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Anteprime

Sherlock Holmes: The Awakened – Provato il remake dell’avventura a metà tra Doyle e Lovecraft

Abbiamo provato il prossimo videogioco di Frogwares, Sherlock Holmes: The Awakened, in uscita “early 2023”, ovvero nei primi mesi di quest’anno. Il suo rilascio dovrebbe vedersi proprio a febbraio, anche se un giorno preciso non è mai stato annunciato. La situazione ucraina, d’altronde, ha messo i bastoni fra le ruote dello sviluppo del titolo, infatti lo sviluppatore famoso per aver dato all’investigatore nato dalla penna di Arthur Conan Doyle una sua controparte videoludica ha sede proprio nel paese europeo martoriato dalla guerra.

La demo che abbiamo provato inizia con un breve messaggio sulla situazione attuale del paese e con i ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito al kickstarter del gioco, perché se l’attuale versione di The Awakened esiste è grazie all’enorme successo ottenuto sulla piattaforma che il team ha usato per finanziare il gioco. Sherlock Holmes: The Awakened non è un titolo nuovo, è il remake del capitolo uscito nel 2006, ma già dalla demo abbiamo potuto intravedere molti cambiamenti rispetto all’opera originale.

Per chi non conoscesse il prodotto originario, The Awakened è l’incontro tra Doyle e Lovecraft. Sherlock Holmes si ritrova a dover usare la sua materia grigia in un contesto ispirato agli orrori cosmici narrati nei racconti del solitario di Providence. Frogwares sta diventando un habitué del ciclo di Cthulhu, visto che nel 2019 ha pubblicato The Sinking City, titolo lovecraftiano inedito, senza la presenza di Sherlock.

Alle montagne della follia

La demo ci fa giocare il terzo capitolo, intitolato Alle montagne della follia, come una delle opere più importanti e famose di Lovecraft. La missione è infiltrarci in un manicomio in Svizzera, l’Istituto Edelweiss, in cui non solo i pazienti mostrano i segni di torture e vessazioni di ogni genere, ma si nascondono anche segreti che Sherlock e Watson devono portare a galla per risolvere il caso.

Un servo è stato rapito e questo ha portato alla luce, stando a ciò che leggiamo dal taccuino degli indizi, a una serie di rapimenti misteriosi. Le tracce portano proprio all’Istituto Edelweiss, dove i due protagonisti si recano per avere risposte. All’inizio noi controlliamo Watson che riesce a farsi ricevere senza destare troppi sospetti, ma con uno scotto: Sherlock viene sedato e portato in una cella di detenzione nonostante il suo travestimento. Ma il piano era proprio questo! Più o meno.

Ora, libero di poter esplorare le zone più nascoste del manicomio, dove avvengono gli atti più terribili, Sherlock cerca indizi per il proprio caso e si imbatte in Gerda, una ragazza mentalmente disturbata che, nonostante tutto, si rivelerà di grande aiuto.

La porzione di trama che abbiamo giocato non ci dice tanto di più, anche se fin dalle prime battute si può constatare come Frogwares voglia dare connotazioni psicologicamente instabili alla narrativa, in linea con quelle che sono le tematiche di Lovecraft, le quali devono funzionare in un contesto – quello delle avventure investigative di Holmes – in cui hanno sempre regnato la razionalità e la logica. Per ora la più grossa differenza rispetto all’originale è rappresentata proprio dal dinamico duo: sono giovani!

Nel 2006, anno di uscita di The Awakened, Sherlock è l’uomo maturo che abbiamo sempre visto nei loro giochi, sia quelli precedenti sia quelli successivi, fino a The Devil’s Daughter, Nel 2021, con Chapter One, lo studio ucraino ha cambiato le carte in tavola e ci ha presentato uno Sherlock giovane, “inesperto”, ma già con un acume senza pari, profondamente turbato dagli avvenimenti accaduti nella sua vita. Ebbene, per dare continuità a quella scelta, nel remake di The Awakened i protagonisti sono stati ringiovaniti.

Questa modifica apre le porte a tanti possibili cambiamenti nella storia di The Awakened, come gli stessi sviluppatori hanno ammesso. Infatti, il remake è stato pensato per offrire un’esperienza completamente rinnovata, sia dal punto di vista ludico sia da quello narrativo.

Nuove vecchie abitudini

Nell’opera originale, il gameplay investigativo era limitato rispetto a quello presente nei titoli più moderni della serie. Negli anni, Frogwares ha affinato un bel po’ di cose e ha aggiunto tante nuove meccaniche per permettere al giocatore di sentirsi un detective e approfondire l’universo di Sherlock. Chi ha giocato il titolo del 2006, dunque, troverà nuove dinamiche, nuovi minigiochi, nuovi modi per trovare la verità, tuttavia per i fan che hanno giocato anche tutti i titoli più recenti la sensazione percepita sarà quella di déjà-vu perché nel complesso, stando alla porzione di gioco della demo, della durata di circa un’ora, le meccaniche investigative sono rimaste fedeli al passato. Ma entriamo più nello specifico.

