Lunark si presenta come un platform esplorativo in 2D che ricalca i vecchi classici anni ’80 e ’90. Ambientato in un futuro squisitamente cyberpunk, siamo chiamati, dal nostro capo Gideon, per compiere una missione alquanto particolare: recuperare un antico manufatto. Lunark che si rifà a grandi classici punta e clicca quali The Dig o Indiana Jones: Fate of Atlantis, si sviluppa in megalopoli, rovine aliene e strane foreste. Il protagonista che andremo ad impersonificare si chiama Leo, un giovane solitario e bollato come diverso.
Viene cresciuto e curato da Gideon stesso che, chiedendogli di ripagare il favore, lo invita ad intraprendere questa strana avventura.
Il titolo è il primo videogioco in via di sviluppo di Canari Games, una indie software house canadese, fondata a Montreal nel 2018. Il CEO della società, Johan Vinet, ha un curriculum di tutto rispetto, lavorando per giochi indie quali Shovel Knights, Flinthook e Mercenary Kings Reloaded.
Lunark è un platform retrò che ricalca le avventure di un tempo, fatte di pixel e strani enigmi da risolvere in spazi angusti, soffocanti, con nemici alieni pronti ad attaccarti. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Retrogame dal sapore cinematografico
La particolarità di Lunark è visibile già dai primi minuti in game: il gioco è ambientato sulla Luna dopo che il Pianeta Terra è diventato inospitale. Il satellite è ormai una nuova casa per gli esseri umani; Leo, protagonista principale, è un giovane orfano snobbato da tutti perché diverso, ripercorre – tramite la sua avventura – le sue origini, nel bel mezzo di una ribellione contro il regime totalitario in cui si trova catapultato.
I primi minuti all’interno del gioco ci mostrano cosa fare, il nostro obiettivo è incontrare Gideon che deve assegnarci una missione. Nel frattempo, prendiamo familiarità con i comandi di gioco. Ci troviamo in una fabbrica di androidi – ciò rivela lo stampo futuristico del titolo – e prima di abbandonarci all’avventura, decidiamo di pilotare un robottino: apprendiamo quindi come saltare, accovacciarci, scalare una piattaforma sopraelevata e così via.
I controlli non sono del tutto immediati e sicuramente, chi non è avezzo ad utilizzare la tastiera, può avere qualche difficoltà di coordinazione.
Dopo aver imparato le basi del tutorial, il vero gioco inizia con un’introduzione che ricorda a grandi linee i vecchi capolavori di LucasArts o di Eric Chahi.
Una volta nelle rovine, dobbiamo fare in modo di attivare alcuni cristalli per giungere a destinazione. I cristalli recuperati vanno messi in apposite strutture/piedistallo in modo da muovere una serie di piattaforme all’interno dello scenario.
Tali piattaforme, se allineate, possono “sbloccare” nuovi passaggi o rocce da scalare. Non mancano i nemici, grossi ragni che ci saranno non poco filo da torcere e dei pipistrelli; entrambi possiamo schivarli o ucciderli con la nostra pistola in dotazione. La pistola ha munizioni infinite, tuttavia, una piccola barra in alto ci fa capire quando il nostro protagonista dovrà ricaricarla.
Abbiamo a disposizione quattro vite extra e, una volta finite, ci ritroveremo davanti al game over. Una volta ripartiti dal checkpoint, dovremmo andare a ritroso al punto in cui avevamo fallito, per ripristinare la salute servirà raccogliere dei fiori curativi che saranno di vitale importanza nelle battaglie contro i boss.
Aracnofobia, ne abbiamo?
Sicuramente il boss finale in conclusione di questa demo non sarà una passeggiata per gli aracnofobici. Un gigante ragno in pixel apparirà sul nostro schermo, accompagnato da tanti piccoli comprimari che dovremmo uccidere.
Il nostro obiettivo sarà quello di sparare ai giganteschi occhi verde fluo così da spedire il ragno gigante al creatore, per farlo dobbiamo saltare sulle piattaforme, evitando ed uccidendo i ragni piccoli pronti ad attaccarci.
Malgrado fosse una boss fight relativamente semplice, occorre prestare attenzione al mondo circostante e agire di conseguenza, per fortuna il gioco ci viene incontro facendo apparire, di tanto in tanto, nuovi fiori curativi per “rifocillare” le nostre carenti vite extra.
The Dig incontra Another World ma…
Tutto sommato, Lunark è un titolo con grandi aspettative e che nell’insieme si presenta come un titolo interessante e riesce a ricostruire per bene gli obiettivi prefissati. É senza dubbio un buon platform 2D, con ambientazioni convincenti, misteriose e vintage che strizzano l’occhio a tutti gli amanti delle vecchie avventure in pixel art.
Le brevi sequenze video puntano al realismo, grazie all’uso della tecnica rotoscope. Il comparto sonoro è ottimo, oltre alla grafica ben curata, ma poco possiamo dire sulla trama in quando questa demo fa leva sulle meccaniche e sul gameplay piuttosto che sul plot, che sarà senza dubbio di buona fattura considerate le premesse.
Non siamo certo sullo stesso livello per quanto riguarda i comandi, spesso legnosi e poco reattivi, sia su tastiera che tramite controller. Confusionari e fallaci, spesso non hanno risposto efficacemente ai nostri input; una lacuna assolutamente da colmare in quanto il titolo, di natura squisitamente platform, fa leva sui riflessi del videogiocatore.
Il nostro consiglio è di tenere d’occhio questo nuovo titolo di Canari Games con la speranza di futuri aggiornamenti che andranno a perfezionare un indie di buone pretese, che vorrebbe ricalcare ciò che Another World, The Dig o Prince of Persia hanno fatto al loro tempo.
Lunark è atteso su PC e Nintendo Switch ed è stato finanziato tramite crowdfunding su Kickstarter. Qui tutti i dettagli.