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Anteprima Grandblue Fantasy: Relink | (PS5) | Un combat system al servizio dell’endgame

Nel corso dei decenni in cui il mercato dei videogiochi non ha fatto altro che crescere e diventare progressivamente più grande, il trend dei videogiochi che saltano da una piattaforma all’altra si è sostanzialmente normalizzato.

Ad oggi i videogiochi sono quasi tutti multipiattaforma e sono quasi tutti identici tra loro; se una volta un brand come Crash Bandicoot finiva per cambiare volto e genere anche soltanto nel salto tra console casalinga e portatile, ad oggi abbiamo visto Resident Evil 4 Remake passare da Playstation 5 ad iPhone nel giro di pochissimo e con anche limitazioni tecniche meno marcate di quanto era legittimo aspettarsi.

Gli unici videogiochi che, a volte, subiscono questo genere di mutazione sono i videogiochi free to play che cercano di iniziare ad ammiccare al (piccolo) pubblico dei core-gamers su console; se videogiochi come Might And Magic: Clash Of Heroes recentemente hanno trasposto quasi 1:1 un prodotto nato su Android su una console portatile come Nintendo Switch e PC, Cygames con questo Grandblue Fantasy Relink ha fatto le cose in grande.

Annunciato infatti nel 2016 con la collaborazione in pompa magna di grandi nomi come Nobuo Uematsu o Hideo Minaba (due grandi nomi storici di Squaresoft), il gioco ha avuto uno sviluppo travagliato passando poi nel corso del 2019 dalle mani di Platinum Games a quelle di Cygames, una software house arcinota nel panorama nipponico per il grande successo dei loro videogiochi mobile e la stessa dietro il primo Grandblue Fantasy, l’RPG Gacha Game che tanti soldi ha fatto guadagnare alla stessa.

Dato lo sviluppo travagliato è normale chiedersi dell’effettiva qualità del gioco; la demo, in tal caso, cade proprio a puntino e rappresenta un buon punto d’ingresso per scoprire se il videogioco in questione può risultare interessante o meno per i gusti di chi ha prevalentemente giocato su console nel corso della sua vita.

Andiamo insieme a scoprire di che pasta è fatto questo Grandblue Fantasy Relink.

Botte da orbi in alto nel cielo

Tutorial, storia o missioni: queste sono le scelte che si parano d’innanzi al giocatore che decide di avviare la demo per la prima volta. Il primo, molto scarno se non troppo, permette al giocatore di apprendere i rudimenti; la seconda opzione permette al giocatore di assaggiare più da vicino il tessuto narrativo che compone il viaggio del comandante all’interno dello sfaccettato mondo di gioco che per oltre dieci anni è stato dettagliato sempre più dai ragazzi di Cygames mentre la terza opzione è quella più interessante per chi invece vuole scoprire se investire o meno i propri soldi nel progetto.

Di base Grandblue Fantasy Relink è un gioco di ruolo a forti tinte action che permette a un party di quattro giocatori (uno umano e gli altri comandati dall’intelligenza artificiale, almeno nella maggioranza di casi) di esplorare un grande numero di luoghi di missione in missione, partendo da un hub cittadino dove poter coltivare il proprio gruppo di avventurieri tra abilità, equipaggiamento, relazioni e altro ancora.

Il tutorial non è esattamente il luogo migliore per capire se effettivamente Grandblue Fantasy vale la pena di essere giocato: con il suo essere un po’ scarno e il non mostrare le cose interessanti fa sembrare il titolo un action game piuttosto semplice; navigando un po’ nei menu e giocando il segmento di storia è invece possibile capire molto meglio quali sono le potenzialità di ciò che Cygames ha messo in piedi.

Granblue Fantasy: Relink Demo_20240116143008

Il cuore pulsante dell’esperienza è rappresentata da un sistema di combattimento senza dubbio ben fatto e con un elevata dose di spettacolarità. Al giocatore viene lasciata la possibilità di effettuare attacchi leggeri, effettuare attacchi caricati, utilizzare quattro diverse abilità, saltare, schivare, scattare, effettuare attacchi in combinazione gli altri membri del party (al caricamento di una specifica barra) o rilasciare tutte la propria potenzia con un singolo attacco (al caricamento di una specifica barra parte 2).

Aumentando le proprio combo sarà possibile modificare verso l’alto il livello di potenza delle proprie skill, arrivando quindi a utilizzare tecniche sempre più potenti man mano che si affronta un avversario; la natura versatile di queste ci permetterà di buffare, debuffare, curare o danneggiare alleati e avversari, con possibilità anche di orientare le tecniche attraverso lo stick analogico del controller.

Non quindi un sistema da stylish action ma senza dubbio un sistema che utilizza i classici stilemi da rotation di skill che abbiamo visto e rivisto tanto nei MMORPG quanto nel recente Final Fantasy XVI; dove quest’ultimissimo si concentrava sulla spettacolarità del combattere con un singolo personaggio dai poter intercambiabili, qui a venire continuamente modificati sono i compagni del nostro protagonista.

