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Cartel Tycoon | Anteprima (PC): plata o plomo

Per chi si è abbuffato di serie crime sul traffico della droga e sui cartelli centro e sud-americani, per chi ancora si galvanizza pensando a personaggi carismatici come Walter White di Breaking Bad o Pablo Escobar di Narcos, tinyBuild ha pensato a tutti voi rilasciando in accesso anticipato Cartel Tycoon, un gioco di strategia in tempo reale che, come suggerisce stesso il tuo nome, vi pone a gestire un cartello della droga.

Quanti “Tycoon” si sono affacciati nel mondo dei videogiochi nel corso degli anni? Da ospedali a zoo passando per i parchi a tema, la formula RTS gestionale dei Tycoon ormai è uno stilema riconosciuto e famoso, che dovevamo aspettarci prima o poi entrasse anche nel business della droga.

Lo studio di sviluppo Moon Moose, tuttavia, non ci ha presentato un titolo qualunque, una copia-carbone dei classici Tycoon, ma un videogioco strategico con una sua anima, un suo perché, qualcosa di originale che attraversa un po’ tutti gli ambiti di gioco, dal gameplay alla grafica.

Essendo un accesso anticipato, Cartel Tycoon certamente non è privo di difetti, ma prova alla mano si dimostra un videogioco interessante che vale la pena provare e aspettare che, prima o poi, esploda in versione completa.

PS: Se non avete aperto questo articolo cantando nella vostra mente Tuyo di Rodrigo Amarante, la sigla di apertura della serie Narcos, non potete leggere questa anteprima. Siete avvisati.

Un’offerta che non si può rifiutare

La modalità storia di Cartel Tycoon ci introduce nella vita di César Garcetti, in arte “Gusanito“, un uomo di mezz’età sconfitto dalla disoccupazione, alla ricerca di un lavoro sugli annunci del giornale agli inizi degli anni ’90.

A César salta all’occhio la classica “offerta che non si può rifiutare“, e così si ritroverà di punto in bianco nella gestione di una fattoria di oppiacei, per conto di un cliente sconosciuto che si rivelerà solo più avanti lungo il gameplay.

Cominceremo dalla semplice coltivazione e ci ritroveremo presto a gestire l’impacchettamento, il contrabbando e il riciclaggio del denaro. In questa maniera Cartel Tycoon ci introduce piano piano nel mondo dei corrieri della droga, facendoci muovere passo dopo passo, nuova impresa dopo nuova impresa, all’interno di un mondo pieno di soldi sporchi e puliti, di estorsioni e di sparatorie.

Mentre la storia avanza, il gioco ci insegna a lavare il denaro sporco, e a conquistare territori di fazioni rivali o in mano agli agenti federali, tra uno scambio di favori e qualche omicidio. Il tutto per poter portare alla propria baracca quel denaro che prima era necessario a sopravvivere, ma poi si è trasformato esso stesso in una fonte di dipendenza.

Soy el fuego que arde tu piel

Gli obiettivi-tutorial della storia introducono alle meccaniche di gioco, ma è con la modalità libera di Cartel Tycoon che ogni aspirante magnate della droga trova spazio nella sua esperienza di gioco personale.

La storia, purtroppo, per quanto possa essere intrigante e per quanto sia a tutti gli effetti necessaria alla comprensione del gioco, presenta dei limiti proprio nella spiegazione degli obiettivi, molto spesso poco chiari: pensavo di essere solo io ma guardandomi intorno verso altri siti e colleghi sembra proprio che sia una sensazione comune quella di aver trovato confusione nella spiegazione dei compiti.

In modalità libera il giocatore può impostare una nuova partita a piacere selezionando la regione di partenza e il tipo di boss (per ora solo due, personalizzabili in alcune abilità). Entrambe le modalità di gioco, comunque, non cambiano molto la sostanza del gameplay se non per una differente progressione: la mappa divisa in differenti regioni è sempre la stessa, e il giocatore dovrà sempre cercare di bilanciare entrate e costi per evitare la chiusura delle sue attività o, peggio, l’arrivo della DEA.

