica e della sua citazione La conoscenza è potere, dettaglio che in realtà è tutt’altro che stupefacente. La conoscenza è potere è una massima di Warhammer 40.000 fin dal 1999, inizialmente come L’informazione è potere nel Codex: Assassini di 3a edizione e successivamente nella sua forma classica, pronunciata da svariati personaggi di ogni tipo, anche perché le sue radici non sono piantate nell’universo di Warhammer 40.000. Questa frase è stata attribuita per la prima volta a Sir Francis Bacon, poiché tale massima appare nel suo libro Meditationes Sacrae and Human Philosophy (1597). Sebbene sia il grido di battaglia dei Corvi Sanguinari, è da sempre una massima per tutto l’Imperium.

Tornando ad Arvida, dopo svariati eventi riesce a raggiungere la Terra insieme alle Furie, ma il povero figlio del monocolo sta iniziando ad essere preda del Flesh-Change e viene messo in stasi. Quando le Furie Bianche espongono il loro dubbio su come procedere, arriva Khalid Hassan, un agente di Malcador che dice di volerlo prendere in custodia. Non per porre fine alla sua vita, ma per curarlo, poiché, a quanto pare, lo stavano aspettando. Malcador il Sigillita ha un’idea in mente e prevede il coinvolgimento di una scheggia di Magnus. In futuro parlerò meglio delle schegge di Magnus, ma per ora vi basta conoscere alcuni dettagli: in seguito al duello con Leman Russ, l’anima di Magnus si spezzò in molti frammenti, la maggior parte dei quali non sfuggirono al primarca. Altre, però, vennero perse. Una di esse si separò ancora prima della Battaglia di Prospero, ovvero nel momento in cui Magnus si manifestò nel Palazzo Imperiale per avvertire l’Imperatore del tradimento di Horus. Magnus tornò nel proprio corpo, ma un frammento del suo spirito no.

Il Sigillita ha quindi in mente di sigillare la scheggia di Magnus all’interno di un corpo e sfruttarla per sorvegliare il Portale della Rete del Trono d’Oro. L’ospite selezionato è proprio Revuel Arvida, ma il rituale non va esattamente come sperato. Arvida vive una lunga visione in cui ricorda il proprio tutelario (famiglio psionico) Ianius e parla con quella scheggia di Magnus, finché, nel mondo reale, il suo corpo non inizia a contorcersi e a liberare energia. Il rituale si conclude e per qualche secondo la creatura ottenuta si ribella lanciando un dardo di energia contro Malcador, ma alla fine si calma. Ad Arvida, unitosi alla scheggia e al proprio famiglio, viene chiesto un nome con cui chiamarlo e lui risponde: Chiamatemi con il nome che ho sempre avuto, Ianius.

Questo Ianius appare come pressoché identico ad Arvida, ma c’è una differenza a spiccare in maniera particolare. Uno dei suoi occhi viene descritto nel seguente modo: Un occhio era gonfio, poco più che una fessura in mezzo ad un rigonfiamento di tessuto cicatriziale.
Quindi ora abbiamo questo Ianius al servizio di Malcador e potremmo semplicemente ipotizzare una somiglianza tra il nome Ianius e Janus, d’altronde tutti gli otto primi Gran Maestri dei Cavalieri Grigi assunsero un nuovo nome per non rivelare quello vero. Un po’ come Epimetheus e Khyron, di cui non sappiamo ancora la vera identità. Eppure non può essere solo questo, ci dev’essere qualcosa di più evidente e di unico. Infatti c’è.

Circa 1500 dopo, quando la Rappresentante Inquisitoriale Wienand raggiunge Titano e incontra Janus, lei lo osserva bene. La sua pelle è abbronzata dalla luce di una miriade di soli, proprio come i Legionari della Stirpe dei Mille, ma questa non è una grande prova. Viene fatta chiaramente notare la particolarità di uno dei suoi occhi, il quale è particolarmente “strizzato”. Compare lo stesso vocabolo usato per descrivere un occhio che appare simile al momenti in cui strizziamo gli occhi perché colpiti dalla luce: proprio come una fessura in un occhio gonfio. Wienand, non conoscendolo, ipotizza una vecchia ferita. Oltre alla dichiarazione dell’ex-editor Laurie J. Goulding, il quale smentì totalmente il collegamento tra Arvida e i Corvi, ecco quindi palesarsi davanti a noi Ianius, ossia Janus. Anche il più grande pilastro della teoria sui Corvi viene smentito.

