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Anteprime

The DioField Chronicle | Prime impressioni dopo aver provato la demo su Switch e PC

Dopo averci sorpreso nelle scorse settimane tanto da scriverne un approfondimento sui contenuti rivelati con tanto di considerazioni sull’approccio di Square Enix nella produzione di RPG intrisi di strategia, The DioField Chronicle ha finalmente avuto una demo pubblica rilasciata su tutte le piattaforme d’uscita. Abbiamo provato la demo sia su Nintendo Switch che su PC, in modo da poter dare le nostre prime impressioni.

Nella manciata di ore per ora disponibili abbiamo avuto modo di confermare o ribaltare le ipotesi sul tipo di gameplay e più in generale sui contenuti artistici e narrativi di The DioField Chronicle che ci eravamo fatti negli scorsi articoli, ipotesi che abbiamo esternato anche nella nostra rubrica sui TRPG moderni. Alcune domande sono state risposte, altre necessiteranno della versione di gioco completa che arriverà il 22 settembre 2022 su PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series S|X e Nintendo Switch.

Una risposta possiamo già darvela prima di addentrarci nell’analisi del gioco, dato che si tratta sicuramente di una domanda che ci siamo fatti tutti appena abbiamo saputo dell’esistenza di questo gioco: ma perché diamine si chiama DioField?

Quella che in italiano può sembrare quasi una bestemmia innovativa, in realtà nella visione degli sviluppatori del gioco DioField significa “Terra degli Dei”, con la parola “Dio” presa in prestito da un linguaggio straniero (presumibilmente l’italiano). Forse alle orecchie di un giapponese il termine “Godfield” è meno esotico. Le vicende di gioco, infatti, si sviluppano su un’isola che si dice sia stata la dimora degli Dei.

Trame di guerra

A proposito della Terra degli Dei, la demo ci porta direttamente nel vivo delle vicende, durante un attacco di briganti tra i territori di questa isola. Si parte dunque dal primissimo capitolo del gioco, e infatti i salvataggi potranno essere trasferiti alla versione completa di The DioField Chronicle quando uscirà a settembre, in modo da non perdere la progressione dei nostri sforzi.

Come era evidente dai trailer, l’intera ambientazione di gioco è un classico di Square Enix: un fantasy intriso di magia e tecnologia all’avanguardia. Già nei primissimi minuti di gioco ci è sembrato evidente di trovarci davanti a una storia molto complessa, e per fortuna gli sviluppatori di Lancarse hanno cercato di dilazionare le informazioni di trama, così come quelle di gameplay, in maniera regolare e graduale.

Da subito conosceremo i personaggi di Andrias Rhondarson, Fredret Lester e Izelair Wigan, i quali proprio dopo il primo scontro entreranno a far parte dei Blue Fox, un team di mercenari che si sta già preparando all’invasione dell’isola da parte degli schieramenti del continente, forze che entrambe vogliono soggiogare DioField per accaparrarsi le ingenti risorse di Giada, un minerale preziosissimo per il funzionamento della magia in questo mondo.

Missione dopo missione verremo affiancati da nuovi elementi dei Blue Fox, come il misterioso Iscarion Colchester e l’affascinante Waltaquin Redditch. Il party del giocatore verrà così a consolidarsi offrendo anche punti di vista interessanti sui caratteri e sulle backstory dei diversi personaggi, e delle loro terre e famiglie d’origine. Introduzioni che vengono fatte anche ai personaggi secondari come il comandante dei Blue Fox e Lorraine.

RTS, TBS o TRPG? No, RTTB

Veniamo quindi alla domanda che vale tutte le risorse di giada di DioField: ma quindi questo gioco è un RTS, un TBS, un TRPG? La risposta è in un acronimo coniato proprio da Lancarse e Square Enix: RTTB, ossia Real Time Tactical Battle. Bene, ma che vuol dire? Come si traduce questo codice fiscale in gameplay?

La spiegazione breve è che si tratta di un RTS con elementi da TRPG. La spiegazione lunga è che si tratta di un RPG con tanto di alberi di abilità, equipaggiamenti personalizzabili, classi e livelli dei personaggi, dove i combattimenti, che si svolgono in tempo reale con visuale dall’alto, sono caratterizzati da un sistema di movimento che sfrutta percorsi programmabili dal giocatore attraverso un sistema di waypoint.

