Siamo stati all’edizione 2022 della Milan Games Week e abbiamo avuto la possibilità di giocare al nuovo Street Fighter 6 in uscita il prossimo anno. La demo permetteva di provare solo 3 match con alcuni dei personaggi già annunciati per questa sesta incarnazione del celebre picchiaduro Capcom, sono però stati 3 incontri davvero intensi che ci hanno lasciati piacevolmente sorpresi.
Fluidità senza precedenti
Cuffie in testa, polpastrelli caldi, uno appassionato fan della saga (io) l’altro novizio (il buon Alessandro Colantonio che mi ha accompagnato in questa prova) ci siamo seduti di fronte a Street Fitgher 6 pronti a darcele di santa ragione. Il primo scontro non poteva che essere quello tra Ken e Ryu, più vecchi e nostalgici di quanto mai visto nella saga ma carichi di un’energia tutta nuova che è esplosa nello scontro.
La prima gradita sorpresa è stata la possibilità di scegliere tra l’input tasti classico (quello da vesciche sulle mani per intenderci) e un input moderno più semplice da padroneggiare. Nonostante sia una caratteristica chiaramente rivolta ai nuovi giocatori è stato piacevole utilizzarlo anche per me che sono abituato a rompermi le dita sul controller. Un’ottima variante per riposare le dita da uno shoryuken di troppo.
Finito il caricamento del match – durato solo una manciata di secondi e in cui i due faccioni degli sfidanti a schermo potevano già iniziare una lotta di smorfie premendo le freccette sul controller – è iniziata la vera battaglia e qui c’è stata la seconda grande sorpresa del titolo.
Se siete fan storici della saga e avete visto qualche video del nuovo SF6 avrete sicuramente notato una certa fluidità nelle animazioni dei personaggi. Ecco la seconda grande sorpresa del gioco è proprio questa: pad alla mano, quella fluidità che si vede nei video si sente sulle dita come non era mai successo nella saga, e praticamente in nessun picchiaduro che ricordo di aver giocato. I vecchi capitoli di SF erano lenti, sia nella costruzione delle combo che nella rappresentazione della mosse a schermo. Era come se alcuni personaggi si muovessero a gravità zero e spesso la latenza tra la pressione del tasto sul pad e la risposta a schermo era palpabile. In SF6 questa lentezza è scomparsa senza santurare lo scontro. Creare combo risulta estremamente piacevole sia per un novizio che per un fan storico. Gli effetti a schermo sono fluidi, ricchi, colorati e pieni di dettagli. Così come sono pieni di dettagli gli stage: tra quadri che hanno fatto la storia del picchiaduro e novità tutte da ammirare.
Lo stile unico di Street Fighter alla massima potenza
Il primo match è volato, finito con una sonora sconfitta per il Colantonio che nel secondo match ha pensato bene di ricorrere alla cara e inarrestabile Chun-Li. Io invece sono andato su una delle novità di SF6: Kimberly, una ragazza afroamericana addestrata da Guy, storico personaggio del roster di SF. Anche in questo caso i modelli poligonali dei lottatori ci sono sembrati davvero eccelsi sotto ogni punto di vista. Street Fighter infatti ha ormai fatto suo questo characters design fuori dagli schemi con personaggi che faticano ad avere proporzioni reali e spesso si presentano con mani o fianchi esagerati, bicipiti giganteschi e pettorali larghi quanto un armadio a quattro ante. Si tratta però di uno stile unico che in SF6 esplode in coreografie ed effetti spettacolari in cui la fisicità dei lottatori si mischia all’estrema scioltezza del sistema di combattimento.
Kimberly è stato un personaggio complesso da utilizzare, e senza saperlo abbiamo messo nello stesso stage due personaggi che di calci se ne intendono parecchio. Questo secondo match è stato vinto da Colantonio che grazie all’input moderno ha potuto concatenare con facilità una serie di combo e la Super finale senza che io potessi avere il tempo di reagire. Infatti, se non si conosce appieno la move list del personaggio scelto, l’input classico mostra il fianco verso quello moderno che è molto più immediato anche per chi non ha mai giocato.
Per l’ultimo scontro sono tornato al classico, con Guile e il suo ciuffo più prepotente che mai, mentre il mio sfidante ha scelto Juri, che torna in questo sesto capitolo dopo essere apparsa per la prima volta in Super Street Fighter IV. Inutile dire che è stata una lotta impari, io e il vecchio Guile abbiamo troppe vittorie alle spalle per farci battere dal primo giocatore di passaggio, ma lo scontro è stato comunque divertente e, a detta di Colantonio: “era come sferrare pugni e calci direttamente con i polpastrelli!”
Conclusioni
Se non l’aveste capito siamo rimasti parecchio soddisfatti da questa breve prova di SF6 che oltre ai lottatori descritti includeva anche Luke (altra novità) e Jamie, che abbiamo visto in azione da altri giocatori. Non c’era la possibilità di provare l’input dinamico (che dovrebbe trattarsi di una versione ancora più semplificata di quello moderno) né quella di mettere alla prova la modalità World Tour vera grande novità della serie in cui, con il proprio avatar, si potrà girare in una sorta di picchiaduro open world sfidando lottatori leggendari, come accadeva nella modalità Konquest di Mortal Kombat. Il cuore da picchiaduro c’era però e batteva davvero forte con piccole novità volte a potenziare e limare il celebre gameplay della saga.
A questo punto non vediamo l’ora di giocare un altro pezzo di questo SF6 e magari speriamo di poter provare presto anche Blanka, Dhalsim e Honda, già annunciati per questo sesto episodio.