Il panorama italiano del videogioco sta crescendo diventando sempre più florido e interessante. Quando mi è stato chiesto di andare a provare in anteprima il nuovo titolo di Memorable Games, in me è subito scaturito la forte curiosità di scoprire cosa potessi trovarmi davanti. Conosciuto precedentemente come Mixed Bag, ora Memorable Games si reinventa, quindi con quale peculiare videogioco possiamo assistere alla rinascita?
Ebbene, a Torino ho potuto provare On Your Tail.
Ancora prima di poter mettere le mani sul videogioco stesso, il materiale promozionale mi mostrava un panorama tipicamente ligure e molti altri elementi distintamente italiani. Poi, dopo un trailer e una presentazione, ho potuto avviare il gioco.
On Your Tail è un gioco che tocca il simulatore di vita e l’investigazione.
Diana, la protagonista, ha avuto un incidente con la sua Vespa, la quale ora ha bisogno di tempo per le riparazioni. Intanto, è possibile iniziare a conoscere gli abitanti del paesino di Borgo Marina e sperimentare con i due punti fondamentali del gioco.
Da appassionato di Animal Crossing, ho subito voluto iniziato a bussare ad ogni porta tentando di conoscere quanti più personaggi a me possibile. Con la prima interazione, abbiamo modo di conoscere una caratterizzazione basilare di questi abitanti e possibili legami con altri sparsi per Borgo Marina. Al termine della prima interazione, sblocchiamo una carta, che in questo gioco rappresenta un ricordo o un’informazione.
Tutti questi abitanti vanno a incarnare le figure che solitamente ci si può aspettare in un classico vicinato e per questo restano subito impresse nella mente. Ho potuto trovare due fratelli che condividono l’attività di famiglia pur non provando grande simpatia reciproca, una coppia anziana che si ama da una vita, lo studente fuori sede che paga davvero troppo l’affitto del suo alloggio, la signora dall’amore apparentemente non corrisposto, il burbero vicino che si esclude da ogni faccenda dicendo di non sapere mai nulla e molti altri ancora. Più ne ho conosciuti e più ho potuto iniziare ad entrare nella loro rete di legami.
On Your Tail mi è stato presentato come un gioco ambizioso che vuole fornire molte possibilità di interazione e differenze nel modo in cui le compiamo.
Una delle richieste principali della demo a me disponibile era raggiungere il negozio di Paun, un giovane fotografo. Sono andato da lui, ma non prima di conoscere Gemma, una ragazza che gestisce un bar sulla spiaggia. Quattro parole, un piacevole caffè offerto da lei e poi di nuovo sul mio cammino verso l’obiettivo primario. Dopo un altro dialogo, Paun si è unito a me e qui si è palesato un altro aspetto della ramificazione di On Your Tail, ossia la possibilità di interagire con il mondo di gioco da soli o in compagnia. Siccome Paun mi ha offerto di andare al bar sulla spiaggia per presentarmi Gemma, ho subito voluto fare un test.
Gemma mi riconoscerà?
Il dialogo è iniziato, Paun tenta di presentarmi e improvvisamente Gemma interrompe la sua frase per salutarmi, siccome ci siamo già conosciuti. Paun ne è sorpreso e poi il discorso continua. Nel caso in cui non mi fossi fermato al bar prima di incontrare Paun, l’interazione avrebbe avuto il risultato che vedete nell’immagine qua sopra.
Anche altri dialoghi possono cambiare ed è stato piacevole avere un primo assaggio di questa ramificazione nel sistema di dialogo. Voglio davvero scoprire quanto in profondità si potrà spingere nel gioco completo.
E poi sono arrivati i minigiochi, quelle attività in cui io mi perdo dimenticando completamente l’esistenza di concetti come “missione principale” o “meccanica fondamentale”. Ho potuto raccogliere una canna da pesca e ho iniziato ad ottenere pesci con le loro relative carte che mi rivelano qualche piccolo trivia su di essi; ho potuto interagire con le biglie sulla spiaggia e avviare uno scenario completamente diverso in cui ho sfidato Paun su un percorso di sabbia e sassi; ho potuto prendere un sasso abbastanza piatto tentandolo di farlo rimbalzare ripetutamente (il mio record: 21 rimbalzi).
Lo ammetto, probabilmente dovrei frequentare un circolo di minigiochisti anonimi, però queste cose mi catturano sempre perché vedo uno studio di sviluppo che ha realizzato un gioco e poi ha deciso di prendersi il tempo di creare anche tante altre attività con cui il giocatore può intrattenersi, magari ottenendo contemporaneamente degli approfondimenti sui personaggi che lo circondano. Ad esempio, con la gara di biglie ho potuto scoprire alcune cose sull’infanzia di Paun e sui motivi per cui fosse così bravo. Complimenti, Paun, mi hai battuto, ma questa era solo una demo e io avrò la mia rivincita quando questo gioco uscirà.
