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Sons of Valhalla | Anteprima (PC) | Vichinghi, pixel art e assedi sidescroller

Avete presente il buon caro Hooded Horse, quel publisher di strategici indie per PC con cui ci siamo incrociati all’edizione online 2021 dell’E3? Ecco, stavolta ha cacciato fuori dal cilindro Sons of Valhalla, un altro videogioco indie ricco di personalità che unisce strategia, pixel art e base building senza trascurare un po’ di sano saccheggio vichingo.

Sviluppato da Pixel Chest e approdato per un po’ di tempo anche su Kickstarter, Sons of Valhalla è giunto nelle nostre mani in una versione demo che verrà resa pubblica durante il prossimo Steam Next Fest che andrà in onda dal 6 al 13 febbraio 2023.

Il titolo si presenta con una pixel art dettagliata ed effetti luci moderni su vista laterale come un buon vecchio sidescroller. Ma attenzione, non è un platform né è considerabile un action puro: sebbene i movimenti e gli attacchi del giocatore sono eseguiti in tempo reale, gran parte del gameplay deriva da decisioni strategiche in pieno stile Hooded Horse, tant’è che il titolo viene pubblicizzato come un “2D base building strategy game“, un modo che fa molto marketing per dire che quello che stai giocando non è ciò che sembra.

La vendetta è un piatto che va servito in pixel

La demo impone fin da subito la sua personalità, con filmati formati da mosaici di pixel che raccontano le premesse di gioco: il giocatore è Thorald Olavson, barbuto vichingo che ha visto il suo villaggio bruciare per mano dello Jarl Valgard Varinsson, il quale ha anche rapito la sua amata Raija.

Da buon vecchio figlio di putt*** figlio del Valhalla, Thorald giura vendetta e parte alla ricerca dello Jarl verso l’Inghilterra, accompagnato da un manipolo di altrettanti vichinghi barbuti su una nave lunga. Tutto molto epico, se non fosse che la tempesta di turno fa naufragare la spedizione e manda Thorald nell’aldilà.

Ma ehi, siamo vichinghi, e il nostro aldilà è fatto da sale dorate e nientepopodimeno che Odino in persona, seduto tutto tronfio su un trono gigante. Il dio norreno ci racconta di volere che noi compiamo la nostra vendetta, ci regala una runa e ci riporta giù nel mondo terreno.

Dopo questa serie di cinematiche e premesse che fanno molto dark fantasy anni ’80, ci risvegliamo proprio sulle coste inglesi tra i resti del nostro naufragio, e qui troviamo un vecchio amico ancora vivo che ci lascia apprendere le basi del combattimento action fatto di spade, frecce, schivate e parate, e del base building che ci consente di avere bonus e compagni di guerra al prezzo di un po’ di risorse e di qualche secondo di attesa.

Attese, botte e loot

Insomma, il gameplay di Sons of Valhalla si configura così, rapido e indolore fin da subito. Dopo aver conquistato un villaggio si costruiscono edifici per riposarsi, per farmare risorse o per addestrare nuovi vichinghi da portarsi in guerra, e ci si prepara in questa maniera a nuovi combattimenti e nuovi assedi, mentre il mondo di gioco scorre in direzione orizzontale tra un pixel e l’altro, tra uno scenario incantevole e uno apocalittico.

Sebbene i combattimenti possano essere intrapresi in solitaria, Sons of Valhalla permette (e consiglia) di addestrare e arruolare valenti uomini vigorosi che possano accompagnare il giocatore negli assedi e che in generale possano sottostare agli ordini come ritirarsi o difendere la posizione.

La schermata di gioco contiene una barra di orientamento in basso, barre in alto per vita e stamina da riempire con mangiate e bevute ad hoc, e le statistiche relative alle risorse del proprio insediamento vichingo. Per quel che riguarda il base building, basta avvicinarsi all’edificio di turno per esplorare le varie opzioni disponibili.

Di tanto in tanto arriva una nuova spedizione di rifornimenti vichinghi, mentre in giro è possibile trovare del loot utile, tra cui vanno menzionate le rune, speciali sassi ornamentali che è possibile equipaggiare sulla cintura di Thorald, e che consentono di aggiungere vari bonus a questa o quella branca del gameplay.

Cintura vichinga, che drip

E nel malaugurato caso Thorald morisse (cosa che in realtà mi è capitata spesso durante le mie prove), si ritorna al Valhalla al cospetto di Odino, il quale chiede in sacrificio una preziosissima runa per poter tornare nel mondo terreno a compiere la nostra vendetta.

Vi consigliamo vivamente di provare questo gioco intrigante durante lo Steam Next Fest a partire dal 5 febbraio. La demo è stata provata in inglese, ma verrà rilasciata al pubblico anche in italiano.

Conclusioni

Sons of Valhalla piomba all’improvviso nella mia lista personale di giochi da avere assolutamente nella libreria di Steam appena sarà lanciato ufficialmente: ispirato, fresco, con una pixel art eseguita ottimamente e con idee di gameplay diverse ma ben mescolate tra loro per restituire un’esperienza indie appagante sia sul versante strategico, sia sul versante “click forsennati per infilzare il vichingo di turno”.

This post was published on 3 Febbraio 2023 12:30

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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