L’importanza che il sistema di Granblue Fantasy Relink ripone sulla composizione del party ricorda da vicino Genshin Impact; ogni personaggio avrà il suo elemento di riferimento (oltre che una serie di abilità passive e attiva) e saper combinare i personaggi nella maniera più consona alla situazione che si vuole affrontare significa avere la possibilità di sconfiggere o meno gli avversari. 

Conclusioni promettenti

Sebbene nella modalità storia ci sia stata data la possibilità di mettere mano soltanto su un party limitato, sbirciando dentro il segmento missioni della demo abbiamo potuto posare lo sguardo su un roster ben più ricco, con oltre 10 personaggi legati al brand ognuno dotato di tutta una serie di caratteristiche uniche e determinanti.

E menomale perché quanto abbiamo potuto provare all’interno della modalità storia, inizialmente, non ci aveva convinto più di tanto: perché per quanto il sistema di combattimento sia eccezionale (come vedremo anche fra poco un pelo più nel dettaglio), il contesto in cui il gioco ce lo ha fatto provare non ci ha fatto gridare al miracolo.

Quando non si combatte, infatti, l’esplorazione non è particolarmente ricca di sorprese e l’assenza di sfide ambientali unite al level design non di certo esaltante del segmento di trama da noi provato ci ha fatto sperare in un piatto più ricco.

Questo è rappresentato chiaramente dalle battaglie ma, soprattutto, dalle battaglie con i boss. Parliamo di scontri quasi campali, che possono durare diversi minuti ma che costringono il giocatore a imparare a padroneggiare anche le meccaniche difensive per evitare di venire polverizzato da una sequenza di attacchi piazzata correttamente.

Dal segmento di modalità storia è possibile intuirlo ma inutile girarci intorno: Grandblue Fantasy non è un videogioco dall’ampio mondo da esplorare, quanto più un videogioco in cui c’è una progressione che si mantiene di livello in livello, dove questi ultimi sono mappe semi lineari con qualche segreto sparso in giro che terminano una volta che si abbatte un boss gigantesco o si affrontano orde sconsiderate di nemici. Un videogioco dove conta la propria abilità con il sistema di combattimento, le proprie capacità offensive, la propria capacità di leggere le caratteristiche dei nemici e di eliminarli utilizzando gli strumenti più consoni.

Partendo da un hub centrale il giocatore di volta in volta dovrà scegliere le missioni da affrontare, costruendo nel mentre un gruppo di avventurieri in grado di effettivamente buttare giù quei muri giganteschi di punti vita e difesa che sono i boss. 

A tal proposito viene in aiuto del giocatore un sistema dei personaggi che davvero premia la fantasia e la voglia di approfondire le meccaniche del gioco, con diverse variabili da tenere in mente e interi party da buildare per affrontare le situazioni più complesse.

È nelle missioni incluse all’interno della demo che vengono quindi evidenziati i pregi del gioco: la solidità del sistema di combattimento sul lungo periodo, ad esempio, e le potenzialità che un gioco dal cast così sterminato potrà avere all’interno di un contesto di endgame.

Le luci sono chiare, per le ombre aspettiamo il gioco completo

Ci sono degli elementi che non ci sono ancora chiari avendo provato soltanto la demo: sappiamo che i vari personaggi vanno pullati (senza valute esterne a generare meccaniche predatorie, su questo possiamo stare tranquilli) ma non ci è stato possibile saggiare questo genere di meccanica all’interno del gioco; sappiamo poi che la trama di gioco considera tutto il cast alieno ai 10 personaggi presenti nella narrativa (che possiamo conoscere in gran parte all’interno della modalità storia) come esterno alle vicende del titolo, cosa che potrebbe far storcere il naso ai videogiocatori che fanno maggiormente attenzione al comparto narrativo.

Anche la qualità della narrativa non traspare granché dalla demo, con il giocatore che deve giusto risolvere una specie di fetch quest all’interno di un mondo di gioco si fascinoso dal punto di vista visivo ma un po’ anonimo per chi ci abita sopra. 

Di certo non ci possiamo lamentare di come si vede il titolo su PS5: graficamente il titolo di Cygames è di grande solidità e durante il corso della nostra prova lo spettacolare sistema di combattimento ha messo in mostra i muscoli del motore grafico utilizzato attraverso mosse dal grandissimo impatto scenico, che diventano ancora più interessanti durante gli attacchi combinati con gli altri membri del party.

Conclusioni

La semplice idea di poter giocare in cooperativa con i propri amici questo titolo all’interno di un vasto parco missioni endgame, con boss giganteschi da abbattere creando strategie complesse ed esecuzioni degne di un Final Fantasy XIV potrebbe rendere l’esperienza di Grandblue come una delle più interessanti nell’universo multigiocatore; speriamo di aver modo di provare il gioco completo per potervi raccontare meglio anche questo frammento del gioco che (comprensibilmente) dalla demo non può trasparire.

This post was published on 17 Gennaio 2024 14:15

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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