Lo scorso 20 febbraio siamo stati invitati da Nintendo per provare in anteprima Cereza and the Lost Demon, titolo che fa da prequel alla serie Bayonetta e che ci porta a scoprire le origini proprio della strega che da il nome alla saga di PlatinumGames.
Il passato di Bayonetta, o meglio di Cereza, è spesso stato accennato durante i tre capitoli della serie principale lasciando però irrisolti alcuni misteri. La nostra storia cominica quindi 500 anni prima gli eventi del primo Bayonetta dove una giovane Cereza ha da poco trovato rifugio presso la strega Morgana. Dopo l’incarcerazione di sua madre Rosa, Cereza viene trattata con disprezzo dalle altre streghe tranne che da Morgana, un’altra strega reietta, che la prende sotto la sua protettiva come insegnate.
Nonostante l’atteggiamento duro di Morgana, Cereza passava le sue giornate svolgendo quelle che sembravano più delle faccende domestiche che veri e propri esercizi di magia finchè un giorno il suo sogno ricorrente riguardo la madre non viene “disturbato” dalla presenza di una figura sconosciuta: un ragazzo della sua stessa età che le dice di cercare il lupo bianco nella foresta di Avalon.
Incuriosita da questa visione Cereza, disubbidendo agli avvertimenti di Morgana, si addentra nella foresta proibita alla ricerca del lupo bianco e del potere per liberare sua madre. La foresta è però abitata dalle fate, esseri dispettosi e pericolosi che non si fanno perdere l’occasione di catturare una giovane strega. Fortunatamente Cereza scoprirà presto di avere con se un potente alleato che la accompagnerà lungo il suo cammino.
Chi conosce Bayonetta, anche solo guardando qualche trailer, sà che si tratta di una serie stylish hack ‘n’ slash come Devil May Cry piena di eccessi e personaggi eccentrici. Cereza and the Lost Demon invece compie una virata improvvisa mettendoci di fronte ad una fiaba dark, dai ritmi meno adrenalinici con un gameplay asimmetrico e un foresta tutta da esplorare.
Il gioco infatti ci permetterà di controllare contemporaneamente sia Cereza con il joycon sinistro che Cheshire con il joycon destro, in questo modo la strega e lo strano demone potranno unire le forze per superare gli ostacoli che vi si pareranno davanti a loro.
Cereza infatti potrà far crescere piante grazie alla sua magia per creare ponti mentre Cheshire potrà distruggere con poche zampate i rovi che bloccano il passaggio. Se in alcune sezioni Cereza potrà muoversi in autonomia portando con sé la bambola posseduta da Cheshire; in altre i due protagonisti dovranno muoversi su strade separate creando quindi una vera sfida per la nostra coordinazione, in altri casi i due dovranno sfruttare al meglio le loro abilità combinate per poter risolvere enigmi e puzzle lungo la strada.
Nonostante una parvenza di linearità, ciò che abbiamo visto a schermo ci ha fatto intendere il level design come solo all’apparenza lineare: i segreti ed i tesori sono nascosti praticamente dappertutto e fanno un ottimo lavoro per arricchire l’esperienza di gioco.
Anche durante il combattimento la coordinazione sarà fondamentale usando la magia di Cereza per bloccare i nemici e i potenti artigli e zanne di Cheshire per dilaniare le malcapitate fate che arriveranno di ogni forma e dimensione caratterizzata ognuna da abilità peculiari.
Interessante l’introduzione di una componente più rhythm game all’interno del gameplay, esattamente come succede per le danze all’interno della serie principale: questa componente è legata a doppio filo con l’utilizzo delle magie.
Abbiamo avuto modo, infine, di dare uno primo sguardo agli alberi dei talenti dei due personaggi. Esplorando la foresta infatti potremmo raccogliere oggetti che fungeranno da valuta per Cereza e Cheshire da spendere presso i santuari, qui non solo potremmo salvare i nostri progressi ma anche sbloccare nuovi incantesimi e abilità o creare oggetti per la nostra avventura.
Tra egli elementi che senza dubbio ci hanno fatto più piacere non possiamo non citare la direzione artistica, unicum in una serie altrimenti poco avvezza alla delicatezza delle forme. Il character design stavolta è più gentile, con personaggi quasi stilizzati all’interno di ambientazioni che non sfigurerebbero in un quadro.
A questo poi va aggiunta la felice scelta di far evolvere il percorso visivo del giocatore dai colori cubi delle ombre degli alberi a schermate psichedeliche, con colori belli saturi che però mantengono quell’alone di ombra e mistero; di fatto in più frangenti Cerenza and the lost demon ci ha ricordato da vicino alcune opere di Tim Burton.
Degni di nota le sezioni dei Tír na nÓg, veri e propri dedali delle fate, caratterizzati da specchi e strutture di vetro colorato che riescono a essere tanto magiche quanto inquietanti.
Bayonetta Origin: Cereza and the Lost Demon è stato una vera e propria sorpresa sia in termini di gameplay che di veste grafica. Le sparatorie e i bombattimenti frenetici lasciano il posto ad una narrazione più cadenzata e rilassante che però non abbaddonda completamente l’azione ma la coniuga con una buona dose di puzzle. Cereza and the Lost Demon è un titolo che può essere giocato senza aver mai giocato la serie di Bayonetta e, in attesa di recensirlo, possiamo dirvi che a qualcuno potrebbe piacere anche più della trilogia originale.
This post was published on 28 Febbraio 2023 15:00
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