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Against the Storm | Anteprima (PC): un city builder roguelite sotto un diluvio universale fantasy

Dopo il colony sim Clanfolk, il publisher indie di giochi strategici Hooded Horse ci ha concesso di provare un altro titolo che fa della strategia il suo core gameplay, declinato però stavolta in un nuovo contesto tematico e di gioco: Against the Storm, un city builder con meccaniche roguelite ambientato in un mondo fantasy sotto un diluvio perenne.

Against the Storm è già presente su Epic Games Store, ma per il suo prossimo lancio su Steam nel prossimo trimestre Hooded Horse e gli sviluppatori di Eremite Games stanno pianificando aggiornamenti bisettimanali non ancora presenti su Epic, trattando quindi il gioco come un accesso anticipato.

Hooded Horse ci ha fornito 2 copie del gioco, dando modo a me e Diego Del Buono di potervi parlare delle nostre impressioni mentre gli aggiornamenti continuano ad arrivare tra una partita e l’altra.

In missione per la Cittadella e per la Regina

Il primo dettaglio che ci è saltato all’occhio di Against the Storm, è sicuramente la veste grafica che ha reminiscenze di RTS come Warcraft, nonostante il gioco non presenti guerre e combattimenti, ma solo un’ambientazione fantasiosa dai colori e dalle interfacce che ricordano queste vecchie glorie del PC gaming.

Contro la Tempesta, il giocatore in qualità di Viceré della Regina della Fiamma deve stabilire nuovi insediamenti nella natura selvaggia, cercando di resistere alle intemperie ma anche agli eventi del posto. Solo sopravvivendo il più a lungo possibile da rendere ogni insediamento indipendente, il giocatore riuscirà a guadagnare i favori della Regina e a garantire alla Città Ardente dove lei risiede mesi prosperosi sotto la tempesta.

La tempesta in questione, chiamata Blightstorm (tradotta come “La Rovina“), costringe la Regina a fare specifiche richieste al giocatore, che quindi si ritrova in ogni partita a dover raggiungere obiettivi sempre diversificati sotto la pioggia battente. Come ogni classico city builder, bisogna costruire edifici che garantiscono accesso e sfruttamento di risorse, per costruire altri edifici che, a catena, svolgono ulteriori funzioni nella raccolta e nella gestione delle risorse, nonché nella soddisfazione dei bisogni degli abitanti.

A proposito di abitanti, il setting fantasy di Against the Storm non è da inquadrare solo nella presenza della tempesta in un mondo impervio, dato che avremo a che fare con cittadini nani-castori, umani-ricci, lucertole antropomorfe ed arpie. Ognuno di questi abitanti ha differenti bisogni e abilità che ne consentono al giocatore un utilizzo strategico o una palla al piede a seconda delle occasioni di gioco. Peccato al momento esistano solo 4 tipi di abitanti, ma contiamo di averne di più in futuro.

Roguelite e complessità stratificata

Abbiamo detto che Against the Storm è un roguelite, ma in che senso? Il gioco è diviso in cicli, dove il Viceré impersonato dal giocatore e altre spedizioni di Viceré controllati dall’IA cercano di costruire città redditizie sfruttando la generazione procedurale del terreno.

Terminato tale ciclo in cui riusciremo a costruire 4 insediamenti, si ricomincerà daccapo dato che la Blightstorm distruggerà tutto. Il Viceré che ha collezionato più punti vince ulteriori risorse da sfruttare, utili per accumulare e sbloccare bonus permanenti che miglioreranno e velocizzeranno i nostri prossimi cicli.

La casualità dei terreni di gioco si specchia in due livelli; nel primo, durante la schermata principale, governa la scelta del territorio circostante la Città Ardente della Regina, rappresentato su una griglia esagonale e con eventuali strutture altrettanto casuali. Ogni tipo di bioma offre diversi bonus e malus alla mappa di gioco, dove è presente il secondo livello di generazione procedurale: qui il territorio cambia ogni volta per rappresentazione grafica, disponibilità di risorse ed eventi, e soprattutto per disposizione delle radure.