La gestione in Cartel Tycoon può essere sia manuale che automatizzata, e l’accesso a due valute di gioco (soldi sporchi e soldi puliti) aggiunge quel twist in più che da un lato complica l’economia, dall’altro rende sicuramente il titolo più curioso e interessante. Diventerà necessario a un certo punto trovare un modo per pulire i soldi, e di conseguenza per trovare nuove fonti sporche di guadagno, ma questo intrecciarsi di compiti e automatismi alla lunga può diventare confusionario quanto quei messaggi del tutorial sopracitati.

Si può rinfoltire il proprio cartello con nuovi componenti della gang, ognuno dotato di proprie abilità, campi di interesse ed esigenze economiche. I vari personaggi del cartello possono essere spostati tra le infrastrutture del giocatore per fornire bonus e protezione. Questi possono anche essere promossi col tempo, ma anche qui bisogna stare attenti che i loro compensi non facciano andare i nostri conti in rosso. In altre parole, la discriminante numero uno del gameplay è sempre il bilancio.

Soy el agua que mata tu sed

Onestamente, credo che Cartel Tycoon sia uno degli RTS più belli – esteticamente parlando – che abbia provato nella mia esperienza qui su Player.it.

La mappa di gioco è semplice e quasi caricaturale nella rappresentazione degli edifici, evidentemente sproporzionati rispetto alle dimensioni del terreno, ma funziona sia nella lunga che nella breve distanza, con una nitidezza dei dettagli che fa da antitesi alle meccaniche quasi da boardgame bidimensionale dello spostamento delle pedine-personaggi e nella gestione delle fazioni.

In effetti, la mappa di Cartel Tycoon non è altro che una plancia interattiva dove il giocatore muove i suoi scagnozzi. I dettagli grafici che accompagnano il titolo nel menu e nelle schermate, inoltre, prendono ispirazione a piene mani dall’immaginario sud-americano, con illustrazioni che sembrano tanto tatuaggi in stile azteco. Anche il comparto audio ha la sua parte, un po’ più nascosta e meno soddisfacente rispetto all’estetica, ma non per questo priva di mordente; la colonna sonora, per esempio, è l’esatta sintesi tra un accompagnamento da city builder come SimCity e un ritmo caraibico alla Tropico.

Questo stile fancy e divertente si scontra di continuo con la brutalità del mondo dei narcotrafficanti, portando spesso il giocatore a riflettere sulle implicazioni del vivere in un contesto del genere.

Tuttavia, l’unico elemento forte di disconnessione che trova il giocatore in un gioco del genere non è tanto nella critica velata alla criminalità o nella sua rappresentazione, quanto proprio nei sopracitati compiti dei tutorial poco chiari, nel bilanciamento un po’ confusionario e in altri elementi caotici del genere: si tratta di piccole problematiche che distraggono il giocatore dal divertimento del gioco.

Nulla che non possa essere aggiustato da tinyBuild per il lancio ufficiale del gioco.

In conclusione, sono davvero sorpreso dal lavoro svolto su Cartel Tycoon. Mi aspettavo il solito RTS-compitino su cui passare qualche ora prima di abbandonarlo, e invece mi sono trovato davanti a un’opera ragionata e ricca di stile che non vedo l’ora esca dall’accesso anticipato. Pregusto già modalità di gioco hardcore e chissà quanti altri scagnozzi o boss tra cui scegliere, sperando che vengano risolti i problemi di confusioni relativi al bilanciamento della gestione economica e agli incarichi della modalità storia.

Che voi vogliate comprare Cartel Tycoon coi vostri soldi sporchi o puliti, per il moemnto potete trovarlo in accesso anticipato solo su Steam.

This post was published on 23 Marzo 2021 17:24

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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