Se sono pazzo, è misericordia! Che gli Dei abbiano pietà dell’uomo che nella sua insensibilità può rimanere sano di mente fino alla sua orribile fine! H.P. Lovecraft, Il tempio
Slitherine, editore esperto di titoli strategici, ci ha presentato Stirring Abyss, un videogioco ambientato negli abissi dell’oceano pacifico, in un contesto che attinge a piene mani dall’universo narrativo di Howard Philips Lovecraft, celebre scrittore horror statunitense dei primi anni del ‘900.
Ma come convivono assieme l’immaginario Lovecraftiano, la grafica 2D ispirata ai poster horror degli anni ’50 e ’60, e un sistema di gioco a turni immerso in una base survival e roguelike? Legano bene assieme tutti questi elementi? Da quello che ci è parso, sembrerebbe di sì!
Non è morto ciò che può vivere in eterno
Sviluppato da Sleepy Sentry e K-Project, Stirring Abyss trae spunto dal racconto breve “Il tempio“ (The Temple), dove Lovecraft narra le vicende di un equipaggio di un sottomarino tedesco disperso negli abissi durante la Prima Guerra Mondiale. Il giocatore si troverà in un contesto molto simile, ma con l’USS Salem, un sottomarino americano, durante il periodo della Guerra Fredda.
Stirring Abyss ci fa partire con il sottomarino già inabissato e un unico superstite in cerca di risposte. È durante l’esplorazione dei fondali oceanici, rigorosamente a piedi, che pian piano cominceremo a ritrovare altri colleghi e a scoprire misteri indicibili e creature abissali. Il tutto mentre nel frattempo tenteremo di riparare il sottomarino per darci alla fuga.
Data la natura roguelike e survival del gioco potrebbe sembrare che non ci sia una vera e propria narrazione, ma in realtà lo storytelling di Stirring Abyss è quanto di più congeniale possa inserirsi in una struttura dove le scelte dei giocatori e la proceduralità dei livelli in genere non lasciano molto spazio alla narrativa in titoli simili.
Infatti, tra le varie zone esplorate e i diversi traguardi raggiunti dai giocatori ci sono sempre dei punti in comune che riescono a portare coerenza narrativa e uno sviluppo più o meno lineare alla trama. Un po’ come accade con il ben più famoso XCOM, per intenderci. Ciò che a livello narrativo invece non convince è l’assenza di personaggi di spicco, dato che tutti saranno generati casualmente.
E in strani eoni anche la morte può morire
Non è un caso se nel titolo della recensione e nel paragrafo precedente è stato citato XCOM, dato che Stirring Abyss è praticamente la sua versione Lovecraftiana e 2D: un roguelike dove lo scopo del giocatore è far sopravvivere il più possibile i personaggi controllati. Il gioco è diviso in due fasi, una gestionale dove il giocatore spende le risorse trovate in giro per riparare e potenziare il sottomarino e il suo equipaggio, e l’altra invece di sopravvivenza pura dove l’azione di gioco è determinata dai turni e da una griglia a scacchiera.
Il giocatore può controllare un equipaggio di massimo 4 persone nelle esplorazioni fuori dal sottomarino, almeno inizialmente, e ogni individuo ha sue particolari abilità a seconda del ruolo e delle statistiche, dell’equipaggiamento o dell’addestramento impartito dal giocatore stesso. In questo senso, l’impianto RPG che governa la resa tecnica dei diversi personaggi è ben strutturato, e ciò viene fuori proprio durante le passeggiate sul fondo dell’oceano.
Il giocatore in esplorazione non deve tener conto solo dello stato di salute di ogni singolo membro dell’equipaggio, ma anche delle riserve d’aria e della salute mentale, quest’ultima una componente immancabile in qualsiasi contesto a tema Lovecraft! Ogni personaggio può compiere un massimo di due azioni per turno, a meno che non sia diversamente specificato, quindi la strategia di gioco è da calibrare bene anche per quel che riguarda le potenzialità dei singoli e la situazione generale circostante: per esempio, è meglio attaccare un nemico o curare un altro membro dell’equipaggio in fin di vita?
Anche per quanto concerne la parte gestionale all’interno del sottomarino il tutto ricalca lo schema XCOM: ci sono diverse stanze che vanno “sbloccate” e che possono essere adibite a differenti scopi, c’è un’interfaccia dedicata alla ricerca, una ai personaggi e al loro equipaggiamento, e una funzionale alla scelta delle missioni da compiere. Il tutto, però, in “formato convenzienza“, ossia gestibile in una sola schermata.
Ph’nglui mglw’nafh Cthulhu R’lyeh wgah’nagl fhtagn
Se vi aspettate paura e terrore da questo titolo, siete un po’ fuori strada. In Stirring Abyss l’horror non è il genere, è solo ambientazione. Lo stile di gioco strategico con visuale dall’alto infatti è piuttosto impersonale per poter calare il giocatore in un’esperienza paurosa, per questo motivo l’atmosfera inquietante pervaderà molte delle esplorazioni fuori dal sottomarino senza però mai sconfinare in brividi di terrore.
Piuttosto, la sensazione che più emerge dall’esperienza di gioco di Stirring Abyss è la claustrofobia. Il nero avviluppante dei fondali inesplorati, le stradine improvvisamente strette fiancheggiate dal vuoto, ma soprattutto i suoni ambientali, contribuiscono ad angosciare sempre di più il giocatore, già alle prese con le scarse possibilità di sopravvivenza di ogni livello.
Per come si mostra si può dire che Stirring Abyss sia a tutti gli effetti un gioco da tavolo trasposto in digitale, e questo non accade solo per la divisione a turni o per la componente gestionale: ci sono delle sezioni di gioco durante le esplorazioni subacquee che vedono l’utilizzo di dadi per risolvere dei misteri.
Ciò che mostra più carattere nel gioco è sicuramente il lato grafico. Sebbene alcune interfacce risultino un po’ spoglie e anonime, Stirring Abyss ha un’estetica 2D accattivante che trae ispirazione dai vecchi poster horror, sfruttando pattern di colori spenti con prevalenza di blu e nero. Una menzione particolare va fatta al filmato introduttivo, un vero e proprio diorama digitale.
Conclusione
Potete acquistare Stirring Abyss al momento solo su Steam, piattaforma sulla quale sarà disponibile a partire dal 29 ottobre. Il gioco di per sé sembra già pronto, c’è davvero poco da limare (ad esempio alcune animazioni un po’ legnose e magari qualche colorazione in alcune interfacce), e a questo punto ci aspettiamo che l’esperienza completa offra contenuti ancora più soddisfacenti.
Stirring Abyss è esattamente ciò che ci si aspetterebbe di vedere da una trasposizione indie di XCOM nel mondo dello scrittore horror Howard Philips Lovecraft. Il comparto tattico a turni su griglia lega bene con la struttura RPG dei personaggi; peccato per la loro scarsa caratterizzazione dato che la narrazione è castrata dall’avanzamento dei livelli in stile roguelike. Il tutto è reso affascinante da un’accattivante grafica in 2D, e dalla sensazione generale di trovarsi ad avere a che fare con un gioco da tavolo. Evitatelo se cercate esperienze horror, acquistatelo subito se invece adorate Lovecraft e/o i giochi tattici alla XCOM.