Nel mio personale percorso nell’editoria videoludica ho molti momenti che porto nel cuore, e uno di questi fu Dry Drowning, una visual novel investigativa con un’ambientazione futuristica e distopica sviluppata da un team tutto italiano. Dry Drowning fu tra i miei primissimi videogiochi ricevuti per scriverne articoli prima di entrare nelle file di Player.it, e ora a distanza di qualche anno quello stesso team di sviluppo ci ha consegnato tra le mani la sua nuova creatura: Shattered Heaven.
Lanciato da una campagna Kickstarter di successo nella scorsa estate, Shattered Heaven riutilizza la formula della narrativa in formato visual novel tramandata da Dry Drowning, ma ibrida il tutto con combattimenti a suon di carte e deck building, alberi di abilità RPG, sistemi di crafting e una struttura roguelite.
Sopravvivere e adattarsi
Un Dio è caduto, e il suo mondo è ridotto in cenere. Pochi gruppi di superstiti si combattono tra loro per sopravvivere alla meglio in un ambiente ormai ostile, dividendosi in fazioni. Come se non bastasse, una maledizione si è abbattuta su questi popoli, condannandoli all’insonnia, alla sterilità e a morti precoci.
Shattered Heaven parte con queste premesse e consegna nelle mani del giocatore 3 eroi in grado di avere il potere di spezzare tale maledizione per sempre: Andora, un abile guerriero che sviluppa il suo combattimento sul concatenare attacchi rapidi e potenti, Magni, guardiano di Andora con abilità difensive ma anche in grado di scatenare la sua rabbia, e Ishana, una strana ragazza cieca costantemente accompagnata da un’entità assetata di sangue.
La storia che si dipana fin dall’inizio di Shattered Heaven ci è sembrata interessante e ricca di suggestioni grimdark, e confidiamo che questo sentore continui a permanere anche col rilascio completo del gioco. L’atmosfera cupa che si respira nei diversi ambienti è talvolta spezzata da linee di dialogo più cordiali, ma in generale la struttura da visual novel tiene botta alle ambizioni narrative di un’ambientazione simile.
Non è la prima volta che provo con le mie mani un videogioco che fonde visual novel e card game: I Was A Teenage Exocolonist di Finji cercava proprio di unire questi due gameplay loop, lasciando però le meccaniche dei combattimenti con le carte ad un livello di semplicità elevato, con poca strategia richiesta. Si tratta ovviamente di 2 giochi distinti con obiettivi comunicativi molto diversi tra loro ma che, almeno nel caso di Shattered Heaven, riescono nel trovare una quadra. Questo perché SH pone al centro della sua esperienza il combattimento tramite card game.
Ogni aspetto di gioco è infatti costruito in funzione del deck building dei 3 protagonisti, ognuno dotato di un mazzo ciascuno e di abilità particolari. I diversi semi delle carte e i tanti effetti “alla Magic: The Gathering” consentono al giocatore di pianificare le proprie strategie e di adattarsi a ogni situazione.
Il gameplay procede per esplorazioni di dungeon dove è sia possibile incontrare nemici da combattere con le carte, sia incappare in eventi fortuiti che possono determinare aggiunte (o sottrazioni) al proprio inventario, ai propri mazzi o ai propri eroi. Essendo i dungeon procedurali per via dell’essenza roguelite di Shattered Heaven, il fattore casualità è importante, ma almeno è mitigato dalle possibilità di scelta del giocatore.
Scelte che possono avvenire sia per i suddetti eventi nei dungeon, sia per esigenze narrative durante i dialoghi, sia nella composizione dei deck. Attenzione perché alcune delle scelte del giocatore possono anche condizionare l’intero evolversi della trama, proprio come accadeva in maniera efficace con Dry Drowning.
Solennità che accompagna la strategia
Ciò che più mi ha colpito e incuriosito personalmente di Shattered Heaven è sicuramente l’impatto solenne che comunica quasi ogni aspetto di gioco. I disegni, gli sfondi e in generale la caratterizzazione di molte delle creature che si incontrano tra i dungeon sono tutti dipinti un tratto chiaro ed elegante. Si vede comunque che qualcosa è ancora in fase di rifinitura, soprattutto per quel che riguarda l’interfaccia dove alcune iconcine hanno ancora overlay sgranati sicuramente temporanei, ma insomma la veste grafica scelta per Shattered Heaven sembra davvero quella giusta
Non è assolutamente da meno la colonna sonora, ora con archi e cori nelle fasi esplorative e nei dialoghi per caricare l’atmosfera di dramma e attesa, ora con ritmi spinti che sottolineano l’epicità dell’ambientazione e degli scontri, ora con un pianoforte solitario in scala minore che aggiunge nostalgia e tristezza nei menu. Spero vivamente che la colonna sonora offra ancora più spunti con il rilascio del gioco.
Shattered Heaven si aprirà a un Early Access il 31 maggio che durerà un anno, durante il quale cercherà di coinvolgere la sua community nel dare forma alle successive evoluzioni del gioco nel corso dei mesi. Nel frattempo se siete curiosi dopo aver letto la nostra anteprima è possibile provare una sua demo su Steam.
In generale, l’esperienza avuta su Shattered Heaven è stata positiva e godibile, e fa promettere molto per il futuro rilascio al pubblico: una storia maestosa che si racconta con scenari grimdark, una colonna sonora efficace e combattimenti a turni a suon di carte. Come avrete potuto leggere, il gioco offre molto sul piatto e per questo sarà determinante per i giocatori riuscire a padroneggiare un po’ tutto: abilità, deck building, esplorazione e scelte. Per questo motivo aiuterebbe molto anche avere più lingue, stranamente assenti per ora in favore della sola lingua inglese (presupponiamo temporaneamente).