Altri hanno sostenuto che Revuel Arvida fosse Azariah Vidya, spesso confuso come il fondatore del Capitolo. Vidya fu il primo a combinare i ruoli di Capo Bibliotecario e Maestro Capitolare, ma un tempo anche lui fu un qualsiasi Bibliotecario del Capitolo e uccise il vecchio Capo Bibliotecario perché eretico. Un individuo come Revuel Arvida, il quale ordina di farsi chiamare Ianius ed è in grado di cappottare Malcador, assume un altro nome diventando un comune Bibliotecario di un Capitolo e mantiene tale rango per circa 6000 anni prima di diventare Capo Bibliotecario perché qualcuno riconosce le sue abilità? Poco credibile.

Un altro pilastro ritenuto abbastanza solido è il discorso di Ahriman in Dawn of War: Tempest, durante il quale si riferisce ad un Corvo Sanguinario come fratello. Questo sembrerebbe indicare un legame genetico e un segreto di cui Ahriman conosce la risposta, ma non è così. Innanzitutto, stiamo parlando di un romanzo della serie di Dawn of War di C.S. Goto, la stessa serie in cui Taldeer non è un abile veggente di Ulthwé, ma una veggente alle prime armi di Biel-Tan; dove gli Eldar preferiscono usare i Leman Russ perché più resistenti; dove un reattore dorsale viene letteralmente usato come una granata; o anche lo stesso autore per cui i Guerrieri Mantide usano multilaser al posto dei requiem e i Terminator possono fare capriole all’indietro in volo. Ma lasciando da parte tutte queste incorrettezze e pensando che i romanzi di Goto siano assolutamente accurati nel BG, le parole di Ahriman non costituiscono comunque un legame. Fratello è una parola usata comunemente tra gli astartes e non solo tra marine dello stesso Capitolo/Legione/Banda da guerra. Per fare un esempio videoludico, nel videogioco Space Marine Lord Nemeroth dice Ti unirai presto a noi, fratello? riferendosi a Titus e nel romanzo Magnus the Red – Master of Prospero c’è addirittura Ahriman che ringrazia Forrix dei Guerrieri di Ferro dicendo Grazie, fratello. Oltre a questo, ci sono tanti esempi in cui marine di linee genetiche completamente diverse usano tra di loro l’appellativo fratello. Ovviamente, in quel caso Ahriman lo stava facendo per corrompere il Corvo Sanguinario, ma solitamente lo fanno per un’amicizia creatasi sul o fuori dal campo di battaglia, come quella tra Khârn (Divoratori di Mondi) e Argel Tal (Predicatori).

Insomma, oltre ad una smentita arrivata personalmente da Laurie J. Goulding, tutte le prove sono state smentite. Non sappiamo ancora da chi discendano i Corvi Sanguinari, ma la Stirpe dei Mille è esclusa.

This post was published on 30 Luglio 2017 14:45

Nicholas Sacco

Nato nel 1994 tra le lande nebbiose della provincia di Torino, Nicholas si dimostra fin da subito interessato ai giochi in ogni forma, anche quando prende in mano una copia inglese di Dragon Quest Monsters all'età di 6 anni non capendo assolutamente nulla dei testi, ma divertendosi comunque un mondo. Nel corso degli anni è passato da un interesse nei confronti dei giochi come puro consumatore ad uno in cui trova estremamente interessante approfondire le dinamiche delle compagnie e dei processi di sviluppo che stanno dietro ad essi. Nel frattempo, le passioni per la scrittura giornalistica e Warhammer si sono infiltrate nella sua vita. Ora il suo lavoro gravita principalmente attorno agli universi di Warhammer in qualità di Astropate, trasformatosi da un blog personale a una professione. Ora è caporedattore di Alanera Edizioni, casa editrice che si occupa di tradurre e pubblicare i romanzi di Warhammer in Italia, inoltre ha collaborato con Need Games alla localizzazione italiana dei giochi di ruolo Warhammer 40.000: Wrath & Glory e Warhammer Age of Sigmar: Soulbound. Per trovare i Momenti BG, consulta la sezione apposita: Momenti BG

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