La conferenza Xbox alla Summer Game Fest prometteva scintille, un tripudio di annunci e novità per tutti i gusti.
E in effetti, la lineup presentata da Microsoft non ha deluso, almeno sulla carta. Decine di titoli, tra nuove IP e seguiti di grandi classici, hanno sfilato davanti agli occhi dei giocatori, proiettandoli in un futuro videoludico radioso. Ma a festa finita, una domanda è rimasta a ronzare nella testa di molti: quando?
Quando potremo mettere le mani su questi giochi? La risposta, almeno per la maggior parte dei titoli, è avvolta in una nebulosa incertezza. “2024”, “prossimamente”, “in sviluppo”: queste le vaghe indicazioni che accompagnano la stragrande maggioranza degli annunci. Una strategia comunicativa, questa, che Microsoft porta avanti ormai dal 2020, preferendo stuzzicare la fantasia dei giocatori con trailer e promesse a lungo termine, piuttosto che fornire date concrete.
Incertezza totale da parte di Microsoft
Se inizialmente questa tattica poteva essere giustificata, magari con le difficoltà legate alla pandemia, oggi inizia a scricchiolare, persino tra i fan più accaniti. L’entusiasmo sta lasciando spazio a un crescente scetticismo, alimentato da una serie di fattori che vanno ben oltre la semplice mancanza di date di rilascio. Negli ultimi mesi, infatti, all’assenza di esclusive di peso si è aggiunta la beffa dell’aumento del prezzo del Game Pass su console, seguito dalla decisione di portare alcuni titoli, un tempo esclusivi Xbox, anche su PS5.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, però, ha un nome e un cognome: STALKER 2. Atteso inizialmente per il 2021, poi rimandato a settembre 2024, il titolo è stato nuovamente posticipato, questa volta a fine novembre, il 20 per la precisione. Una genesi travagliata, segnata da rinvii e difficoltà di sviluppo, che inevitabilmente gettano un’ombra sul futuro del gioco.
Il timore, neanche troppo velato, è che STALKER 2 possa rivelarsi l’ennesima delusione, un’occasione sprecata a causa di una gestione poco chiara e di aspettative forse eccessive. La speranza, ovviamente, è che il gioco finale si dimostri all’altezza del suo nome e delle promesse fatte, ma il dubbio, come un fantasma di Chernobyl, aleggia nell’aria, insinuandosi tra le pieghe dell’hype e lasciando un retrogusto amaro in bocca ai giocatori.