Insomma, chiacchierando, godendomi il paesaggio e giocando varie attività, per me On Your Tail poteva anche essere solamente questo, eppure c’è ben altro!
Quando mi sono recato nell’altra metà della demo, ho potuto percorrere un tratto della storia principale approfondendo la componente d’investigazione. Una volta entrato nel ristorante di Mamma Lucia, ho potuto porle delle domande, le cui risposte si sono manifestate a loro volta come carte. Ho potuto quindi iniziare a distinguere le carte che rappresentano i personaggi che conosco, gli oggetti che possiedo e le informazioni che ho ottenuto. Il “mazzo” di queste carte è la mia mente ed è mio compito sfruttarlo al meglio.
Qui è entrato in gioco un’ulteriore livello d’interazione con gli abitanti di Borgo Marina, poiché Diana può parlare con loro del più e del meno, ma può anche avere interazioni specifiche che riguardano l’attuale “caso da risolvere”. Ogni abitante nelle vicinanze ha avuto la propria opinione in merito e da alcuni ho potuto ottenere indizi fondamentali.
Come se non bastasse, Diana possiede una strana cronolente.
Qui si è aggiunta al titolo una componente sovrannaturale: la cronolente, infatti, mi permette di osservare in tempo reale una versione passata dell’ambiente circostante. Ponendo la giusta attenzione e guardandosi intorno è quindi stato possibile notare delle differenze e dedurne qualcosa. Alcuni punti in cui guardare sono stati suggeriti proprio dall’interazione con i personaggi, ad esempio la signora che dice di aver notato disordine e rami rotti vicino a dei cespugli, ma per altri ho dovuto pensarci completamente io.
Quando Diana ottiene tutti gli indizi utili, ecco che entriamo nella sua mente e dobbiamo utilizzare le carte di ciò che abbiamo scoperto. Il luogo del caso è rappresentato come se fosse una via di mezzo tra la plancia di un gioco da tavolo e un libro pop-up. Mi è piaciuta molto questa rappresentazione perché il giocatore può posizionare un indizio dopo l’altro e avere immediatamente un riscontro visivo sulla vicenda accaduta. Secondo me il colpevole è spuntato fuori dai cespugli? Ecco che lo vedo arrivare da quel punto. Secondo me, dopo il suo arrivo si è mosso in quel punto là? Ecco che la sua pedina si sposta in relazione agli altri indizi posizionati dandomi modo di capire se sono sulla strada giusta oppure dove potrei aver sbagliato.
A tutto ciò che ho discusso prima si aggiunge una parte per cui sento di dover dedicare una sezione a parte. Secondo me, un ambiente è davvero vivo e reale quando ci posso credere.
Lo studio fotografico di Paun non è semplicemente un quadrato nel vuoto cosmico in cui qualcuno ha inserito alcuni oggetti a tema fotografia per poi spargerli e clonarli tante volte per riempirlo e farlo sembrare uno studio. Quello di Paun È uno studio perché mi ritrovo in una stanza completamente realistica. Ci sono scaffali ordinati e con oggetti specifici che mi danno la sensazione di una persona ordinata che ha allestito il proprio spazio di lavoro. Mentre osservo lo studio, sto già ricevendo nozioni di caratterizzazione sul personaggio che ho di fronte. Ci sono teche che mostrano macchine fotografiche d’epoca, cartelli che mi parlano di eventi che si svolgeranno in paese e tanti altri dettagli che mi raccontano Paun senza nemmeno parlarci.
Se poi vado ad osservare il menù del ristorante di Mamma Lucia, la targhetta sulla statua di quello che parrebbe essere il patrono di Borgo Marina o il listino prezzi al bar di Gemma, è tutto completamente leggibile con i nostri occhi. Ho potuto distinguere ogni singolo prodotto di quel listino prezzi perché c’è stato l’impegno di rendere tutto più reale. Per quanto mi riguarda, aumenta enormemente la mia immersione in un mondo di gioco.
Infine, non riesco ad evitare di dire quanto abbia amato l’inserimento di specifici dialoghi dedicati al fatto che questa sia una demo e che quindi determinate cose non siano accessibili. Una piccolezza, ma è sempre quel granello in più che alla fine crea una spiaggia in cui giocare.
On Your Tail è un gioco che ha un potenziale davvero grande. Il gioco vuole offrire tanta varietà e Memorable Games ha voluto premere sull’ambizione di ognuna delle funzionalità presenti. In attesa dell’uscita, spero che tutte queste ambizioni possano dare buonissimi frutti.
This post was published on 19 Novembre 2023 14:00
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