Momenti BG 20: I Blackshields

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“Da lui non sarò scolpito, né dal suo peccato sfigurato.”
Iscrizione scavata con l’acido nell’armatura di un Legionario Blackshield sconosciuto

Blackshields non è il nome di una fazione, ma di un fenomeno comparso verso la metà dell’Eresia le cui origini risalgono ad antichissimi codici marziali. Secondo questi codici, un guerriero, per una tra miriadi di ragioni, può scegliere o essere costretto a nascondere i simboli della propria fedeltà. In tempi antichi, un guerriero si sarebbe potuto trovare nella condizione di dover nascondere il simbolo sul proprio scudo con un panno o addirittura ridipingendolo. Con lo scoppio dell’Eresia, l’umanità torna ad usare questa barbara pratica.

I Blackshields nascondono le proprie origini in vari modi. Sebbene le armature dipinte di nero siano più comuni, sono stati incontrati gruppi con un’araldica personale (a volte con ogni astartes diverso dall’altro), altri con armature mimetiche e altri ancora con pezzi di armatura con i colori di varie Legioni, probabilmente presi dai cadaveri di altri astartes. Spesso le loro vere origini si possono capire solo tramite le loro parole e neanche un’armatura scolorita che mostra cosa si cela sotto il nero può rivelare veramente chi sia l’astartes che la indossa, poiché quel pezzo potrebbe benissimo provenire dall’armatura di un nemico ucciso.

I gruppi di Blackshields possono essere astartes che hanno rifiutato le idee del proprio Primarca, ma non si tratta solo di lealisti provenienti da legioni traditrici. Le oscure logge e le voci dell’eresia si sono diffuse in quasi ogni Legione e per questo motivo c’è chi tradisce e porta ancora i propri colori e chi sceglie di ripudiarli. A volte i Blackshields sono qualcosa di ancora più particolare, esperimenti falliti che mutano in mostri o creati di proposito affinché generino ancora più caos e panico in un decennio già buio.

Essi non hanno una struttura di comando fissa, ma il fatto stesso di essere tutti gruppi eterogenei li porta ad avere una struttura di base simile, dove i ranghi militari contano poco o nulla e le squadre di fanteria sono equipaggiate con armi particolari, a volte di origini xeno e spesso diverse rispetto agli altri compagni di squadra. Si forma quindi una struttura semplice, dove non c’è una piramide di ranghi, ma solo un gruppo guidato da un leader generalmente conosciuto come Lord Predatori, il quale finisce sempre per influenzare gli obiettivi dell’intero gruppo di Blackshields.

Ci sono molti gruppi di Blackshield, le cui dimensioni vanno da poche dozzine a circa duemila elementi, alcuni esempi sono la Schiera Gerasene con i suoi glifi dal significato sconosciuto, La Terza Alleanza nel nord del centro galattico o gli Artigli Cinerei. Tra tutti, però, spicca la Confraternita Oscura, un gruppo di Blackshield riconoscibile grazie al loro simbolo che ritrae lo scheletro di un’aquila bicefala. Il loro leader era il Predatore Nemeo o semplicemente il Nemeo, un titolo che probabilmente si riferisce alla resistenza della sua armatura o al fatto di essere straordinariamente forte e impossibile da uccidere. Del Predatore Nemeo non si conoscono né il nome né le vere origini, ma si dice che sia di origini terrestri e che un tempo sia stato un Legionario veterano della I Legione, sopravvissuto al Terzo Xenocidio di Rangdan. Tra le prove di questa teoria rientra la spada calibanita usata dal Nemeo. Nello 017008.M31, durante il Conclave di Optera, Nathaniel Garro, accompagnato da Callion Zaven e Tylos Rubio, incontrò il Predatore Nemeo e lo reclutò tra i Cavalieri Erranti. Prima di unirsi a lui, a Garro venne posta solo una domanda.

“Cosa ne è di mio padre?”
“La Terra non ha ricevuto alcuna parola da Lion El’Jonson, Primarca della I Legione.”

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