Nella demo, ciò che abbiamo fatto è stato perlopiù esplorare il manicomio Edelweiss alla ricerca di indizi e di risposte. La raccolta degli indizi non si discosta dalla dinamica base del cercare punti di interazione (con il taso LB è possibile evidenziarli brevemente su schermo) per poi esaminare più da vicino quelli di maggior rilevanza e raccogliere oggetti. Una volta scovato un numero preciso di indizi, questi diventeranno una prova o un nuovo obiettivo da seguire. Ad esempio, per proseguire senza farsi scoprire da una guardia abbiamo dovuto trovare gli oggetti utili a fabbricare uno strumento per metterla fuori gioco. Fatto questo, ci siamo anche travestiti per andare a ficcanasare indisturbati.

Le meccaniche più importanti mostrate nella demo sono però tre: il palazzo mentale, l’immaginazione e gli interrogatori. Il palazzo mentale è una schermata che va a simulare la capacità logico-deduttiva di Sherlock, qui è possibile collegare vari indizi per arrivare a una conclusione. Rispetto ai giochi precedenti, ci è parso un po’ più confusionario perché, allo stile più asciutto e old school, si è preferito dare una connotazione maggiormente stratificata. Il palazzo mentale in The Awakened Remake è diviso in schede, una per gli oggetti, una per gli indizi cartacei e una per le riflessioni personali del protagonista.

Ciò che si trova in queste schede va selezionato e interconnesso per arrivare a una conclusione logica. Diciamo che siamo stati sbattuti nel terzo capitolo senza un tutorial, presente però nel menu di pausa, e l’abitudine ci ha fatto percepire questa nuova versione del palazzo mentale come più caotica. Tuttavia, giocando si impara, quindi non possiamo certo dire che sia fatto meglio o peggio, semplicemente bisogna farci il callo.

L’immaginazione è uno stato richiamabile attraverso la pressione del tasto dorsale destro. Durante queste fasi, che si svolgono in punti scriptati dell’avventura, si entrerà nella mente di Sherlock che vede le cose in modo diverso rispetto a tutti gli altri. Nell’immaginazione è nostro compito capire come si sono svolti i fatti, andando a ricreare la scena. In primis, è necessario trovare tutti gli indizi rappresentati da un cerchietto, che è anche l’input che ci fa capire che possiamo usare l’immaginazione; una volta trovati, questi andranno a formare delle ipotesi di eventi. Il compito del giocatore è passare in rassegna tutte le scene e creare la serie di eventi più probabile.

Sugli interrogatori, invece, c’è poco da dire. Si fanno domande e quando il testimone o il sospettato si mostreranno reticenti, si aprirà in automatico il taccuino da cui dovremo estrapolare tre prove da sbattere in faccia all’interlocutore per convincerlo a parlare. Va detto che se si fallisce, non c’è alcun malus. Semplicemente, si può riprovare. Da questo punto di vista, The Awakened si mostra nella sua linearità che non propone alcun tipo di percorso alternativo sbloccabile a seguito di un fallimento.

La demo è ambientata in un luogo chiuso, pertanto non abbiamo potuto vedere una delle meccaniche inserite da Frogwares nei suoi titoli più recenti, da The Sinking City in poi, ovvero la ricerca libera dei luoghi e delle prove. Chi ha giocato il titolo lovecraftiano e Chapter One saprà che quando la mappa si apre un po’, Frogwares offre maggiore libertà investigativa al giocatore. Questa dinamica ci chiede di trovare un luogo senza marker a schermo, ma facendocelo impostare manualmente sulla mappa partendo da una descrizione vaga, o di trovare il prossimo obiettivo cercando autonomamente informazioni al Municipio, alla stazione di polizia e presso gli uffici del giornale locale. È senza dubbio una delle novità più interessanti dei giochi Frogwares, pertanto crediamo che sarà presente anche in questo remake.

Gli aspetti tecnici

Siamo arrivati al punto dolente della demo, gli aspetti tecnici. Partiamo dal presupposto che per tutta l’avventura in sovrimpressione appare il disclaimer che ci avverte del fatto che in questa fase il gioco non è ancora completo e che potrà subire delle variazioni in corso d’opera. Le cose potranno dunque migliorare.

Ciò che abbiamo visto è senza dubbio una maggiore rifinitura di quella che era la grafica del gioco originale, con texture in HD ed effetti in linea con i capitoli più recenti… ma non con le produzioni odierne in senso generale. L’Unreal Engine non sembra essere stato sfruttato al massimo delle sue potenzialità con una resa complessiva ancora un po’ povera. Ciò si nota soprattutto con i modelli dei personaggi e le loro espressioni facciali, molto molto indietro rispetto agli standard moderni.

Se ci sono cose da limare, queste si trovano soprattutto nel comparto tecnico e nelle prestazioni, infatti abbiamo notato anche alcuni cali di frame rate. Dal punto di vista grafico, insomma, sembra un gioco vecchio nonostante sia un remake.

Non ci aspettiamo ovviamente una grafica da urlo, i titoli Frogwares non hanno mai puntato su quello, semmai su estetica e atmosfera, ma ci aspettiamo dei miglioramenti in vista del rilascio ufficiale.

This post was published on 8 Febbraio 2023 14:00

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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