Le radure sono terreni circoscritti da una fitta vegetazione, nei quali possono trovarsi risorse, edifici abbandonati ed eventi da risolvere in determinati periodi di tempo. Tali radure, a eccezione di quella iniziale, sono però celate alla vista del giocatore, che quindi è chiamato ad esplorare i dintorni abbattendo la vegetazione che ne fa da muro.

Eradicare troppa vegetazione e troppo in fretta, tuttavia, può causare un peggioramento della Rovina che, soprattutto nelle stagioni fredde, può apportare ai nostri insediamenti malus sempre più aggressivi. Il tutto poi va gestito cercando di risolvere gli ordini casuali imposti dalla regina, sbloccando edifici altrettanto casuali, cercando anche di contenere la sua impazienza (visibile da una barra rossa contrapposta a quella blu degli ordini, in basso al centro dello schermo) e cercando di gestire un flusso di risorse che sia bilanciato con la crescita degli insediamenti.

Da come ne abbiamo descritto, sembra che Against the Storm sia un gioco complesso, e a conti fatti, in effetti, lo è: ci sono più livelli di gameplay e di interazione, sistemi di gioco che si intersecano (tra cui alcuni di cui non abbiamo parlato, come il commercio), e tante cose da tenere a mente. Gli sviluppatori di Eremite Games tuttavia stanno facendo notevoli sforzi nel rendere il tutto di semplice approccio, e infatti le partite sono molto più gestibili e intuitive di quel che possa sembrare.

C’è però da fare un piccolo appunto sul significato del termine roguelite: solitamente con questo termine si intendono videogiochi con meccaniche derivanti dai roguelike riviste in ottica meno severa, dove la casualità viene smorzata da un sistema di progressione che si conserva di partita in partita.

Roguelite è anche un termine che associamo anche a videogiochi dai ritmi veloci, con partite che possono concludere anche rapidamente. Questo non è il caso del titolo di cui stiamo parlando oggi. In Against the Storm di veloce non c’è nulla: ogni insediamento richiede tempo e pianificazione, e, soprattutto agli inizi senza bonus permanenti, sembra impossibile concludere un insediamento in poco tempo.

Per la Regina ma anche per la community

Lo stato di sviluppo di Against the Storm comprende aggiornamenti costanti, e in particolare una roadmap che ogni due settimane implementa meccaniche ed elementi di gioco completamente nuovi. Uno di questi aggiornamenti, per esempio, è arrivato proprio durante la nostra prova, il 21 luglio.

Qui è stata introdotta la nuova meccanica del Blight (Rovina), che cerca di corrompere e infestare i nostri insediamenti durante le stagioni fredde, se non viene combattuta con i nuovi edifici dedicati al suo arginamento.

Il prossimo grande aggiornamento in arrivo il 4 agosto prevede l’implementazione degli Achievement e delle classifiche, nuovi tutorial, miglioramenti della UI/UX e, soprattutto, una nuova meccanica non ancora annunciata.

Ma Eremite Games e Hooded Horse hanno costruito nel tempo anche una community che supporta il gioco tra Discord e Reddit con proposte pro-attive. Molti elementi introdotti in questi mesi sono partiti proprio dalla community attraverso sondaggi e consigli. Perfino le localizzazioni sono realizzate proprio con l’aiuto dei fan, infatti è presente una traduzione in italiano di (quasi) ogni aspetto di gioco, e pian piano viene implementata in ogni nuovo elemento aggiunto.

Against the Storm si lascia giocare con trasporto per la casualità, per il fattore scoperta, e per il familiare sentore di soddisfazione tipico dei city builder quando la propria visione di città comincia a prendere forma. Le meccaniche roguelite aggiungono quel fattore di ri-giocabilità che salva un gameplay altrimenti molto ripetitivo e già visto, ma a ciò si aggiungono anche un’ambientazione fantasy affascinante e una community che supporta proattivamente lo sviluppo. Siamo davanti a un gioco indie strategico che vale davvero la pena provare, in attesa di scoprire quali saranno le prossime meccaniche implementate nel corso dell’accesso anticipato.

This post was published on 28 Luglio 2022 19:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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