Tra i finalisti del Red Bull Indie Forge alla Milan Games Week 2024, acceleratore per giochi indie prodotti in Italia, abbiamo ritrovato Dino Path Trail, un roguelike survival ambientato in un Far West ricco di dinosauri colorati. Avevamo già incontrato questo gioco nella scorsa Milan Games Week 2023, nel solito Indie Dungeon, la nostra area preferita di ogni manifestazione.
Dino Path Trail ci aveva già convinto all’epoca… ma ora, dopo un anno di sviluppo, il gioco sembra essersi raffinato nel suo game loop e nella pulizia della UI, con grande intelligenza da parte degli sviluppatori di Void Pointer che, ricordiamolo, sono al loro primo progetto. Ve ne parliamo meglio nei prossimi paragrafi, nel frattempo vi invitiamo a mettere il gioco in wishlist su Steam!
N.B.: screenshot e video appartengono a vecchie build di gioco rispetto a quella provata alla Games Week.
Ammetto che dalla Games Week dell’anno scorso, Dino Path Trail è stato uno dei giochi che più mi aveva lasciato soddisfatto nella prova e in generale nella sua esperienza, inclusiva di uno stand super-colorato e appariscente con tanto di disegni carini di dinosauri e tatuaggi (reiterato anche quest’anno!). Ciò che più mi aveva colpito, però, naturalmente, era la simpatica e attrattiva unione tra far west e dinosauri, resa accattivante da una palette di colori calda e tenue, e una modellazione 3D morbida e tondeggiante. Insomma, niente realismo grafico, semmai una resa visiva più cartoon e sognante.
Il grande atavico problema dei survival, però, è che, come ogni altro genere che esiste e resiste da tempo, tende a reiterarsi un po’ troppo nelle sue varie incarnazioni, soprattutto per quel che riguarda le sue meccaniche core, in soldoni: fame, sete, stamina, clima, tutto cerca di mettere i bastoni tra le ruote del giocatore, rendendo una sfida anche la semplice fabbricazione di un attrezzo. Il game loop è sfidante e divertente, soprattutto per chi ama questo tipo di videogiochi, ma ritrovarsi lo stesso sistema uguale in ogni gioco, o comunque con poche variazioni, diventa anche un po’ stancante e tende ad esaurire l’engagement del giocatore medio, magari non appassionato al genere, molto in fretta.
Dino Path Trail un anno fa aveva un po’ questa struttura, dove era necessario mangiare e bere con frequenza per poter essere performanti in gioco. Tutto ciò, per quanto giusto nel macro-genere survival, andava però un po’ a cozzare con la filosofia di gioco comunicata da una struttura roguelite votata all’immediatezza, e dall’impatto grafico carino e coccoloso. Se ne sono accorti anche gli sviluppatori, che nel corso di un anno hanno reworkato completamente fame e sete, diventati ora dei metodi tramite cui avere bonus vari. In altre parole, mangiare un certo tipo di cibo consente di avere un determinato tipo di bonus.
Al momento sono previsti solo due boss nelle run di Dino Path Trail, e andrebbe capito come e quanto si incastri bene la narrativa in tutto questo. Molto dipenderà dall’eventuale esito del Red Bull Indie Forge, il cui vincitore sarà comunicato intorno al 13 dicembre, e dall’eventuale comparsa di publisher interessati nell’investire nel gioco. Nel frattempo, il feeling di combattimento è rimasto lo stesso di prima: si tratta a tutti gli effetti di un twin-stick shooter con mira semi-assistita dove un analogico del pad muove il personaggio e l’altro muove il puntamento dell’arma. In questo contesto però il timing è essenziale per diverse meccaniche.
Quando si prende la mira per sparare, per esempio, compare un’intrigante overlay a terra, un doppio raggio col manico da rivoltella che gradualmente avvicina le sue rette parallele e si illumina: rilasciare il grilletto al punto giusto consente di avere un bel colpo assestato.
Quando invece si schiva un colpo avversario col giusto tempismo, se si possiede un’arma idonea l’avatar del giocatore sparerà dei colpi gratuiti e automatici.
Quando invece bisogna ricaricare l’arma, compare un indicatore sotto il personaggio, una sorta di barra di caricamento a forma di tachimetro con tanto di lancetta: se viene ri-premuto il tasto di ricarica su un’area evidenziata nella barra di caricamento, la ricarica sarà più rapida.
E perfino quando si raccolgono risorse, se si utilizza il tasto per estrarle nei momenti giusti è possibile raccoglierne di più.
A tutti questi miglioramenti e tweaking non va tralasciato il gran lavoro svolto sulla UI, resa più coerente con la grafica di gioco; è stata implementata anche una mappa consultabile davvero carina. L’UX, invece, forse è ancora un po’ un punto debole, perché ho avuto un po’ di difficoltà a comprendere quando e come utilizzare certi tasti. In generale, comunque, l’implementazione di un tutorial che spiega passo dopo passo le varie meccaniche ha reso l’approccio al gioco molto più semplice e intuitivo, ma sappiamo da quanto ci hanno detto gli sviluppatori che qualcosina verrà aggiustata ancora.
In ogni caso da Dino Path Trail traspare ancora una volta quanto la passione e le idee di Void Pointer siano gestite in maniera ragionata; mi riferisco al discorso dell’impianto survival della sete e della fame adattati a un’esperienza di gioco più rilassata, ma in realtà mi riferisco anche dal punto di vista creativo in generale, dove l’assenza di publisher e di fondi corposi ha fatto trovare degli escamotage tecnici che sembrano funzionare alla grande, come per esempio le linee di dialogo: non potendosi permettere dei doppiatori, i dialoghi hanno dei suoni caratteristici per ogni personaggio, un po’ alla Animal Crossing maniera ma senza utilizzo di sintetizzatori vocali o algoritmi strani. Semplice parlata gibberish da ascoltare ogni volta che compare un dialogo a schermo.
Restando nel comparto sonoro, un’altra cosa interessantissima che ci hanno raccontato gli sviluppatori di Void Pointer, è lo studio maniacale che hanno svolto per i dinosauri, e non solo da un punto di vista visivo: ogni verso delle creature è stato realizzato consultando paleontologi, cercando di studiare la propagazione del suono attraverso i crani di queste bestie. Assolutamente stupefacente.
Dino Path Trail dimostra come anche un piccolo team di poche persone possa trasformare un’idea affascinante in un’esperienza di gioco sempre più solida, raffinata e rilassante. Tra il suo stile di gioco unico, le migliorie apportate al gameplay nel giro di un anno, e la cura riposta in dettagli come il design sonoro e la pulizia grafica, il titolo di Void Pointer ha fatto un salto di qualità importante. Resta da vedere come e se il gioco evolverà ulteriormente, con o senza Red Bull, per il suo rilascio finale. In ogni caso di per sé è già una gemma promettente per il mercato indie italiano e per gli amanti dei roguelite. Se poi vi piacciono anche i cowboy e i dinosauri, il consiglio è sempre lo stesso: wishlist.
This post was published on 2 Dicembre 2024 21:00
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