Probabilmente gli sviluppatori parlano di tattico, e non di strategico, per il valore che il posizionamento tattico dei giocatori ricopre nell’economia delle battaglie e nell’ambiente, per la caratteristica di poter controllare singoli personaggi, e per la peculiarità del gioco di mettersi automaticamente in pausa ogni volta che il giocatore impartisce un ordine, che sia di attacco, di utilizzo di un’abilità o di movimento.

In battaglia va dato un occhio anche alla sfruttamento dell’ambiente circostante, sia per direzionare i movimenti dei personaggi per trarne un vantaggio (si può andare anche di stealth!), sia per poter usufruire di alcuni aiuti come esplosivi piazzati in punti apparentemente casuali. Da prendere in considerazione anche il grande potere dei Magilumic Orb, poteri attivabili dopo aver accumulato abbastanza sfere luminose ed uccisioni che sono in grado di ribaltare le sorti di uno scontro. Nella demo è stato possibile provare il Bahamut con il suo potentissimo attacco ad area.

Fuori dagli scontri ci si ritrova invece nell’accampamento sfarzoso dei Blue Fox, un hub dove il giocatore controlla unicamente Andrias in terza persona e dove può sviluppare le abilità dell’intero gruppo di mercenari, può fare acquisti e può scegliere le missioni da giocare.

Pensate meno agli acronimi, più alla sostanza

Strano a dirsi per un titolo che fa della strategia e del controllo incessante della mappa i suoi punti di forza, ma questa demo ci ha convinto molto di più su Nintendo Switch che su PC per due ragioni principali: la prima è che graficamente, per il momento, The DioField Chronicle sembra un videogioco futuristico che può girare sulla console ibrida (soprattutto in modalità portatile) senza nemmeno mezzo calo di frame, mentre invece su PC sembra essere un titolo con una resa grafica di un decennio fa, specialmente negli ambienti dell’accampamento. Nulla da dire di minatorio sulle mappe di gioco invece, sempre dettagliate e altamente prestanti in entrambe le versioni.

In secondo luogo, i comandi e la fluidità del gameplay sembrano molto più a loro agio nella dimensione di una console piuttosto che su PC, dove, anzi, alcune iterazioni sembrano anche piuttosto goffe per uno strategico (non si può fare un pan con la telecamera col tasto centrale del mouse, per esempio).

Infatti, riguardo il sistema di waypoint va fatto un encomio agli sviluppatori per come hanno reso il suo funzionamento su console. Da giocatore di strategici e tattici principalmente su PC, ho personalmente trovato l’ancoraggio magnetico del cursore sui personaggi, nonché la selezione multipla tramite pressione prolungata del tasto Y della Nintendo Switch, un ottimo e fluidissimo compromesso alla mancanza di un mouse.

In ogni caso siamo parlando di una versione ancora non rifinita del gioco, ed è possibile che qualcosa, soprattutto a livello grafico su PC, possa cambiare con il rilascio ufficiale tra poco più di un mese.

Per il momento The DioField Chronicle ci ha convinto molto sia sul fronte della trama che del gameplay, e siamo ansiosi di scoprire cosa ci riserverà il rilascio ufficiale del titolo a settembre. Questo nuovo RPG di Square Enix sembra essere un misto tra Final Fantasy, Fire Emblem e Triangle Strategy, con un nuovo modello di gameplay strategico che è davvero stimolante e si propone di rinnovare il panorama dei videogiochi tattici. Non vediamo l’ora di difendere l’isola di DioField ad ogni costo. Tra le domande a cui ancora non abbiamo trovato una risposta, ci preme proprio sapere quanto le nostre scelte possano influenzare la trama, un po’ come succedeva in Triangle Strategy. Se l’avanzamento di trama rispetta la qualità incontrata nel gameplay e nella scrittura dei personaggi in questa demo, potremmo essere davanti a un bel gioiellino di Square Enix.

This post was published on 12 Agosto 2022 14:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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