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Anteprime

Assassin’s Creed Jade è come John Wick | Provato alla Gamescom 2023

Sono stato in grado di provare una build di Assassin’s Creed Jade, il capitolo della saga degli assassini ambientato nell’antica Cina e che si ritrova a essere la prima avventura completa interamente sviluppata su mobile.

Ho provato il gioco come ospite di Level Infinite assieme ad altri giornalisti della Gamescom, davanti a una bella tazza di caffè con gli sviluppatori che ci illustravano man mano i concetti e le novità di questo spin-off. A proposito, Jade ormai è il nome ufficiale e non più un nome in codice!

Una sorpresa continua su smartphone

La prima cosa che è saltata all’occhio è la quantità impressionante di personalizzazione possibile con il volto del personaggio, una feature così densa di parametri modificabili che fa invidia a giochi celebri per questo, come un qualunque The Sims. È anche la prima volta assoluta che Assassin’s Creed permette una personalizzazione così specifica e profonda del proprio avatar.

Prima di questa demo c’è stata già una beta che non abbiamo avuto modo di provare, dove l’esperienza si era concentrata più sul prologo ambientato tra antica Grecia in compagnia di Cassandra, un gradito ritorno dal Origins: Odyssey, e la nuova regione cinese. La versione provata alla Gamescom si è invece tenuta per intero nelle aree immediatamente successive, nel continente asiatico, tra famose località cinesi come per esempio la Grande Muraglia, opera ancora in costruzione nel periodo storico in cui Assasssin’s Creed Jade è ambientato. 

Appena passata la fase di creazione del personaggio, sono rimasto folgorato dalla praticità dei controlli di movimento del personaggio e quelli della camera, interamente gestibili tramite il touch in una maniera intuitiva e molto fluida. Per quanto lo schermo piccolo di un cellulare possa sembrare un ostacolo all’immersività in gioco tipica di un Assassin’s Creed, questi accorgimenti tesi a rendere la fruizione mobile più naturale e meno ostica sembrano mitigare questa occorrenza. Nel gioco finale è previsto anche un lock della telecamera sul nemico, utile in situazioni più concitate di combattimento, ma in generale i controlli si sono dimostrati davvero all’altezza di ogni evenienza.

L’unico vero appunto che ho avuto modo di fare all’interfaccia è per il tastino dedicato all’accucciamento dell’avatar, necessario per portare avanti le sue tattiche stealth per eliminare di nascosto i nemici: un po’ troppo piccolo per essere pratico come gli altri tasti.

Anche la grafica, ragionata in maniera esemplare grazie anche all’apporto dell’Unreal Engine, mira a cercare di dare risalto a una produzione che, essendo fruibile esclusivamente mobile, potrebbe far storcere il naso ai giocatori più scettici. La distanza con cui la build provata metteva a fuoco i dettagli non sembrava affatto appartenere a un device portatile, e dando un’occhiata alla mappa nei menu sembra che le aree esplorabili siano veramente vaste. Ci sono scorci bellissimi da vedere in Jade, tant’è che gli sviluppatori stanno pensando a una modalità foto. Fare parkour sulla muraglia ancora in costruzione mentre in lontananza si alternano pagode e montagne mi ha dato davvero una sensazione gratificante.

Nella demo sono stato immediatamente catapultato in una situazione stealth, durante una missione il cui obiettivo finale era recuperare un artefatto direttamente nel palazzo dell’imperatore cinese. È stato possibile assaggiare praticamente ogni cliché con cui la saga di Assassin’s Creed ha abituato il suo pubblico, dalle animazioni sceniche delle uccisioni in stealth, al fischio per attirare l’attenzione mentre si è nascosti, fino al leggendario tuffo dai punti di osservazione. 

Ma che c’entra John Wick con la Cina antica?

La Cina antica visitabile in Assassin’s Creed Jade però non offre solo scorci pittoreschi, ma anche approfondimenti storici e culturali come ogni buon capitolo della saga ci ha sempre abituato. Gli stessi sviluppatori ci hanno raccontato di come vogliano far emergere ogni aspetto di quel tempo, anche la vita popolana e contadina.

La stessa trama del gioco si sviluppa sulle basi del Wuxia, un genere letterario cinese il cui protagonista, un eroe esperto di arti marziali, percorre una via di redenzione o di vendetta. Per farci un paragone, gli sviluppatori ci hanno fatto l’esempio di John Wick, serie di film fortemente ispirata dai Wuxia. Nello specifico, il protagonista di Assassin’s Creed Jade vivrà una storia il cui tema portante è la vendetta, partendo dalla vita rurale cinese con la sua cerchia di amici.

Oltre alla breve esperienza single player che abbiamo avuto modo di provare, gli sviluppatori ci hanno parlato anche di tante altre modalità, in particolare ci hanno attirato due modalità cooperative: una in cui semplicemente si affrontano battaglie assieme a un amico, e l’altra in cui si cerca di difendere la muraglia da invasioni barbariche. Non vediamo l’ora di provare anche queste, prima che il gioco arrivi alla sua finestra di lancio (che per inciso, ancora non c’è). Resta da capire anche come si svilupperà il sistema di monetizzazione, essendo un free to play che in qualche maniera cercherà di offrire contenuti e customizzazioni extra. 

In sostanza, Assassin’s Creed Jade si è dimostrato in questa demo un videogioco al di sopra delle aspettative possibili. Prima di provarlo alla Gamescom per me Jade era un’incognita troppo distante dalla saga tradizionale, per quanto sia classificabile comunque come un Origin. Ma, prova alla mano, mi sento di considerarlo qualcosa in più di uno spin-off. Ben venga nuova utenza a dare freschezza a una vecchia saga, ma l’importante, almeno per noi giocatori di vecchio stampo, è che i modelli di business di giochi simili non intacchino troppo la progressione di gioco. Sarà così anche per Jade?

This post was published on 24 Agosto 2023 11:45

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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